ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni
 
Marte e le arti marziali: la danza del guerriero
a cura di Marina Bua
Inserito il su Eridano School - Astrologia e dintorni
 

"Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l'universo e gli Dei”
(iscrizione sul frontone del tempio di Delfi)

“Conosci dapprima te stesso, poi conosci gli altri”

“Non dimenticare la variazione della forza,
la scioltezza del corpo e il ritmo delle tecniche”

"...non dimenticate il vecchio detto
che un forte vento può distruggere un albero solido
ma il salice si piega ed il vento vi passa attraverso.
Le grandi virtù del Karate sono la prudenza e l'umiltà"
(Gichin Funakoshi)

“Se il corpo è il limite, lo spirito può andare oltre”
(Shigeru Egami)



Associare il nome del dio mitologico Marte all’idea della guerra, appartiene al background culturale del nostro tempo, e della nostra civiltà occidentale, da qualche millennio a questa parte.

La proposta di esporre una relazione sull’energia di Marte e la recente lettura del libro di Charles Hackney, dal titolo “Le virtù guerriere” e dal sottotitolo “arti marziali e psicologia” pubblicato nel 2010 in lingua italiana, hanno ispirato a scegliere il titolo di questo breve lavoro.

A questo va aggiunto che, chi sta scrivendo questa relazione, è dell’idea che Marte non sia solo “guerra”, “aggressività” o impulso incontrollato, queste semmai sono manifestazioni e caratteristiche negative di un Marte inconsapevole; come ogni altro pianeta/archetipo del tema astrologico di un individuo, esso deve essere rappresentante di funzioni fondamentali e positive per l’espressione e la vita di un essere umano.

Ogni funzione esercitata consapevolmente dà il meglio di se, ed ha una ragione importante di essere. Una cattiva espressione probabilmente è indice di un problema, un richiamo ad una lezione da apprendere in questa esperienza terrena.

Un problema può essere affrontato, intanto riconoscendolo come tale, poi cercando la leva che possa trasformarlo avendo magari in mente uno schema, un modello o un archetipo di riferimento.

Ricercare nella mitologia altri aspetti meno conosciuti o dibattuti potrebbe aiutare a ricostruire un modello più consono a Marte? Filosofie più antiche, come quelle orientali specie quelle che sottendono alla disciplina delle arti marziali, possono suggerirci altri modi di vedere il dio della guerra?

Marte è la divinità romana corrispondente ad Ares della mitologia classica greca.
La mitologia classica, greca prima e romana poi, hanno permeato attraverso i secoli mente e cultura dell’uomo moderno così che al semplice citare il dio della guerra ciascuno immagina immediatamente un uomo dal fisico proporzionato e perfetto, con muscoli in evidenza, in un insieme armonioso ed esteticamente ineccepibile, generalmente armato di una lancia nella mano destra e di uno scudo, pronto a riparare il corpo senza oscurarne gli splendidi lineamenti, nella opposta mano sinistra. Per completare un elmo con cimiero, a protezione del capo su una folta e morbida capigliatura, che nulla toglie alla virilità e bellezza del soggetto.

L’iconografia e le opere scultoree classiche, produzione di artisti che sono stati ispirati dal mito nonché dal luogo di appartenenza per natali e/o cultura, si palesano sulla fattispecie delle immagini che vengono proposte nella figura 1 che segue.




fig. 1


Si può osservare il Marte romano dotato di armi mentre si manifesta dotato di soli muscoli l’Ares greco. Al primo colpo d’occhio sorgono spontanee alcune domande. Il mito romano ha copiato tout-court il mito greco nella totalità dei suoi aspetti? Ha variato o adattato qualcosa? Ha esaltato delle peculiarità a discapito di altre caratteristiche cancellandone le tracce?

Secondo quanto riportato nell’opera di Sicuteri, “Astrologia e Mito” :

(1) “La Senard ricava il nome di Marte-Ares dall’etimo Are, che in greco significa violenza e collera. Ara esprime l’idea di distruzione e vendetta. La radice sanscrita Mar forma il nome di una divinità vedica, il dio Marut, che dominava gli uragani e il sacro fuoco.”

E, subito dopo:

(2) “In origine, Ares era un dio fanciullo, un puer divinus, danzatore perfetto, un virile amante di femmine divine e soltanto più tardi fu educato alle virtù guerriere.”

Per concludere:

(3) “In tutti i miti e nei poemi omerici troviamo in Marte una natura aggressiva, audace ed impulsiva, dove l’istinto precede ogni riflessione.”


Se partissimo da questa affermazione finale (3) e ipotizzassimo che fosse l’istinto a dover seguire il pensiero, e se ci rifacessimo per esempio al cosiddetto istinto di sopravvivenza, ecco che questi ci apparirebbe così lento, da non essere adeguato a proteggerci con sufficiente margine di sicurezza, nel caso incombesse un grave pericolo. Pericolo dinanzi al quale dovremmo invece reagire istantaneamente per trarci in salvo! L’istinto e l’impulsività, visti sotto il profilo della auto-protezione, si colorano di positività, mentre per associazione di idee tenderemmo, nella generalità dei casi, a connotarvi una valenza negativa. Questo non toglie che una azione esagerata, incontrollata, ecc. non possa essere dannosa o controproducente, ovviamente.

Al punto (2) incontriamo diversi argomenti su cui occorre riflettere.

