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- Astrologia e dintorni

COME NASCE UN NARCISISTA
     a cura di ELENA BELTRAMI
 
COME NASCE UN NARCISISTA

Nel momento in cui veniamo al mondo, la madre (LA LUNA) diventa la figura principale di riferimento ed essendo noi esseri incapaci di qualsiasi tipo di attività autosufficiente ha il compito di fare da tramite tra noi e il mondo esterno e provvedere alla nostra sopravvivenza. Come sostengono gli psicanalisti, infatti, inizialmente è l'unico punto di riferimento che abbiamo all’esterno, al di fuori di noi stessi. Può rispondere ai nostri bisogni più o meno sollecitamente, può gratificarci con i suoi baci, i suoi abbracci, le sue carezze, può attutire le nostre angosce, così come può rispondere ai nostri sorrisi, che ci capita di fare senza sapere davvero perché. A seconda delle risposte che otteniamo possiamo instaurare con la figura di riferimento una relazione positiva, quando il bambino impara ad investire e ad affidarsi ad un soggetto all'infuori di sé, o negativa nel momento in cui il bambino non riceve risposte adeguate ai bisogni primari e grazie all' istinto primordiale di sopravvivenza (PLUTONE) che gli appartiene inconsciamente mette in atto tutta una serie di comportamenti atti alla sopravvivenza e all'autogratificazione imparando nel tempo a non investire sul soggetto esterno ma su di sé. In altri casi il disagio primario del bambino nei confronti di sé stesso può nascere all’interno del sistema parentale,in una situazione familiare ideale, i genitori accettano la responsabilità di soddisfare i bisogni del bambino, adoperandosi per soddisfare per conto proprio, all’interno della coppia, e/o con altri adulti che siano in grado di farlo, le necessità individuali tipiche del mondo adulto, in un ambiente famigliare narcisista invece la responsabilità di soddisfare i bisogni emotivi è distorta, cioè, non è concentrata sui genitori, ma si sposta interamente sul bambino.Quindi, al posto di agire secondo i propri sentimenti e in modo proattivo, i figli attendono per vedere ciò che gli altri si aspettano o necessitano, per reagire secondo le attese altrui. In questo caso la ferita narcisistica si forma all’interno del bambino perché nell’ambiente famigliare in cui è cresciuto (CASA II) nessuno ha dato valore al sé, ma è stato valorizzato per l’immagine che riusciva a dare di sé e a seconda di quanto fosse in grado o meno di corrispondere ai bisogni ed alle esigenze dei genitori. Il mancato riconoscimento ai suoi bisogni, alla sua affettività, alle sue conquiste o generalmente al suo “esserci” come persona, infligge un'irrimediabile ferita narcisistica durante l'infanzia, che continuerà a lavorare a livello inconscio anche in età adulta. Durante la crescita, il bambino avendo vissuto situazioni infantili difficili, di sofferenza e solitudine, mancanza di fiducia da parte dell’ambiente circostante e la costante sensazione di non riuscire a soddisfare i costanti bisogni genitoriali, farà fatica a costruirsi una sana autostima. Una vera e forte autostima infatti si basa sul valore che riusciamo a dare a noi stessi (VENERE), che si costruisce giorno per giorno incontrando e superando difficoltà, sulla sicurezza personale di essere una persona capace, intelligente ed in grado di realizzare i propri obbiettivi. Una sana autostima può certamente contenere una discreta dose di moderato narcisismo che spingerà la persona a fare sempre di più per auto stimolarsi ad eccellere nei vari ambiti della vita. Il problema nasce quando la componente narcisistica prende piede, il bambino che durante l’infanzia si aspettava naturalmente amore e accudimento non ricevendoli sposta l’attenzione completamente su stesso dando il via ad una costruzione di un “falso sé” su cui basare una falsa autostima e l’incapacità di vedere realmente sé stesso. La ferita narcisistica spesso è tale da portare la persona da adulta a provare nel profondo di sé una forte disistima così intensa da essere mascherata alla persona stessa con un esagerato apprezzamento di sé. Questa scissione tra la sua reale identità e l'immagine perfetta che viene proiettata all'esterno (ASCENDENTE) si trova alla base della nascita del disturbo narcisistico di personalità. Il continuo vacillare tra sentimenti di inadeguatezza e di compensazione, spacciandosi per quello che non si è, consuma le sue energie. Sia che si senta privo di valore o sulla cima del mondo, il narcisista è perennemente ossessionato da sé stesso. A