giovedì 18 aprile 2024
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- Astrologia e dintorni

THE FALL TO PARADISE
     a cura di Simona Rossini
 
The Fall to Paradise

Ciao a tutti, mi chiamo Esmeralda Amaranta Azzurra Chiara, ho 20 anni, e quest'anno è stato l'anno della mia morte e della mia rinascita.
Ora sono stanca, i miei sogni mi tormentano e non riesco né a lavorare né a trovare pace.
Questa estate mi sono innamorata come mai prima e ora non riesco più a dimenticare.
Era tutto bellissimo; beh dunque, non proprio tutto. Mia mamma era depressa, io non riuscivo a trovare me stessa e odiavo il mio lavoro.
Mio zio, siccome mia nonna era disperata perchè non ero la nipote che avrebbe voluto, mi aveva trovato un posto come contabile. Ma non sapevo cosa volevo fare, né chi volevo essere.
Non avevo amici, tuttavia volevo uscire, trovare un ragazzo, avere amiche con cui spettegolare e fare dei pigiama party, e magari con cui mangiare un gelato dopo aver riso e pianto per Bridget Jones, andare in discoteca... fare tante cose normali che fanno le ragazze che vedo nei film, i quali sono la mia unica compagnia.
Mia mamma era stanca di vedermi triste, si dispiaceva di vedermi tutte le sere in casa a piangere, e avrebbe voluto che trovassi un ambiente in cui potessi trovarmi a mio agio.
Una sua collega le aveva parlato di un centro spirituale, così andò a parlare con la Maestra del centro, dopodiché iniziai prima le sedute, poi le riunioni serali, infine anche un corso di yoga.
Ed è lì che l'ho conosciuto. Era molto più grande di me, si era presentato come Maestro, parlava con le donne che frequentavano il centro riuscendo a capire a una prima occhiata quali problemi avessero e aiutava a risolverli, oppure riusciva ad avere visioni di chi fossero queste persone in una vita precedente.
Io lo evitavo, lo trovavo arrogante, mi sembrava che volesse aiutare gli altri per potere personale e per avere riconoscenza, non per il desiderio umanitario di aiutare e basta.
Da un altro lato però ero molto bambina, e non riuscivo ad adattarmi all'idea di dover fare un percorso spirituale, volevo delle risposte e subito. Chi sono? Da dove vengo? Come mai faccio certi sogni? Come mai ho avuto esperienze extracorporee? Come mai sento tutta questa inquietudine?
Andai a porgli queste domande, ma mi disse che non poteva leggermi, di aspettare se mai gli fossero arrivate delle informazioni.
Da quel momento però cominciò da parte sua una corte spietata, all'inizio sottile, poi palese.
Non starò qui a dilungarmi, ma ricordo la prima volta che andammo al cinema, la sera in cui davanti una squisita cena di sushi, con la candela che si rifletteva nel bicchiere, mi disse che avevo legami con una vita passata in cui ero stata una donna il cui potere derivava dalla sua cintura, forte come un uomo, a cui però venne fatto un crudele incantesimo.
Ricordo il caldo, la luna che splendeva, la via di casa deserta, noi fermi in macchina, lui che mi prese la mano sinistra con la destra per dirmi che mi avrebbe donato nuove conoscenze; ricordo la paura che avevo nell'addentrarmi in questa storia, tuttavia mi sembrava di conoscerlo già da tantissimo tempo.
Ricordo quando un giorno sono scappata dal lavoro, perchè lui mi mancava e non riuscivo più a respirare, ma lui non rispondeva al telefono e non sapevo come tornare a casa, per fortuna uno sconosciuto mi ha dato un passaggio (sono stata davvero fortunata che non fosse un malintenzionato).
Ricordo quando mia mamma continuava a dirmi che la vita fa schifo, e io, già piena di angoscia, non riuscendo a sopportare il peso di questa cosa, sono scappata a casa sua e sono andata via un week end con lui, facendola preoccupare tantissimo perchè le ho detto dov'ero solo dopo 27 chiamate perse. Una canzone adatta a quei momenti in cui ero sola col mio amore, in cui mi sembrava tutto dolce e zuccherato, in cui mi sentivo una principessa sarebbe stata “when I'm with you it's paradise....”.
Lo amavo, ma per qualche motivo non riuscivo mai a stare veramente tranquilla. Se a questo aggiungo i problemi che avevamo già a casa, creo una miscela esplosiva. Un'inquietudine davvero devastante.
Un giorno in cui ebbi un attacco di panico più intenso del solito, corsi al centro per parlare con la Maestra. La villa in cui si tengono i corsi era sempre aperta. Sono entrata ma non trovavo nessuno, poi ho sentito dei rumori provenire dallo stanzino dello yoga, e non sospettando niente, ho aperto la porta e li ho visti appartati. Non ci potevo credere.
Lui si è precipitato verso di me gridando, ma io avevo già acceso la macchina. Ha cominciato a bussare al finestrino, era tutto rosso in faccia, urlava ma non volevo sentire. Poi si è messo sul cofano, a nulla serviva dirgli di spostarsi o fare finta di avanzare. Sono scesa e gli ho mollato una sberla.
Nel tempo che è rimasto inebetito, sono riuscita a partire.
Da allora sono cominciate le minacce, le continue chiamate nel cuore della notte; se spegnevo il telefono le chiamate ricominciavano puntualmente quando lo accendevo. Poi i messaggi in cui intimava che se non gli avessi più risposto avrebbe raccontato a tutti alcuni miei segreti.
Non ho ceduto, quindi un giorno ho visto che aspettava davanti casa mia in macchina ma non mi sono fermata. Ha suonato il campanello una decina di volte, poi ha smesso.
Dopo un po' è venuta a suonare una vicina per avvertirmi che giù c'era uno che faceva il pazzo. Abbiamo parlato per le scale, più che parlare ascoltavo lui che sproloquiava, finché ad un certo punto ho detto:- basta! Non ti sopporto più! Ed è stato lì che ha dato un pugno alla cassetta postale, che è ancora rotta.
Mia mamma non c'era mai a causa del lavoro, non le ho detto nulla, e non so perchè non mi sono rivolta ai carabinieri.
Lei sa solo del tradimento e delle telefonate, anche perchè quelle è difficile non sentirle.