Cominciamo dal termine virile: dal latino vir, che contrapposto a donna significa uomo; contrapposto a bambino consegue il significato di adulto, ma anche marito, sposo, amante.
Vir ha la stessa radice di Virdis: verdeggiante, vegetazione ma anche acerbo, giovane, tenero non maturo, giovanile, il colore verde, ecc.

Le numerose avventure e conquiste in campo femminile del dio Marte non devono farci scordare che queste diedero anche dei frutti; Marte/Ares ebbe con Afrodite una figlia: Armonia. L’armonia è un frutto che niente ha a che spartire con la violenza, i soprusi, il sangue e la guerra. Una discendenza del dio, questa, tutt’altro che aggressiva. Incontrare e conoscere il corrispettivo femminile, rispecchiarsi, sperimentare, unirsi, integrarsi porta ad un risvolto di completezza e di “produttiva armoniosità”.

A proposito di Virdis come vegetazione, cosa lega questo significato a Marte? Alla voce Marte, sul dizionario mitologico del Cinti , troviamo:

“ Marte (Mars). Antichissima divinità italica, diversa, in origine, dall’Ares greco con cui i Romani lo identificarono più tardi. Sua prima attribuzione fu infatti quella di presiedere alla vegetazione primaverile e di proteggere le campagne durante le guerre. Divenne dio della guerra, appunto come difensore dei campi minacciati dalle invasioni dei nemici. – Il suo aspetto naturistico gli fece consacrare il primo mese dell’anno (marzo) secondo il computo più antico; […] Ma l’aspetto guerresco del dio finì col prevalere […]”.

Anche nel testo del Ramorino , dopo una presentazione di Ares, nella versione aggressiva di un dio che si compiace della guerra, si precisa quanto segue:

“Il Dio italico identificato con Ares è Marte. Ma è da notarsi che in origine Marte non era già Dio della guerra ma piuttosto il Dio della primavera, che vittoriosamente lotta contro il triste inverno. A lui si attribuiva la fecondità della terra e la prosperità del bestiame, e gli si volgevano le preghiere perché tenesse lontano il cattivo tempo e i geni morbosi. Solo nella bellicosa Roma, Marte divenne guerriero e diventò anche il Dio più ragguardevole dello Stato dopo Giove. Numa istituì in onore di lui il sacerdozio dei Salii . […]”.


Si potrebbe supporre che nel tempo si sia mano a mano sfilacciato e perso ogni riferimento a questa divinità agraria e allo stretto legame di essa con la terra. Legame che si manifesta nel concetto di fecondazione, di fertilità, del rapporto orgiastico (lussureggiante e lussuria hanno la stessa radice), fatto di riti e di stagionalità, di danze propiziatorie e di ringraziamento.

Rimane comunque una piccola traccia, che va ricercata tra le pieghe della storia, negli antichi testi di letteratura latina (e non solo), o nell’analisi del linguaggio, piuttosto che nelle usanze, che legano il difensore/guerriero/soldato, il milite, e la terra/natura/campagna, (campagna che diventa di guerra) piuttosto che la campagna fruttifera che si fa retribuzione alla conclusione del servizio onorevolmente prestato. Infatti, spettava al miles una ricompensa, una sorta di liquidazione o pensione dei giorni nostri.

Nella cultura antica, sia occidentale che orientale, era alto il valore della terra, e per i cinesi ad esempio l’agricoltore aveva un ruolo ed uno status elevato e riconosciuto come superiore ad altri ceti sociali, non tanto per ricchezza disponibile quanto per meriti in genere ed il carattere in particolare.

Arte militare e verde della natura, natura e ritualità, ritualità che passa attraverso la danza e quindi la musica e il suono. Ares viene prima educato alla danza e poi alle arti guerriere, ci viene riportato dal Sachs che cita a sua volta Grimmelshausen, “Der abenteuerliche Simplicius Simplicissimus”:


“…Colui che guidava il combattimento, guidava anche la danza, e dei guerrieri valorosi si diceva che essi dovevano la loro superiorità alla danza. Il dio Priapo, narrano i Bitini dell’Asia Minore, “ aveva fatto dell’impartire lezioni di armi una professione e quando Hera gli ordinò di diventare il maestro di suo figlio Ares che era ancora molto giovane, ma di una forza e di una virilità eccezionali, egli gli insegnò ad usare la spada e la lancia solo dopo aver fatto di lui un perfetto danzatore”.”


Ma del dibattito tra un dio della guerra e un dio agrario (se non addirittura anche della caccia) riferisce con abbondanza di argomentazioni il Dumezil :


“… discussioni molto più importanti sono state suscitate su Marte: in origine, Marte era forse stato un grande dio onnivalente, tanto agrario quanto guerriero, o addirittura più agrario che guerriero? I latinisti si sono divisi in due partiti…”;
e poi più avanti
“Il calendario e la topografia sacra, la letteratura e le iscrizioni, la leggenda per i primi secoli e la storia per gli ultimi, forniscono copiosissime prove del rapporto essenziale tra Marte e la guerra.[…]”.


