ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni
L’Integrazione delle nostre età e la ricerca della Verità e dell’Illuminazione:
a cura di Corrado Aguggini
Inserito il su Eridano School - Astrologia e dintorni
 
La bioenergetica di Reich e Lowen si basa sulla semplice proposizione che ogni persona è il proprio corpo. Nessuno è nulla al di là del corpo vivente in cui ha la propria esistenza e attraverso il quale si esprime e si pone in relazione con il mondo che lo circonda: la stessa mente e la stessa anima sono aspetti di ogni corpo vivente. Un corpo morto non ha mente ed è anche abbandonato dall’anima … .

Se voi siete il vostro corpo e il vostro corpo è voi, allora il corpo esprime chi voi siete. Il corpo è il vostro modo di essere nell’universo e nel mondo. Più il vostro corpo è vivo, più “siete” nel mondo e nell’universo. Quando il corpo perde parte della sua vivacità, ad esempio quando siete esausti, allora tendete a ritirarvi dal mondo; la malattia ha lo stesso effetto e induce l’individuo a ritirarsi in se stesso. Potrebbe persino accadervi di sentire a volte il mondo lontano o di vederlo come attraverso un velo di foschia. D’altra parte, ci sono giorni in cui siete raggianti e vitali e il mondo intorno a voi sembra più luminoso, più vicino, più reale e più godibile. Tutti vorremmo sentirci più vivi: la bioenergetica ci aiuta a realizzare questo obiettivo. Il corpo comunica l’atteggiamento di una persona verso la vita, e il suo stile personale si riflette nel modo in cui si tiene, nel portamento e nel modo di muoversi e di relazionarsi con il mondo, con le morbidezze e le rigidità che ci caratterizzano.

Molte persone sono ostacolate da un conflitto, più o meno inconscio, fra diversi aspetti della loro personalità. Il conflitto più comune è quello fra i bisogni e le esigenze non realizzate del bambino che è in loro, e i bisogni e le aspirazioni dell’adulto. Per essere adulti bisogna essere indipendenti – stare in piedi da soli – ed assumersi la responsabilità della realizzazione dei propri bisogni e e desideri. Tuttavia, negli individui che presentano questo conflitto, lo sforzo di essere indipendenti e responsabili è insidiato da desideri inconsci di avere qualcuno che li appoggi e si prenda cura di loro. Il risultato – da un punto di vista psicologico e fisico, è un quadro misto. Nel comportamento, una persona di questo genere può manifestare una indipendenza esagerata, unita alla paura della solitudine e all’incapacità di prendere decisioni. La stessa immagine mista può essere individuata nel corpo. Gli aspetti infantili della personalità possono manifestarsi nella piccolezza dei piedi e delle mani, nelle gambe lunghe e magre, che danno l’impressione di essere supporti inadeguati, o in un sistema muscolare poco sviluppato, privo del potenziale aggressivo per prendere quello che si vuole o di cui si ha bisogno.

In altri casi c’è un conflitto fra la giocosità del bambino e il realismo della parte adulta della personalità. Alla superficie la persona appare seria, spesso severa, rigida, dedita al lavoro e moralistica. Poi, quando riesce a lasciarsi andare, diventa infantile. La cosa è particolarmente evidente quando una persona di questo tipo beve alcoolici: … in vino veritas … . Il bambino represso emerge anche in birichinate o in scherzi fuori luogo. Il viso e il corpo di questo individuo hanno una qualità stretta, dura e contratta che lo fanno sembrare vecchio; ma spesso si scorge sul viso un’espressione da ragazzo, accompagnata da un sorriso o una smorfia che palesa un senso di immaturità. Questo conflitto dunque sorge quando non si consente alla naturale giocosità del bambino di esprimersi appieno e liberamente. La repressione della curiosità sessuale del bambino e della sua propensione al gioco amoroso non elimina queste tendenze: esse vengono sepolte e allontanate dalla coscienza, ma rimangono vive negli strati sotterranei della personalità per emergere, quando una persona si lascia andare, come perversioni delle tendenze naturali. In questi casi le qualità del bambino non sono state integrate nella personalità: ne sono staccate, incapsulate come corpi estranei all’Io.

Ogni persona è la somma delle sue esperienze di vita, ciascuna delle quali è registrata nella personalità e strutturata nel corpo. A mano a mano che cresce l’organismo umano aggiunge strati di personalità, ciascuno dei quali continua a vivere e a funzionare nell’adulto. Quando lo stesso soggetto può accedere a questi strati, essi formano una personalità integrata e scevra da conflitti. Se qualche strato o esperienza è represso e non accessibile, la personalità è in conflitto e perciò limitata.

Possiamo immaginare – molto banalmente e schematicamente - le qualità che ogni strato aggiunge alla vita:


• Neonato: amore, piacere, spontaneità
• Bambino: creatività, immaginazione, fiducia
• Ragazzo/Ragazza: giocosità, ottimismo, divertimento
• Giovane adulto: avventura, conquiste affettive, prime intimità, prima consapevolezza
• Adulto: realtà, consapevolezza matura, responsabilità, intimità matura, logica e razionalità



Sarebbe meglio dire, parlando di qualità, che la crescita che stiamo considerando è lo sviluppo e l’espansione della coscienza. Ogni strato, di conseguenza, rappresenta un nuovo senso del sé e delle sue potenzialità, una nuova consapevolezza del sé e della sua relazione con il mondo. La coscienza, tuttavia, non è un elemento isolato della personalità; è una funzione dell’organismo, un aspetto del corpo vivente. Si sviluppa - dal punto di vista fisico, emotivo, affettivo, razionale e quindi psicologico – con la crescita del corpo, almeno in linea di massima. Ma dipende molto dall’esperienza e acquista profondità attraverso l’acquisizione di nuove capacità; si conferma poi nell’attività e nel vivere quotidiano.

