ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni
Riflessioni sulla Pasqua
a cura di Lidia Fassio
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E’ un momento difficile per l’umanità intera, momento in cui tutti siamo chiamati a fare un passaggio evolutivo importante, contattando il proprio “divino interiore” e imparando a rispettare l’espressione del divino esterno, soprattutto quello visibile nella nostra amata Terra. La nuova Era si sta annunciando ogni giorno di più e, tra le varie richieste, forse c’è anche il superamento della fase “religiosa” a favore di una autentica spiritualità che, come sappiamo, non richiama più ad un qualcosa di esterno. In pratica, siamo chiamati a passare dalla fase di casa nona a quella di casa undicesima in cui vi sia finalmente il contatto tra la materia e lo spirito nonché, sul piano psicologico, al contatto tra l’Io e il Se’ in modo tale che l’Io riconosca la sua autentica origine.la lunga sosta di Plutone in Sagittario ha ridato fiato a vari tipi di integralismi che, si stanno accendendo in tutto il mondo con grandi difficoltà da parte di chi si ritiene appartenente ad una fede in particolare.

Forse per questo la lunga sosta di Plutone in Sagittario ha ridato vita a tanti integralismi religiosi che, dovrebbero farci riflettere sul senso vero della parola religione che non può dividere poiché è nata per “unire”.

Come tutte le cose “umane” anche i seguaci delle religioni sono tentati di pensare che la propria sia sempre la migliore dimenticandosi del fatto che il senso stesso di questa parola è “unire” e non dividere.





Siamo a pochi giorni dalla Pasqua e, quindi, viene spontanea una riflessione su temi che possono risuonare particolarmente importanti quali la fede, la spiritualità e la laicità.

Indubbiamente non tutti sperimentano una vera “fede religiosa” anche se tutti, a mio avviso, devono avere fede in qualcosa e, in ultima analisi devono averla in sé stessi; vivere senza fede è come non vivere in quanto significherebbe non vedere o non avere futuro e quindi non dare senso alla propria esistenza.

Tuttavia, proprio per questo, ognuno dovrebbe esigere rispetto per la propria fede rispettando naturalmente quella altrui. Questo sembra assai difficile in questo periodo in cui le ombre si affollano e le divisioni sembrano creare solchi insuperabili.



Ovviamente la Pasqua, almeno per i cattolici - ha un suo significato che si traduce in “resurrezione e redenzione ” , stato che si sperimenta dopo una morte simbolica anche se, nel significato originale ebraico, la parola Pasqua indicava “passaggio… esodo” e si riferiva alla liberazione degli schiavi dall’Egitto.

Chi possiede un senso religioso vede in questa festa un simbolo di forte speranza che induce a pensare che in ogni essere umano vi sia una costante spinta alla trasformazione che alimenta il bisogno di accedere sempre a nuove forme di consapevolezza finalizzate al raggiungimento di una reale completezza.



La parola “religione” indica “ri-unione”, quindi possiamo solo vedere le varie forme religiose come strumenti che permettono all’uomo di ricontattare il divino. Questa è la ragione per cui molte persone, pur non sentendosi “religiose” in quanto non appartenenti ad un “credo” particolare, si sentono però fortemente “spirituali” poiché vivono una forte relazione con il senso del divino e la mistica della vita.



La spiritualità concerne il rapporto personale che un individuo ha con un ordine superiore che non richiede la mediazione della religione che, invece, poggia su dogmi, figure e strutture gerarchiche che fanno da ponte tra l‘umano e il divino, da cui è nata anche la parola “pontefice”.



La vita spirituale può servirsi o meno di quella religiosa ma entrambe le visioni, pur nelle loro differenze, partono dal presupposto che esiste un ordine non visibile e che il bene supremo dell’uomo consiste nell’entrare in armonia con esso, partecipando ad esso.

La visione spirituale ci rammenta che quello che vediamo… ovvero il mondo tangibile e materiale è solo una parte infinitesimale della totalità e che in qualche modo noi dobbiamo riconciliarci con questa totalità.

C’è poi un folto numero di persone che si definiscono “laiche” nel senso che si riconoscono nell’indipendenza del pensiero e dell’azione politica dall’autorità ecclesiastica. Premetto che a livello politico ogni cittadino dovrebbe separare bene i fatti che interessano la vita politica da quelli che appartengono alla vita dell’anima e del mondo interiore per cui tutti dovremmo essere “laici” per quanto concerne la vita pubblica senza che questo impedisca di essere religiosi o spirituali nel privato.



Certo, la sfida che il nuovo millennio sta portando all’uomo gira attorno a questi temi; l’uomo dovrà prendere delle decisioni che metteranno a confronto la libertà e la morale individuale a quella collettiva e, solo un sano atteggiamento “laico” permetterà di poter dare giudizi obiettivi che possano valere in assoluto; tuttavia, per giungere a questo dovremmo sviluppare individualmente una coscienza altamente spirituale che possa prendere in considerazione i grandi valori della vita che non potranno in alcun modo essere subordinati ad interessi personali o nazionali.

Per questo sarà importante che laicità e spiritualità possano trovare spazio all’interno di ogni singola coscienza indipendentemente dal fatto che venga fatto attraverso la religiosità o l’assenza di essa.



Intendo però con la parola “laico” non una nuova forma di “religione” ma la capacità di essere al di sopra di esse e, quindi, di superare le divisioni, ricordando in ogni momento il senso di relatività per cui ognuno deve essere libero di esprimere le proprie credenze e le proprie opinioni senza intaccare quelle altrui.



Buona Pasqua a tutti.
 
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