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    GLI ARTICOLI DI ERIDANOSCHOOL
- Astrologia e dintorni

LE API E L'ALLARMANTE COLONY COLLAPSE DISORDER
     a cura di Patrik Costamagna
 
Le api e l'allarmante colony collapse disorder

Le api sono considerate fondamentali ed indispensabili per la catena biologica sul nostro pianeta soprattutto in relazione al ruolo, anche se inconsapevole, di impollinatrici. Proprio per questo la loro scomparsa rappresenterebbe addirittura un serio rischio per la sopravvivenza dell’essere umano, tanto che alcuni anni fa, quando esplose in modo drammatico la continua strage di api conosciuta come CCD (Colony Collapse Disorder), il mondo intero si allarmò e si adoperò per ricercarne le cause e per trovare validi rimedi. Il problema divenne preoccupante negli Stati Uniti nel 2006, poi continuò nella sua gravità nel 2007 e nel 2008, anni nei quali si verificò anche in Europa e in cui ci fu una vera e propria decimazione negli alveari, in alcuni casi con perdite che superavano oltre la metà della loro popolazione. Per sottolineare la criticità della situazione venne continuamente riportata una frase che avrebbe pronunciato Albert Einstein: “se l’ape scomparisse dalla superficie del pianeta, allora agli uomini rimarrebbero solamente quattro anni di vita. Non più api, non più impollinazione, non più piante, non più animali, non più uomo”. Fortunatamente negli ultimi due anni l’allarme è rientrato, perchè questa deleteria morìa sembra essersi ormai arrestata.

Sull’argomento torneremo comunque più avanti; prima passiamo a dare uno sguardo alle simbologie del nostro utilissimo insetto tentandone una collocazione nella ruota zodiacale. Astrologicamente, a mio avviso, presenta molte caratteristiche legate alla sesta lettera del linguaggio zodiacale ovvero alla Vergine-6^casa. Vediamo il perché...

L’ape è un insetto estremamente intelligente, viene definito un insetto sociale poiché vive in una assoluta interdipendenza funzionale con la comunità in cui è inserita: l’alveare. Questi è considerato alla stregua di un organismo dove ogni membro, nello svolgere diligentemente i propri compiti, porta il suo contributo per il buon funzionamento della comunità, tanto che possiamo parlare di cellula-ape inserita nell’organismo-alveare. Virgilio nel libro IV delle Georgiche le prende addirittura come modello ideale della società umana per la perfezione del loro ordine e della loro organizzazione. Tutto ciò non può che realizzarsi grazie ad un eccellente sistema di comunicazione e ad un rapido scambio delle informazioni, assicurati principalmente dall’ape regina, con il rilascio di vari tipi di feromoni, e da un altro particolare modo di comunicare che viene chiamato “danza” (richiamando il segno opposto dei Pesci), anche se in realtà sarebbe forse più preciso parlare di messaggi trasmessi tramite movimenti codificati (Mercurio-Y). Questa danza è infatti usata soprattutto per darsi a vicenda indicazioni sulla presenza di cibo, la sua distanza e le coordinate aeree per poterlo raggiungere.

L’alveare contiene i favi, ognuno dei quali è formato da celle che servono per immagazzinare il miele nonchè per permettere alle minuscole larve di crescere. Le celle come ben sappiamo sono di forma esagonale, una forma che corrisponde alla migliore razionalizzazione e occupazione possibile dello spazio disponibile, oltre che all’utilizzo della minore quantità di cera, il loro materiale costruttivo. L’esagono richiama ovviamente il numero 6 (Vergine-sesto segno), guardacaso considerato un numero perfetto sia in matematica, perché corrisponde alla somma dei suoi numeri divisori (1, 2 e 3), sia tradizionalmente un po’ da sempre poiché rappresenta i giorni della creazione biblica, o semplicemente perché, come scrive S.Agostino ne La Città di Dio, “sei è il numero perfetto di per sé, e non perché Dio ha creato il mondo in sei giorni; piuttosto è vero il contrario. Dio ha creato il mondo in sei giorni perché questo numero è perfetto, e rimarrebbe perfetto anche se l’opera dei sei giorni non fosse esistita”.

