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LE RUBRICHE DI ERIDANOSCHOOL - Astrologia e dintorni a cura di Lidia Fassio

RUBRICHE DI ASTROLOGIA

a cura di Lidia Fassio 
I SIMBOLI DELLA PASQUA
 
I simboli della Pasqua Domenica si festeggerà la Pasqua e, pertanto, ricordiamo cosa significa questo simbolo da un punto di vista mitico ed astrologico.

La parola Pasqua è di origine ebraica e significa letteralmente “passaggio”; infatti, questa festa sta ad indicare la fine della schivitù dei giudei in Egitto e l’esodo giudato da Mosè verso la Terra Promessa. Pasqua però significa anche “passare oltre”, ovvero andare al di là di ciò che è visibile, delle apparenze e della materia, ma andare anche oltre.. nel territorio dell’anima e dello spirito.

Per i Cristiani la parola Pasqua ha anche un altro significato e rappresenta la “Resurrezione” di Gesù avvenuta a tre giorni dalla sua morte.

C’è da dire molto da un punto di vista simbolico: infatti ci parla di “morte e resurrezione”, ovvero di quel delicato passaggio in cui qualcosa di noi deve morire per far posto a qualcos’altro, oppure si riferisce a qualcosa che deve cambiare di stato manifestandosi ad un altro “livello” di consapevolezza ma, non per questo, non presente e non tangibile. Ci parla però anche di un “andare al di là” della materia, di raggiungere qualcosa che tangibile non è ma che esiste e che è in grado di supportare da dentro, dal profondo; ci parla di ciò che ognuno di noi dovrebbe fare dopo aver incontrato la propria trasformazione interna per giungere finalmente al vero stato di unione con la parte spirituale.
Possiamo dunque vedere qualcosa della Pasqua in Plutone e qualcos’altro in Nettuno: ovvero, un delicato passaggio tra i simboli legati allo Scorpione e alla casa ottava (quelli che dovremmo raggiungere alla fine del percorso di rinascita) e qualcosa che invece ha a che fare con il ritorno al “Tutto” e che è più legato ai Pesci e alla casa dodicesima.

Il tema natale, o meglio, il simbolismo astrologico ci ricorda che ci sono tre nascite, come ben indicava Rousseau, ed ogni uomo dovrebbe affrontarle tutte e tre:

- la prima è la nascita per “esitere” ed è simboleggiata dall’Ariete, dalla casa prima: qui noi nasciamo fisicamente alla vita ma psicologicamente siamo ancora del tutto indifferenziati;
- la seconda è la nascita per “essere” ed è ben segnalata dal segno del Leone e dalla casa Va; qui noi esprimiamo la nostra essenza nel modo più semplice e naturale ma con una identificazione precisa;
- la terza è la nascita per “divenire” ed è rappresentata dal segno del Sagittario e dalla casa nona: qui la nascita rappresenta un vero “passaggio” psicologico profondo che avviene dopo una fase di “morte e resurrezione” e che deve condurre ad una nuova vita più intima, più legata all’anima: è una rinascita spirituale.

Certo, sembra un’incoerenza il fatto che la festività della Pasqua sia sistemata in primavera, visto che reca in sé dei simboli scorpionici, tuttavia sappiamo che anche questo ha un senso simbolico molto profondo.. poiché non vi è modo di far pensare alla “rinascita”, se non osservando la natura.. e il suo rinnovamento.
Possiamo però dire che la Pasqua, cadendo sempre in primavera, è comunque collegata a Plutone in quanto esso è co-signore dell’Ariete.
La Pasqua però è anche strettamente collegata alla Luna: è una festa mobile, nel senso che, pur essendo sempre di domenica, non accade però alla stessa data; è fissata nella domenica che segue il plenilunio successivo all’equinozio di primavera che rappresenta il momento in cui giorno e notte sono uguali come durata. Questo è estremamente significativo e possiamo collegarlo al simbolismo della nascita che rappresenta il momento in cui le energie del giorno e della notte, del maschile e del femminile, della Luna e del Sole nonché della razionalità e dell’emotività sono messe in pari, in equilibrio e quindi, all’interno c’è una percezione diversa, soprattutto c’è un superamento della polarizzazione che tanto crea divisione e separazione nelle fasi precedenti.
Infatti, la primavera è il momento simbolico della rinascita della natura.

