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- Astrologia e dintorni

GIOVE E PLUTONE CONGIUNTI: AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE
     a cura di Sandra Zagatti
 
Giove e Plutone congiunti: al di là del bene e del male
“Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”… recita un detto.
Oggi sappiamo che non è esattamente così, e che questo detto risale ad una sfasatura precedente alla riforma gregoriana del calendario, quando il 13 dicembre coincideva effettivamente con il Solstizio d’Inverno. L’estremo accorciamento delle giornate è tuttavia soggettivamente reale, per Santa Lucia, perché il Sole tramonta prima che in qualsiasi altro giorno dell’anno. Ed è proprio in quel periodo che Giove e Plutone si incontreranno in cielo, decretando una verità che può essere trasferita sulla terra, con il nostro aiuto: il buio è disposto a cedere il suo potere alla luce, quando la natura decreta che è arrivato il momento giusto.


Giove entrerà in Capricorno la sera del 18 dicembre. Anche Plutone farà lo stesso, il 26 febbraio, ma impiegherà poi quasi un anno per l’ingresso definitivo: tornerà infatti retrogrado in aprile e rientrerà in Sagittario a metà giugno, per lasciarlo di nuovo a novembre, e questa volta senza ripensamenti. Ciò che tuttavia interessa, nel frattempo, è la congiunzione tra Giove e Plutone a fine Sagittario. Un aspetto importante, ancorché veloce: sarà infatti preciso intorno al 13 dicembre, pur essendo attivo almeno una settimana prima e dopo; ma verrà potenziato dalla partecipazione di Mercurio e del Sole, anch’essi in procinto di entrare in Capricorno rispettivamente il 20 e il 22 dicembre.
Una congiunzione Giove-Plutone non è particolarmente rara: si forma infatti ogni tredici anni e progredisce in modo abbastanza regolare. Tornando indietro nel tempo la troviamo in Scorpione nel dicembre 1994, in Bilancia nel novembre 1981, in Vergine nell’ottobre 1968 e così via… fino ad arrivare ad un lontano 1758, quando i due pianeti si incontrarono due volte in Sagittario, il segno della loro attuale congiunzione. Confesso che ho dovuto documentarmi sugli eventi di quell’anno, ma ne ho trovato uno molto interessante, almeno sul piano simbolico: proprio nel 1758 morì un Papa, e un evento del genere segna sempre – non solo proverbialmente – la fine di un’epoca… Non che tutti i Papi muoiano con questo aspetto nel cielo, s’intende.
E in fondo Giove non rappresenta soltanto cardinali o personaggi autorevoli; tanto meno Plutone rappresenta solo la morte. Giove in quanto “giustizia” può avere espressioni religiose quanto politiche, oppure sociali, morali, culturali o strettamente giuridiche. Se pensiamo al ’68, non dobbiamo farci confondere al ricordo del movimento studentesco o della guerra in Vietnam, che cominciarono prima della congiunzione Giove-Plutone e finirono ben dopo; anche gli assassini di Bob Kennedy e di Martin Luther King avvennero quando c’era ancora la congiunzione di Urano a Plutone, assai più violenta; ma è pur vero che entrambi i “personaggi” rappresentavano in qualche modo quello slancio di fiducia e di speranza in un mondo migliore che Giove tanto spesso sa infondere e trasmettere. C’è invece una notizia particolare che riguarda l’Italia e che coincise con l’aspetto preciso, in autunno: venne decretata l’incostituzionalità del reato di adulterio della donna. Già, nemmeno io ci credevo ed ho ricontrollato, pensando di aver confuso le date di un paio di secoli… Invece era proprio il 1968, e tanto basti come esempio della trasformazione coscienziale e non solo normativa che può essere segnalata da Giove e Plutone congiunti.
Sempre rimanendo entro i nostri confini, penso anche allo scandalo della P2 del 1981, che trascinò in superficie oscuri rapporti tra poteri diversi (massoneria deviata, finanza, Vaticano, politica); mentre l’attentato al Papa ebbe luogo con Giove ancora congiunto a Saturno. Per quanto riguarda il ’94, ricordo invece che proprio a dicembre Antonio Di Pietro si dimise dalla Magistratura, al culmine dell’indagine giudiziaria contro la corruzione del mondo politico e finanziario nota come Mani Pulite. “Con la morte nel cuore”, come ebbe a dire. Fu realmente una morte, almeno per quel suo ruolo di magistrato; ma morì anche il suo personaggio, di “buono che lotta contro i cattivi”, nonostante da allora tenti di riciclarlo in versione politica senza troppa efficacia, a prescindere dalle sincere intenzioni…