Vediamo ora brevemente come è formata ogni colonia. Abbiamo l’ape regina il cui nome non deve però trarre in inganno, visto che non stiamo parlando del Leone… non è sicuramente un sovrano servito e riverito che può permettersi di impartire ordini ai suoi sudditi. Anzi, lavora come tutte le altre api se non addirittura di più. In definitiva può essere considerata soltanto più grande, perché viene nutrita esclusivamente con pappa reale fin dalla nascita in funzione della specifica incombenza a cui dovrà dedicarsi incessantemente: deporre le uova, fino ad alcune migliaia al giorno. Vi sono un centinaio di fuchi, di sesso maschile e utili soltanto per fecondare la regina, mentre la stragrande maggioranza dei residenti dell’alveare è rappresentata dalle api definite “operaie” che sono alcune decine di migliaia.

Le api operaie sono delle infaticabili lavoratrici e presentano durante la vita una grande capacità di adattamento. Cambiano infatti spesso occupazione a seconda dell’età. Appena nate si dedicano per prima cosa alle pulizie, dimostrando immediatamente le loro qualità verginee. Incominciano da se stesse e dopo passano subito alla celle che le hanno fin lì ospitate. Se a questo aggiungiamo il fatto che è una mansione a cui si dedicheranno anche quando saranno più “grandicelle” si può comprendere perché l’alveare risulti essere lindo e sempre in ordine. Come se ciò non bastasse disinfettano per bene tutti gli ambienti tramite la famosa propoli, che viene altresì usata per racchiudere in modo ermeticamente sigillato tutti i rifiuti che non riescono ad essere portati all’esterno dell’arnia o ad essere eliminati in qualche altro modo. Le loro occupazioni, naturalmente al servizio della piccola comunità, passano poi dal nutrire le minuscole larve o le api più anziane all’adoperarsi per la costruzione o la riparazione dell’alveare tramite la cera auto-prodotta, dall’immagazzinare il nettare ed il miele, fino alla difesa dell’arnia. Infine all’apice della carriera sono promosse a bottinatrici e si possono prodigare nell’occupazione più famosa: la raccolta del polline.

La loro vita procede così in movimento nel percorre le vie aeree verso i campi ed i prati. Eccole passare la giornata spostandosi “di fiore in fiore”. Evitiamo però fraintendimenti, visto che questa frase è usata spesso e volentieri nel descrivere un comportamento tipico del segno dei Gemelli. Qui non si intende certo il vagare mercuriale-gemellino spensierato, superficiale, giocoso e leggero… in questo caso è un “vagare” di stampo mercuriale-vergineo che le vede attente e responsabili, consce del dovere da compiere e del compito da portare a termine. Si aggirano tra i prati lavorando con metodo e minuziosità, pazienza, costanza e dedizione, riuscendo a far visita addirittura a migliaia di fiori al giorno. Si caricano ogni volta il più possibile del polline che riescono a raccogliere dimostrando anche tutta la loro efficienza. La mole di lavoro è tale che, a causa di codesta attività faticosa ed usurante, le api che nascono nel periodo di massima raccolta hanno perfino una vita più breve di quelle che vengono alla luce in autunno, da poche settimane le prime fino ad alcuni mesi le seconde. Insomma possono essere considerate a giusto titolo delle vere e proprie martiri del lavoro !

Tramite questa intensa occupazione diventano così un particolare “mezzo di trasporto” per il polline fornendo un inestimabile e preziosissimo servizio a piante, specie vegetali e forestali (vergine in trigono al toro): favorire l’impollinazione, grazie alla quale si rende possibile la fecondazione. Ne garantiscono poi un elevato grado di successo non solo perché il rituale quotidiano nell’esercizio della mansione è uguale ed abitudinario, ma soprattutto perché il nostro insetto sfruttando le sue qualità discriminatorie si posa ripetutamente tutto il giorno sempre e solo sugli stessi tipi di fiore. Da qui deriva la possibilità per gli apicoltori di poter produrre le tipiche varietà di miele a seconda della vicinanza dell’arnia a specifiche varietà di fiori.