Avevo bisogno di pace... la storia è lunga, comunque nel frattempo, avevo conosciuto un suo vecchio amico, praticavano arti marziali assieme giù nel Salento, la sua terra di origine.
Questo signore si è offerto di fare alloggiare me e mia mamma a casa sua mentre i figli erano andati a lavorare al nord. Aveva promesso di non parlare al mio ex ragazzo, Riccardo, che avrei passato lì le vacanze, e spero ancora oggi di potermi fidare, spero che non sia stato lui a parlare.
Perchè prima della mia partenza mi è arrivato un messaggio di Riccardo che diceva che non mi sarei liberata di lui, che mi avrebbe seguito fino in Salento o avrebbe mandato qualcuno a controllarmi, che se non fossi rimasta assieme a lui, nessun altro mi avrebbe avuto.
Io lo amavo, mi mancava così tanto che non respiravo più, ma non potevo permettere che le cose continuassero in questo modo.
Come dice la canzone “non vivo più senza te anche se, anche se con la vacanza in Salento prendo tempo dentro me.....”
Di nuovo cerco di non dilungarmi, ma in quel paesino sperduto al mare mia mamma ha incontrato un suo amico che ha aperto un nuovo bar vicino a casa nostra, a Torino. Le coincidenze a volte.
Questo è arrivato con una compagnia di amici con le Harley e ha alloggiato in un campeggio.
L'ultima sera della vacanza ha organizzato una festa nella baia sabbiosa circondata dalle rocce; il giorno dopo alle nove del mattino sarebbe partito l'aereo verso casa.
Tutta la via del paesino in discesa che conduce verso la spiaggia era costellata di Harley, e c'era un ragazzo, chiamato Matrix, sdraiato sulla moto, con una radio, che urlava “Hi-Tech Jesus... Hi-Tech Jesus.... era a torso nudo, con la giacca di pelle nera, alla Matrix appunto, che scendeva fino a terra e i pantaloni borchiati, una birra in una mano e una sigaretta nell'altra...
Da lontano si sentiva “nothing else matter” e si vedevano dei fuochi sulla spiaggia che brillavano contro il cielo notturno.
Poi l'amico di mia mamma si era ubriacato e si era tuffato nudo dalla scogliera di 15 metri urlando “sono un dragooooooo!!!!!” ma questa è un'altra storia.
Mia mamma era tornata a casa presto perchè era stanca, io ero andata al bar perchè mi sentivo vuota, tanto per cambiare, e non sapevo cosa fare, tanto il vuoto non sarebbe scomparso.
Ho cominciato a bere, e dopo due mojito ero davvero ubriaca tronca, a me è sempre bastato poco.
Si era seduto un tipo vicino a me, ma rispondevo svogliatamente, cercavo di fare un sorriso forzato e non lo stavo nemmeno ascoltando.
Ed è lì, mentre ero assorta a guardare il mare, che non ho fatto quasi in tempo a rendermi conto della situazione: lui, proprio lui, è arrivato e ha preso il tizio per il collo, lo ha sollevato dalla sedia e lo ha sbattuto contro un palo.
Mi aveva veramente seguito? Non c'era tempo per pensare, sono scappata sulle rocce, poi sulla spiaggia, lui che urlava:- puttanaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!! puttanaaaaaaaaaa!!!!!!! vieni qua, io ti amo!!!!!!!!!!
i fumi dell'alcool non hanno tardato a farsi sentire ed ero già stanca, sono inciampata e sono caduta... mi sono girata e lui ha estratto una pistola e mi ha detto:- BANG!
Ho ripreso a correre, e lui, chissà se aveva bevuto oppure preso qualcosa, si reggeva male in piedi, e con la pistola in mano continuava a urlare:- cazzo ti amoooooo ti amoooooooooooo!!!!
non so come, davvero, poco dopo ero tra le sue braccia, mi accarezzava la testa e mi diceva:- siamo sempre stati assieme e ora torneremo di nuovo assieme per sempre
-oltre la vita, oltre la morte, eravamo insieme
-sfiderò gli inferi per te, e non mi bruceranno, perchè solo tu puoi farmi bruciare di passione
-ora vivremo per sempre la nostra favola...
come facevo a credere a quelle cavolate??!
fatto sta che ci ho creduto come un'oca, perchè dopo poco ricordo solo che lo stavamo facendo sulla spiaggia ma non so dove, lontani dalla festa; poi lui mi ha dato di nuovo da bere, della birra credo...
Mi ha detto che saremmo andati a vivere assieme, che dovevo lasciare perdere mia mamma, che non avrei dovuto lavorare perchè avrebbe pensato lui a me, in cambio dovevo fare la casalinga e preparare da mangiare, che avremmo avuti tanti bambini, che sarebbero stati spiritualmente evoluti.
Mi sono alzata, ho ribattuto che ero ancora molto giovane, che non ero sicura che sarebbe stata quella la vita che avrei voluto per me, che avevo bisogno di tempo per riflettere...
Poi c'è stata una discussione, mi ha risposto che nessun altro mi avrebbe sposato, è andato via intimandomi di non seguirlo, che a questo punto anche lui doveva riflettere...
Poche immagini mi tornano alla mente, forse stavo davvero poco bene, comunque dopo poco mi aggiravo per il bar piangendo e urlando perchè lui non c'era più, e avevo tutti i vestiti bagnati. So che erano le cinque del mattino, non trovavo il cellulare, poi qualcuno mi ha portato a casa (di nuovo sono stata fortunata) e mi parlava del mio telefonino, ma mi girava la testa e non sentivo niente.
Mia mamma dice che era tornata in spiaggia e mi aveva cercato, le avevano detto che ero andata via con qualcuno ma non sapevano dove, lei mi aveva chiamato ma aveva risposto quel ragazzo che poi mi ha portato a casa. Un'ora e mezza dopo mi sono svegliata con la febbre e il mal di testa, ma bisognava tornare a Torino, ho cercato di resistere.
La cosa peggiore è che il telefono non suonava più, io lo fissavo ma niente... lo accendevo e lo spegnevo, pensando fosse rotto. Invece funzionava, solo che Riccardo non chiamava, non scriveva.