Al di là di ogni dibattito, si comprende quanto sia importante passare attraverso l’educazione alla danza come una propedeutica imprescindibile all’arte militare. Danza vista quindi come esercizio fisico, esercizio del corpo attraverso il rispetto di un ritmo, della respirazione e della coordinazione del movimento. Allenamento alla sincronicità del gesto fino alla esecuzione perfetta attraverso la ripetizione all’infinito. Danza come simulazione di movimento figurato e azione offensiva/difensiva di un combattimento. Ci si lascia guidare, ispirare, dal suono, dalla musica, da ciò che si percepisce con le orecchie e con l’istinto, con la vista interiore, con l’intuizione e l’ispirazione.

L’allenamento quindi passa da una simulazione “guerresca” all’esercizio del combattimento vero e proprio. Si mette alla prova la fisicità, si toccano i propri limiti e si cerca di andare oltre. Si ascolta, si ubbidisce e si segue un maestro e ci si affida ai suoi consigli, li si sperimenta e li si fa propri. Marte incontra un maestro. Quale tipo di maestro e a quale divinità (e pianeta astrologico) sarà associabile?

Il combattimento quindi, prima ancora di essere una prova fisica, e se si vuole uscirne vincenti, si deve testare su un piano più sottile come quello mentale e psicologico.

L’aggressività e la pratica di un’arte marziale costituiscono una relazione piuttosto dibattuta nella letteratura psicologica, e secondo quanto ci riporta Hackney, ne “Le virtù guerriere” l’argomento è piuttosto controverso sebbene “la costanza dell’allenamento e una cintura di grado più alto sono accompagnate da livelli inferiori di aggressività e ostilità in diverse arti marziali, tra cui il karate , il taekwondo e il jiu jitsu” .

Nell’ultimo capitolo del libro “Le tre vie”, Zolla parla del combattimento meditativo, qui sottolinea alcune caratteristiche fondamentali che un vero combattente deve possedere:

“Dice un maestro giapponese: il vero combattente di karate si fonde con l’avversario, come in transe: è simile a un folto di alghe in fondo al mare, ogni fremito d’acque lo piega; sviluppa una sensibilità sottile. Chi risponde ai colpi inferti è sempre in ritardo, occorre avvertire la minaccia prima che si scateni, sviluppando questa trasognatezza sensitiva.”

“…Judo , in seguito l’arte fu impartita in società segrete. L’abilità doveva condurre a schivare i colpi d’offesa sfruttando l’intervallo, che sempre sussiste anche se brevissimo, e dopo ogni schivata si doveva vibrare istantaneamente, di rimando, una percossa.”

“In Giappone le arti marziali erano sempre state unite in un fascio … tutte forme adottate accanto al judo dai samurai. Il fine di queste forme è unico, di origine buddista e quindi indiana: ottenere un “cuore di sasso” che sia costantemente in quieta attesa del colpo. I maestri sentono l’arrivo del nemico anche se immersi nel sonno”

“L’aikido … educa la fantasia come usa in India, si figura la mano che penetra a distanze irraggiungibili… fino ai cieli”.

Le arti marziali sottendono una filosofia di pensiero, ma anche una pratica filosofica, che tende ad elevare il guerriero ad un rango superiore .

Per completare il nostro discorso, cioè l’analisi a partire dalla citazione ripresa dall’opera del Sicuteri, vista all’inizio, resta ancora da riflettere sulla prima affermazione, punto (1), referentesi alla etimologia del nome di Marte-Ares.
Non si può che riconoscere la vasta cultura e la profondità del pensiero e della ricerca della Senard. Umilmente quindi, e un po’ per gioco, come si trattasse di un esercizio di stile, proviamo ad anagrammare “cabalisticamente” la parola Marte, giochiamo con le cinque lettere che ne compongono il nome per tentare di scoprire qualcos’altro.

Si ottiene per esempio il termine trema, che ben si sposa con la paura di fronte ad un principio di forza bruta, ma possiamo ottenere anche mater, la madre, la madre terra, Gaia! Per quanto riguarda Ares, l’etimo Are, citato, si avvicina alla radice ebraica aor, con il significato di luce.
Il campo di indagine potrebbe allargarsi a dismisura ma non è da sottovalutare anche il rischio di compiere errori, od associazioni improprie. Qui si vuole semplicemente sottolineare che vi è ampio spazio per ulteriori ricerche in merito e che il discorso si può considerare tutt’altro che concluso. E’ indiscutibile che Marte abbia a che fare con la lotta, il combattimento, che può sfociare nella guerra, ma non è esclusivamente questo, e in ogni caso ci sono modi “nobili” di combattere in cui non si arriva all’offesa dell’avversario.

A questo punto è importante soffermarsi ad osservare il simbolo, il glifo di Marte, per riuscire a sintetizzare il significato dei valori originari. Il glifo è formato da due elementi più semplici, il cerchio e la freccia. Il cerchio è come quello del Sole, ma non dispone del punto al centro quindi lo si considera come simbolo di una forza, una energia senza centratura, alquanto caotica, ed istintiva. La freccia dà l’idea di movimento e di direzione, si appoggia alla circonferenza, cioè alla parte esterna del cerchio, quindi è una energia che si manifesta all’esterno sotto forma di azione visibile e concreta.