Per tutto quello che abbiamo visto fino ad ora le principali qualità che vengono ad esse universalmente riconosciute sono l’operosità e la laboriosità, tanto che sono diventate simbolo proprio del lavoro instancabile. Qualità decantate sempre da Virgilio nelle Georgiche o riconosciute ad esempio agli abitanti dei Comuni che presentano la raffigurazione di un ape operaia sui loro stemmi. Vale la pena ricordare altresì la famosa favola “Pinocchio” di Collodi dove ad un certo punto della storia il famoso burattino si ritrova su di un isola dove è situato un piccolo paesino piuttosto singolare chiamato “il paese delle Api industriose” le cui “strade formicolavano di persone che correvano qua e là per le proprie faccende: tutti lavoravano, tutti avevano qualche cosa da fare. Non si trovava un ozioso nemmeno a cercarlo col lumicino” (capitolo XXIV).

In passato anche purezza e castità erano associate ai nostri insetti perchè si pensava che si riproducessero per bugonia (ovvero per generazione spontanea dalle carcasse dei bovini) e che fossero così esenti da qualsiasi contatto sessuale. Le api operaie comunque sono sterili e, pur se allora non si sapeva, la regina viene fecondata una sola volta nella vita durante il volo nuziale. Interessante, nell’ottica della trasparenza verginea di Marte, che le antenate delle api fossero insetti predatori, probabilmente molto più aggressive e che conducessero una vita solitaria e raminga. Nel corso della loro evoluzione hanno perso questi tratti e hanno imparato ad aggregarsi e a dividersi i compiti. L’apparato boccale si è specializzato per succhiare e leccare il nettare dei fiori, risultando incapace di tagliare o mordere parti degli stessi o la frutta, come fanno invece vespe e calabroni. Non sono mai le prime ad aggredire ed il pungiglione di cui sono dotate viene usato solo per difesa. A volte come “extrema ratio”, anche perché a causa della sua forma può rimanere impigliato nei tessuti della vittima e l’ape muore, poiché insieme ad esso rimangono conficcate parte delle viscere, o meglio… dell’intestino !

I loro prodotti principali, che come tutti sappiamo sono cera, miele, propoli e pappa reale ci riportano a simbologie e concetti verginei. La cera veniva utilizzata nell’antichità per la preparazione delle tabulae, usate per la scrittura; oppure veniva impiegata, come avviene ancora adesso, per la costruzione delle candele che servivano tra l’altro per misurare lo scorrere del tempo. La cera è poi molto usata nell’industria cosmetica, per la preparazione di prodotti per la cura del corpo e in particolare per la protezione delle mani, e nell’industria farmaceutica, come lo è la propoli, quest’ultima utilizzata in medicina per le sue apprezzate qualità, tra le quali spiccano quelle antibatteriche e antisettiche. Infine è curioso che quando una persona sembra non stare molto in salute le si dica che ha una brutta… “cera”. Il miele lo possiamo raccogliere grazie all’istinto previdente dell’insetto di accumulare la sostanza ed immagazzinarla nell’alveare servendosi di tutto lo spazio a sua disposizione. Una provvista che risulterà indispensabile per passare l’inverno. Se ne faceva uso come disinfettante, per la conservazione di alcuni cibi e in casi specifici per il suo color aureo dagli orafi. Il miele richiama anche il segno opposto in quanto è stato il primo dolcificante (Venere) conosciuto dall’uomo e come la pappa reale ha un grande valore nutritivo (Giove). Curioso che nella mitologia greca Zeus stesso venne alimentato da piccolo proprio da esse con questi prodotti. Comunque in molte tradizioni spirituali l’ape ha sempre un particolare rapporto con il divino (Nettuno). Ad esempio in Egitto le lacrime di Ra si trasformano in api mentre in India Visnù e Krishna vengono spesso raffigurati da un fiore di loto con l’insetto posato sopra. Nel cristianesimo sono diventate a volte simbolo della Vergine Maria a volte dello Spirito Santo, mentre secondo il solito Virgilio possiedono “una parte della mente divina”.

