ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni
Depressione ovvero troppi neuroni?
a cura di Lidia Fassio
Inserito il su Eridano School - Astrologia e dintorni
 
E’ di questi giorni la pubblicazione di uno studio dell’Università del Texas che teorizza che l’origine della depressione sia da individuarsi in un problema di tipo neuronale; lo studio sostiene infatti che i grandi depressi sembrano avere una maggior concentrazione di neuroni nella zona del talamo.

Questa notizia è sicuramente interessante e, per noi, che possiamo avvalerci di uno strumento che utilizza il simbolo, può essere assunta come uno spunto di riflessione.

Per prima cosa è molto interessante il fatto che più si sta sviluppando la teoria olistica da un lato e più, sotto il profilo della scienza, si va verso la tendenza a ricercare e concentrare i vari problemi con cui l’uomo si confronta, esclusivamente sul piano fisiologico e funzionale, cercando successivamente di risolverli e curarli attraverso una serie di prodotti i somministrati sotto forma di “pillole” che, se temporaneamente permettono di vivere meglio, non sono quasi mai la soluzione vera al problema che è quello della “guarigione” che comporta un lavoro personale su un contenuto non compreso e, come tale, separato dal piano dell’unità psicofisica.

Sicuramente la notizia è interessante proprio per il fatto che queste persone sembrano avere il 30% circa in più di neuroni nel talamo e, tra l’altro, anche di dimensioni maggiori rispetto alla norma. Tutto questo ci fa pensare che in realtà.. questi neuroni in sovraccarico, forse dovrebbero avere uno scopo preciso e quindi non essere lì casualmente il che, forse, non avrebbero il solo scopo di produrre “depressione” ma che, potrebbero diventarne la causa nel momento in cui non venissero utilizzati in altro modo. (?) E’ una ipotesi .. e non vuole essere una verità.

Infatti, il talamo è una piccola zona del tronco cerebrale che ha il compito di smistare i messaggi in arrivo e in partenza dalle altre zone encefaliche che svolge però anche importanti funzioni di controllo sulla pressione sanguigna e sulla respirazione, adeguandole costantemente alle necessità fisiologiche della persona.

A questo punto, servendoci del simbolo astrologico, possiamo fare alcune ipotesi: la depressione è.. come dice la parola stessa una “de… pressione”, ovvero uno scollegamento sicuro dalla propria “pressione interna e magari anche dalla propria libertà” che, possiamo ben vedere in dinamiche particolari tra Giove Marte Saturno e Plutone.. (tutte potenzialità – che tra le altre cose – possono anche segnalare la possibilità di poter cadere in una depressione, nell’arco della vita).

Potremmo allora ipotizzare che, forse, queste persone nascono con un grande potenziale che dovrebbe essere compreso, elaborato, sviluppato ed espresso all’esterno e che, per motivazioni diverse, che possono andare dall’ambiente familiare, a proprie difficoltà di crescita e di elaborazione, non riescono poi a mettere a frutto questa possibilità che, ovviamente per potersi esprimere, dovrebbe trovare canali che possono andare dalla creatività all’arte, all’insegnamento o forse attraverso vere e proprie capacità di gestire e di essere messaggeri di qualcosa di più grande di quanto poi in realtà non riescano a permettersi; nel caso, il sistema potrebbe anche andare in “implosione anziché in espressione” e, nel tempo, queste difficoltà potrebbero sfociare in un sintomo quale quello della depressione, che sul piano psicosomatico, può simboleggiare molto bene lo scollegamento dalla vita e dalla creatività.. e, dalla possibilità di espressione vera di sé.

Lo studio in questione prosegue sostenendo che, di conseguenza, non c’entrerebbero nulla lo stress e le preoccupazioni che fino ad oggi sono stati individuati come causa primaria di questa malattia ma si tratterebbe invece di un problema fisiologico.. o al massimo di una degenerazione; tuttavia, anche in questo caso, non possiamo non prendere in considerazione il fatto che il nostro sistema psicosomatico, potrebbe anche non apprezzare il fatto che molte sue qualità restino inutilizzate e potrebbe considerare questo come un gravissimo stress in grado di creare disordine e dis-adattamento nella persona.

Un altro appunto viene fatto dagli scienziati che affermano nello studio che, alla luce di queste osservazioni, la malattia non potrebbe più essere considerata come “sociale” e quindi frutto del “nostro tempo”.

In realtà.. se così fosse, forse potrebbe invece veramente l’espressione del problema del “nostro tempo” .. in cui, per essere meglio strutturati a fare i grandi passaggi evolutivi e psicologici che ci sono richiesti, molte persone potrebbero già nascere con un bagaglio di potenzialità molto più sofisticato di altri.. e, forse, proprio queste - che potrebbero essere i veri precursori di una nuova era - potrebbero pagare anche lo scotto che tutte le avanguardie si trovano ad affrontare allorchè cercano di portare fuori un potenziale innato in contesti non ancora perfettamente pronti ad accoglierlo.

Tra l’altro, potrebbe esserci anche la lettura di particolari traumi infantili legati alla difficoltà di decodificare certi messaggi che, a quel punto, proprio nel talamo verrebbero ad ingorgarsi e a non essere smistati in forma corretta rendendo quindi difficile la loro elaborazione su un piano psicologico che, a quel punto, non consentirebbe più l’espressione di quanto invece stava nelle loro potenzialità.

 
Tutti i diritti riservati - Copyright - Eridanoschool