ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni |
I PIANETI PERSONALI – Introduzione a Venere (1° Parte)
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a cura di Lidia Fassio
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Cari amici, continuiamo il nostro viaggio dentro ai pianeti personali, questa volta parlando del secondo, ovvero di Venere che fornisce al nostro Io la capacità di “adattamento affettivo” attraverso quello che Freud chiamava il “principio di piacere” a cui, nel tempo, si affiancherà il “principio di realtà”. Il secondo pianeta personale è Venere: anch’esso vicino al nostro Sole (Mercurio e Venere sono i due pianeti che si trovano tra la Terra e il Sole) può allontanarsene al massimo di 45°. La funzione di Venere riguarda espressamente la costruzione dei fattori affettivi, parte importantissima per l’Io, fondamentale tappa nella vita infantile per giungere alla strutturazione di un senso di autostima personale, di un sano rapporto con sé stessi e con gli altri (armonizzare e relazionare) e di una capacità di riconoscere i valori interni che costituiranno i parametri individuali su cui si innesterà la capacità di scegliere. Tutte le potenzialità che questo pianeta ci offre derivano dalla semplice e magica parola “affetto” che è ciò che orienterà e dirigerà la vita fino a divenire “scelta”. In psicologia questa parola assume un’importanza straordinaria poiché sono proprio gli affetti vissuti sotto forma di bisogni, desideri e sentimenti che spingono il bambino ad entrare in relazione con qualcosa di esterno che, provvedendo a soddisfare i suoi bisogni, crea le basi per una gratificazione. La prima esperienza di “relazione” avviene nel bambino proprio attraverso questa funzione. L’incredibile sequenza di sorrisi, abbracci, di contenimento e rassicurazione che la madre fornisce al suo bambino sarà lo straordinario impianto che fornirà un’idea di relazione come di un “voler partecipare e voler scambiare” con un altro essere umano. Venere è il pianeta che permette di essere attratti dal mondo esterno e quindi di non restare fissati su di sé (insieme a Mercurio ha il domicilio primario in un segno d’Aria, elemento che ricorda il bisogno vitale di relazionare e scambiare): rappresenta la possibilità di rompere il guscio narcisistico, indispensabile premessa per rivolgere lo sguardo altrove; è la prima esperienza di interazione e seduttività che il neonato sperimenta cercando risposte ed accoglimento che stimolino il desiderio di stare in intimità con un “oggetto” a lui esterno. E’ provato che i comportamenti seduttivi adulti sono costruiti sulla falsariga di questi primi approcci. I preliminari amorosi sono identici a quelli messi in atto nella prima parte della vita. Dice Freud nel suo Compendio di psicoanalisi: “occupandosi del corpo del bambino, la madre diventa la sua prima seduttrice ed essa fungerà da prototipo per tutte le successive relazioni amorose di entrambi i sessi”. Senza un adulto adorante e quasi corteggiante il bambino potrebbe non provare mai l’eccitazione di abbandonarsi alle relazioni umane e potrebbe restare fissato nella fase narcisistica. Proprio attraverso Venere noi iniziamo invece a sperimentare quel contatto umano profondo da cui scaturirà il desiderio di entrare in comunione con altre persone. Il simbolo venusiano a volte viene scambiato con quello lunare: in realtà, Venere rappresenta l’incontro con la parte del piacere e della gratificazione che giungono dalla relazione e alimenterà la strutturazione di quella funzione psichica che chiameremo “capacità di amare e di entrare in relazione”, mentre la Luna fornisce holding – protezione e nutrimento emotivo – creando quel senso di attaccamento che porterà a trovare dentro di sé la capacità di contenere le emozioni, di proteggerci dalle situazione distruttive (interne ed esterne) e di imparare a dar vita e far crescere. La Luna è molto legata al bisogno di radicamento e alla creazione di una situazione emotiva stabile in cui poter poi far nascere e crescere qualcosa che dia anche un senso di continuità alla vita. Venere è la modalità con cui abbiamo sperimentato la relazione e l’amore, ma è anche il senso di umanità condivisa e la voglia di scambiare con altri. Venere deve spingerci nell’età adulta a cercare nelle relazioni, qualsiasi esse siano, il senso di condivisione e di cooperazione, premesse indispensabili alla vera costruzione di un senso sociale che prenda in considerazione gli altri come esseri aventi uguali opportunità ed uguali diritti pur essendo tra loro molto diversi (passaggio dalla Bilancia all’Acquario e dalla settima alla undicesima casa). Importanti studi su ragazzi problematici e con comportamenti antisociali hanno dimostrato che da piccoli hanno subito gravi privazioni e non hanno mai ricevuto quel calore, quel piacere, quel senso di accettazione e di partecipazione necessario per diventare membri del consorzio umano. Quando il bambino scambia sorrisi con le prime figure di accudimento comincia anche ad esprimere le proprie preferenze verso alcuni soggetti invece di altri; questa è la fase in cui si concentra in modo assolutamente privilegiato sulle persone piuttosto che sugli oggetti inanimati. Attraverso Venere il bambino viene “sedotto” dal viso della madre, dal suo corpo, dal suo modo di toccarlo e di tenerlo; più avanti sarà sedotto da suoni, da parole, da idee, da profumi, da tutto ciò che gli permetterà di scoprire sé stesso e gli altri e di appagare il desiderio e il bisogno di realizzare le proprie aspirazioni. In effetti Venere non è solo la grande seduttrice amorosa: possiamo considerare venusiano (e attrattivo) tutto ciò che ci piace e che, pertanto, vorremmo portare nella nostra vita. Così, da adulti, attraverso questo simbolo, ci innamoreremo non solo di persone, ma anche dell’arte, della musica, della filosofia e di tutto ciò che stimola il nostro desiderio di conoscere purché questo sia il riflesso di qualcosa che è anche dentro di noi e che una volta conquistato aumenterà il nostro senso di valore personale e di gratificazione. Venere è importantissima per la formazione dell’Io perché è proprio dalla sperimentazione dell’interazione basata su abbracci, sorrisi, sulla reciproca voglia di stare insieme che il Sé permetterà all’Io di sentire che esiste perché è in relazione con l’altro. Da questi primissimi scambi nasce l’idea di essere parte di una comunità (Venere in seconda casa) e, dalle innumerevoli sensazioni che investono il neonato nella sua relazione più importante, nasce l’idea che si possa trovare un’armonia affettiva; da qui impariamo i fondamenti rudimentali dei rapporti umani ed approcciamo l’idea che noi occupiamo solo una parte di mondo, perché l’altra è occupata da altri e che il senso di armonia nasce dalla possibilità che noi e gli altri possiamo relazionare. Ricordo che anche nel Mito di Adamo ed Eva, la percezione della “caduta” (fuoriuscita dal Paradiso Terrestre) deriva dalla rottura della relazione con Dio. Essere in relazione significa specchiarsi negli occhi di qualcuno, significa esistere. |
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