Dopo aver elencato le ragioni per l’associazione alla sesta lettera zodiacale torniamo ora all’allarmante Colony Collapse Disorder. Intanto possiamo affermare che la parola dis-order sia un termine piuttosto azzeccato e significativo per indicare la gravità della situazione, specie per una Vergine… Nel CCD non si presentano epidemie evidenti da parassiti o virus; uno degli “strani” effetti di questa sindrome è quello per cui la maggior parte dei decessi avviene lontano dalle arnie, come se le api diventassero così confuse e così disorientate da non riuscire più a ritrovare la strada del ritorno al loro alveare, girovagando fino a morire distanti da esso. Per quanto riguarda le cause si è parlato veramente di tutto, dagli ogm ad una dieta monotona che ne avrebbe causato un progressivo indebolimento, ma le più accreditate sembrano essere l’inquinamento (Plutone) e l’uso dei pesticidi (ancora Plutone), in particolare i neonicotinoidi. Si è anche ipotizzato quantomeno un disturbo da parte delle varie onde elettromagnetiche emesse dai cellulari e dalle altre apparecchiature frutto della tecnologia umana (Urano).

Astrologicamente è interessante notare che in questi ultimi anni Urano transitava in aspetto di opposizione dai Pesci e soprattutto Plutone, molto indicativo dal mio punto di vista, stava concludendo il suo passaggio nel Sagittario in aspetto di quadrato alla Vergine. Transito quest’ultimo che ci può suggerire l’eccessiva espansione (Giove) nonché l’uso indiscriminato (Nettuno) dei pesticidi plutoniani in agricoltura (esaltazione di X-Gea) e nel caso specifico dei neonicotinoidi, che hanno visto una sempre più rapida e maggiore utilizzazione in corrispondenza del lungo soggiorno di Plutone in Sagittario. I neonicotinoidi sono stati chiamati in causa dopo aver studiato la loro modalità di azione sulle api. Questi vanno tra l’altro ad agire proprio sulle simbologie dell’accoppiata verginea Mercurio-Y: influiscono infatti a livello delle sinapsi tra neuroni (Mercurio) influenzando così negativamente la trasmissione degli impulsi nervosi e le potenzialità comunicative (sempre Mercurio), e provocando l’incapacità di riconoscere punti di riferimento (Y) fino a perdere di conseguenza l’orientamento (ancora Y).

Nel 2009 con il definitivo ingresso di Plutone in Capricorno (in trigono alla Vergine e al Toro) la situazione è sembrata tornare alla normalità, e anche quest’anno il CCD sembra essere un lontano ricordo. Gli esperti e gli apicoltori hanno tirato un bel sospiro di sollievo, pur rimanendo sempre attenti nel monitoraggio della situazione. C’è da notare che l’uso di neonicotinoidi da due anni è stato messo al bando, mentre è stato regolamentato quello di altri pesticidi. Ad esempio proprio nel Gennaio del 2009 con Plutone-pesticidi nel primo grado del Capricorno-austerità-rigore-restrizione il Parlamento Europeo ha stabilito con una direttiva che l’uso di pesticidi in agricoltura dovesse essere ridotto al minimo indispensabile, fissando severe norme e condizioni per il loro utilizzo, addirittura interdetto o ristretto in aree particolari. Non solo, ma nel testo è stato anche fatto uno specifico riferimento al divieto assoluto di impiegare pesticidi o sostanze ritenute pericolose per le api.

Comunque al di là degli scenari apocalittici paventati indubbiamente la qualità e le condizioni di vita delle api sono da seguire con molta attenzione, perché come abbiamo visto il nostro destino sembra strettamente correlato a quello di questi piccoli insetti, e soprattutto perché, tanto per concludere in tema, rappresentano un valido termometro per misurare lo stato di salute del nostro pianeta.