Fatti locali o collettivi, fatti evidenti o nascosti dietro le quinte: questa carrellata storica è senz’altro superficiale e lacunosa, ma sufficientemente significativa per identificare la sostanza (essenza) simbolica di una tale congiunzione. Giove e Plutone hanno in comune l’espressione e gestione del potere: più ufficiale ed istituzionale nel primo caso; più carismatico, intrinseco e sottile nel secondo. Mi correggo: al posto di “sottile”, per Plutone preferisco spesso il termine “omeopatico”, perché la sua forza vibrazionale aumenta con la sua diluizione fisica (piccolissimo, lontanissimo, perfino “degradato” astronomicamente… ma il mito insegna che essere invisibili non è la stessa cosa di non esserci!).
Viceversa, Giove è grande e grosso, e si vede. Vede pure, a sua volta, anzi indica; spesso molto lontano. In qualche modo è sempre collegato alla legge e quindi a tutte le manifestazioni o iniziative volte a governare, direzionare o legittimare i comportamenti attraverso principi giuridici, economici, sociali, religiosi o morali. Plutone della moralità si interessa ben poco, e non perché sia un pianeta che induca a comportamenti loschi ed illeciti di per sé: può rappresentarli, in certi casi, ma semplicemente perché il suo fine è il nucleo profondo ed autentico di ogni realtà, e per raggiungerlo non si cura dei mezzi. Pensare a questi pianeti come “il buono e il cattivo” non è solo banale ma sbagliato, e può essere dannoso se lo traduciamo letteralmente nelle nostre interpretazioni astrologiche. Di fronte a Plutone, Giove più che buono appare un “buonista”; e comunque un perbenista, disposto a lavare i panni sporchi in famiglia pur di mantenere il prestigio e il decoro sociale. Plutone i panni sporchi li va a scovare in ogni nascondiglio e ce li mette sotto il naso, sia come singoli individui che come cittadini di una società “perbene” spesso solo in apparenza.
Non dimentichiamo, però, che questa è una congiunzione, in cui i pianeti non si combattono ma uniscono le forze. Non sempre un aspetto del genere equivale ad un’equa collaborazione, ma se Plutone è più forte di Giove come pianeta, Giove è tuttavia forte del suo domicilio, e in ogni caso è il segno a connotare l’energia primaria, il “modo” in cui i due pianeti manifesteranno la loro potente simbologia.
In quanto segno del “lontano” e del “diverso”, il Sagittario ben rappresenta l’apertura dei confini nazionali e internazionali a cui abbiamo assistito negli ultimi anni: in tutti i sensi, compreso quello di una colonizzazione ideologica a volte coatta e spesso violenta. Il Sagittario è anche un segno dalle forte connotazioni religiose, ed è innegabile l’invasione crescente (in certe degenerazioni anche manipolatrice) dell’Islam verso e/o contro l’Occidente, che ha caratterizzato il passaggio di Plutone in questo segno; oppure, ragionando in termini economici, possiamo pensare alla Cina e alla sua espansione nei mercati occidentali. Tuttavia Plutone ha portato a galla, com’è nel suo stile, soprattutto le facce nascoste della pur legittima medaglia di ospitalità che i paesi democratici ostentano più o meno orgogliosamente nei confronti di popoli stranieri.
Il fenomeno dell’immigrazione è aumentato finora senza argini utili a frenare, ordinare o distinguere tra bene e male. L’ingresso di Giove lo ha amplificato “massicciamente”, ma la risposta umana alle richieste planetarie è spesso più reattiva che consapevole, provocando così un colpo di coda più violento ed accelerato da parte dei pianeti, alla fine dei loro transiti: non è dunque da escludere che la presenza di stranieri nei nostri territori si dimostri eccessiva solo quando l’opinione pubblica ha già inglobato in un unico giudizio errato e negativo sia chi chiede solo di lavorare e di integrarsi nelle nostre società, sia i clandestini, i terroristi, i rifugiati politici o i semplici disgraziati, in fuga da paesi allo sbando. C’è solo da sperare che non siano necessari altri od ulteriori eventi drammatici per rendere evidente ciò che già è logico, vale a dire l’esigenza di una regolamentazione normativa per tutelare la convivenza su un pianeta affollato di gente, oltre che di contraddizioni, e fin troppo governato da sottintesi tornaconti; ma per questa verifica aspetterei il passaggio di Giove in Capricorno.

