martedì 19 marzo 2024
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DIZIONARIO DEI SIMBOLI: Ponte di unione tra il presente e l'eternità.
 
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Passi introduttivi nel significato e nella comprensione del simbolo.

Il Simbolo appartiene all'uomo ed è sicuramente il frutto della mente mitica che rappresenta lo strato più antico della nostra psiche, ovvero di quella che ha preceduto la mente logico - razionale, sviluppatosi solamente in un secondo tempo con l'incremento e l'evoluzione della corteccia cerebrale.

La coscienza umana, prima di diventare quella che conosciamo oggi ha avuto una sua precedente organizzazione ed è passata attraverso lo stadio ‘mitico – psichico' , stadio in cui l'uomo era molto più attrezzato per leggere i simboli di quanto non lo sia oggi; questa è stata anche la fase in cui tutto era scritto e compreso in forma mitica, quella che noi oggi leggiamo come mitologia che, verrà comunque affrontata in questa sezione del sito.

La grande crisi del nostro tempo è forse anche dovuta alla forma di pensiero imperante che si sviluppa unicamente in forma lineare e causale e che, perciò, restringe e riduce tutto ciò che invece appartiene prettamente alla natura e all'uomo.

La radice della parola simbolo è racchiusa in quella (synmbàllein) che significa letteralmente ‘tenere insieme , congiungere' ; in effetti nell'antica Grecia quando ci si doveva separare, si spezzava una moneta, oppure un oggetto di terracotta o un anello ed ognuna delle due persone ne teneva una metà: quando uno dei due faceva ritorno doveva mostrare la sua metà e se le due combaciavano la persona che la portava veniva riconosciuta come ‘amica' e riceveva ospitalità.

Questo significa che la parola ‘simbolo' indica qualcosa di diverso da ciò che appare; nel caso su esposto, simboleggiava l'amicizia e il diritto all'ospitalità.

Il simbolo è dunque la parte visibile di qualcosa che “non è presente” e dunque è invisibile o, meglio ancora, è un qualcosa che si vede nel mondo della materia in cui però è racchiuso un significato spirituale ed interiore. Quando cerchiamo di interpretare il simbolo cerchiamo infatti di collegare due cose tra di loro, ovvero cerchiamo la realtà invisibile nascosta dietro a quella visibile e cerchiamo il collegamento analogico tra le due. Infatti, il simbolo e ciò che rappresenta, hanno un legame intimo e non possono essere in alcun modo separati.

Per questo i simboli condividono qualcosa con i segni , ma nel segno non si presenta nulla di nascosto, si basa su convenzioni comuni, da tutti più o meno accettate.

Il segno ha una funzione sostitutiva (ad esempio, noi indichiamo con una casetta fatta in un certo modo un campeggio, o con forchetta e coltello il ristorante, ma in questo non c'è nulla di nascosto).

I segni possono essere cambiati: se io metto una tenda al posto della casetta, o se metto un piatto e un cucchiaio e mi convenziono su questo posso lo stesso indicare un campeggio e un ristorante.

Non possiamo invece convenzionarci con il mondo sul significato di un simbolo , perché in esso il significato è legato in modo indissolubile all'immagine ed è immediato, non possiamo fare un ragionamento razionale per comprendere un simbolo, mentre lo dobbiamo fare per tradurre l'informazione che è implicita nel segno.

Jung sosteneva che il simbolo non può mai rivelare interamente il suo significato, vi è dunque sempre un'eccedenza di significato che diventa personale e che si lega all'emozione che suscita la vista dell'immagine.

Mentre un simbolo non può essere ridotto a segno , può invece accadere il contrario: il segno può diventare un simbolo nel momento in cui noi gli attribuiamo un significato nascosto, non immediatamente visibile. Ad esempio, ai nn. 13 e 17 molte persone hanno legato delle qualità: fortuna, positività oppure sfortuna e negatività.

Esistono tre tipi di simboli:

- Convenzionali – per lo più si tratta di segni e sono quelli che usiamo più frequentemente e di cui non possiamo fare a meno: sono i numeri, le lettere che formano le parole e le note musicali. Come ho già detto sopra si basano su convenzioni e sono condivisi da tutti, per cui sono anche universali.

- Universali – sono quelli che tutti comprendono poiché c'è una stretta relazione tra il simbolo e quello che rappresentano : la croce ad esempio è un simbolo universale; tutti, credenti o meno, sanno che cosa significa.

•  Accidentali – sono quelli che hanno un esclusivo significato personale perché si legano a precisi fatti vissuti.

Il simbolo permette un rapidissimo collegamento tra il segno o l'oggetto e il significato nascosto e questo perché permette anche un collegamento immediato tra i due emisferi:

  il sinistro – percepisce il simbolo, lo registra nella mente
   
  il destro – gli dà significato, lo interpreta e lo ‘comprende'.

Questa immediatezza e questa potenzialità è dovuta al fatto che nella nostra psiche sono assiepati gli strati che appartengono alle fasi precedenti a quella della mente razionale e sono proprio questi che risuonano.

La funzione del simbolo è quella di far venire alla mente qualcosa che non è quello che vediamo con i nostri occhi e perché questo possa accadere il simbolo deve possedere una energia precisa che ha il potere di EVOCARE, ovvero di far esplodere i sentimenti e le emozioni che giungeranno alla mente nel momento in cui avverrà partendo un semplice processo associativo tipico della mente analogica.