Abbiamo parlato e ripetuto più volte che Marte va addestrato e, prima che alla guerra attraverso disciplina e strategia, va addestrato alla danza. La sensibilità è quindi la parola chiave e la prima cosa che ci viene in mente è la Luna, i valori della sensibilità, la sfera dell’anima. Il simbolo di una falce lunare deve entrare in contatto con il glifo di Marte, ma anche un altro simbolo, che dia senso di orientamento e centratura, rapporto tra assi spaziali e temporali che incrociandosi si fissino su di un punto: la croce. Il glifo che dispone di una croce e una falce di luna è il simbolo di Saturno. Chi meglio di Saturno può impartire disciplina, dare centratura e struttura, una direzionalità, un obiettivo alla forza istintiva e all’impulso all’azione di Marte? Abbiamo trovato il Maestro per il nostro guerriero danzatore.

Marte che incontra Saturno in modo inconsapevole può sentirsi frustrato, bloccato, può reagire con rabbia o distaccarsi e tentare di rimuovere il problema almeno fino a quando non si sentirà abbastanza forte o non sarà stato abbastanza provocato. Ma un problema è anche una sfida e Marte non ignora le sfide… di solito le raccoglie.

Saturno, la spina nel fianco in questo caso, può essere il genitore formativo, il maestro, l’allenatore, il trainer e allora il problema si trasforma in opportunità e il male in rimedio. La sfida sarà la costanza, la disciplina in sé, la volontà, essere messi a dura prova per testare i propri limiti e poi tentare di andare oltre. La forza impulsiva, incontrollata, talora distruttiva o autodistruttiva viene addestrata: con la danza si simula, poi si esegue l’esercizio, si applica lo schema, si effettua la ripetizione fino alla perfezione, si rispetta il tempo nell’esecuzione, si sviluppa la conoscenza di se e degli altri, conoscere il fuori di sé come specchio per conoscersi dentro e arrivare al “Conosci te stesso” dell’iscrizione sul tempio di Delfi.

Fin qui la ricerca è stata teorica o suffragata da studi riportati per citazione dai vari testi. La ricerca per essere completa ha bisogno di effettuare una indagine sul campo e verificare quale siano i risultati di una pratica delle arti marziali sulla nostra energia marziale. L’ipotesi che Saturno sia un possibile maestro di Marte implica che nel tema astrologico questi due pianeti siano in reciproca relazione per aspetto, per presenza dell’uno nel segno dell’altro o nella casa corrispondente.

Sono stati individuati alcuni casi di soggetti, conosciuti personalmente da chi scrive, disponibili a fornire i loro dati di nascita completi e ad essere intervistati relativamente alla loro pratica sportiva.

Di seguito sono riportati i grafici e le note delle interviste, corredati da incisi e commenti inerenti il tema natale, dei casi studio delle persone che praticano le arti marziali. Si tratta di un gruppo familiare, formato da quattro atleti: padre, madre e due figlie impegnati nell’arte del karate e un giovane atleta di taekwondo. Inutile dire che tutti hanno nel loro tema un aspetto Marte-Saturno. Nella ricerca empirica molti altri temi di praticanti arti marziali presentano un Marte saturnino. Ipotesi verificata e corretta della stretta connessione tra Marte/Saturno e le arti marziali, o si tratta di semplice coincidenza?

Si tiene a precisare che l’analisi dei temi si limita agli aspetti che più strettamente sono legati all’ambito sportivo cercando/osservando con leggerezza e sensibilità quei legami, più o meno evidenti, al sistema generale ma mantenendo il necessario riservo sugli aspetti più intimi e personali. Occorre tenere presente che non si tratta di soggetti che hanno richiesto una consulenza astrologica viceversa si tratta di persone contattate appositamente per questa ricerca.

Nulla toglie che l’osservazione di questi temi natali possa, agli studenti più esperti e agli astrologi di professione, far saltare all’occhio altri significati e altre motivazioni magari più sottili ed “intime”, che meglio spiegano certe dinamiche Marte/Saturno, ecc. Per quanto riguarda chi scrive, queste ulteriori considerazioni ed analisi vanno oltre l’obiettivo di questo lavoro, che vuole limitarsi a sottolineare come un rapporto stretto tra Marte e una qualità saturnina mettano in evidenza la necessità di disciplinare l’energia dell’individuo, la sua modalità di agire ed affermarsi, e quanto l’applicazione di un’arte marziale sia congeniale all’individuo stesso e sia ricorrente nei modi nei casi sotto descritti.

A tutti sono state poste le stesse domande iniziali: età, da quanto tempo si dedica allo sport, all’arte marziale in particolare, come la si è incontrata, quale è stata la molla, come, se e cosa è cambiato dal primo approccio. Le ulteriori e differenti domande sono venute seguendo ed assecondando il flusso del discorso, lasciando massima libertà agli interlocutori di esprimersi.

È sorprendente come alcune situazioni, schemi o parole siano ricorrenti e illuminanti e contestuali all’argomento dell’indagine.








Tema natale 1 – Padre –arte - Karate


Nato il 13 giugno 1955, a Lecce, alle ore 10. La data utilizzata non coincide con quella dichiarata in anagrafe, infatti la registrazione presso lo stato civile è stata effettuata successivamente alla nascita che avvenuta in casa, in campagna. Anche l’ora è approssimata intorno alle 10 del mattino.
Oggi ha 56 anni, ha iniziato a praticare nel 1977 a 22 anni.
Cintura nera di Karate (1983), Maestro (1994), arbitro nazionale (1995), V dan (1999), docente federale (2002), arbitro internazionale (2009);
inoltre cintura nera I dan Ju-Jitsu (2004), istruttore II dan Ju-Jitsu (2006)





graf. 1


Nel tema natale del primo soggetto, il capofamiglia, riscontriamo un Marte nel segno del Cancro in 11° Casa, in aspetto di trigono a Saturno e alla Luna, tre vertici che danno origine ad un Grande Trigono d’Acqua in case d’Aria. Sole e Mercurio sono congiunti in X Casa nel segno dei Gemelli. Saturno è in Scorpione in 3° Casa.

