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- Astrologia e dintorni

COSA C'È SOTTO LA DEPRESSIONE?
     a cura di Franco Gaspari
 
Cosa c'è sotto la depressione?
La depressione, in questi duemila anni, in occidente, è stata descritta come uno stato di tristezza e di passività che nasconde una forte rabbia e aggressività.
Kraeplin nel 1899 per primo usò il termine "psicosi maniaco depressiva" per descrivere un piccolo gruppo di pazienti gravi il cui umore oscillava dalla depressione all'esaltazione.
Freud pubblicò nel 1917 "Lutto e melanconia" e Abraham suo allievo, nel 1924 pubblicò la sua fondamentale ricerca sulla dinamica degli stati depressivi.

Cosa c'è sotto alla depressione?
Sotto alla depressione c'è rabbia, sotto alla rabbia c'è privazione o angoscia di separazione. La privazione è il diminuire della capacità di vivere al di fuori della relazione d'amore primaria (con la madre), è la diminuzione della capacità dell'"essere in relazione", quindi è lo spegnersi della fede, della speranza e della sicurezza. E' il crescere dell'angoscia di separazione.

Laughlin così descrive questo processo: "La negazione dei genitori dei primi legittimi bisogni del bambino provoca angoscia primaria, frustrazione e rabbia (.). Molto spesso le prime relazioni con i genitori di una persona depressa sono state caratterizzate da rifiuto, richiesta, negazione e frustrazione dei bisogni del bambino.

Io ritengo che questo processo primariamente riguardi la madre almeno in tre quarti dei casi. A causa della sua stessa insicurezza, è stata incapace di accettare realmente e d'amare. Così è strutturata la fondamentale brama d'amore della persona depressa, per quanto lei possa vigorosamente negare consciamente questi bisogni (.). Le persone depresse (.) perpetuamente tendono a ripetere in una forma o in un'altra l'antico stato primario d'impotenza dell'Io" (tratto da: the Neuroses in Clinical Practice di H.P. Laughlin). La matrice della depressione è l'incapacità della madre di accettare realmente e d'amare.

Silvano Arieti e Frank Lake hanno sistematicamente osservato come le persone depresse abbiano vissuto i primi loro mesi di vita in un clima dove erano accettati ed amati dalla madre per dovere. Poi, ad un certo punto, l'atteggiamento della madre cambia drasticamente. Il suo senso di responsabilità e del dovere sono proiettati sul bambino, al quale vengono prematuramente richiesti responsabilità e senso del dovere. Al bambino vengono fatte richieste impossibili, ad esempio di tollerare lunghi periodi d'assenza della madre e gli viene richiesto di dover amare la madre. Molto spesso ciò viene chiesto con la minaccia del rifiuto. La reazione alla privazione è la rabbia. Ma essere arrabbiati contro la sorgente dell'amore, per quanto sbagliata sia, è intollerabile. Per cui la rabbia viene scissa dalla coscienza, rimossa e ridiretta contro di sé.

Laughlin così descrive questo processo: "Il bambino ha un enorme paura della rappresaglia e può solamente trattare la sua rabbia rimovendola dalla consapevolezza cosciente. Nella fase orale dello sviluppo della personalità la risposta alla frustrazione è la rabbia. Questo diventa alla fine una voglia di divorare. Il bambino nei primi mesi di vita riconosce che l'oggetto della sua rabbia è anche l'oggetto amato, dal quale è totalmente dipendente.
Egli non può attaccare o distruggere questa figura d'importanza vitale, anche se ciò fosse possibile.
E' troppo dipendente. C'è anche l'intollerabile pericolo della rappresaglia e della punizione.

Otto Fenichel nella sua opera classica "Trattato di psicoanalisi delle nevrosi e delle psicosi" mostra come la rabbia viene rimossa: "La persona depressa (.) non sente nessuna rabbia del tipo - io voglio uccidere - (.) ma piuttosto vive il sentimento - io merito di essere ucciso.
E' come una regola: il Super-Io che ritorce contro l'Io la stessa rabbia che l'Io precedentemente usò nella sua lotta con l'oggetto. Una persona depressa dice. - Io sono cattivo perché sono un assassino - mentre vuole dire: - sono arrabbiato con X; lei mi ha trattato male come se volesse uccidermi (.). Il paziente depresso è ambivalente, sia verso se stesso, sia verso l'oggetto. In relazione all'oggetto, gli impulsi d'amore (o almeno gli impulsi verso l'essere amato) sono più manifesti, mentre l'odio è nascosto.. Solo l'analisi rivela che il paziente depresso spesso si comporta in modo molto arrogante e infligge se stesso sui suoi oggetti.
L'ostilità verso gli oggetti frustranti è ritorta in ostilità verso il proprio Io. L'auto-odio appare in forma di senso di colpa, che è l'effetto del conflitto tra l'io e il Super-Io. L'esistenza di una struttura psichica conosciuta come Super-Io fu riconosciuta attraverso uno studio di un caso di depressione".

