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LA FAMIGLIA
     a cura di Fassio Lidia
 
LA FAMIGLIA
Nell’epoca precedente al divorzio, la parola “famiglia” aveva un senso inequivocabile: un uomo, una donna che, non appena nascevano figli diventavano “padre e madre” delle loro creature”; si credeva che questa struttura, più di duemila anni, fosse incrollabile perché dava una serie di sicurezze non solo alle due persone adulte, ma soprattutto ai figli che per tutta la vita avevano come figure di riferimento quelle due persone.
Oggi le famiglie sono molto più variegate: ci sono bambini che hanno 4 genitori, 8 nonni ed un numero imprecisato di parenti: c’è la nuova moglie di papà , oppure la compagna o la fidanzata ; il compagno della mamma che può diventare il suo nuovo marito che farà da padre ai bambini nati nel matrimonio ma, spesso anche a quelli nati dal precedente, ci sono persone che appaiono, stanno per un po’ di tempo e poi….. scompaiono del tutto.
Ci troviamo di fronte a tanti legami che si sviluppano e crescono in orizzontale e che poi possono terminare senza che vi siano più contatti.

Oggi, quando si domanda ad un bambino “dove è papà”? si rischia di sentirsi rispondere “è con la nuova fidanzata” il che lascia presupporre rapporti non definitivi che richiedono per i bambini, adattamenti notevoli sul piano emotivo ed affettivo.

I legami vengono visti come temporanei e questo crea nei bambini un grande cambiamento nella loro idea di famiglia: tra l’altro, nei bambini di oggi c’è spesso l’idea che le famiglie siano precarie e questa situazione, se non è gestita in modo intelligente, porta a blocchi emotivi e a conseguenze che possono insorgere anche dopo due o tre anni dall’avvenuta separazione con comportamenti di instabilità, rifiuto di studiare, oppure aggressività apparentemente immotivata.
Questi saranno effetti a breve termine, tuttavia, bisogna pensare che ve ne sono alcuni che si giocano su un lungo termine coma la difficoltà di stabilizzarsi, di crearsi dei legami solidi, come se si preferisse sempre tagliare i rapporti prima ancora che si rafforzino e questo nell’illusione di poter padroneggiare situazioni che, per ovvi motivi, sono legate ad un dolore inespresso e mai elaborato.
A volte entra in gioco il “disimpegno e la deresponsabilizzazione” e questi atteggiamenti sono dovuti al modello che è stato visto in azione nei due genitori.
In effetti, divorzio e separazione non sono così tanto drammatici se i bambini possono mantenere i loro punti fermi affettivi: i problemi nascono nel momento in cui cominciano a rendersi conto che entrano nuove persone nella vita dei loro genitori e, di conseguenza, anche nella loro e che, questo non è affiancato da sicurezze sulle due figure genitoriali.
I bambini faticano tantissimo ad accettare che il nuovo fidanzato della mamma si stabilisca in casa e che, pretenda di cambiare abitudini, regole e, a volte, che pretenda di sostituirsi al padre vero… soprattutto quando quest’ultimo c’è. Vivono così fasi di vera e propria gelosia in cui, dentro di loro, sperano che quel legame non funzioni, perché questo alimenta la fantasia di poter tornare ad avere il genitore tutto per sé senza doverlo dividere con un perfetto estraneo.
Cosa succede però quando il rapporto tra i due si stabilizza e il bambino inizia ad investire su questa nuova figura che, a tutti gli effetti, può fare certe funzioni e diventa un grande punto di riferimento?
Succede che il “nuovo compagno della madre” diventa a tutti gli effetti un padre e quindi questo rapporto allarga la realtà parentale, cambiando e mettendo a dura prova certi modelli che sono stati considerati “universali” non solo sotto il profilo formale esterno, ma anche sotto il profilo psicologico interno: in effetti, ad esempio la fase edipica di un bambino che abbia due o tre figure di riferimento a livello maschile, tutte in qualche modo in relazione con lui, la figura “antagonista”, non sarà più rappresentata dal padre biologico giacchè l’interesse della madre non cade più su quella lui e, quindi, non si potrebbe creare il triangolo, ragion per cadrà sul fidanzato di turno, quello che è in relazione con la madre e che diventa pertanto fonte di grande gelosia.
Questo potrebbe sembrare abbastanza normale, in realtà, in questa situazione ci sono investimenti – disinvestimenti e nuovi investimenti che producono gravi ferite che rimarranno latenti per lungo tempo fino all’adolescenza fase in cui i primi innamoramenti e coinvolgimenti affettivi faranno da detonatore delle dinamiche infantili irrisolte.
Bisogna però anche sottolineare che, nelle situazioni in cui i genitori pur essendosi separati si fanno carico dell’affettività e del rapporto con i figli, le nuove relazioni orizzontali e l’allargamento del nucleo familiare risulta essere positivo; in effetti il bambino può avvalersi di molte figure che rappresentano per lui altrettanti legami importanti.
Chiaro che tutto questo dipende dalla responsabilità e soprattutto dalla maturità emotiva dei due genitori che sono e restano le due figure che devono permettere al bambino di creare radici solide che possano nutrirlo negli anni formativi.
Il fatto che noi siamo in continua evoluzione indica che anche gli schemi non possono perdurare sempre uguali nel tempo: l’idea di famiglia ha subito molte trasformazioni nella storia recente: basta pensare al primo grande scossone che è stato il passaggio dalla famiglia patriarcale a quella nucleare; oggi è richiesto un ulteriore passaggio dove, ancora una volta, non sarà più la struttura a fungere da perno e da supporto, ma saranno gli affetti interiorizzati che permetteranno di sentirsi ancorati oppure totalmente in balia del mondo.
In questa rubrica analizzeremo le varie problematiche che la famiglia si trova ad affrontare, oggi, per adeguarsi ai tempi e ai nuovi bisogni delle persone che la compongono.

