ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni
 
SEDNA
a cura di Mariagrazia Pelaia
Inserito il su Eridano School - Astrologia e dintorni
 
Mariagrazia Pelaia si interroga su SEDNA, altro corpo celeste recentemente scoperto.

Sedna è X ? L’opinione degli astronomi

Ogni volta che si scopre un nuovo “corpo celesteW lo stato d’animo oscilla tra la gioia di veder confermate le ipotesi di Lisa Morpurgo sull’esistenza dei due pianeti transplutoniani X e Y e lo scetticismo prudente evocato da questi “corpiciattoli cosmici” con orbite millenarie intorno al Sole.
Ma basta fare un giro in rete risalendo alle fonti scientifiche delle informazioni diffuse tanto “fantasiosamente” dai media per capire che se il decimo pianeta esiste, forse non è fra quelli finora annunciati come tali.
Afferma David Jewitt, ricercatore della Hawaii University, esperto di KBO (Kuiper Belt Objects) LINK “Is Sedna = Planet X? No. Planet x is a term invoked by Percival Lowell in the beginning of the 20th Century, when he thought that a planet massive enough to perturb Neptune might exist at large distances. Sedna, although big relative to most other KBOs, is too puny to measurably perturb Neptune (or anything else for that matter). Its mass is roughly one thousandth that of the Earth” [Sedna è il decimo pianeta? No, il decimo pianeta, il pianeta x, è una definizione proposta da Percival Lowell all’inizio del Ventesimo secolo, quando si pensava che potesse trovarsi a distanze molto notevoli un pianeta abbastanza grande da perturbare con la sua massa l’orbita di Nettuno. Sedna, anche se grande in rapporto alla maggior parte degli altri KBO, è troppo insignificante per perturbare l’orbita di Nettuno (o quella di qualunque altro analogo corpo celeste) in misura rilevabile. La sua massa corrisponde a un millesimo di quella terrestre].
Nel sito dell’università californiana in cui è avvenuta la scoperta di Sedna (www.gps.caltech.edu/~mbrown/sedna) è contenuta un’affermazione ancora più dettagliata di Mike Browne, uno degli autori della scoperta: “A second speculative explanation for Sedna’s orbit is that a larger body, perhaps Mars-sized or larger could exist at around 70 AU in a circular orbit and could have caused Sedna to get thrown into its strange orbit. If such a planet existed, we would likely have already found it in our survey, though there are still a few places left to hide [Una seconda spiegazione teorica per l’orbita di Sedna è che un corpo di dimensioni maggiori, della grandezza di Marte o più grande, possa esistere a circa 70 UA e con un’orbita circolare che potrebbe aver spinto Sedna nella sua strana orbita. Se questo pianeta esistesse è probabile che l’avremmo già trovato con la nostra esplorazione, anche se rimangono ancora alcuni posti dove potrebbe essere nascosto”. Che dire? Speriamo che valga l’ipotesi del buon nascondiglio di Proserpina!
Con le affermazioni di Jewitt e Browne potremmo metterci l’anima in pace rispetto alla scoperta di Proserpina in veste di Sedna, tuttavia ci imbattiamo in altri segnali interessanti su cui vale la pena di riflettere.