peggiorare questo disagio psicologico già di per sé molto grave che può sfociare in vere e proprie patologie, oggi purtroppo, va sempre più diffondendosi una cultura del narcisismo, dove un esagerato culto dell’immagine e bisogno costante di puntare i riflettori esterni su di sé hanno preso il sopravvento sul sano sviluppo della propria identità personale; arroganza, individualismo ed egoismo, sono le armi comunemente usate per farsi strada nel mondo moderno e seduzione e manipolazione vengono utilizzate senza vergogna per ottenere potere e controllo sugli altri. La cultura del narcisismo,impedendo all’individuo di spostare l’attenzione dall’orizzonte ristretto del proprio Io, ha generato un concetto di libertà personale distorto, che raggiunge il massimo del degrado quando giustifica le scelte personali discutibili sulla base di affermazioni del tipo: «Ma io sono fatto così», oppure: «Ma io sento così». Quando si assume il proprio “sentire” come criterio di scelta, si regredisce al livello infantile, “regolato dal principio di piacere e non dal principio di realtà, come invece ci si attenderebbe da un adulto” (come diceva Freud). La condizione infantile di sentirsi “unico e speciale” crea bisogni laceranti all’interno del narcisista adulto che spesso e volentieri lo condannano all’infelicità ed all’insoddisfazione perenne. Egli infatti oscilla costantemente tra la necessità di disprezzare gli altri, manipolare la loro volontà e screditare il loro valore personale ed il bisogno viscerale di riconoscimento ed ammirazione (ASSE I-VII) da parte loro, ma solo per esserne gratificato dagli applausi (surrogato delle mancate gratificazioni materne o parentali), senza i quali non si sente letteralmente vivo e riconosciuto. Allo scopo di ottenere il nutrimento narcisistico necessario sa che dovrà sempre mostrarsi perfetto: bello, interessante, creativo, pieno di iniziative che affascinano come avrebbe voluto affascinare e conquistare la figura materna nei suoi primi anni di vita, senza tuttavia mai sviluppare un coinvolgimento emozionale adeguato o una visione di sé stesso equilibrata e realistica, rimanendo sempre emotivamente disconnesso dal resto del mondo e totalmente privo di empatia. Ricapitolando, possiamo identificare alcuni tratti fondamentali tipici del disturbo narcisistico di personalità: personalità fragile incapace di sopportare la negazione e la critica, autocompiacimento esagerato, scarsa empatia, desiderio di attenzione ed ammirazione, ritenersi creature migliori, superiori e destinate ad imprese eccezionali, assenza totale di etica personale o sensi di colpa, tendenze manipolatorie per ottenere ciò che credere di meritare ad ogni costo. DISTURBO NARCISISTICO IN CHIAVE ASTROLOGICA Cerchiamo ora di tradurre tutto quello che abbiamo analizzato finora in chiave astrologica iniziando a considerare separatamente tutti i punti del tema (pianeti, case e aspetti) coinvolti nella nascita e nello sviluppo di una delle patologie (ahimè) più diffuse nella società occidentale moderna, soffermandoci in particolare su due di essi e sul rapporto tra loro. o PRINCIPALI PIANETI E CASE COINVOLTI 1. LUNA (madre), 2. PLUTONE (pulsioni ed istinti primordiali, lato ombra, desiderio) 3. CASA II (ambiente natale, risorse personali, bisogni personali primari), 4. VENERE (piacere, valore di sé) 5. ASCENDENTE (io mostrato all’esterno) 6. ASSE I-VII(relazione e confronto conl’altro) Come abbiamo appena visto il disturbo narcisistico di personalità nasce da una ferita narcisistica generata dalla mancanza di risposte adeguate o gratificanti nella primissima infanzia da parte della figura principale di riferimento (nel 90% dei casi la madre) non possiamo quindi non prendere in considerazione come pianeta principale della nostra analisi di questo disturbo, LA LUNA La Luna in merito all'analisi astrologica del tema natale è infatti uno dei primi pianeti che andiamo ad analizzare e insieme al Sole il più importante rappresentante della struttura della personalità. Nella sua simbologia primaria rappresenta la madre ma andando ad analizzarla dal punto di vista psicologico all’interno di un tema descrive principalmente il tipo di attaccamento emotivo sviluppato dal bambino nella prima parte della sua vita. A seconda della posizione, del segno e della casa in cui si trova e degli aspetti che fa con gli altri pianeti, ci dà un’idea abbastanza precisa del modo in cui la madre ha svolto la sua funzione per eccellenza nei primi anni della vita del