BIBLIOGRAFIA

S.Coyaud – La scomparsa delle api
L.Benedetti e L.Pieralli – Api e Apicoltura
S.Valleri – Il grande libro dell’alveare
Virgilio – Georgiche




Le api sono considerate fondamentali ed indispensabili per la catena biologica sul nostro pianeta soprattutto in relazione al ruolo, anche se inconsapevole, di impollinatrici. Proprio per questo la loro scomparsa rappresenterebbe addirittura un serio rischio per la sopravvivenza dell’essere umano, tanto che alcuni anni fa, quando esplose in modo drammatico la continua strage di api conosciuta come CCD (Colony Collapse Disorder), il mondo intero si allarmò e si adoperò per ricercarne le cause e per trovare validi rimedi. Il problema divenne preoccupante negli Stati Uniti nel 2006, poi continuò nella sua gravità nel 2007 e nel 2008, anni nei quali si verificò anche in Europa e in cui ci fu una vera e propria decimazione negli alveari, in alcuni casi con perdite che superavano oltre la metà della loro popolazione. Per sottolineare la criticità della situazione venne continuamente riportata una frase che avrebbe pronunciato Albert Einstein: “se l’ape scomparisse dalla superficie del pianeta, allora agli uomini rimarrebbero solamente quattro anni di vita. Non più api, non più impollinazione, non più piante, non più animali, non più uomo”. Fortunatamente negli ultimi due anni l’allarme è rientrato, perchè questa deleteria morìa sembra essersi ormai arrestata.

Sull’argomento torneremo comunque più avanti; prima passiamo a dare uno sguardo alle simbologie del nostro utilissimo insetto tentandone una collocazione nella ruota zodiacale. Astrologicamente, a mio avviso, presenta molte caratteristiche legate alla sesta lettera del linguaggio zodiacale ovvero alla Vergine-6^casa. Vediamo il perché...

L’ape è un insetto estremamente intelligente, viene definito un insetto sociale poiché vive in una assoluta interdipendenza funzionale con la comunità in cui è inserita: l’alveare. Questi è considerato alla stregua di un organismo dove ogni membro, nello svolgere diligentemente i propri compiti, porta il suo contributo per il buon funzionamento della comunità, tanto che possiamo parlare di cellula-ape inserita nell’organismo-alveare. Virgilio nel libro IV delle Georgiche le prende addirittura come modello ideale della società umana per la perfezione del loro ordine e della loro organizzazione. Tutto ciò non può che realizzarsi grazie ad un eccellente sistema di comunicazione e ad un rapido scambio delle informazioni, assicurati principalmente dall’ape regina, con il rilascio di vari tipi di feromoni, e da un altro particolare modo di comunicare che viene chiamato “danza” (richiamando il segno opposto dei Pesci), anche se in realtà sarebbe forse più preciso parlare di messaggi trasmessi tramite movimenti codificati (Mercurio-Y). Questa danza è infatti usata soprattutto per darsi a vicenda indicazioni sulla presenza di cibo, la sua distanza e le coordinate aeree per poterlo raggiungere.

L’alveare contiene i favi, ognuno dei quali è formato da celle che servono per immagazzinare il miele nonchè per permettere alle minuscole larve di crescere. Le celle come ben sappiamo sono di forma esagonale, una forma che corrisponde alla migliore razionalizzazione e occupazione possibile dello spazio disponibile, oltre che all’utilizzo della minore quantità di cera, il loro materiale costruttivo. L’esagono richiama ovviamente il numero 6 (Vergine-sesto segno), guardacaso considerato un numero perfetto sia in matematica, perché corrisponde alla somma dei suoi numeri divisori (1, 2 e 3), sia tradizionalmente un po’ da sempre poiché rappresenta i giorni della creazione biblica, o semplicemente perché, come scrive S.Agostino ne La Città di Dio, “sei è il numero perfetto di per sé, e non perché Dio ha creato il mondo in sei giorni; piuttosto è vero il contrario. Dio ha creato il mondo in sei giorni perché questo numero è perfetto, e rimarrebbe perfetto anche se l’opera dei sei giorni non fosse esistita”.