Ponendo gli strati come equivalenti alle qualità della coscienza non si intende dire che ogni nuova dimensione del sé nasca, già pienamente formata, con ogni nuova età della vita. Ad esempio, è vero che il gioco comincia nell’infanzia, ma giunge a pieno sviluppo quando questa età è già passata: la consapevolezza del gioco e la gioia sono, ritengo, caratteristiche del ragazzo e della ragazza, piuttosto che del bambino. Procediamo con altri esempi.

Il neonato è caratterizzato dal desiderio di contatto, soprattutto con la madre: egli desidera essere tenuto, accarezzato, accolto con gioia e accettato. L’amore può essere definito come desiderio di vicinanza e di intimità. Quando il desiderio di contatto è soddisfatto, il bambino si trova in uno stato di piacere; la deprivazione della vicinanza, di cui ha bisogno, genera uno stato di sofferenza. Ogni sentimento di amore dell’adulto ha origine in questo strato della personalità. Benchè possa ovviamente variare la forma in cui si esprime, la natura del sentimento d’amore, nell’adulto e nel bambino, non è sostanzialmente diversa: come detto, alla base di tutti i sentimenti amorosi vi è il desiderio di contatto e di intimità. L’adulto che è ancora in contatto con il bambino che è stato – e che fa ancora parte di lui – conosce il sentimento dell’amore. Egli è in contatto anche con il proprio cuore: quanto più una persona è staccata dal proprio cuore o dalla propria infanzia, tanto più sarà bloccata la sua capacità di provare la pienezza dell’amore.

L’infanzia aggiunge alla vita una nuova dimensione e una nuova qualità. Il bisogno continuo di contatto cede ora il posto al nuovo bisogno di esplorare il mondo. Non essendo ancora impedita da un senso strutturato della realtà, la sua immaginazione è libera. Si potrebbe affermare che l’infanzia finisce quando il soggetto giunge ad avere un’immagine coerente del suo mondo e del suo sé personale. Terminata questa fase, il ragazzo e la ragazza sfidano, nel gioco, il loro mondo personale. La maggiore padronanza della capacità motoria e i giochi con gli altri danno vita a una forma di gioco che è gioioso perché libero e altamente gratificante. In questo gioco di adolescenti c’è un grado di eccitamento maggiore che in quello dei bambini più piccoli: questo spiega anche i sentimenti di gioia che si dovrebbero provare in questa fase della vita; c’è anche un maggiore senso di libertà, che deriva dal possedere una indipendenza non ancora gravata dalla responsabilità.

La giovinezza è contrassegnata da un ulteriore aumento del livello possibile di eccitamento, legato all’emergere dell’interesse per il sesso opposto e alla crescente intensità dell’istinto sessuale. Idealmente la giovinezza è l’epoca delle storie d’amore e dell’avventura, in cui il piacere profondo dell’intimità si combina a un altro, quello dell’immaginazione e della creatività mentale del bambino, e quello della sfida e della giocosità dell’adolescente. Quando, e solo quando le possibili conseguenze di tutto questo rappresentano una seria realtà di cui l’individuo si assume la propria piena responsabilità, ecco raggiunto lo stadio dell’adulto.

L’adulto è consapevole delle conseguenze del suo comportamento e se ne assume le responsabilità: egli ha potere personale, e non è interessato al potere sugli altri, né lo delega all’esterno per nessuna ragione. Tuttavia se questo adulto perde il contatto con i sentimenti di amore e di intimità che conosceva da piccolo, con l’immaginazione creativa del bambino, con la giocosità e la gioia del ragazzo e con lo spirito di avventura e di romanticismo che dovrebbero aver caratterizzato la sua adolescenza, egli rischierà di essere una persona sterile, gretta e rigida. L’adulto sano è un neonato, un bambino, un ragazzo e un adolescente. Il suo senso della realtà e della responsabilità comprende il bisogno e il desiderio di intimità e di amore, la capacità di essere creativo, la libertà di essere gioioso e lo spirito di avventura. Solo questo adulto – sano - è un essere umano integrato e pienamente cosciente.

E sicuramente solo a partire da questa “base sicura”, da questo “grounding”, da questa armonizzazione e integrazione di tutti gli archetipi infantile, femminile e maschile – spontaneità, intimità, consapevolezza – che sarà possibile per questo adulto dedicarsi - ora non più come fuga bensì come ardente desiderio di comprensione superiore – a una autentica ricerca della Verità e del Bene Supremo e della Beatitudine in corpore, che è solo Dio e che è Dio stesso. La santità presuppone la sanità, e l’accesso graduale alle sette traslazioni assiali presuppone un adulto che sia finalmente diventato Uomo, Uomo Cosmico.

Il confine che ipoteticamente esiste fra un adulto che ha effettivamente rettificato, purificato, armonizzato, stabilizzato e integrato in sé tutte le sue età e gli archetipi infantile, femminile e maschile , e un adulto che è prossimo all’illuminazione della santità, probabilmente è un confine che solo a Dio è dato conoscere. E’ forse lo stesso confine che porta a dire che fra nirvana e samsara non vi è nessuna differenza.

Del resto, non sta forse scritto nel Vangelo: …” se non diventerete come bambini, non entrerete mai nel Regno di Dio” …
 
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