Non riuscivo a spiegarmi cosa potessi avere fatto, non capivo perchè dopo che avevo chiesto del tempo per pensare riguardo le sue proposte, si fosse dileguato, e mi maledivo: in fondo non era quello che volevo anche io?
Passarono i giorni, e nulla. Quindici giorni dopo lo vidi a fare la spesa mano nella mano con un'altra ragazza. Compravano cose per bambini.
Non starò qui a scrivere come mi sono sentita, in ogni caso il pomeriggio ho saltato il lavoro e sono andata a casa sua. La macchina c'era, doveva essere in casa. Iniziai a scampanellare ma niente. Stavolta la pazza ero io. Un vicino ha aperto la porta e mi sono infilata nel palazzo, ho cominciato a urlare e a battere i pugni contro la sua porta, finché stropicciandosi gli occhi, è venuto ad aprirmi e con l'espressione più naturale del mondo mi ha detto:- ciao! Cosa mi devi dire di urgente? Stavo dormendo.
Sono rimasta basita qualche secondo per la risposta, poi sono sbottata:- stronzo, sei solo uno stronzo maledetto il giorno che ti ho incontrato..... e tante altre cose che non ricordo...
Ho preso il suo cellulare e l'ho gettato dalla finestra.
(non c'entra con la storia, ma giuro che giorni dopo sono passata davanti il suo appartamento di notte perchè mi mancava, giusto per fare stalking, perchè chi di stalking ferisce di stalking perisce, e giuro che appeso alla porta c'era un foglio scritto a computer con il “regolamento di casa Capogreco”; non sono riuscita a leggere tutto perchè era notte, ma alla regola quattro c'era “divieto di gettare dalla finestra oggetti personali del sottoscritto, soprattutto se costosi, in preda a crisi isteriche”)
Tornando alla storia, mi ha preso per le spalle e mi ha detto:- La favola è finita, devi andare.
E mi sono ritrovata fuori a fissare mentre mi sbatteva la porta quasi sul naso.
E' lì che sono definitivamente morta.
Non c'è altro da aggiungere, sono morta.
Bene, oggi è dicembre, è la Vigilia e scrivo dall'ospedale.
Le vicende di cui ho raccontato fino adesso sono accadute da circa fine maggio a circa fine agosto.
Tanti mesi senza più sapere nulla, senza una telefonata, senza capire cosa diamine fosse successo.
Non me lo sono mai spiegata.
Per la cronaca, qualche giorno fa su facebook ha messo come copertina del profilo una sua foto abbracciato con la sua ragazza, quella con cui lo avevo visto al supermercato, col pancione, e sotto la foto ha scritto “se la vita è un film non vorrei che te, cuore, come regia”. Ed è andato a vivere appunto nel Salento.
Tornando a noi, stamattina mia mamma era al lavoro, ebbene sì, fa le pulizie in nero e deve lavorare anche la Vigilia; mi sono svegliata come uno zombie chiedendomi per quale cavolo di motivo non fossi già morta che sarebbe stato meglio.
Ho cercato di lavarmi alla bell'e meglio, giusto per avere almeno quel minimo di ordine nella mia vita, mi sono vestita e pettinata.
Poi non sapendo cosa fare sono sprofondata nel divano, ho fumato dieci sigarette e ho mangiato due pacchi di orsetti gommosi; alla fine non so il motivo, mi sono vestita pesante e sono uscita a fare una passeggiata.
Mi sono ritrovata a costeggiare il fiume ai Murazzi per poi arrivare ai piedi della Gran Madre. Ho sempre amato quel posto, sembra un tempio pagano più che una chiesa, quando sono nelle sue vicinanze avverto un'energia particolare, un richiamo.
Anche stamattina quel richiamo arriva e comincio a salire gli scalini che portano all'ingresso, ma mi sento strana. Ho la nausea, non riesco a respirare. Tuttavia sento che devo proseguire, così faccio, cerco di mettere un piede davanti all'altro ma barcollo...
Questo è tutto quello che ricordo di quando ero cosciente. Ora è sera, mia mamma mi ha già chiamato per sapere se sto bene, tra poco verrà a trovarmi. Mi sono svegliata da poco.
Un signore mi ha trovato svenuta davanti l'ingresso e ha chiamato il 118.
Erano preoccupati perchè non riprendevo i sensi e ora sono in medicina, domani mi faranno delle analisi.
In tutte quelle ore in cui sono sembrata presente solo col corpo, mi sono accadute vicende che per me è come se fossero durate anni, sono scesa agli inferi e sono risalita, o meglio, ho vissuto negli inferi. E ora racconto il mio viaggio:
Sono giovane, mi trovo in un castello, nella stanza di una principessa e sono un drago. So solo questo. Mi serve carne umana per vivere, a me dispiace, ma non posso farci nulla. Vorrei che non fosse così, ma purtroppo mi devo nutrire.
La famiglia presso cui vivo mi protegge e tre volte l'anno mi procura una giovane ragazza vergine. Serve vergine perchè il sangue puro mi permette di vivere più a lungo e in salute, poiché la sua energia non è ancora stata contaminata.
So che le ragazze vengono rapite, e nessuno in città sa che fine facciano. Insomma è sempre andata così, finchè qualcuno ha scoperto il segreto e ora i cittadini vogliono uccidermi.
Penso che attribuiscano a me tutta la colpa e non sappiano che vivo protetta nel castello.
La principessa mi ha avvisato che mi stanno cercando per bruciarmi viva.
Non ho mai conosciuto altri draghi, ma so che le mie ferite si rimarginano alla svelta. Per uccidermi dovrebbero tagliarmi la testa, ma i cittadini vogliono punirmi attraverso una morte lenta e dolorosa.
Attendo la mia fine, perchè anch'io sono triste di dover vivere nutrendomi di morte, ma ho anche paura del dolore. L'ansia mi assale e ogni minuto che passa è una tortura, un'attesa interminabile verso una fine agognata che sarà terribile.
Ecco che entra una ragazza bella e bionda, coi capelli lunghi, deve essere lei la principessa.
Ha una voce molto dolce e mi dice:
-Ti farò scappare
-No so se voglio... ho tanta paura del dolore, della mia fine, ma nello stesso tempo ho paura di continuare a vivere in questo modo... non conosco il motivo, non è colpa mia se mi nutro di umani, come voi vi nutrite dei vostri animali da allevamento, ma non riesco più a vederli uccidere davanti a me...