figlio: la funzione di contenimento. Per contenimento intendiamo l’insieme di tutte le cure e le attenzioni che la madre da (o nega) al bambino dal momento della nascita ai primi anni di vita. A seconda del tipo di contenimento ottenuto il bambino codifica tutta una serie di stimoli ricevuti dalla madre, in base alle emozioni che gli suscitano catalogandoli in due grandi categorie: buono piacevole accogliente positivo o sgradevole frustrante spiacevole e negativo. Questo collegamento inconscio che il bambino fa tra sensazione ed emozione determina il tipo di attaccamento che ha sviluppato nella prima parte della vita e strutturerà la parte cognitiva dell’individuo condizionandone l’equilibrio psichico per il resto della sua vita. In caso di attaccamento sicuro il bambino, nel corso della vita. avrà degli strumenti interiori solidi e a portata di mano ai quali saprà di poter ricorrere nei momenti di difficoltà, contattando le sue emozioni più recondite e riportano alla mente il tipo di contenimento, l’amore e il senso di sicurezza ricevuto dalla madre nei suoi primi attimi di frustrazione, paura, inadeguatezza e smarrimento vissuti. In caso di aspetti dinamici o difficili della luna all’interno del tema natale, quasi sicuramente, ci troviamo di fronte ad un individuo che ha vissuto con la madre un tipo di intimità insufficiente per poter instaurate un attaccamento sicuro e, a seconda dei pianeti coinvolti, può aver sviluppato attaccamento insicuro, rifiutante, ambivalente o invischiante compromettendo e nei casi più gravi invalidando il rapporto con le proprie emozioni per il resto della vita. PLUTONE, specialmente nella prima parte della vita, quando veniamo catapultati dalla fase uterina al mondo reale che percepiamo indiscutibilmente come brutto, freddo e ostile a causa del trauma consecutivo alla nascita (separazione del sé), rappresenta la parte più inconscia e nascosta di ognuno di noi dove si annidano processi reattivi pulsionali legati ai primi stadi di sopravvivenza memoria del cervello rettiliano. Plutone rappresenta la parte istintuale, pulsionale, la parte meno luminosa di noi, la nostra parte “animale” legata a tutti i primi istinti di vita, morte e quindi anche di sopraffazione. Questo pianeta lo incontriamo nei primi tre assi del tema, Plutone è in I casa (asse I-VII domicilio di base o secondario in Ariete), sull’asse II-VIII (come signore della casa VIII) ed esaltato in Gemelli (asse III-IX), si attiva perciò entro i tre anni di vita eci mostra come abbiamo vissuto i primi stadi di dipendenza e di impotenza quando eravamo inermi e bisognosi di cure esterne (materne) per sopravvivere. Ha quindi a che fare con l’acquisizione consapevole del nostro potere personale. Meno ne abbiamo avuto e più forte sarà la forza con cui sentiremo di “dovercelo riprendere” (usando in questo modo l’ombra manipolatoria di Plutone). Chi ha sperimentato in questi primi anni il potere dei genitori in modo negativo e schiacciante imparerà a manipolare, a sedurre per ottenere ciò che vuole e perderà il contatto diretto con il lato luminoso e positivo di questo archetipo che, restando confinato nell’inconscio, verrà usato in maniera distorta. Plutone rappresenta un’energia vitale dotata di una grandissima potenza inesauribile che spesso non sappiamo neppure di avere. Alla nascita siamo ancora tutt’uno con la madre e si sviluppa la prima percezione di potenza o impotenza a seconda delle figure che si sono prese cura di noi. Il primo potere che conosciamo, infatti, è quello degli altri su di noi. Come veniamo toccati, accuditi, ascoltati. A seconda di come questo riscontro viene vissuto, si vivrà il proprio essere o non essere potenti. Potenza vs. Impotenza Essendo fasi primordiali che abbiamo per lo più dimenticato e sepolto nell’inconscio, Plutone si fa vivo quando nella vita siamo attaccati a qualcosa/qualcuno senza il quale riteniamo di non poter sopravvivere. In quel caso attiviamo tutte le parti che ci mostrano anche la nostra vera natura, la nostra ombra. Nel bene e nel male questo archetipo andrà reso manifesto a noi stessi per sentirci in pieno potere di noi stessi e delle nostre facoltà, che non dovranno più essere completamente in balia di un altro essere (come da bambini è stato). L’ambiente che il bambino si trova intorno dopo la nascita è un altro tassello fondamentale che influenzerà la vita di ognuno di noi e creerà la base solida per sviluppare i propri valori personali, valori ricevuti dalla famiglia, dalla