Nel notiziario di “Focus” on-line (Focus.Spazio, a cura di Chiara Rizzo: http://www.enel.it/magazine/boiler/focus_dett.asp?iddoc=824599&titolo=Focus%20-%20Benvenuto+Sedna) è riportata un’altra importante dichiarazione di Mike Browne, a proposito della localizzazione di Sedna: “Sembra un corpo abbandonato ai margini, ma secondo i nostri calcoli nella stessa zona ne esistono moltissimi altri, e nei prossimi cinque – al massimo dieci - anni ne scopriremo anche di più grandi”. Sembrerebbe infatti che fino ad oggi soltanto il 15% dello spazio in cui è probabile l’esistenza dei due pianeti transplutoniani sia stato setacciato con i supertelescopi di ultima generazione. Il lasso di tempo indicato da Browne corrisponde quasi alla lunghezza del soggiorno di Urano nei Pesci (dal 2003 al 2011), ma astrologicamente può essere esteso di almeno altri dieci anni grazie a Nettuno che sosterà in Pesci dal 2012 fino al 2025 circa: in questo ventennio pescino sentiremo notizie cosmiche più fondate rispetto ai falsi allarmi che fino ad oggi si sono susseguiti? Speriamo.
Ma ci sono altre notizie interessanti sui possibili significati della scoperta di Sedna per gli studi sulla formazione del sistema solare. Discutendo dell’anomala presenza di Sedna, oggetto molto diverso da quelli normalmente individuati nella cintura di Kuiper, Mike Brown afferma (dal notiziario citato Focus.spazio): “Riteniamo possibile che in una fase iniziale di sviluppo del sistema solare, il nostro Sole non fosse un astro isolato ma si trovasse piuttosto inserito in un fitto gruppo di stelle simili”. Ecco, questa è la grande notizia: cominciano ad emergere tracce di una “formazione collettiva” dei sistemi planetari che rende sempre meno “fantascientifica” l’ipotesi di una formazione contemporanea dei quattro zodiaci ipotizzata da Lisa Morpurgo sulla base del ragionamento logico-simbolico illustrato nel Lungo cammino.
Nel sito dell’università californiana in cui è avvenuta la scoperta di Sedna (www.gps.caltech.edu/~mbrown/sedna) l’astronomo si esprime ancora più chiaramente: “Early in the history of the solar system many many small icy bodies were orbiting the sun and getting sling-shot out by close encounters with planets. As they were travelling further and further from the sun, the orbits of these bodies were affected by distant stars, causing them to slow down and stay attached to the sun. Sedna probably suffered a similar fate, except the stars which affected it must have been much closer than previously expected. We believe that this is evidence that the sun formed in a tight-knit group with many other stars [Nella storia primitiva del sistema solare moltissimi piccoli corpi ghiacciati erano in orbita intorno al sole e sono stati proiettati fuori da incontri ravvicinati con i pianeti. Mentre continuavano ad allontanarsi dal sole, le orbite di questi corpi erano disturbate da stelle lontane, che li costringevano a rallentare e a mantenersi nelle vicinanze del sole. Sedna probabilmente ha avuto una sorte di questo genere, soltanto che le stelle che hanno disturbato la sua orbita devono essere state molto più vicine di quanto ci si aspettasse. Noi crediamo che ciò costituisca la prova che il sole si sia formato in un fitto gruppo di stelle simili]”.
Dunque, il mancato avvistamento (per ora) dei veri transplutoniani è compensato dalla scoperta della possibile formazione contemporanea di più stelle in uno spazio ravvicinato (con eventuali sistemi planetari annessi…). Se questa scoperta verrà confermata non soltanto avremo una prova che la teoria dei quattro zodiaci o Macrozodiaco è scientificamente valida, ma avremo forse indicazioni su quante e quali stelle si formarono insieme al Sole e se nel nostro universo ci si può aspettare di individuare la presenta di Saturno-stella degli zodiaci femminili (A e B), ovvero Atena.