Vediamo ora brevemente come è formata ogni colonia. Abbiamo l’ape regina il cui nome non deve però trarre in inganno, visto che non stiamo parlando del Leone… non è sicuramente un sovrano servito e riverito che può permettersi di impartire ordini ai suoi sudditi. Anzi, lavora come tutte le altre api se non addirittura di più. In definitiva può essere considerata soltanto più grande, perché viene nutrita esclusivamente con pappa reale fin dalla nascita in funzione della specifica incombenza a cui dovrà dedicarsi incessantemente: deporre le uova, fino ad alcune migliaia al giorno. Vi sono un centinaio di fuchi, di sesso maschile e utili soltanto per fecondare la regina, mentre la stragrande maggioranza dei residenti dell’alveare è rappresentata dalle api definite “operaie” che sono alcune decine di migliaia.

Le api operaie sono delle infaticabili lavoratrici e presentano durante la vita una grande capacità di adattamento. Cambiano infatti spesso occupazione a seconda dell’età. Appena nate si dedicano per prima cosa alle pulizie, dimostrando immediatamente le loro qualità verginee. Incominciano da se stesse e dopo passano subito alla celle che le hanno fin lì ospitate. Se a questo aggiungiamo il fatto che è una mansione a cui si dedicheranno anche quando saranno più “grandicelle” si può comprendere perché l’alveare risulti essere lindo e sempre in ordine. Come se ciò non bastasse disinfettano per bene tutti gli ambienti tramite la famosa propoli, che viene altresì usata per racchiudere in modo ermeticamente sigillato tutti i rifiuti che non riescono ad essere portati all’esterno dell’arnia o ad essere eliminati in qualche altro modo. Le loro occupazioni, naturalmente al servizio della piccola comunità, passano poi dal nutrire le minuscole larve o le api più anziane all’adoperarsi per la costruzione o la riparazione dell’alveare tramite la cera auto-prodotta, dall’immagazzinare il nettare ed il miele, fino alla difesa dell’arnia. Infine all’apice della carriera sono promosse a bottinatrici e si possono prodigare nell’occupazione più famosa: la raccolta del polline.

La loro vita procede così in movimento nel percorre le vie aeree verso i campi ed i prati. Eccole passare la giornata spostandosi “di fiore in fiore”. Evitiamo però fraintendimenti, visto che questa frase è usata spesso e volentieri nel descrivere un comportamento tipico del segno dei Gemelli. Qui non si intende certo il vagare mercuriale-gemellino spensierato, superficiale, giocoso e leggero… in questo caso è un “vagare” di stampo mercuriale-vergineo che le vede attente e responsabili, consce del dovere da compiere e del compito da portare a termine. Si aggirano tra i prati lavorando con metodo e minuziosità, pazienza, costanza e dedizione, riuscendo a far visita addirittura a migliaia di fiori al giorno. Si caricano ogni volta il più possibile del polline che riescono a raccogliere dimostrando anche tutta la loro efficienza. La mole di lavoro è tale che, a causa di codesta attività faticosa ed usurante, le api che nascono nel periodo di massima raccolta hanno perfino una vita più breve di quelle che vengono alla luce in autunno, da poche settimane le prime fino ad alcuni mesi le seconde. Insomma possono essere considerate a giusto titolo delle vere e proprie martiri del lavoro !

Tramite questa intensa occupazione diventano così un particolare “mezzo di trasporto” per il polline fornendo un inestimabile e preziosissimo servizio a piante, specie vegetali e forestali (vergine in trigono al toro): favorire l’impollinazione, grazie alla quale si rende possibile la fecondazione. Ne garantiscono poi un elevato grado di successo non solo perché il rituale quotidiano nell’esercizio della mansione è uguale ed abitudinario, ma soprattutto perché il nostro insetto sfruttando le sue qualità discriminatorie si posa ripetutamente tutto il giorno sempre e solo sugli stessi tipi di fiore. Da qui deriva la possibilità per gli apicoltori di poter produrre le tipiche varietà di miele a seconda della vicinanza dell’arnia a specifiche varietà di fiori.