Il simbolo è analogico e infatti va al di là del significato logico ed immediato e, pertanto, possiede un aspetto inconscio che non può mai essere totalmente spiegato. Ed è a causa di questo che la mente razionale non può avere un rapporto chiaro con il simbolo poiché esso è legato al pensiero associativo e non a quello causale.

I simboli sono presenti nei sogni, nelle favole, nei miti ed anche nelle creazioni artistiche, a volte però sono presenti in modo semplice nella vita di tutti i giorni.

In questa sezione di Eridanoschool verrà spiegato il significato dei più importanti “simboli”, non solo a livello astrologico, ma a livello mitico, psicologico e generale tenendo sempre presente che il simbolo è un ponte tra mondi diversi.

Il simbolo è un qualcosa che può definirsi “Universale” in quanto non risponde a tempo, spazio e non si lascia in alcun modo definire ne' collocare in una precisa epoca.

La maggior parte degli studiosi di simbolismo sono concordi nel collocare il simbolo o meglio il pensiero simbolico in un'epoca che precede la storia – ovvio che si può parlare di storia dal momento in cui vi è un preciso ordine mentale che colloca e conteggia cronologicamente -.

I primi simboli e quindi, anche i primi maestri dell'uomo sono tutti derivati dall'osservazione della natura: animali, pietre, piante, cielo, costellazioni; l'uomo si è mostrato un osservatore eccezionale, capace di rappresentazioni mentali potenti.

Il simbolo si organizza nella sua amplia funzione esplicativa e creatrice come un sistema di connessioni molto complesse ma nelle quali il fattore dominante è sempre il carattere “polare” che serve a collegare il mondo fisico con quello metafisico.

Astrologicamente parlando, il simbolo è legato al segno del Sagittario e ai suoi pianeti Giove e Nettuno, capaci di immaginare, di associare e di interpretare e dare significato.

Jung dice del simbolo : “ ciò' che noi chiamiamo simbolo è un termine, un nome, o anche una rappresentazione che può essere familiare nella vita di tutti i giorni e che tuttavia possiede connotati specifici oltre al suo significato ovvio e convenzionale. Implica qualcosa di vago, di sconosciuto o di inaccessibile per noi”.

Percio' una parola o un'immagine è simbolica quando implica qualcosa che va al di là del significato immediato. Possiede quindi un aspetto più ampio - “inconscio” - che non è mai definito con precisione o compiutamente spiegato. Ne' si può definirlo o spiegarlo. Quando la mente esplora il simbolo, viene portata a contatto con qualcosa che va e sta al di là delle capacità razionali.

Vedere l'immagine di una ruota infatti, può farci pensare ad un carro, ma può farci pensare anche al disco del Sole, oppure all'immagine della vita con la sua ciclicità e continuità. Ed è a questo punto che la ragione deve ammettere la sua totale incompetenza nei confronti del simbolo.

Mircea Eliade afferma quanto segue: “ il simbolo “aggiunge” valore nuovo a un oggetto o una parola o a un'azione, senza per questo attentare ai suoi valori propri o immediati o storici. Resta da sapere – continua l'autore – se il simbolo apre ad un mezzo di evasione oppure permette l'unica possibilità di accesso alla vera realtà del mondo”.

Il simbolo lavora attraverso l'analogia. La definizione di analogia è: “una relazione tra due fatti o proposizione fra i quali c'è similitudine e almeno, un elemento uguale”. La vera analogia simbolica - dice Rene' Guénon – è quella che ha luogo fra il livello della realtà fenomenica e il livello dello spirito equiparabile, se vogliamo, al mondo platonico delle idee.

Vi sono parole che sono “simboliche”: se noi parliamo di “divino”, dobbiamo ammettere che la mente razionale ha delle difficoltà a spiegare o a inquadrare che cos'è precisamente qualcosa di divino.

Per questo le religioni devono usare il Simbolo o le Immagini, per spiegare qualcosa che la ragione non può spiegare.

Potremo dire, per parlare in termini astrologici che Giove e Nettuno spesso conducono ben oltre le barriere della realtà di Mercurio e Y . Ed è qui che inizia il regno simbolico, proprio dove i sensi trovano il loro limite: il simbolo ci permette di vedere anche quello che non c'è, di comprendere qualcosa che la mente non può percepire, di sentire qualcosa che le orecchie non odono.

La tradizione esoterica conosceva la divisione verticale sui tre livelli del pensiero in subconscio (pensiero degli istinti e dei sentimenti); coscienza (pensiero delle idee e del riflessivo); supercoscienza (pensiero intuitivo e delle verità superiori); questo concetto è stato ripreso da Assagioli nella sua “psicosintesi”.

Vi sono dei simboli universali, tipo l'idea del mondo visto come un labirinto – che vede la vita come un pellegrinaggio, un viaggio – qualcosa che però deve portare ad un “centro” come simbolo della finalità assoluta dell'uomo e della sua conquista del paradiso e della coscienza.

Ad esempio il simbolo del “ mandala ” rappresenta il tema dell'arrivo al centro che può essere rappresentato anche come “tesoro nascosto o ritrovamento dell'oggetto perduto” simboli che indicano la conoscenza, il sapere, qualcosa a cui da sempre l'uomo aspira.

 

 
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