Se facciamo un’analisi astrologica dei cambiamenti della famiglia possiamo seguire alcuni passaggi planetari e comprendere come essi hanno lentamente dissolto gli antichi valori, inducendo le persone a liberarsi di schemi vecchi non più accettabili per procedere all’interno di una lunga fase di transizione che è sempre una zona limite, in cui si sperimenta il “non essere più … ma anche .. il non essere ancora qualcos’altro”; questi periodi sono una sorta di terra di mezzo in cui alcune generazioni si trovano a “fare esperienza sulla loro pelle” di un nuovo che non si staglia ancora all’orizzonte e i cui valori sono lontani dal rappresentare delle basi utili per costruirci sopra: sappiamo com’è difficile orientarsi quando vengono abbattuti schemi, valori e strutture; ci vuole tempo prima che una nuova forma prenda vita in modo definibile e adottabile; chi vive nella “terra di mezzo” sperimenta l’ essere “senza radici”.

Se noi vediamo il segno del Cancro come il segno della “famiglia”, il potenziale cambiamento nasce con i nati negli anni ’50 che hanno Urano proprio in questo segno. Astrologicamente parlando, quella generazione è stata designata a farsi portatrice del cambiamento e a portare una nuova concezione di famiglia; infatti, proprio quella generazione è stata il catalizzatore della rivoluzione che ha spazzato via gli aspetti più conservatori della società.
La legge che introduce il divorzio in Italia è del dicembre 1970 vede la luce con Urano in Bilancia, segno che rappresenta la “relazione”; questo pianeta che ha il compito di “liberare, cambiare e se necessario “destrutturare” abbatte il vecchio concetto di “relazione indissolubile” ed introduce un elemento di cambiamento molto più in sintonia con la società e con i valori della Bilancia che vorrebbe che la relazione fosse una libera scelta e non un obbligo.
Dopo Urano entrerà anche Plutone nel segno della Bilancia ; entrambi fanno quadratura al segno del Cancro; sono passati 20 anni dagli anni ’50 e questa generazione è pronta a fare una rivoluzione ed è proprio dai giovani che nasce il movimento (quello del ’68) che, in mezzo alle tante contestazioni prende anche di mira la famiglia e la relazione, mettendo in rilievo l’impossibilità di mantenere la struttura autoritaria e paternalistica, facendo leva sul bisogno di autonomia e di libertà da esprimere soprattutto a livello di relazioni e di famiglia. Urano e Plutone portano sempre con sé concetto di sradicamento e di profonda trasformazione di ciò che esisteva e,, modificando i rapporti all’interno della famiglia, si creava anche un senso di sradicamento interiore nelle persone che sperimentavano per prime questo effetto.
Alla fine del 1974 Urano entra nel segno dello Scorpione e sono gli anni in cui la famiglia è allo sbando; i figli sono in piena ribellione, avversano e negano tutti i valori della tradizione (opposizione al Toro) e lo fanno in modo più rabbioso e distruttivo (ci sono le Brigate Rosse); qualcosa si è trasformato in profondità: dalla contestazione si è passati alla “trasgressione” pura che inizia con l’esigenza di “libertà sessuale” ; anche questo dà un grande scossone alle famiglie: bisogna aggiungere che Urano in Scorpione fa anche una lunga quadratura al segno del Leone e, proprio la grande libertà sessuale può essere garantita dall’introduzione sul mercato della “pillola anticoncezionale - 1976” che permette un grande cambiamento nei rapporti, ma anche nelle scelte femminili (nel ’78 entra in vigore la legge sull’aborto). Cade quindi un grande tabù che era basato sulla paura e sulle conseguenze che sarebbero derivate da una gravidanza indesiderata.Sono però anche gli anni più tristi della droga che trova la nostra società completamente impreparata.