Riflessioni astrologiche su una possibile identità tra Sedna e Proserpina
Lo stato attuale della ricerca astronomica sembrerebbe negare a Eris-Sedna lo status di pianeta. Ma se le perturbazioni nelle orbite dei pianeti più lenti del sistema solare non possono essere provocate dalla sua modesta massa, non è detto che non vengano compiute ulteriori scoperte che cambino il quadro della situazione. Per esempio, Eris-Sedna potrebbe essere solo parzialmente visibile, magari essere il nucleo di un pianeta più grande costituito da enigmatica “materia oscura”, acquistando ben altra dimensione…
Questa è un’ipotesi fantasiosa, basata tuttavia sulla simbologia di X-Proserpina ricostruibile con le sue posizioni di domicilio ed esaltazione teoriche: abbondanza e lievitazione, e magari sfrenata obesità. X-Proserpina ha infatti il domicilio primario in Toro, il domicilio base in Bilancia, l’esaltazione in Sagittario e l’esaltazione per trasparenza in Leone: sia il Toro che il Sagittario sono segni dell’extra-large, e finora tale caratteristica è stata attribuita alla presenza dilatatoria di Giove. La Bilancia però si distingue per la sua “misuratezza”…
Consideriamo la dialettica con l’opposto Plutone, principio generativo maschile: X-Proserpina dovrebbe simboleggiare il principio generativo femminile. Ecco una prima traccia per ragionare (sperando di venire a capo della dissonanza bilancina): proviamo a fare paralleli con l’utero.
Ho ripreso in mano per l’occasione un bellissimo libro che rilegge la biologia femminile alla luce delle nuove ricerche in corso (e rievocando penose superstizioni di un tempo…): Donna - Una geografia intima, di Natalie Angier (Longanesi, 1999; la traduzione italiana di Isabella C. Blum è davvero tempestiva, anche l’edizione originale del libro è uscita nello stesso anno).
Nel titolo si annusano interessanti tematiche sagittariane (“geografia”) e cancerine (“donna”, “intima”)… E in un capitolo dal titolo fiabesco, Corna e tentacoli - L’utero generoso, troviamo questa affermazione sull’utero per noi significativa: “l’unico organo che non abbia un equivalente anatomico nel maschio”1. Non vi è quindi nessun dubbio nell’associare al pianeta che esprime il principio generativo femminile il suo organo creativo per eccellenza, che nel disegno anatomico insieme alle ovaie ricorda il bucranio (raffigurazione diffusa nella cultura matristica del Neolitico europeo), nonché il segno del Toro, segno di apertura dello Zodiaco B femminile2.
Un primo punto che suscita perplessità nell’associare Sedna a Proserpina è la dimensione meschina del povero pianetoide… Anche se, facendo un parallelo con la struttura anatomica dell’utero forse la discriminante delle dimensioni maestose potrebbe essere messa in dubbio: “L’utero non gravido ha le dimensioni di un piccolo pugno; vediamo quanta energia può contenere” (p. 113); “Consideriamo tutti gli aspetti contraddittori che l’utero deve saper incarnare. Dev’essere labile e nel contempo stabile. Dev’essere ricco, e però abbordabile. Nell’età adulta, dev’essere capace di crescere come nessun altro organo. Deve comunicare col resto del corpo e sapere bene dove si trova mentre volteggia tra l’ovulazione e la mestruazione”; fa parte di un sistema endocrino e al tempo stesso è una “cupola solitaria” nella quale le cellule immunitarie xenofobe non estromettono il feto; “è elastico e mobile”, da 60 g a 1 kg alla fine della gestazione (il volume aumenta di mille volte), “nessun altro organo va incontro a cambiamenti così impressionanti nella vita adulta”.
Dunque, emerge il ritratto di un organo di apparenza insignificante dotato però di straordinarie capacità di duttile trasformazione (emerge l’alleanza sagittariana con Nettuno), di intelligenza “comunicativa” (emerge l’alleanza aereo-bilancina con Saturno) e di generosa accoglienza (emerge l’alleanza taurina con Venere e Giove), nonché di inusitato potenziale energetico (trasparenza leonina; quest’ultima spiega forse perché nella simbolicamente cosignificante casa V si leggono le modalità del parto, le proprie e della prole).
Dunque, l’elemento di “pinguedine” potrebbe passare in secondo piano, rispetto alla disponibilità di trasformazione creativo-energetica…
Infatti la Angier sottolinea che accanto a una tendenza alla crescita nell’utero si rileva una tendenza alla contrazione, tanto da proporre un’identificazione delle sue alterne fasi all’esplosione di una supernova e all’implosione di un buco nero. Durante la gravidanza l’utero è inondato di estrogeni, ma “oltre a stimolare la crescita, l’ormone getta le cellule muscolari in uno stato di eccitazione elettrica - Le spinge a contrarsi […] tende a espellere il feto” (p. 125). Entra quindi in gioco un meccanismo di sedazione che è “compito del progesterone”. Questo processo di crescita e contrazione ritmica viene paragonato all’attività cardiaca, e astrologicamente coinvolge la trasparenza leonina di X-Proserpina.
A questo proposito è interessante segnalare una scoperta avvenuta alla fine degli anni Novanta: l’utero sintetizza “sostanze farmacologicamente attive”: “oppiacei naturali dell’organismo, chimicamente affini alla morfina e all’eroina: beta-endorfine e dinorfine” (p. 144). E sintetizza l’anandamina, simile alla marijuana… Insomma, “l’utero è ancora un territorio in attesa di essere conosciuto ed esplorato”: ecco la sagittariana segnatura di X-Proserpina (e che dire del “feto colonizzatore”?).
Che dire quindi della possibile identificazione di Sedna come X-Proserpina? Abbiamo visto che l’utero può raggiungere dimensioni considerevoli nel processo della gravidanza, ma di per sé è un organo di dimensioni insignificanti. Inoltre, se si osserva il disegno dell’orbita estremamente ellittica di Sedna l’immagine dà l’idea di un grande uovo-utero in cui è racchiuso il “piccolo” sistema solare intraplutoniano… Dunque, se Sedna non è X-Proserpina ne è forse la probabile “annunciatrice”…