-Non aggiungere altro, capisco cosa significhino la prigionia fisica e della propria anima; in ogni caso, ti prego, fuggi, loro ti vogliono morta, io no.
-Voglio morire...
-tu non morirai. Aspettami qui, ti procurerò ciò che serve per diventare umana.
-Umana?
Ma lei non è più lì, è uscita e rimango sola con i miei pensieri.
Torna poco dopo, apre un passaggio nella parete e mi porta giù tramite una lunga scalinata bianca curva, mi porta giù, sempre più giù, gli scalini sembrano infiniti.
So dove mi portano, nella stanza dodecagonale dei rituali, dove mi nutrono.
-Non siamo riusciti a trovare tutta la Famiglia, ma la trasmutazione dovrebbe riuscire.
Nella stanza circolare bianca col pavimento a scacchi c'è una stella a dodici punte, su ogni punta dovrebbe posizionarsi un Fratello, ma oggi i membri della Famiglia sono soltanto sei, più il Sacerdote. Io assisto tutto dentro una gabbia dorata appesa al soffitto, sotto di me il centro della stanza in cui è posizionato l'altare.
L'altare in questo momento è una ragazza nuda immobile, ma con gli occhi aperti, legata mani e piedi. sulla quale hanno posizionato gli oggetti rituali: un bastone, una frusta con corde di seta, un piccolo recipiente pieno d'acqua, l'athame e una piccola campanella.
Dietro alla ragazza la candela del Nord, a destra e a sinistra due candele da altare e tra le sue gambe un calice. Una candela è piazzata agli estremi Est, Sud e Ovest della circonferenza del Circolo, completando le quattro candele elementali.
La Gran Sacerdotessa e il Gran Sacerdote s’inginocchiano di fronte all’altare, lui alla destra di lei, poi lei asperge ogni membro della congrega con l'acqua consacrata.
La Gran Sacerdotessa dice:
“ Signori della Torre dell’Est, Potenze dell’Aria, io v’invoco, v’incito e vi chiamo a presiedere ai nostri riti e a difendere il Cerchio.”
Mentre pronuncia queste parole traccia davanti a sé nell’aria con l’athame il Pentagramma di Invocazione della Terra. Dopo averlo tracciato, bacia la lama del suo athame e la tiene un secondo o due sul suo cuore.
La Gran Sacerdotessa e la Congrega poi si rivolgono a Sud e ripetono l’invocazione; questa volta è:
“ Signori della Torre del Sud, Potenze del Fuoco che ci donano la forza dello spirito…”
Poi a Ovest dove l’invocazione è:
“ Signori della Torre dell’Ovest, Potenze dell’Acqua, Artefici della Morte e della Rinascita…”
Infine a Nord, dove l’invocazione è più lunga:
“ Signori della Torre del Nord, Potenze della Terra, Borea, guardiano dei portali di settentrione, Antico Immortale e Grande Dea,, noi v’invochiamo, incitiamo e chiamiamo a presiedere ai nostri riti e difendere il Cerchio.”
Eko, eko azarak,
eko, eko zomelak,
eko, eko Cernunnos,
eko, eko Aradia!
Ecate splendente notte dall’oscuro manto
Est, sud, ovest e settentrione
Dei Fratelli ascoltate il canto
Giunti per chiamarvi in quest’occasione.
Terra e acqua, aria e fuoco,
altare, sangue e bastone

operate voi per il nostro scopo
e udite la nostra invocazione!
coltello e frusta,
poteri della lama stregonesca
la nostra magia a nuova vita vi desta
accorrete affinché l’incantesimo riesca!
Regina degli Inferi, regina dei cieli
Della notte cacciatore cornuto
All’incantesimo donate i vostri poteri
E per il rito operate ciò che abbiamo voluto!
Per tutto il potere della terra e del mare
Per tutta la forza della luna e del sole
come vogliamo così possa andare
così sia fatto con queste parole!
Eko, eko azarak,
eko, eko zomelak,
eko, eko Cernunnos,
eko, eko Aradia!
Iniziano tanti canti e tante preghiere, e il sangue mestruale della ragazza intanto scende nel cerchio dell'abisso, da cui si alzano delle lievi fiamme e l'odore di zolfo si sparge per l'aria.
Non riesco a definire il tempo in cui dura tutto questo, ma come tutti i rituali necessitano della dovuta preparazione, spesso mi stanco, ma bisogna sempre aprire i portali energetici.
La Sacerdotessa si alza, raccoglie nel calice il sangue della ragazza, poi sempre tra canti e preghiere mi libera e vado a posarmi al centro, a sinistra dell'altare. Mi viene porto il sangue e lo bevo.
Con l'athame le squarcia il petto e ne estrae il cuore, ma la vergine non reagisce, non urla, rimane ferma lì, eppure sono sicura che non è morta.
Il cuore viene gettato nel cerchio dell'abisso, poi la Sacerdotessa esce e rimaniamo solo io e l”altare”.
Dall'abisso escono alte fiamme azzurre, come un muro, una barriera che mi separa dalla Famiglia; non so cosa devo fare. Le fiamme vanno a formare come una cupola verso di noi, mi viene detto di volare verso il centro di quella cupola, di entrare in quel fuoco azzurro.
Non voglio bruciare, ma mi dicono che è fuoco che non brucia, quindi eseguo ciò che mi viene richiesto.
Ed è così che attraverso una strana luce e mi ritrovo umana.


















Sono bellissima, sono asiatica. Sono piccola, magra e ben fatta, con la pelle candida e folti e robusti capelli neri che mi arrivano alle spalle. So di avere gli occhi verdi, perchè da lassù, prima di trasformarmi ho potuto guardare il corpo nel quale mi sono trasformata molto a lungo.
Ah, prima non lo avevo detto, mi chiamo Alita e ho 20 anni.
La principessa mi prende per mano, mi porta in una stanzetta spoglia e mi dà una tuta aderente nera e degli anfibi neri, infine una cintura i cui mi mette un coltello e dei soldi.