Il soggetto ha iniziato a praticare karate nel 1977 a 22 anni; il suo desiderio di avvicinarsi alle arti marziali era già presente da molti anni prima, ma solo con il suo trasferimento a Torino e dopo aver conseguito la maturità si è avventurato sul tatami .

Appassionatosi fin da ragazzo a tutti i film di Bruce Lee, spinto dal desiderio di migliorare il proprio corpo piuttosto esile, vedeva nel combattimento e nella prestanza fisica una sorta di miraggio/riscatto. In palestra ha trovato nell’immediato ciò che cercava e anche molto altro…

Dapprima la scoperta delle possibilità del proprio corpo, sperimentando i movimenti fino a sperimentare la lotta come un combattimento con sé stessi per migliorarsi.
Inizialmente, quindi, il rapporto si svolse sul piano strettamente fisico, attraverso il combattimento con i bastoni, “nunchaku”, ispirato/esaltato dai film (vedere nel tema l’influsso della Luna) e poi con la sperimentazione di altre tecniche più “aeree” come lo “yokotobigeri”, il calcio laterale volante, si contatta una parte più “sottile”, (incontro e passaggio da Terra al Cielo).

In un movimento di sgrossatura da un piano più fisico, ci si avvia ad incontrare la parte più “sottile” e filosofica del combattimento, comprendendo che il Karate, e le arti marziali in genere, non sono solo ciò che si può osservare dal di fuori ma che la pratica porta ad un affinamento e alla visione e consapevolezza della propria interiorità.

Questa evoluzione passa necessariamente attraverso la disciplina, dopo che una forte motivazione/frustrazione/mancanza ha portato ad incontrare l’arte marziale (Saturno in terza casa, in trigono con Marte in 11 e luna in VII), la pratica ha bisogno di un tempo (l’azione di Marte viene disciplinata/pianificata da Saturno).

Il soggetto acquisisce man mano sempre più consapevolezza di cosa sia un combattimento, c’è un lavoro interiore sul controllo delle emozioni, sulle reazioni del proprio corpo, sul proprio comportamento, e poi la necessità di portare fuori le proprie scoperte trasmettendole ad altri attraverso l’insegnamento (sia agli adulti che ai bambini, nel tempo si sono avvicinati alla disciplina sempre più giovani, mentre la situazione era molto diversa negli anni ’70 del secolo appena trascorso).

A distanza di 34 anni di pratica ininterrotta delle arti marziali, il soggetto può guardare a ritroso e individuare tre fasi: quella del sogno (influenza lunare), quella sperimentale (marte in 11°), la disciplina e la pratica quotidiana nel tempo (influenza saturnina).

Dal desiderio di saper combattere nel senso vero e proprio al combattimento figurato che modella l’atleta interiormente. Il kata è una sorta di danza che deve rispettare un ritmo, una sincronia della respirazione, che simula un combattimento.

È molto importante il lavoro di squadra (si ricorda il trigono nelle case d’aria), e il soggetto paragona per analogia la famiglia ad una squadra (casa IV vuota, compensazione), dove è importante che tutti assolvano al proprio compito, che ci sia l’ascolto reciproco e la collaborazione.

Nell’insegnamento particolare attenzione va dedicata ai più piccoli (elemento acqua), si avvicinano con entusiasmo ma successivamente si scontrano con la disciplina e l’impegno perché i risultati si ottengono solo con il tempo, l’arte marziale è un percorso di consapevolezza che passa anche attraverso il gioco nel quale vanno rispettate delle regole.

Per il soggetto in questione oggi il karate è principalmente l’insegnamento, stare sul tatami è comunque una sfida e si impara anche dai più piccoli e dai ragazzi (Saturno in 3° casa); gli allievi sono uno specchio di quello che si è in quel momento (Luna in VII). Con i bambini si instaura un legame emotivo e attraverso di esso si riesce a farli lavorare volentieri. Con gli adulti invece non avviene la stessa cosa, si lavora facendo leva su altri fattori (sensibilità ed empatia dei valori acqua su cui poggia il Grande Trigono, Sole-Plutone, Marte in Cancro, legame con l’infanzia).





Tema natale 2 – Madre – arte – Karate


Nata il 21 giugno 1965, a Torino, alle ore 06 e 45 a.m.
Cintura nera di Karate IV dan, allenatore, istruttore e Maestro di karate, arbitro nazionale
Cintura nera di Ju-jitsu II dan, istruttore
Oggi ha 46 anni ha iniziato a 18 anni nell’ottobre del 1983.




graf. 2



Il tema natale del soggetto presenta un Marte in terza casa in Vergine che quadra il Sole, si oppone alla Luna e a Saturno che sono congiunti in Pesci in nona Casa. Inoltre Marte è in trigono alla Lilith, in sestile all’ascendente e ha una opposizione larga al Medio Cielo. Il tema evidenzia la presenza di una aquilone, con Saturno sulla coda.