I tempi per la scoperta di X-Proserpina sono “maturi”?
Il testo della Angier ci ha consentito quindi di rilevare che per la medicina moderna (così come per quella antica) l’utero rappresenta un mondo sconosciuto, da popolare di miti (per Ippocrate esso vagava libero nel corpo della donna causando debolezza e “isteria”), da cancellare (l’abuso dell’isterectomia nella medicina d’oggi: l’utero è l’unico organo che viene asportato “sano” per un’ipotetica prevenzione) o da asservire (utero in affitto, il recente primo trapianto d’utero ecc.).
Se dall’utero, ovvero fucina della creatività naturale-biologica, ci trasferiamo simbolicamente sul piano della creatività artistico-intellettuale, la situazione è analoga. In Il piacere è sacro (Frassinelli, 1996) scrive Riane Eisler: “La visione tuttora prevalente della creatività è in sé un pollone di un’organizzazione sociale e ideologica della dominanza. Per cominciare, definisce la creatività come qualcosa di separato, e al di sopra della gente e della vita ‘normali’, qualcosa che solamente un genio raro possiede […]” “Né si rivolge la minima attenzione […] a quella che David Loye chiama la matrice ‘femminile’ di accudimento della creatività nei sistemi sociali […] e tanto meno alla creatività quotidiana necessaria per mantenere i rapporti o crescere i bambini, cioè ‘lavoro femminile’ secondo lo stereotipo” (p. 452).
La cosa interessante è che la creatività al femminile viene collegata non solo a una distribuzione democratica e a una discesa nel quotidiano, ma anche a un processo di rimitizzazione dei cicli vitali, della natura, del sesso e dell’amore. X-Proserpina è infatti figlia di Demetra, la Terra divinizzata.
Scrive Riane Eisler: “È sorprendente anche il fatto che la visione dei nostri antenati della nostra Madre Terra come insieme vivente, pulsante e miracolosamente interconnesso stia ora riemergendo, non solo nella coscienza generale ma in teorie scientifiche come ‘l’ipotesi di Gaia’ [di James Lovelock, nda], dove Gaia è il nome greco della Dea Creatrice” (p. 454).
Altra indicazione che la scoperta di X-Proserpina sul piano astronomico potrebbe essere vicina è in effetti costituita dall’aumento di sensibilità ecologica associata a un processo di risacralizzazione delle divinità femminili e/o della natura. A parte il papa che afferma “Dio è madre” (in omaggio alla riemergente ondata mariana in seno al cattolicesimo ortodosso), nel mondo sono attivi nuovi movimenti spirituali, come quello del Risveglio della Dea (forte negli Stati Uniti-Sagittario), e si recuperano fedi antiche collegate alla sacralità del mondo e della vita nel suo complesso: le antiche religioni etichettate con l’infamante epiteto di “pagane”, rimaste “sotterraneamente” attive nel mondo contadino e soprattutto nelle aree montane.
Il 30 gennaio 2004 su “Rinascita” (p. 14) è stato pubblicato un curioso articolo di Alberto Lombardo che annuncia il riconoscimento statale di una piccola comunità religiosa, il Forn Siđr. “Si tratta del quarto caso in cui una religione autoctona precristiana torni a essere riconosciuta e tutelata da uno Stato europea [sic] moderno, dopo Islanda, Lituania e Norvegia”. Il nome Forn Siđr significa “gli usi antichi”. Si tratta di un culto legato al mantenimento di usi tradizionali legati alla sacralità della natura e dei suoi cicli (celebrazioni equinoziali e solstiziali). “Il movimento non ha intenti di proselitismo e non cerca nuovi adepti, lasciando anche una completa libertà agli appartenenti. La ritualità, assai scarna (anche per sfuggire a certe grottesche imitazioni sul modello della moda new age) viene associata a un’etica dell’onore e a una visione del mondo per la quale la natura gioca un ruolo fondamentale”; da notare l’espressione “etica dell’onore”: ricordo l’associazione fra esaltazione B di X-Proserpina in Leone e concetto di onore legato a questo segno (vedi anche nota 1 del presente articolo). Inoltre, al centro del cosmo nordico c’è il mitico frassino di nome Yggdrasil… (ricordo la corrispondenza simbolica fra X-Proserpina/Utero/Capigliatura/Alberi genialmente ricostruita da Lisa Morpurgo).