-Ora col tuo nuovo corpo non ti riconosceranno. Vai in città, vai da Kayron, vicino la grande piramide, al numero 1408, se non lo trovi tu ti troverà lui, digli che ti mando io.
-Su, ora corri, corri!!! Di là
Di nuovo degli scalini, ma ora la volta è a ogiva, è sempre tutto bianco tranne ai lati dove il corridoio è percorso da colonne in marmo rosa, una per ogni lato.
-Corri sei libera!
Alla fine mi trovo su un prato, so che tra poco incontrerò gli scogli bianchi che scendono a picco sul mare, ma voglio vedere la città dall'alto.
Sotto di me si infrange il mare in burrasca sulla scogliera alta almeno 30 metri, da lontano mentre il vento mi scompiglia i capelli guardo la torre dell'orologio dello zodiaco, il ponte e la grande piramide di vetro.
Resto lì, per un po' anche se ho freddo, anche se c'è tanto vento, anche se il cielo è nuvoloso, non so cosa fare, mi sento sola.
Poi penso che l'unica cosa da fare sia incamminarmi, fare ciò che mi ha detto Isis, anche se resto lì non cambierà nulla, mi sentirei comunque sola e in più congelerei.
Così mi trascino, passo dopo passo, cercando di non pensare alla paura di non sapere cosa mi accadrà.
Scendo dal monte del castello, mi allontano dal mare, attraverso prati prati e prati, fino a che vedo la strada principale e le prime case.
E' una città moderna, con tanti edifici alti, su cui svetta la grande piramide di vetro, il centro degli affari e del commercio.
Ci sono automobili, autobus, treni e carrozze con cavalli, tanti negozi pieni di luci, tante case a forma rotonda e tante torri.
Le luci, che belle le luci, luminarie appese lungo le vie, alberi decorati, lampadine intermittenti blu bianche, arcobaleno... i miei occhi amano tutto quel turbinio di colori, soprattutto la luce, la luce che non mi è stata possibile conoscere nella mia breve vita.
Sento qualcuno che mi segue, mi giro e non vedo nessuno, solo la folla, eppure lo sento.
Vicino a me arriva un uomo alto, molto più grande di me, con i capelli grigi e gli occhi azzurri, il viso spigoloso.
-piacere Kayron, ti stavo aspettando- dice con fare arrogante -ora devi seguirmi. Ti devi nutrire. Ti devi nutrire adesso per mantenere la forma umana il più a lungo possibile.
Tengo a precisare una cosa: in tutto questo “viaggio”, o sogno, in quelle ore in cui sono incosciente e mi portano in ospedale, vedo le cose dall'esterno, ma nello stesso tempo le vedo dal punto di vista della draghetta Alita; in ogni caso riesco a descrivere solo quello che vedo e sento, e che apparentemente non ha senso. Per cui se nel racconto ci sono molti punti vuoti dipende esclusivamente da questo.
Ecco che vedo di fianco a un edificio antico, un banchino ambulante di libri antichi, dietro al banco un signore anziano piccolo, con le orecchie a punta come un elfo, dall'aria simpatica, con i capelli corti bianchi e gli occhi color ghiaccio; gli sorrido, è molto carino.
Anche Kayron si ferma, così ne approfitto per osservare i volumi antichi di pelle rilegata, per ammirare i manoscritti nelle teche e i quadri esposti sui treppiedi... ma in questi quadri ci sono dei draghi, il mio castello, la fiamma blu che ho visto nel rito...
Apro un libro, parla di noi, della nostra stirpe, della dimensione dalla quale veniamo, di come i potenti di questo mondo ci proteggano e ci nutrano in cambio dell'energia che possiamo loro fornire, di come essi anche se umani siano imparentati con noi...
Non faccio in tempo a focalizzare l'attenzione su tutto questo che vedo Kayron farmi cenno di seguirlo mentre trascina il vecchietto in un angolo, dietro un portico, poi dietro una colonna di un arco che fa intravedere una minuscola laterale...
Lo prende, gli squarcia il ventre poi comincia a mangiarlo, il suo viso si trasforma per un istante in quello che veramente è, con i denti aguzzi, c'è sangue tanto sangue, e le interiora che schizzano ovunque. La pelle si apre mentre lo divora voracemente dall'interno e io estasiata ed eccitata lecco le gocce che finiscono sul mio volto e i rivoli che scivolano nella mia bocca, mentre una lacrima bagna una guancia e scende a toccare il suolo.
Mi giro, per non farmi vedere mentre piango, poi torno a guardare Kayron e mi avvicino a lui, finendo di completare la sua opera, finché di quel signore non rimane che una debole traccia sanguinolenta accasciata sul ciglio della strada, e che, nessuno potendo credere si tratti di una persona, scambieranno per un animale morto.
Torniamo al banco e carichiamo in pochissimo tempo tutto il materiale sul furgone; impieghiamo poco perchè i draghi, anche trasformati, sono comunque molto più forti degli esseri umani.
Dopo aver raccolto tutto, Kayron accende il motore e partiamo.
Mi spiega che da tanto tempo, alcune famiglie di umani si sono date il compito di divulgare l'origine dei draghi, e da allora, per mantenere il segreto, la nostra razza ha dovuto trasformarsi e vivere in clandestinità, aiutati in ogni caso dalle famiglie più potenti, che guidate dalle nostre conoscenze superiori, possono continuare a governare controllando le griglie energetiche del pianeta.
Intanto usciamo dalla città, finché poco dopo svoltiamo in un viale molto stretto, dove i rami degli alberi si toccano nel mezzo, così sembra di passare sotto un tunnel.
In lontananza, completamente immersa dal bosco si erge una meravigliosa villa bianca su tre piani di balconate, con due torri in cima.
Quando scendo dalla macchina mi accorgo che è davvero bellissima, dalle colonne ioniche ai leoni stilofori all'ingresso, dai segni zodiacali al rosone sulla facciata, dai salici attorno allo stagno, alla piscina a forma di violino...
Sono felice di avere protezione in questo posto, e inutile dirlo, tutto il tempo che trascorro qui è fantastico.
E' proprio una casa da sogno, con i tappeti, con gli arazzi, con i quadri, con i lampadari a goccia, con la scalinata in marmo, con il maggiordomo, con la libreria esoterica, con le vetrate colorate, con il clavicembalo e l'arpa in soggiorno... inoltre la mia camera si affaccia sulla piscina, ha un letto rotondo rosa, le pareti viola, uno specchio in ferro battuto, tanti tintinnaboli appesi al soffitto, degli armadi tempestati di cristalli.