Negli anni ’90 Urano è in Capricorno, nuovamente in un segno che e si vedono chiaramente i problemi generati dai primi 20 anni di “divorzio”: ci sono ovunque statistiche sul numero dei divorzi, si parla tantissimo di relazione e si parla soprattutto di “diritti dei figli” che, ovviamente sono quelli che hanno vissuto sulla loro pelle la dissoluzione della famigli e che sono vissuti con un solo genitore. Si è fatto un punto e si è cercato di sensibilizzare gli adulti circa le responsabilità derivanti dalla genitorialità che, in ogni caso non può e non deve cadere.
L’opposizione di ben 3 pianeti lenti (Saturno – Urano e Nettuno) al segno del Cancro lascia intravedere pienamente il problema dei figli che, senza un’adeguato supporto, si trovano ad essere adulti immaturi che faticano a loro volta ad affrontare il ruolo di genitori.
In particolare, si comincia veramente a prendere in considerazione il bambino in quanto “persona” .
All’interno delle istituzioni entrano nuovi ordinamenti che tendono a “supportare e sostenere” la famiglia nei momenti di crisi: in particolare l’ affidamento temporaneo e la terapia familiare tentano di rispondere alle difficoltà; ci si rende finalmente conto che la “famiglia”, anche se in trasformazione è e rimane l’unico vero punto di appoggio dei figli e, proprio per questo, la si aiuta nei momenti di particolare problematicità.
L’ingresso di Urano nel segno dell’acquario è storia recentissima (1996) ma, ancora una volta questo pianeta ci porta ad affrontare novità: cominciano ad essere molti i matrimoni fra persone di culture diverse: questo pianeta ci ricorda che il suo massimo simbolo è quello della tolleranza verso le diversità; l’assestamento che sembrava essersi trovato si trova nuovamente ad essere messo in crisi: soprattutto quando sono donne italiane a sposare uomini stranieri, ci si trova inevitabilmente ad affrontare problemi che sembravano totalmente superati tipo l’affido dei figli in caso di divorzio e, non ultimo, il problema del credo religioso (alimentato dalla presenza di Plutone in Sagittario). Infatti, soprattutto quando il matrimonio avviene con un uomo di credo islamico, la donna è costretta a cambiare la sua religione ma, cosa ancora più difficile, si trova ad essere poco tutelata verso i suoi figli nel caso in cui questi vengano portati in un paese arabo.
L’ingresso di Urano nel segno dei Pesci forse vuole aprire una nuova strada proprio a questi problemi della famiglia; potrà dare delle risposte più chiare al problema multirazziale, a quello delle tante fedi religiose, indicandoci la strada per trovare nuove fonti di sicurezza e per farle trovare anche ai figli che nasceranno da queste famiglie e che saranno i nuovi cittadini di un mondo sempre più aperto con sempre meno frontiere.
Certo, queste sono le prime generazioni che si trovano a sperimentare come riuscire a gestire differenze profonde, ma ancora una volta Urano sembra dirci che tutto questo è assolutamente necessario per la nostra crescita.

Pubblicato sulla rivista ondine astrologica Astromagazine.it
 

 
 
 
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