La creatività femminile può essere simboleggiata da una dea inuit?
Cosa può significare questo riaccendimento nordico del culto della Dea? Ecco cosa leggo in un altro libro che mi è capitato questi giorni fra le mani: Il senso di Smilla per la neve (1992) di Peter Høeg (nato il 17 maggio 1957: quindi un Toro con Venere e Mercurio nel segno, Saturno Sagittario, Urano e Plutone in Leone). “Non sono perfetta, mi piacciono più la neve e il ghiaccio che l’amore. Mi è più facile interessarmi alla matematica che amare il mio prossimo. Ma sono ancorata a qualcosa di saldo nell’esistenza. Lo si può chiamare senso dell’orientamento, intuizione femminile o quello che si vuole. Ho delle fondamenta e più in basso non posso cadere. Può anche essere che sia riuscita a organizzarmi la vita fin troppo bene. Ma sono sempre aggrappata - almeno con un dito alla volta - allo Spazio Assoluto” (trad. it. di Bruno Berni, ne “I Miti” Mondadori, 1995, p. 53).
Lo Spazio Assoluto, X-Proserpina! Però non si capisce quel ghiaccio e quella distanza dal più caldo dei sentimenti, l’amore, che pure è simbologia di Venere, alleata naturale di X-Proserpina…
Infatti, la caratteristica che tiene distante la nostra idea di X-Proserpina da quella della divinità inuit delle profondità marine artiche, Sedna, è proprio la temperatura glaciale (meno 240 gradi Celsius). Nella ricostruzione della tastiera elementale zodiacale ho associato Proserpina all’elemento Fuoco, quindi ancora una stridente contraddizione tra realtà e simbolo…3 Ma nelle descrizioni astronomiche oltre alla temperatura viene anche segnalato che il colore del pianeta tende al rosso come Marte… Ipotesi: potremmo rilevare in Sedna un’analogia con il fuoco dei sistemi B? (nei quali la funzione della stella dovrebbe essere quella di raffreddare un universo infuocato…).
Oppure il gelo è semplicemente un segnale. Ma di che tipo? In Donne che corrono con i lupi (di Clarissa Pinkola Estes, Frassinelli, 1993, p. 186) si parla della freddezza come “atto di collera difensiva” […] “ È un meccanismo autoprotettivo, ma difficile per la psiche-anima, perché l’anima non reagisce al gelo ma piuttosto al calore. L’atteggiamento gelido estingue il fuoco creativo nella donna”.
Un’altra particolarità è che per placare i furori di Sedna, nocivi per le attività di pesca e quindi per l’approvvigionamento alimentare degli inuit, gli sciamani la raggiungono sul fondo marino e la pettinano… Una corrispondenza di X, Proserpina astrologica, è quella con i capelli.
Nel sito dell’università californiana che ha “scoperto” Sedna si trovano link a varie versioni della storia di Sedna nella mitologia inuit (www.gps.caltech.edu/~mbrown/sedna). Si notano altre analogie con la greca Proserpina, in particolare la sorte di essere costretta a “nozze sgradite” con un partner diabolico o bestiale… È la brutta storia capitata alla creatività femminile sul pianeta Terra: da un’epoca in cui Sedna e Proserpina vivevano felici (e quindi “calde” e “realizzate” con le proprie madri, o con entrambi i genitori), orgogliose del proprio nubilato, nella casa matriarcale della propria ava, in cui la vita è sacra e gli amanti sono premurosamente ospitati fino a che il sentimento è vivo, si è passati al trasloco coatto nella casa patriarcale, in cui la vita non è più bella come prima… anzi è orrenda.
Non si tratta di un sogno antropologico. Ancora oggi i Mosuo, minoranza etnica cinese, vivono secondo l’antico costume matriarcale: non si lascia mai la casa materna, non ci si sposa ma non si rinuncia a nessun amante (si parla di “matrimonio in visita”, “per una notte e non per una vita!”) e la propria figliolanza viene allevata collettivamente insieme a fratelli e sorelle (allegri clan di 15-20 persone). Sembrerebbe che i miti vadano presi più alla lettera di quanto si immagina…
Oggi viviamo in un’epoca in cui si sta tentando un processo di transizione fra modello patriarcale e matriarcale, fra società della dominanza e della partnership… Il dubbio è: ma nello zodiaco patriarcale A c’è spazio per un pianeta che rappresenta la vera creatività femminile? O dovremo accontentarci di Sedna? L’età della Luna avanza…
Oppure possiamo credere che il processo di trasformazione è davvero in corso, e le imprese di intrepide fanciulle che vanno a vivere sugli alberi per salvare foreste centenarie dall’ascia delle multinazionali siano davvero terapeutiche?
Da notare che lo stesso giorno in cui è stata annunciata la scoperta di Sedna (15.03.2004), l’ANSA comunicava anche la scoperta di un nuovo gene (Casc2) coinvolto nella patogenesi del carcinoma dell’endometrio, la più frequente neoplasia del tratto genitale femminile nei paesi occidentali (scoperta compiuta da ricercatori sardi, che sarà pubblicata sul numero di aprile di “Human Mutation”).
Un’altra allusione a un processo di cura in corso… e sappiamo che X-Proserpina è alleata di Venere-salute. Ma da qui a essere certi che Sedna sia il primo pianeta transplutoniano ce ne corre… Insomma, quando “ci riprenderemo il fiume”? (per dirla con Clarissa Pinkola Estes, op. cit., p. 308: ovvero pulire il fiume = nutrire i processi della vita creativa; ‘nutrire’ ‘fiume’, ancora terminologia taurino-icsiana!)4.