Trascorriamo tanti bei giorni in compagnia, lui è sempre gentile, mi compra vestiti da sera, biancheria firmata, mi legge libri di magia, e mi insegna a leggere e a scrivere perchè da draghetta, al castello, non ho mai imparato.
Di tanto in tanto esce ad uccidere per me, ma non mi annoio quando aspetto, questo posto è così grande che non mancano le cose da fare, soprattutto mi piace nuotare e fare passeggiate nel bosco.
Kayron mi ha spiegato che da umani ci dobbiamo nutrire più spesso. Io non ho mai ucciso, e non so come mai, se ne avessi l'occasione, avrei delle remore. Infatti ho pianto per la morte di quel signore, e come ho già accennato vorrei uscire dal meccanismo della mia sopravvivenza legata al sangue.
Lui mi ha rassicurato che alla mia età potrebbe essere normale, sono ancora molto giovane, e talvolta i giovani non hanno piena consapevolezza di se stessi e della loro forza, ma dopo l'iniziazione, a 21 anni, tutto mi sarà più chiaro.
Compirò 21 anni fra due settimane.
Intanto io e Kayron entriamo sempre più in confidenza, e secondo me mi sto innamorando, anche se bene non so cosa significhi l'amore. Ho sempre un po' paura, tuttavia mi sento come se lo conoscessi da sempre. Adesso non dormo nemmeno più nel mio letto rotondo, ma nel suo letto nero a baldacchino con le lenzuola di seta nere!
La prima sera che lo facciamo mi dice di avere una strana visione, ma non mi vuole raccontare di cosa si tratta; esclama solo:- Tu sei... Tu sei.... No, non può essere, lascia perdere...
Cerco di insistere ma non voglio rovinare i bei momenti, quindi poi lascio perdere anche io.
Sono felice di tutto questo, in fondo c'è una ragione se le cose stavano andando male, almeno sono fuggita dal


castello per incontrare la mia anima gemella, ho conosciuto qualcuno che si prende cura di me e che mi ama.
Il giorno del mio compleanno partiamo di notte con la sua rolls royce phantom nera con gli interni rossi in pelle. Sono bellissima, indosso un vestito molto sexy lungo nero con lo spacco e la schiena scoperta, scarpe rosse con stiletto, al collo solo un filo di perle, lui un completo nero e una giacca viola. Tutti alla festa devono portare delle mascherine di pizzo nere, tranne la mia che è viola e oro e a forma di farfalla.





















Arriviamo ad un cimitero su una montagna, nel quale c'è una chiesetta sconsacrata. Sul cancello aperto c'è un simbolo molto grande: Carrowl's, dove la C potrebbe essere la Luna ma anche la falce di Saturno.
Quando scendiamo due draghi neri, Htaed e Noitcerruser ci danno il benvenuto e il party comincia.
Non so come, è stato tutto adattato in maniera tecnologica in modo che la musica si diffonda ovunque e nella chiesa c'è anche un bar.
Vengo presentata a tutti gli invitati che mi accolgono con entusiasmo, e alla padrona di “casa” Carrowl, una splendida donna indiana, Nagjissah.
Si aprono le danze con musica da discoteca “if a girls walks in, calls her name of my hearth, I turn and run away, everyday we've all been led astray, it's hard to be lucky in love.....” poi ironicamente “welcome aboard, relax your mind and stimulate your third eye.... we are starting a journey towards the unknown, destination infinity..........”. Poi Ayla con Angel Falls, i Booklyn Bounce, poi via con la techno trance, dj Mystic, ecc.
Ballo ballo e ballo, è bellissimo, questa festa è molto più di quanto mi potessi aspettare.
Solo che poi Kayron mi offre da bere e comincio a non sentirmi molto bene, e poi lui sparisce.
Mi siedo su una lapide ma sono scomoda, così mi alzo per andare a sedermi in chiesa. L'organo accompagna la musica da ballare; c'è molta gente, che si scatena, che beve sangue (ebbene sì, il bar serve anche sangue), che si bacia, che si accoppia...
Cerco un posto tranquillo e mi avvicino al confessionale, separato dal resto da pesanti tende di velluto rosso e oro, ma mi fermo perchè c'è già qualcuno.
Mi sembra di sentire:
-Kayron, ho avvertito la sua energia, lei non sarà la Madre....
-non lo so Nagjissah, anche io ho avuto una strana visione
-se è così dobbiamo aiutarla, proteggerla...
-non sappiamo niente, per quel che riguarda me, per ora, è solo una bambina... il caso è chiuso.
Scappo dalla porta sul retro per non farmi vedere, mi siedo sull'erba, appoggiata al muro, che guarda verso il bosco e poi su, verso la cima della montagna. La luna piena splende alta nel cielo, in cui i draghi volteggiano delicatamente come in una danza.
E mi addormento.
Vengo svegliata da Kayron che mi tiene in braccio come una bambina, mi porta in chiesa e scendiamo una scala a chiocciola di ferro.
Mi dice che la mia vera festa inizia ora, sul vestito mi fa indossare un mantello blu lucente con cappuccio e mi fa togliere le scarpe.
Sono tesa e ho il respiro affannoso.
Ok, è il mio momento.
Attraverso un corridoio in mezzo a gente senza volto, perchè coperta dalle maschere, su di me occhi fissi senza cuore e senza colore.
In fondo il corridoio si apre in un'anticamera e da tre archi gotici intravedo la cripta e le fiamme delle candele.
Ma non posso immaginare cosa mi attenderà oltrepassato l'arco principale semicoperto da un drappo viola.
Nella cripta circolare tutti indossano dei mantelli bianchi con cappuccio e sono disposti attorno al centro. Drappi viola pendono dall'alto, dove brillano torce e candele.