Nel 1983 a seguito di un incidente (transito di Marte in Gemelli in quadratura a se stesso e alla congiunzione Luna-Saturno) al soggetto, che praticava all’epoca atletica leggera, venne consigliato dall’ortopedico, per riprendere l’uso corretto delle gambe, di praticare un arte marziale (Intervento al quadricipite femorale); così a 18 anni, nell’ottobre incontrò per la prima volta il tatami ed il karate. Sullo stesso tatami incontra il maestro (in carne ed ossa) che sarà poi suo marito (Saturno signore della VII casa).

All’inizio il rapporto con il karate è solo una questione fisica, riprendere la mobilità e sopperire alla carenza muscolare della gamba destra (Marte leso da Saturno); poi è la scoperta della forza della volontà: si tratta di una disciplina in “crescita”, si impara un gesto e si passa la vita a perfezionarlo.
Per il soggetto l’arte marziale praticata, più che un combattimento, è in realtà una meditazione in movimento.

Il soggetto predilige le tecniche dell’ippon kumite (Kihon e jiyu) dove la risoluzione del combattimento è racchiusa in un unico gesto risolutore. Sensibilità, controllo e intuizione gli elementi fondamentali. Nell’arte marziale si studia e si pratica tutta la vita per trovare la propria tecnica, quella più adatta per sé. (L’aquilone con i suoi vertici e la forte presenza in casa XII chiariscono bene questa preferenza).

Alla domanda su come si senta quando pratica karate, il soggetto evidenzia di sentirsi nelle condizioni migliori quando riveste il ruolo del maestro rispetto a quando ricopre in altre situazione il ruolo dell’allievo. (Marte signore della X casa e Saturno in 9°, casa della docenza, Marte in ruolo subordinato genera frustrazione).

E’ diventata cintura nera nel 1991, dopo due anni dalla nascita della figlia maggiore. Ma l’esame, il passaggio più importante per se stessa, e anche il più sospirato e rimosso per tanto tempo, è stato quello di maestro; titolo conseguito nel 2010.

La sua vita senza karate sarebbe senz’altro “una vita di riposo”. Il karate è fatica perché è vissuta anche come una sorta di imposizione. Alla domanda sul perché allora la pratichi, il soggetto risponde perché è un rapporto amore-odio: non si può stare senza e non si può vivere con. (L’opposizione di Marte-Saturno non sembra essere totalmente integrata probabilmente anche a causa di un Marte in posizione sfavorevole che riceve numerosi aspetti dinamici a differenza di Saturno che parrebbe quindi prevalere).

Il soggetto specifica nel dettaglio che nei momenti di stress e rabbia da’ un “taglio fisico” con il karate, arriva a compiere il rito “esorcizzante” di tagliare letteralmente con le forbici la cintura nera (gesto compiuto più volte nella sua carriera agonistica). Il taglio della cintura è la ribellione ad un simbolo sacro, che rappresenta un legame soffocante e che quindi procede a distruggere simbolicamente attraverso l’atto del taglio (la versione drastica del dilemma tra Marte e Saturno, per fortuna sublimata in un gesto simbolico!).





















Tema natale 3 – figlia maggiore – arte - Karate


Nata l’8 agosto 1989, a Torino, alle 15 e 26
Cintura nera di Karate III dan, allenatore
Oggi ha 22 anni, sul tatami da quando ha iniziato a camminare





graf. 3


Nel tema del terzo soggetto, la figlia maggiore, troviamo un Marte in Vergine, in 9° Casa, congiunto a Mercurio, in sestile a Giove e alla Luna, in trigono a Saturno, Urano e Nettuno.

Inizia la conoscenza e il rapporto con il karate seguendo mamma e papà. Da bambina tutto le appariva come un gioco, molto divertente (Marte congiunto a Mercurio) ma il motivo principale era poter stare con il papà perché altrimenti avrebbe potuto vederlo molto poco, preso dal lavoro e dalla attività della palestra. (Influenza Lunare, casa IV in Pesci, vuota, con Nettuno in congiunzione con Saturno in II, Seconda casa “affollata”, il clan!).

Crescendo ha continuato gli allenamenti e l’attività con alti e bassi e con un senso di costrizione, avrebbe preferito di molto fare danza. Ha però continuato con il Karate grazie anche alla forza trascinante del gruppo, gli amici della palestra, suoi coetanei, che ancora frequenta.
Per lei il karate è un motivo importante di aggregazione (influenza lunare su Marte a partire dall’11° Casa, le amicizie, il gruppo, la socialità).

È diventata cintura nera nel 1999 a 10 anni. Fatte molte gare e conseguito il titolo italiano nel 2000 (11 anni), terzo posto agli europei del 2004 e III posto ai mondiali del 2005 (la costanza, il sacrificio saturnino che consolida il risultato nonostante tutto).

Frequenta l’università, a Scienze Motorie, ed è laureanda con una tesi dal titolo “L’inserimento della musica nell’apprendimento del karate”. (Marte trigono a Saturno – arte marziale - congiunto a Mercurio ed in trigono a Nettuno (la danza), ecc.  Un Marte danzatore e guerriero, sublimato in una tesi di laurea).