cultura, dagli ambienti frequentati ecc, all’interno del tema di nascita lo possiamo capire ed interpretare analizzando la CASA II. A seconda del segno in cui si trova, ai pianeti in essa contenuti e gli aspetti che formano all’interno del tema possiamo capire quanto ed in che modo la persona è stata influenzata dall’ambiente circostanze alla nascita e nei primi anni della sua infanzia. Se infatti il soggetto ha ricevuto il riconoscimento dei propri bisogni personali e la giusta nutrizione nella prima parte della vita sarà, col passare degli anni, in grado di costruire risorse personali solide alle quali attingere nei momenti di difficoltà nella vita adulta. Non solo, avere a portata di mano le proprie risorse gli permetterà anche di “lavorarci” nel tempo, investendoci, stimolandole e sviluppandole, allo scopo di incrementarle e consolidarle maggiormente. Diversamente accade se i valori della famiglia di origine non corrispondono a quelli della persona che nella prima parte della vita si ritrova a fare tutta una serie di compromessi per poter essere riconosciuto in un ambiente che non lo fa sentire allineato al resto del clan, percepito come ostile e rifiutante, lasciandolo col passare degli anni con un senso di inadeguatezza perenne e la convinzione di dover sempre sacrificare la propria autenticità e i propri bisogni reconditi per poter essere accettato. Forti lesioni all’interno di questa casa indicano la tendenza del soggetto ad aggrapparsi eccessivamente a risorse esterne come, ad esempio, ai beni materiali, agli affetti ed a manifestare possessività, avarizia ed egoismo quasi a compensare i bisogni di amore, sicurezza e rassicurazioni non soddisfatti da piccolo. Concentrarsi esclusivamente su sé stesso, bramare, trattenere e possedere sono tratti tipici di disturbi di tipo narcisistico anche se non è scontato che possedere queste caratteristiche compensatorie sfoci necessariamente in patologie future queste lesioni concorrono sicuramente, insieme agli altri aspetti analizzati in questo scritto ad aumentare le possibilità di sviluppare il disturbo. Spesso, all’interno dell’analisi di un tema la casa II viene analizzata contemporaneamente a VENERE in quanto l’unione delle due simbologie rappresenta molto bene quali sono i valori e le capacità del soggetto o meno di conquistarsi sicurezze (materiali ed emotive) nel corso della vita. Venere infatti all’interno del tema natale rappresenta la modalità attraverso cui il soggetto legge una parte del mondo, nello specifico tutta la parte che ha a che fare con il piacere, il senso armonico, con la bellezza. L’individuo, per poter riconoscere e sviluppare l’amore vero all’interno della propria esistenza deve passare attraverso alcuni stadi nel corso della vita. Il primo “ostacolo” che si trova a dover superare, nonché quello che prenderemo in considerazione nel corso di questa analisi è (non a caso) lo stadio narcisistico, tappa fondamentale che, a seconda di come viene vissuta ed oltrepassata, serve a definire in maniera sana e consapevole l’accettazione di sé e l’amore per sé o meno. Se nella prima fase della vita è mancata la fase narcisistica, ovvero non siamo stati riconosciuti ed amati da chi aveva la funzione di farci da specchio, difficilmente riusciremo ad avere il giusto valore di noi stessi crescendo, considerandoci meritevoli dell’amore altrui avendo sempre la tendenza a ricercare al di fuori di noi questo tipo di gratificazione e sviluppando di fatto una dipendenza nei confronti delle attenzioni totali ed incondizionate altrui nel momento in cui entriamo in relazione con un’altra persona. La patologia narcisistica blocca la persona in questo stadio, il narcisista non riesce a crescere ed identificarsi da solo (non è in grado di percepire il vero valore di se desiderare l’amore per sé), ma allo stesso tempo rimane concentrato su di sé curando l’immagine piuttosto che la sua vera essenza, cercando di risultare agli occhi degli altri particolarmente brillante e di successo nel lavoro non a scopo di sviluppo e gratificazione personale ma solo per attirare tutte le attenzioni verso l’immagine fittizia che viene proiettata all’esterno, ma che di fatto non lo rappresenta. Una Venere molto lesa nel tema natale ci rimanda a una sensazione di non amore, di non valore e di non accettazione e questa modalità diventerà il radar con cui cercheremo le relazioni e l’amore ed è per questo che, rimettendo in scena situazioni simili, si avrà la possibilità di ridefinire i propri