Per tutto quello che abbiamo visto fino ad ora le principali qualità che vengono ad esse universalmente riconosciute sono l’operosità e la laboriosità, tanto che sono diventate simbolo proprio del lavoro instancabile. Qualità decantate sempre da Virgilio nelle Georgiche o riconosciute ad esempio agli abitanti dei Comuni che presentano la raffigurazione di un ape operaia sui loro stemmi. Vale la pena ricordare altresì la famosa favola “Pinocchio” di Collodi dove ad un certo punto della storia il famoso burattino si ritrova su di un isola dove è situato un piccolo paesino piuttosto singolare chiamato “il paese delle Api industriose” le cui “strade formicolavano di persone che correvano qua e là per le proprie faccende: tutti lavoravano, tutti avevano qualche cosa da fare. Non si trovava un ozioso nemmeno a cercarlo col lumicino” (capitolo XXIV).

In passato anche purezza e castità erano associate ai nostri insetti perchè si pensava che si riproducessero per bugonia (ovvero per generazione spontanea dalle carcasse dei bovini) e che fossero così esenti da qualsiasi contatto sessuale. Le api operaie comunque sono sterili e, pur se allora non si sapeva, la regina viene fecondata una sola volta nella vita durante il volo nuziale. Interessante, nell’ottica della trasparenza verginea di Marte, che le antenate delle api fossero insetti predatori, probabilmente molto più aggressive e che conducessero una vita solitaria e raminga. Nel corso della loro evoluzione hanno perso questi tratti e hanno imparato ad aggregarsi e a dividersi i compiti. L’apparato boccale si è specializzato per succhiare e leccare il nettare dei fiori, risultando incapace di tagliare o mordere parti degli stessi o la frutta, come fanno invece vespe e calabroni. Non sono mai le prime ad aggredire ed il pungiglione di cui sono dotate viene usato solo per difesa. A volte come “extrema ratio”, anche perché a causa della sua forma può rimanere impigliato nei tessuti della vittima e l’ape muore, poiché insieme ad esso rimangono conficcate parte delle viscere, o meglio… dell’intestino !

I loro prodotti principali, che come tutti sappiamo sono cera, miele, propoli e pappa reale ci riportano a simbologie e concetti verginei. La cera veniva utilizzata nell’antichità per la preparazione delle tabulae, usate per la scrittura; oppure veniva impiegata, come avviene ancora adesso, per la costruzione delle candele che servivano tra l’altro per misurare lo scorrere del tempo. La cera è poi molto usata nell’industria cosmetica, per la preparazione di prodotti per la cura del corpo e in particolare per la protezione delle mani, e nell’industria farmaceutica, come lo è la propoli, quest’ultima utilizzata in medicina per le sue apprezzate qualità, tra le quali spiccano quelle antibatteriche e antisettiche. Infine è curioso che quando una persona sembra non stare molto in salute le si dica che ha una brutta… “cera”. Il miele lo possiamo raccogliere grazie all’istinto previdente dell’insetto di accumulare la sostanza ed immagazzinarla nell’alveare servendosi di tutto lo spazio a sua disposizione. Una provvista che risulterà indispensabile per passare l’inverno. Se ne faceva uso come disinfettante, per la conservazione di alcuni cibi e in casi specifici per il suo color aureo dagli orafi. Il miele richiama anche il segno opposto in quanto è stato il primo dolcificante (Venere) conosciuto dall’uomo e come la pappa reale ha un grande valore nutritivo (Giove). Curioso che nella mitologia greca Zeus stesso venne alimentato da piccolo proprio da esse con questi prodotti. Comunque in molte tradizioni spirituali l’ape ha sempre un particolare rapporto con il divino (Nettuno). Ad esempio in Egitto le lacrime di Ra si trasformano in api mentre in India Visnù e Krishna vengono spesso raffigurati da un fiore di loto con l’insetto posato sopra. Nel cristianesimo sono diventate a volte simbolo della Vergine Maria a volte dello Spirito Santo, mentre secondo il solito Virgilio possiedono “una parte della mente divina”.