Fenichel spiega come una severa depressione rappresenti lo stato nel quale si trova l'individuo oralmente dipendente quando perde le "scorte" vitali d'amore, d'accettazione incondizionata, di sostegno e di cure. Il bambino si sente solo e fa esperienza di un sentimento d'autodisprezzo, l'annichilimento; ma sente anche in altri momenti di essere amato, perciò la sua stima viene ristabilita. Ma, più tardi, il Super-Io si sviluppa e diviene regolatore del processo dell'autostima. Allora il sentimento di essere amato non è più l'unico prerequisito per stare bene, perché ora anche il sentimento di aver fatto bene e giusto è necessario. Il forte senso del dovere (dover amare) e della responsabilità della madre viene così interiorizzato dal bambino, che incomincia a sentirsi bene, a sentirsi amato, quando dà, quando fa bene ciò che la madre si aspetta da lui e quando ama. Quando non fa ciò che la madre si aspetta o quando sente che non lo ama va in crisi e si deprime.
Il processo depressivo si sviluppa nella fase orale della vita, quando l'amore e il sostegno passano primariamente attraverso la relazione "seno-bocca". Ma se il seno non c'è o viene ritratto troppo presto o troppo a lungo, nasce nel piccolo l'impulso a mordere e a trattenerlo; si sviluppano le fantasie di trattenerlo affinché non possa mai più scappare e si sviluppano anche le fantasie di divorarlo.
Ma il Super-Io proibisce e condanna questi impulsi distruttivi e richiede dei sintomi che li neghino, come il rifiuto del mangiare. Così il bambino non ha fame, nega i suoi impulsi e le sue fantasie voraci e distruttive e si sottrae alla punizione, al senso di colpa o all'angoscia prodotti dal Super-Io.
Il Super-Io, infatti, produce sensi di colpa contro tutte le attività del mordere, che sovente vengono vissute come ri-morsi, cioè il ritorcersi del mordere contro di sé. Gli impulsi e le fantasie di mordere possono venir negati con l'anoressia (il rifiuto di mangiare) oppure possono venir inghiottiti. In questo secondo caso la rabbia divorante viene inghiottita, nel linguaggio infantile il "cattivo oggetto distruttivo" (il seno assente o che non dà) entra nella cavità del corpo. In questo processo il sistema nervoso vegetativo avverte e reagisce alla rabbia inghiottita polarizzando la sua branca simpatica per affrontarla attivamente, per interagire con la minaccia (il cattivo oggetto distruttivo incorporato) e sconvolgere il tranquillo processo digestivo. Ciò produce la dispepsia nervosa. Questo conflitto inconscio è il nucleo della psicodinamica della depressione: Brama di cibo, contatto, sostegno, amore -(mancanza/privazione) -; Rabbia mordace distruttiva (Il Super-Io minaccia l'Io per questa rabbia e l'Io si difende scindendo e rimovendo la rabbia negandola con il rifiuto della fame o inghiottendo la rabbia nel canale alimentare).

Processi ereditari e costituzionali.
Il processo psicodinamico della rabbia retroflessa nella depressione non è l'unico. In un certo numero di casi gli studi sui gemelli monozigoti (identici) mostrano che i fattori ereditari e costituzionali predeterminano la personalità alla depressione.
Ma ancora non sappiamo come. Dei gemelli monozigoti studiati, entrambi erano estremamente proni a psicosi maniaco-depressive, mentre ciò non accade con la stessa frequenza con gemelli non identici (eterozigoti). E anche in questi casi "endogeni" compaiono gli stessi sintomi d'auto-accusa, di sensi di colpa, di cattiveria interiore, d'impulsi suicidi, che indicano senza ombra di dubbio la tipica psicodinamica della rabbia retroflessa dal Super-Io contro l'Io.
Ciò ci porta a riconoscere che molto probabilmente nel determinare la depressione interagiscono processi genetici, biochimici, costituzionali e psicodinamici. Depressione Esogena ed endogena.

Possiamo descrivere la depressione suddividendola in due tipi: "Esogena", causata da processi esterni, psicodinamici (perdita, lutto, ingiustizia, fallimento), ed "Endogena", causata da processi interni, organici, biochimici, costituzionali, genetici. In entrambi i tipi sono presenti i processi psicodinamici fondati sulla retroflessione della rabbia contro l'Io per opera del Super-Io. Per cui entrambi i tipi sono curabili con la psicoterapia. La depressione esogena è chiamata "depressione ansiosa" o depressione reattiva o depressione agitata. La depressione endogena è detta "depressione ritardata2 o depressione senza ansia manifesta.

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