La Luna nella festa della Pasqua è dunque sempre “calante”

Questo stato sta a simboleggiare che la Pasqua è anche un momento di ripiegamento, di meditazione, una fase in cui ci si deve raccogliere in sé stessi per ripulire e risanare.
Nella fase di adorazione della Dea trifasica, la Luna calante era legata alla divinità di Ecate.. una dea misterica, molto potente nell’antichità; il suo compito era quello di “nutrire i giovani”; era però anche in grado di concedere il dono della benevolenza a chiunque la invocava; questa Dea rappresentava sia la fase calante che quella di Luna Nuova e si legava alla necessità della Dea di ritirarsi per poter dar via ad un nuovo ciclo di vita che sarebbe iniziato con la fase di Luna Crescente legata ad Artemide. Ecate però fu molto trasformata nell’era degli Dei olimpici fino ad assumere , come tutto il femminile, l’immagine di “Dea delle ombre” legata alla stregoneria e agli inferi.

Non a caso un tempo, nelle culture contadine, ancora molto legate alla Luna, in primavera e prima del periodo pasquale si osservava strettamente la “quaresima” che era una fase di purificazione fisica in cui non ci si divertiva, si osservavano digiuni, non si beveva e si pregava molto.
Ovvio, questa fase sembrerebbe “luttuosa”, ma in realtà è purificatrice e serve per liberarsi del supefluo, della schiavitù della materialità e di ciò che impedisce di allargare la nostra visione, andando al di là di ciò che è apparenza e tangibilità.

Se guardiamo da un’altra angolazione ci accorgiamo però che la Pasqua nel suo simbolo ebraico possiede anche un significato Nettuniano: infatti per loro il “passaggio” indica anche il traghettamento verso la libertà.. dopo una lunga fase di schiavitù in Egitto e, questa libertà è sicuramente qualcosa che ha a che fare con il raggiungimento di una condizione interiore di unione con Dio, qualcosa che è in grado di “guarire” da tutte le sofferenze. Anche il simbolo di Terra Promessa va al di là dell’idea di un luogo in cui stare durante la vita, sembra piuttosto un territorio interiore da conquistare.

Anche la Resurrezione di Cristo possiede una forte connotazione nettuniana; infatti egli lascia il “corpo” e diventa “spirito” e in questo atto è racchiuso il senso dell’autentico “sacrificio” che sta nel simbolo di Nettuno e dei Pesci: ovvero la capacità di sacrificare qualcosa di personale per un bene, un fine o un progetto superiore.

La tradizione dell’Uovo, della Colomba e dell’agnello.

A Pasqua perdurano tre usanze simboliche che derivano dall’antichità che sono interessanti da conoscere:

- l’uovo: è un simbolo antichissimo.. che rappresenta l’immortalità; forse, l’origine di questo legame è da rintracciarsi nella curiosità dell’uomo allorchè seguiva estasiato l’evolversi della vita all’interno dell’uovo, ipotizzando in questo modo una crescita “segreta” dentro ad un guscio protetto, qualcosa che avveniva al fuori della visibilità; da questo è nato il concetto che ciò che è nascosto e occulto.. abbia in realtà una sua vitalità; l’uovo è anche un simbolo di totalità e di perfezione.. derivante dal cerchio;
- la colomba: è simbolo dell’Anima che si eleva nel cielo, reca con sé la possibilità di sublimazione. Nella religione cristiana la colomba indica la terza persona della Trinità ovvero lo Spirito Santo;
- l’agnello: simboleggia la purezza, l’innocenza e la bontà. Nella tradizione cristiana è anche il simbolo del sacrificio (nell’antichità era il capro e poi è diventato l’agnello nell’era di Cristo). E’ anche simbolo dell’uomo giusto, visto come “l’agnello di Dio”. Resta comunque un simbolo sacrificale che rappresenta il rinnovamento periodico del mondo ed anche l’immagine di Cristo che si è immolato per noi. Per questo è stato inserito nelle feste pasquali.

L’agnello merita anche un discorso a sé poiché, nell’esodo degli Ebrei dall’Egitto, la Bibbia narra che la mano di Dio scese per uccidere tutti i primogeniti - tranne quelli del popolo di Dio – che erano stati protetti dal sangue dell’agnello sacrificato in quella notte e il cui sangue fu utilizzato per segnare le porte delle case ebraiche.
Il rituale di segnare le porte delle case era già presente nella mitologia giudaica come simbolo di protezione dai demoni.

 
 
 
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