Dopo aver elencato le ragioni per l’associazione alla sesta lettera zodiacale torniamo ora all’allarmante Colony Collapse Disorder. Intanto possiamo affermare che la parola dis-order sia un termine piuttosto azzeccato e significativo per indicare la gravità della situazione, specie per una Vergine… Nel CCD non si presentano epidemie evidenti da parassiti o virus; uno degli “strani” effetti di questa sindrome è quello per cui la maggior parte dei decessi avviene lontano dalle arnie, come se le api diventassero così confuse e così disorientate da non riuscire più a ritrovare la strada del ritorno al loro alveare, girovagando fino a morire distanti da esso. Per quanto riguarda le cause si è parlato veramente di tutto, dagli ogm ad una dieta monotona che ne avrebbe causato un progressivo indebolimento, ma le più accreditate sembrano essere l’inquinamento (Plutone) e l’uso dei pesticidi (ancora Plutone), in particolare i neonicotinoidi. Si è anche ipotizzato quantomeno un disturbo da parte delle varie onde elettromagnetiche emesse dai cellulari e dalle altre apparecchiature frutto della tecnologia umana (Urano).

Astrologicamente è interessante notare che in questi ultimi anni Urano transitava in aspetto di opposizione dai Pesci e soprattutto Plutone, molto indicativo dal mio punto di vista, stava concludendo il suo passaggio nel Sagittario in aspetto di quadrato alla Vergine. Transito quest’ultimo che ci può suggerire l’eccessiva espansione (Giove) nonché l’uso indiscriminato (Nettuno) dei pesticidi plutoniani in agricoltura (esaltazione di X-Gea) e nel caso specifico dei neonicotinoidi, che hanno visto una sempre più rapida e maggiore utilizzazione in corrispondenza del lungo soggiorno di Plutone in Sagittario. I neonicotinoidi sono stati chiamati in causa dopo aver studiato la loro modalità di azione sulle api. Questi vanno tra l’altro ad agire proprio sulle simbologie dell’accoppiata verginea Mercurio-Y: influiscono infatti a livello delle sinapsi tra neuroni (Mercurio) influenzando così negativamente la trasmissione degli impulsi nervosi e le potenzialità comunicative (sempre Mercurio), e provocando l’incapacità di riconoscere punti di riferimento (Y) fino a perdere di conseguenza l’orientamento (ancora Y).

Nel 2009 con il definitivo ingresso di Plutone in Capricorno (in trigono alla Vergine e al Toro) la situazione è sembrata tornare alla normalità, e anche quest’anno il CCD sembra essere un lontano ricordo. Gli esperti e gli apicoltori hanno tirato un bel sospiro di sollievo, pur rimanendo sempre attenti nel monitoraggio della situazione. C’è da notare che l’uso di neonicotinoidi da due anni è stato messo al bando, mentre è stato regolamentato quello di altri pesticidi. Ad esempio proprio nel Gennaio del 2009 con Plutone-pesticidi nel primo grado del Capricorno-austerità-rigore-restrizione il Parlamento Europeo ha stabilito con una direttiva che l’uso di pesticidi in agricoltura dovesse essere ridotto al minimo indispensabile, fissando severe norme e condizioni per il loro utilizzo, addirittura interdetto o ristretto in aree particolari. Non solo, ma nel testo è stato anche fatto uno specifico riferimento al divieto assoluto di impiegare pesticidi o sostanze ritenute pericolose per le api.

Comunque al di là degli scenari apocalittici paventati indubbiamente la qualità e le condizioni di vita delle api sono da seguire con molta attenzione, perché come abbiamo visto il nostro destino sembra strettamente correlato a quello di questi piccoli insetti, e soprattutto perché, tanto per concludere in tema, rappresentano un valido termometro per misurare lo stato di salute del nostro pianeta.




BIBLIOGRAFIA

S.Coyaud – La scomparsa delle api
L.Benedetti e L.Pieralli – Api e Apicoltura
S.Valleri – Il grande libro dell’alveare
Virgilio – Georgiche
 

 
 
 
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