Considerazioni sulle effemeridi teoriche di Eris-Sedna
Secondo le effemeridi provvisorie di Sedna diffuse da un sito svizzero (http://www.astro.com/swisseph/sedna.htm) in questo momento avrei Sedna (17° di Toro) strettamente congiunta al Medium Coeli (16° di Toro) esattamente trigona a Luna e opposta a Nettuno… Nel tema di nascita sarebbe in IX casa congiunta a Giove-Mercurio, sestile a Saturno e trigona ad Urano… Beh, anche se non sarà mai promossa “pianeta”, in questo momento obbedisco alle suggestioni del tema natale che la pone in cima ai miei pensieri…
Da notare che le scoperte e le opere citate che ho riferito a X-Proserpina in questo articolo sono comprese fra il 1992 e il 1996 circa: quando Sedna si trovava nel primo decano del Toro (domicilio primario).

NOTE

1. Mi pare significativa l’associazione della simbologia di X-utero con l’aggettivo “generoso”, che rimanda all’oblatività dei segni proserpiniani, inclusa la trasparenza leonina. A proposito di quest’ultima si confronti il mio articolo Macrozodiaco e matriarcato, “Ricerca ’90”, n° 55: “Già altrove [Zodiaco e archetipi sessuali, “Ricerca ’90”, n° 49, ndr] ho espresso i miei dubbi sulla generosità leonina, facile elargizione di briciole di chi ormai si è accaparrata ‘the lion’s share’ (‘la parte del leone’, come dicono gli inglesi). La trasparenza di X in questo segno ci suggerisce che la beneficenza eccezionalmente elargita dagli abbienti leonini rappresenta un’ombra nostalgica dei generosi fasti proserpiniani, regola dei sistemi matriarcali” “La X casa-Leone [domificazione dello zodiaco B femminile, ndr] […] farebbe pensare che al vertice degli ideali matriarcali ci sia il segno-totem dei valori patriarcali… ma il Leone BF ha ‘espulso’ il Sole e Y, accogliendo al loro posto la Luna e X: l’onore di dare si esprime allo stato puro e la massima realizzazione individuale è rappresentata non solo dal benessere per sé ma anche per tutti gli altri membri della comunità”. Per approfondire questo tema si rimanda alla lettura integrale degli articoli citati.

2. Accanto alla simbologia di utero si dovrebbe considerare anche la corrispondenza simbolica con il cromosoma femminile X, che rispetto al cromosoma maschile Y ospita un numero maggiore di geni. Emergono di nuovo quindi le simbologie di “abbondanza” e “spaziosità”.

3. Vedi Analisi degli elementi: un contributo della metodologia morpurghiana, “Ricerca ’90, n° 48.

4. Rimando qui al mio articolo Il linguaggio astrologico della Dea (“Ricerca ’90”, n° 44): “Si potrebbe ipotizzare che la sua individuazione [di X-Proserpina, ndr] sarà accompagnata da un’esplosione creativa al femminile su scala planetaria”. Riane Eisler ha suggerito che una rinascita dell’arte deve accompagnarsi al ritorno della partnership, un movimento inteso “‘a ridare incanto’ alla natura e alla vita” (op. cit. p. 477): vedi le opere di Judy Chicago che raffigura per esempio un dio partoriente (The Birth Project). Certo, nella nostra cultura in trasformazione perdurano ancora immagini simboliche della dominanza, come nel film sulla Passione di Mel Gibson, un’orgia di violenza e sadismo spacciata come rappresentazione di valori spirituali (a me fa curiosamente pensare alla tortura in diretta di un kamikaze divinizzato).
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