Si alzano preghiere e lamenti, “sire degli abissi, voi che scrutate senza essere scrutato, creature della notte, spiriti dello spazio e del tempo, vi invochiamo, dateci la forza, dateci il cuore, per portare la Stirpe al suo antico splendore, bevete il sangue, sentite il dolore, del sacrificio a voi offerto, per far rinascere questa ragazza a nuova vita ancora, vi doneremo nuove vittime, ne ascolterete le grida, fino al sorgere dell'aurora”.
Kayron Gran Sacerdote e Nagjissah Gran Sacerdotessa tolgono i drappi: “oh Luce Divina Sapienza” penso nella mia testa “qualunque cosa significhi, dammi la forza di sopportare...” non riesco più a pensare, non riesco a guardare, eppure quello spettacolo è lì davanti a me. Vedo delle gabbie con una botola nella parte inferiore, dentro degli uomini nudi crocifissi, con la bocca sanguinante e la gola squarciata. Le persone incappucciate sotto le gabbie tornano a essere draghi e li mangiano a poco a poco tramite la botola, iniziando dai piedi.
Ma il peggio avviene quando mi portano dentro al cerchio, dove un ragazzo è legato su un braciere, gli tolgono la breathball gag e lo scotch nero, così che le sue urla agghiaccianti riempiano l'aria mentre i Sacerdoti e altri tre officianti impugnano le torce e si dirigono verso il centro.
“Non posso, non posso, non posso” mi dico “non posso, non posso, non ce la faccio, non riesco, non posso, non ce la faccio, non posso non posso non posso non posso non posso non posso......”
-Aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh- mi sento esplodere dentro e inveire con tutta la voce che ho in corpo -aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhh......................
Non so cosa succede, non mi rendo conto, le candele attorno al braciere prendono fuoco, le fiamme si alzano, alcune vesti stanno bruciando, non vedo più nulla, fa caldo...
Tutto prende fuoco, a cominciare dai drappi, poi tutta la stanza, Kayron mi afferra e mi trascina, in lontananza la voce di Nagjissah:-Alita, trova la forza, in te avrai tutta la forza che cerchi.....
Una volta fuori piangendo corro forte su per la montagna, su per il cimitero, con il vento contro che mi brucia gli occhi.
Ferma sulla cima, con il cimitero alle spalle, senza riuscire a fermare le lacrime, guardo il bosco e la città illuminata; uno scenario da favola, se non fosse che questo a me sembra un incubo.
Mi raggiunge Kayron, mi abbraccia, appoggio la testa sulla sua spalla.
-Alita, ti amo. Voglio che tu stia felice, sempre. Se non è questa la vita che cerchi ti capisco. Però al momento sarà difficile chiedere protezione presso la Fratellanza. Quindi ora vai, non voltarti, recati al castello, ti raggiungerò lì, lo prometto. Io torno indietro a sistemare le cose, a guarire chi è rimasto ferito, prima però dovevo assicurarmi che stessi bene.
Qualunque cosa si sia manifestata là dentro, era un'energia immensa, devo anche accertarmi quale ne fosse la fonte.
Ora vai, e presto saremo di nuovo assieme.
-Kayron, io... avrei tanto voluto...
-Shhh- mi stringe più forte- non ti preoccupare, non ti dovrai mai preoccupare- e mi asciuga le lacrime.
Poi sono nuovamente in cammino, nuovamente in viaggio sola e senza dimora, per trovare un posto sicuro. Ma sono molto stanca, già prima quando avevo bevuto ero molto affaticata. Perciò trovo riparo sotto un grande ontano, vicino a un ruscello, mi copro col mantello e prendo sonno.
Mi sveglio che è già giorno, ma il sole non è ancora alto nel cielo. Sto già meglio fisicamente, anche se è difficile dimenticare, quindi riprendo il passo, lentamente poiché sono ancora un pochino indolenzita, a piedi nudi nell'erba alta. Tra poco entrerò nel bosco, che via via si farà più fitto, so che dovrò proseguire ancora molto prima di incontrare la strada che mi porterà al castello.
Passano le ore, il sole si alza e filtra pallido fra i rami fitti, incontro qualche scoiattolo e qualche riccio. Tutto è silenzio, solo i miei passi e talvolta il canto di un uccellino e lo scricchiolare di un qualche rametto.
Eppure ad un certo punto ho la sensazione di essere seguita, anzi, so di essere seguita.
Mi sembrano più persone, invece alla mia sinistra compare di nuovo Kayron.
-Non potevo aspettare. Sono tornato alla cripta dei Carrowl, ma molti erano già morti. Poi abbiamo dovuto indire una riunione per interrogare i guardiano dell'Illusione, per avere la certezza dell'origine di ciò che si è verificato. Adesso basta con questi discorsi, quello che conta è che sono con te.
E mi bacia. Un bacio lungo, appassionato.
-E' lei, prendetela!
Da dietro gli alberi appaiono molte persone e mi circondano.
-Maledetta, ridacci i nostri bambini!
-Adesso non potrai più terrorizzare nessuno!
-Bruciamola!
-Sì, facciamola finita!
Si leva il coro:- Bruciamola, bruciamola, bruciamola, bruciamola, bruciamo il mostro, bruciamola!
Vengo trascinata via -Aiutami! Aiuto!
Non lo vedo più, mi sento soffocare dalla folla, vengo colpita...
Sono in una prigione, non arrivo alle feritoie per vedere dove mi trovo.
Temo di perdere sangue dalla parte destra della fronte, sento i capelli umidi, non posso però toccarmi perchè ho le mani legate davanti a me. Ho anche una gamba ferita, il sangue scende fino ai piedi. Sono seduta su una panca di legno, sotto sono nuda, mi hanno preso gli abiti, sono coperta soltanto da una tunica nera.
Dei passi...... è.. è... è Kayron!
-Sei qui! Ti cercavo ma non ti trovavo!
Silenzio.
-Strano modo di reincontrarci!
Silenzio.
-Amore, sei venuto a liberarmi!
Silenzio.
-Povera piccola bambina. Povera piccola ingenua. Se solo sapessi chi sei e la forza che possiedi.
Potresti abbattere questo muro. Potresti abbattere persino l'aria che respiri.
-Cosa... io?
-Perchè credi ti abbia portata qui? Chi credi sia stato a chiamarli?
-Tu?! Come hai potuto!
-Io? Io come ho potuto? No, tu cara come hai potuto! Provare pietà per quegli esseri! Odiare tanto la tua specie da rifiutare la tua iniziazione! Non solo, da uccidere dei Fratelli!