Ci sono altre questioni delicate che potrebbero venire coinvolte dal “colpo di coda” di questa congiunzione, che mette il dito così intensamente sulla piaga del potere: di chi ce l’ha, di chi lo vuole, di chi se lo prende a forza e a forza lo mantiene… E sono tanti i poteri che giocano, uno contro l’altro o all’occorrenza alleati, nelle nostre società moderne. Tra questi, il potere economico e finanziario è il più evidente nella simbologia di Giove. Scandali bancari ne abbiamo già visti ma potremmo vederne ancora, e ci porteranno a guardare dietro l’apparenza, sempre un po’ di più, là dove si nascondono i veri strateghi: gli innominabili, gli impensabili, gli intoccabili… almeno fino a che non accade qualcosa che, come un’eruzione vulcanica, porti “sopra o fuori” ciò che è “sotto o dentro”. Cosa in cui Plutone è maestro.
E a tal proposito non cambio certo discorso aggiungendo il tema dell’inquinamento, che nell’ultimo anno, a quanto pare, ha raggiunto limiti massimi di sostenibilità ed anche (alla buonora!) la coscienza di tanti cittadini e amministratori. Tanti ma ancora pochi, rispetto alla dimensione e all’urgenza di un problema che ormai riguarda davvero tutti. Il petrolio è uno dei simboli di Plutone, che facilmente possiamo estendere all’energia di cui abbiamo un bisogno crescente e di cui insaziabilmente deprediamo il pianeta, per poi ringraziarlo avvelenandolo. E’ fin troppo ovvio quanto una tale configurazione rimandi al potere dei detentori di queste “ricchezze nascoste”, cioè primariamente i Paesi arabi; potere che però si incontra-scontra con quello economico dei paesi industrializzati e con quello, assai più incisivo ed “occulto”, di chi decide il tot al barile da imporre al mondo intero, con una discrezionalità equilibrista e che non è dato comprendere. La congiunzione Giove-Plutone potrebbe finalmente spingere “chi può” a favorire lo sviluppo e l’utilizzo di energie alternative (non certo la scoperta, che è già avvenuta da tempo); ma, anche qui, c’è da sperare che non ci sia bisogno di “eventi” che costringano “chi deve” a decidersi.
Insomma niente di nuovo, si dirà. E quando mai. Purtroppo è proprio questo il punto: i problemi che assillano e sviliscono il nostro pianeta sono gravi perché aggravati dal tempo, e mentre Plutone agisce come una sorta di “operatore ecologico”, scoperchiando tombini fognari e quindi denunciandone l’intasamento con odori e visuali sgradevoli… Giove potrebbe dire “basta, è ora di finirla”, motivando il proprio ingresso in Capricorno come una fase di restaurazione – prima ancora che di salvaguardia – obbligata dalla realtà di fatto; con la complicità di Saturno in Vergine. Solo che questa volta, a proposito di Saturno, bisognerà fare sul serio, non cavarsela con protocolli altisonanti e non rispettati, o con restrizioni tanto inutili quanto ipocrite sulla circolazione automobilistica…
Ma a proposito di “farla finita”, c’è qualcos’altro che ci riguarda, più umanamente, in questa congiunzione. Anche di questo si è parlato tanto negli ultimi tempi e in particolare nell’ultimo anno, seppur con maggiore cautela, disagio, imbarazzo o rispetto, a seconda dei casi; perché si tratta per certi versi di un tabù e che comunque, al pari di altre realtà, esige ormai una regolamentazione sia etica che giuridica. Mi riferisco all’eutanasia, o più precisamente alla “morte assistita”, che potrebbe trovare una soluzione normativa almeno nel suo aspetto passivo e indiretto, cioè nella sospensione dell’accanimento terapeutico in casi terminali e irreversibili, con il sostegno del testamento biologico. Ufficialmente (e comprensibilmente) nessuno può dire di desiderare, per sé stesso o per i propri cari, una vita prolungata artificialmente laddove sia fatta solo di sofferenza e di umiliazione della dignità; eppure ancora oggi, anche di fronte ai casi più drammatici ed estremi, la legge ostacola, la morale tentenna, la cultura vacilla… Ma perché questa contraddizione? Perché anche qui, purtroppo, il potere ha un ruolo cruciale: evidentemente il potere ecclesiale, che condanna qualsiasi azione che procuri una morte non voluta da Dio, ma che potrebbe non ostacolare una legge laica che lasci davvero a Dio, o alla natura, la competenza sulla durata della vita umana; meno evidente ma non meno persuasivo, c’è però anche il potere della scienza (tanto sagittariano, nella sua presunta detenzione di verità), o meglio delle industrie farmaceutiche e di tutto il denaro che circola sotto l’egida della sperimentazione e della pur legittima e doverosa assistenza al malato.
E’ un tema delicato, me ne rendo conto e non ho certo la pretesa di semplificarlo o di risolverne banalmente le tante e serie emanazioni. Ma Plutone è, appunto, un pianeta che fa sul serio, che tratta di cose serie come la vita e la morte; e quando ne parliamo, non possiamo evitare di parlare sul serio anche noi. Soprattutto in un’occasione come questa, in cui il Sole e Mercurio si affiancano, con il loro veloce passo, quasi per ricordare che una tale congiunzione ci riguarda anche personalmente. Dopo di che nessun altro aspetto con pianeti lenti disturberà questo appuntamento celeste, e ci sarà solo Giove, sovrano dell’Olimpo, congiunto a Plutone, il dio degli Inferi…