La sensazione rispetto al Karate è di aver ormai già dato, specie sotto il profilo della disciplina e della strutturazione del carattere. Ora è alla ricerca del nuovo (Urano “spinge” sulla congiunzione Urano – Saturno - Nettuno), nuovi studi per continuare (Naturopatia, la parte salutistica del Marte in Vergine in presenza di una congiunzione di Mercurio)

Il soggetto si sente più incline all’insegnamento della disciplina che non al lato agonistico in se stesso (tre pianeti in 9°, Marte compreso).





Tema natale 4 – figlia minore – arte - Karate


Nata il 26 giugno 1995, a Torino, alle ore 14 e 56
Cintura nera di Karate I dan
Oggi ha 16 anni, ha iniziato a “calpestare il tatami” all’età di tre anni





graf. 4


Nel tema numero 4, troviamo un Marte in Vergine, in 11° Casa, in opposizione a Saturno e in quadratura alla congiunzione di Venere, Luna e Mercurio. Marte riceve molti aspetti cosiddetti minori: quintile con Sole da un lato e quintile di Plutone dall’altro, un sesquiquadrato di Urano e un semiquadrato al Nodo Nord. Nel tema si evidenzia un aquilone la cui coda è il Medio Cielo.

Il primo ricordo che il soggetto ha, e che si leghi al Karate, è costituito da una foto, con lei piccolissima, con il karategi indosso e una coppa in mano: era stata premiata perché era la più piccola in gara.

Ha conseguito la cintura nera I dan nel 2007 a 12 anni (Saturno in transito nella X casa).
Ha partecipato a numerose gare ma quella a cui tiene di più, nonostante sia solo arrivata quinta, quindi fuori dai medagliati, è quella a cui partecipò dopo un fermo di due anni, per motivi di salute, con un allenamento intensivo di sole tre settimane potè partecipare alla gara dignitosamente.

L’interesse per il karate, oltre ad essere una sorta di “conseguenza obbligata di tipo famigliare”, è l’ispirazione data anche da cartoni animati di cui era appassionata da molto piccola (sailor moon) dove amore e lotta sono strettamente intrecciati (Marte quadrato a Venere e Luna stimolato da Saturno che a sua volta quadra i due pianeti femminili).

Alla domanda che cos’è per te il Karate risponde: “è lo sport di famiglia!”, non è proprio attirata e non ama particolarmente il movimento, preferisce la musica e leggere, anche se le letture preferite ruotano intorno al fantasy e ai temi di guerra (dove peraltro il soggetto dice di immedesimarsi molto). La affascina però la conoscenza del corpo che può sperimentare attraverso il Karate, e percepire come si muove e reagisce la muscolatura e le possibilità che ha il corpo stesso, nonché il tipo di scambio energetico nell’esercizio fisico a due. “Ci sono movimenti che se eseguiti perfettamente sono come una danza, sono meno “affascinata” dalla preparazione atletica che precede”. (Marte in Vergine legame con il corpo in 11° il meccanismo/principio di funzionamento e Sole in Cancro, un pizzico di “pigrizia”).

Il soggetto mostra dei dubbi sul fatto di proseguire e con quale tipo di impegno nell’ambito del Karate, “sento che qualcosa resterà sempre dentro di me anche se non so in futuro come; non è un obiettivo primario anche se penso che non lo perderò di vista”.

Al cosa ti ha insegnato, in cosa ti è utile, il soggetto sottolinea che è utile quando è molto nervosa perché gli permette di scaricare le tensioni, però al contempo qualche volta è il motivo dello stress (troppi impegni tra scuola, allenamenti, gare ecc).

Attraverso l’attività dell’arte marziale, ha imparato che cos’è il rispetto e come ci si deve comportare in ambiti in cui è necessario sostenere un ruolo e tenere un certo tipo di rapporto. Ha ricevuto regole di comportamento che l’aiutano nelle relazioni. Conferma di essere molto vivace e talora irascibile (un Marte molto difficile da contenere) e quando subisce delle provocazioni (Marte – Luna - Saturno) si scatena un lingua tagliente (Marte quadrato a Mercurio) e si sente scossa emotivamente (Marte quadrato alla Luna).
Quando è nelle condizioni di non potere reagire accumula tensioni dentro, rimugina fino a stare male fisicamente.
















Tema natale 5 – Uomo_ caso singolo_- arte - Taekwondo


Nato il 20 febbraio 1975 a Torino, alle ore 04.00 a.m.
Cintura nera IV dan, istruttore, allenatore e Maestro di Taekwondo (disciplina olimpica)
Oggi ha 36 anni, ha iniziato con le arti marziali a 20, dopo 8 anni di pallavolo a livello agonistico.





graf. 5


Il tema natale evidenzia un Marte in Capricorno, segno di Saturno, in aspetto di opposizione a Saturno stesso, sebbene con un certo margine di tolleranza. Marte è in esaltazione in prima casa ben appoggiato da Venere e Giove, messo in discussione dal “senex” saturnino.

Il soggetto in questione dopo aver praticato con molta soddisfazione ad alti livelli di competizione la pallavolo, si è ritrovato dopo 15 mesi di servizio di leva presso la scuola ufficiali degli alpini, quindi dopo una assenza forzata, ad essere tagliato fuori dalla squadra: i giochi erano fatti.
All’epoca (1995) un transito di Saturno in Pesci quadrava l’asse di opposizione Luna-Saturno, nonché l’asse dei Nodi. Si può intuire la frustrazione e la delusione che questo evento dovette causargli e la necessità di dover ri-orientare la propria attività agonistica.