-Io non volevo... io non so cosa... non so perchè! Perchè dobbiamo uccidere? Quelle persone erano innocenti! Non volevo uccidere nessuno, ho solo urlato, non volevo fare nulla... L'unica cosa che volevo era non vedere morire quel ragazzo!
-Innocenti? Chi è innocente? Gli umani che ora stanno per portare te in sacrificio? Quegli umani che hai amato tanto, e a cui tu hai dato la vita? Tu Sophia, tu, prima scintilla dell'Illusione, tu, che rifiutasti per prima la schiavitù del tuo compito, di servire eternamente le sfere dell'Infinito, tu, che accecata dalla luce che io produssi qui in basso, cadesti e creasti la materia, chi credi ti abbia aiutato in tutto questo? Gli uomini? Quel ragazzo? Io, il Grande Traditore, io per primo ti ho amato, ho visto la tua Ambizione, ho amato il fuoco dei tuoi Occhi, che volevano brillare più dell'Infinito stesso. Io solo ti ho aiutato. Ricordi ora?
-No. Non ricordo. Non importa. Non voglio ricordare.
-Forza, ricorda! Ti ordino, ricordaaaaaaaaaa!!!!!!!!!! Abbatti questa cella, abbatti le barriere di questa Dimensione! Vieni via con me, insieme per sempre! Creeremo altri mondi, altri universi lontano dalla Luce, li controlleremo e domineremo per l'eternità...
-No!- Mi alzo dalla sedia.- Io non sono te. Non voglio dominare nessuno.- Metto le mani sulle sbarre -Non so cosa significhi tutto questo, solo solo che voglio vivere nella Luce, tornare alla Luce, connettermi all'Infinita Luce!
Il suo sguardo cambia, vedo il suo Terrore, una luce immensa si sprigiona nella stanza, una forza lo fa volare contro il muro.
Scappa.
Rimango sola.
E' la fine.
Mi vengono a prendere, mi legano a un palo pesante, me lo fanno trasportare per una lunga scalinata a volta con le colonne ai lati che mi sembra di riconoscere, poi mi trovo sul prato, salgo sulla scogliera bianca che cade a picco sul mare.......
Tutti urlano e chiedono la mia morte. Kayron mi solleva il viso e con un bisbiglio gli dico:- Mi dispiace......
-Non ti devi dispiacere. Meriti la fine che ti sei scelta.
-No. Non hai capito... Mi dispiace...... PER TE
Viene piantato il palo nella terra, attorno viene messa la paglia, vengo issata.
Piango, piango e piango:
-Perchè mi avete abbandonata? Perchè sono sempre stata sola?
Sotto di me il mare, le onde che si abbattono sulla scogliera, la baia, le montagne, il bosco, il cimitero, la pianura, la villa con la piscina a violino, la città con la sua grande piramide di vetro...
Il vento soffia forte, piango e piango, dietro di me il castello, il fuoco continua a salire...
Prima della fine, alzo il viso e vedo Kayron, il grande drago nero volteggia nascosto appena dietro la montagna. Poi volgo lo sguardo verso l'arcata del castello, il lungo corridoio da cui sono uscita che porta ai sotterranei e scorgo un'entità di luce.
Una grande calma si impossessa di me, nella mia mente sento risuonare le sue parole, pronunciate con una voce che non è maschile né femminile:- Non sei sola, non sarai mai sola, perchè nessuno è solo.
Non avverto più dolore, solo la pace, poi tutto si spegne, tutto sparisce, tutto brucia come una pellicola troppo esposta al sole, come una fotografia sulla fiamma di una candela.
Mi trovo sospesa, tutto attorno a me ha colori molto vivi, brilla di mille riflessi, come se ogni cosa fosse di cristallo. Sono mare, sono roccia, sono cielo, sono albero, sono scoiattolo, sono tutto. Volo sopra una città d'oro, sono circondata da canti celestiali. Soprattutto sono felice e SO di non essere sola.
Poi improvvisamente scendo, vengo catapultata giù, ora mi trovo nell'oceano, nuda, tutto è silenzio, nuoto per tornare in superficie.
Odo tante voci, le voci di tutte le gocce del mare, di tutte le vite, di tutti gli universi, in ultimo queste parole:
-Rinascerai a nuova vita ancora. Prima di tornare ricorda, in te hai la forza e la avrai sempre. Prendi la tua vita nelle tue mani, perchè tu sei la chiave. Non permettere che qualcuno decida per te, perchè la verità è nel silenzio del tuo profondo. Non importa il passato, non importa cosa hai fatto, ora puoi vivere di nuovo.
Non importa se agirai giusto o sbagliato, poiché tue sono le scelte e tue sono le conseguenze, e nell'infinito non esiste giusto o sbagliato, non esistono potenti o meno potenti, non esistono vinti o vincitori.
Sappi solo che la tua vita è collegata a quella di tutto l'universo, quindi per ogni azione positiva il Tutto risuonerà in maniera altrettanto positiva.
Infine, vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, perchè ogni giorno può essere meraviglioso se lo vuoi, Paradiso, Inferno, Gioia e Dolore, sono dentro di te, spetta a te decidere.
Arrivo in superficie e vengo accolta da tanti esseri luminosissimi.
E' l'ultima cosa che vedo, apro gli occhi e l'unica luce sopra di me è quella del neon della mia stanza d'ospedale.
Ho capito tante cose. Adesso non ho paura e non ho angoscia, sono riuscita a conservare dentro un po' di quella pace.
Mia mamma viene a trovarmi, e la abbraccio forte, cercando di darle un po' di fiducia. Presto tornerò a casa, alla mia quotidianità, ma tornerò diversa: all'esterno non si vede nulla, ma dentro sono cambiata tantissimo.
Non so come sarà la mia vita, non conosco cosa mi riserverà il nuovo anno, forse vista da fuori non cambierà affatto, può darsi che non mi realizzerò né dal punto di vista lavorativo, né da quello affettivo.
Quello che è certo è che in me ho scoperto un mondo nuovo, mi preparo davvero a rinascere, a “trasformare la mia materia in oro”.
Così sia per tutti gli esseri del Tutto.

 

 
 
 
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