Tutti i segni Mobili rappresentano una particolare qualità del tempo: la fase finale di una stagione. Dal punto di vista psicologico, il periodo in cui il Sole transita in Vergine è spesso è associato a quella particolare “sindrome da rientro” che caratterizza la fine delle ferie e il ritorno alle attività quotidiane. La Vergine spegne la dispendiosa esuberanza del Leone e riporta alla realtà il suo spavaldo entusiasmo, ridimensionandone le aspettative di piacere di fronte alle esigenze pratiche, al dovere di tornare al lavoro, alla necessità di ricominciare a vivere in modo più sobrio. E’ dunque una fase di passaggio, che non comprende solo la fine di una stagione ma prepara ad un nuovo inizio con ulteriori e diverse motivazioni: riordino, organizzazione, pianificazione dei programmi futuri, scelta degli strumenti che ci serviranno.
La “piccola azione” che caratterizza questo segno è innanzitutto un’azione mirata, mai fine a sé stessa. E’ piccola perché la vita di tutti i giorni non è fatta di “grandi eventi” ma di una routine prevedibile, che tuttavia può acquistare valore ed offrire gratificazione nella misura in cui è vissuta in modo attivo e consapevole, non subita o malvolentieri accettata. Per questo è anche un’azione critica e discriminante, in cui la realtà viene catalogata nei suoi aspetti più o meno utili e produttivi: un processo simile a quello della natura ma che dal punto di vista mentale e psicologico prepara alla capacità di confronto e giudizio del segno successivo.
La simbologia di normalità, quotidianità e modestia del segno della Vergine si ritrova nelle piante selvatiche dai fiorellini piccoli: il ranuncolo, il non-ti-scordar-di-me, il trifoglio; ed anche nei frutti più umili della terra, quelli che crescono senza farsi notare… ad esempio le patate, le rape, le carote e le radici in genere. Gli oli essenziali associati sono legati all’elemento del segno, la Terra, e al suo governatore Mercurio: il timo, la carota selvatica, la lavanda.
Soprattutto la Lavanda è un o.e. particolarmente “servizievole”, perché si presta a tanti e diversi utilizzi. Non bisogna confondere la lavanda commerciale, composta in maggior parte da essenze sintetiche e, nella parte naturale, dal cosiddetto “lavandino”, un incrocio sterile coltivato estensivamente per assicurare quantità e basso prezzo. Questo prodotto è adatto per profumare l’ambiente o la biancheria, ma non si presta ad usi aromaterapici, per i quali è invece necessaria un’essenza naturale al 100% e proveniente da piante selvatiche raccolte a mano: ad esempio la Lavandula officinalis o angustifolia.
Il nome deriva dal latino “lavare” e il suo profumo è da sempre associato alla purezza, alla pulizia, alla freschezza. Nell’antichità si pensava che questa essenza “incontaminata e vergine” potesse lavare le impurità del corpo al parti di quelle dell’anima.
In effetti l’o.e. di Lavanda è innanzitutto un equilibratore, in quanto essenza mercuriale: addolcisce i sentimenti più duri e rinfresca le emozioni più accese. E’ una nota di cuore, che smussa gli spigoli del carattere e neutralizza le estremità; per questo è spesso usata come “legante” nelle miscele aromatiche, per armonizzare il profumo d’insieme.
E’ un antidepressivo naturale, agisce contro lo stress, l’insonnia, la paura o l’ansia. E’ anche un buon antisettico, con blanda azione analgesica. Calma senza spegnere la vitalità, ed è anzi un ottimo stimolante fisico e mentale, che “intelligentemente” sembra agire a seconda delle circostanze: se siamo stanchi o malinconici tonifica, se siamo nervosi e agitati rilassa. Ponendosi come nota aromatica intermedia, tra Yin e Yang, l’o.e. di Lavanda armonizza i chakra inferiori con quelli superiori, aiutandoci ad integrare la spiritualità con la concretezza e a ritrovare o mantenere un rapporto equilibrato con la quotidianità.