Attraverso un’amica di un’altra città venne a conoscenza della disciplina olimpica del Taekwondo, (Tae - saltare calciando, kwon - pugno e Do - Via o Arte) così si avviò alla ricerca di una palestra nella sua città in cui si praticasse quest’arte marziale. In fondo dedicarsi a questo tipo di sport era una vecchia idea/sogno fin da ragazzino, ispirato anche dai film di Bruce Lee (!).

Il prima impatto con il taekwondo e con la nuova palestra è stato duro, diversamente dal lavoro di squadra tipico della pallavolo dove si è tutti più o meno alla pari, sul tatami si incontrano principianti, allievi più esperti, maestri, ecc. Non si ottiene un risultato velocemente e si è al diretto confronto con chi già sa eseguire esercizi con scioltezza.
Il soggetto però sottolinea che volontà di ferro e costanza sono sue caratteristiche e se decide di fare/ottenere qualcosa non molla la presa (Marte in Capricorno in esaltazione).

Così l’impatto “difficile” diventa sfida e motivo di impegno, tanto che in tempi regolari è riuscito a diventare maestro passando per i vari gradi. Numerose gare e competizioni alle spalle, fino ad arrivare all’insegnamento sia per grandi che per piccini.

Il soggetto enfatizza come per lui sia impossibile restare fermo, e come un blocco nel 2006 di cinque mesi sia stato molto pesante da sopportare.

Alla domanda su quale sia il suo rapporto, con l’esperienza di oggi, con il taekwondo, la risposta ha presupposto due tipi di approccio: uno di tipo fisico e uno di tipo psicologico (termini usati proprio dal soggetto):
• Sul piano fisico: sentirsi in forma, pronti, il Taekwondo è ossigeno per il corpo, potersi muovere al massimo delle capacità, è una scarica di energia importante per stare bene;
• Sul piano psicologico: due distinguo a seconda che il soggetto sia nel ruolo di atleta piuttosto che di maestro:
o Da atleta: è una sfida continua con se stessi, è un mettersi alla prova nel combattimento; è un “conosci te stesso” (parole del soggetto);
o Da Maestro/insegnante: essere formatore è uno stimolo molto forte, il rapporto maestro-allievo/allievo-maestro va oltre la pratica; il rapporto, la relazione con gli altri è una forte motivazione: ultimamente si è ritrovato a porre un quesito a se stesso: “è più importante la mia medaglia o quella vinta dal mio allievo?”. Mano a mano che il tempo passa, con l’accrescersi dell’esperienza propende per la seconda. (Notare che oggi Saturno è in 9° casa, la docenza, ed è molto vicino al suo Medio Cielo).




Alcune considerazioni riepilogative
Nei cinque casi illustrati vi sono alcuni schemi che si ripetono: si presenta un problema sotto forma di mancanza, privazione o frustrazione (tipicamente saturnina) che mette in discussione o sfida la propria capacità di azione, affermazione, uso del corpo/muscolatura (tipiche funzioni o caratteristiche marziane).
Nessuno si arrende ma si accetta la sfida e si combatte, tutti scoprono che c’è dell’altro. Il combattimento non è lotta fine a se stessa, non è solo una questione fisica, ma si passa attraverso una pratica ed un esercizio costante (Marte e Saturno collaborano, Saturno disciplina Marte che perfeziona le sue capacità).

Il sogno, il desiderio, le immagini, dal cartone animato alla figura di Bruce Lee, l’archetipo di una figura che lotta, conquista e migliora la propria posizione o il rapporto con se stesso sono un filo conduttore. Un Marte educato migliora il rapporto con gli altri, si passa da un interesse incentrato su di sé ad una azione reciproca fino alla restituzione. Da principiante, alla soddisfazione per sé, al desiderio di trasmettere fino alla gioia per il buon risultato di qualcun altro.
Un percorso dell’eroe che trasforma una battaglia con il mondo in una battaglia per migliorare il mondo. C’è una azione che diventa consapevole e controllata (sinergia di Marte e Saturno).

La parola danza ritorna più volte. La parola disciplina, costanza, volontà anche. La parola energia, stress, scarica ecc si ripresentano più volte nelle frasi e nei concetti espressi così pure il rispetto.

Marte è una forza importante, cresce e migliora con la consapevolezza e la costante disciplina, conserva una parte istintuale per principio di conservazione ma si affina mentalmente, psicologicamente e spiritualmente con l’ascolto di se stessi.









fiig. 2







“Quando ci s’inoltra sempre più in fondo in una galleria di montagna, alla fine si esce fuori dall’altra parte. In tutte le arti esistono determinate tecniche che si possono assorbire solo quando l’argomento è stato interamente sviscerato, mentre altre possono essere intese abbastanza presto. Io non mantengo regole segrete e regole palesi e disdegno la pratica dei giuramenti e delle punizioni. Il mio metodo d’insegnamento consiste nell’esaminare con grande scrupolo le capacità dell’allievo prima di indicargli la giusta via dell’Hejo; cercando di correggere gli eventuali errori indotti dalle altre scuole e avviandolo nell’arte della spada che distingue i samurai e rende adamantino il loro cuore. Non si dimentichi questo.”





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