In conclusione, vorrei però ricordare che gli “inferi” non sono affatto quell’abisso di oscura negatività a cui purtroppo una certa cultura ci ha abituato a pensare. Letteralmente significano solo “ciò che è sotto”, dunque ciò che è nascosto e comunque invisibile perché sotterraneo o semplicemente interiore. Il regno di Plutone ospita ricchezze, non demoni: l’oro, l’argento, le pietre preziose, lo stesso petrolio sono appunto custoditi nelle profondità della terra ed è per farci scoprire analoghe ricchezze nascoste che, astrologicamente, Plutone “scava” anche dentro di noi. Perché anche noi siamo abissi; anche noi siamo scrigni.
Non sempre si tratta di un processo indolore, anzi è spesso lungo e doloroso. Ma la colpa non è di Plutone. Così come non è colpa di Giove se la sua legge deve esprimersi attraverso un giudizio inevitabilmente palese e a volte persino palesato all’esterno: se i nostri atti o pensieri fossero sempre collegati alla coscienza, non avremmo alcun bisogno di penetrare fin nelle nostre viscere per trovare o ritrovare i nostri valori; se fossimo persone sempre oneste e trasparenti non dovremmo essere smascherate dalla vita. Anche perché la vita è, invece, sempre dalla nostra parte, come i pianeti.
Giove e Plutone così uniti, dall’Alto dell’Olimpo e dal Basso dell’Ade, lavoreranno con mezzi diversi ma per il comune fine di intercettare la verità della nostra essenza umana e terrestre, all’esterno e all’interno, in un rigenerante processo di verifica (verum facere) che va al di là del “bene” o del “male” che il nostro limitato e contingente giudizio può esprimere. Ma tutti, in qualche misura, saremo incoraggiati, stimolati o persino costretti a confrontarci con il nostro, personale, potere. Potere di trasformarci, potere di divenire e quindi di essere: più forti, più maturi e più veri. Giove e Plutone sono isolati nella loro congiunzione, come giudici a diversa competenza ma reggenti un medesimo tribunale, quindi non c’è ostacolo o appoggio planetario che tenga: dipenderà da noi – singoli, società, umanità – essere all’altezza di questa prova.



 

 
 
 
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