confini, valori e il senso di sé: solo questo potrà condurre alla reale condivisione di spazi affettivi ed intimi con un’altra persona mantenendo contemporaneamente il proprio senso di integrità e di armonia interna. Difficile amare senza un buon aiuto di Venere, neppure se stessi. Se il narcisista si amasse davvero, non avrebbe bisogno di fare quel che fa. Il culto spasmodico dell’immagine e di come si appare all’esterno può essere rappresentato anche dall’ASCENDENTE nel tema natale di un soggetto con tendenze narcisistiche. L’ascendente può essere paragonato alla maschera che noi indossiamo in pubblico, ed è la prima impressione che diamo quando incontriamo nuove persone. La sua importanza è pari quasi a quella del Sole e della Luna visto che influenza il nostro modo di essere, l’aspetto fisico e il nostro modo di proporci agli altri. È la parte di noi che tendiamo a mostrare alle persone che non conosciamo bene, ma può o non può rappresentare quello che noi realmente siamo, poiché la nostra vera identità è data dal segno solare. L’ascendete è legato all’istinto di sopravvivenza e spesso protegge la nostra vera identità ritenuta troppo fragile o facilmente feribile se mostrata. Se la reale personalità dell’individuo non corrisponde all’impressione fornita dalla sua immagine esteriore, ogni nuova relazione rischia di presentare dei problemi o risultare una delusione. Un ascendente che cade in un segno particolarmente egocentrico (es. Leone), egoriferito (es. Ariete), o istrionico e tendente alla manipolazione (es. Scorpione) è un buon indicatore, da considerare sempre insieme ad altri segnali di un’eccesiva considerazione di sé a scapito del resto del mondo. Una concentrazione di pianeti (stellium) o la presenza dei luminari congiunti all’ascendente sono anch’essi da tenere in considerazione nel caso di analisi del tema di un potenziale narcisista. Esempio un Sole all’ascendente caratterizza generalmente una persona bisognosa di mettersi in luce, che necessita costantemente di attenzione ma che non osa ottenere né direttamente né sfrontatamente. Si pone al centro dell'attenzione con cerimoniosità, prolissità o usando la malattia ed altri tipi di sofferenza per essere costantemente al centro dell’attenzione. Sensibile alla critica ed incapace di autocritica, ma con la pregnante inclinazione a criticare gli altri. Last, butnotleast, qualsiasi pianeta strettamente congiunto all’ascendente caratterizza un IO che si identifica con le caratteristiche principali del pianeta stesso. Ad esempio con un Giove congiunto la persona identificandosi profondamente con le proprie idee si erige a profeta autocompiacente che si atteggia ad illuminato, mostrandosi spesso insopportabilmente arrogante, altezzoso, superbo, incapace di autocritica o persino di riconoscere i propri errori. ASSE I - VII L’Asse della personalità Il momento della nascita stabilisce il grado esatto dell’ascendente che determina la prima casa e quindi anche tutte le case successive.La prima casa riflette molto bene come è stata vissuta questa venuta al mondo e il segno e i pianeti presenti esprimeranno le caratteristiche fondamentali di questo momento che definisce il temperamento dell'individuo e quindi il modo tipico in cui si presenterà agli altri. I casa = affermazione dell’IO VII casa = relazione con l’Altro Nelle prime settimane nel neonato non ci sono ancora interazioni psicologiche con l’ambiente; è solo dopo il primo mese che inizia a realizzare confusamente la presenza di un soggetto esterno nel volto della mamma e da qui inizia l’esperienza da casa VII che coincide con l'inizio della fase di simbiosi che si perfezionerà, poi, nella II casa. In casa VII, avviene il riconoscimento dell’altro da sé che determinerà, nel futuro, la modalità e la natura delle relazioni, che saranno in analogia con il segno e i pianeti presenti in questa casa. La presenza di pianeti in opposizione in questo asse corrisponde ad una difficoltà in questa primissima fase della vita che poi sarà rivissuta, nel tentativo di rielaborarla, nell’età adulta. Emblematico in questo caso è l’esempio delle case rovesciate, cioè casa I in Bilancia e casa VII in Ariete, questo ribaltamento dello schema zodiacale in cui segni opposti finiscono per trovarsi in posizioni scomode, comporta una sorta di forzato compromesso e di perenne indecisione tra i propri bisogni e desideri e quelli dell’altro. Mentre la mancanza di empatia nei confronti degli altri tipica del narcisista può essere benissimo rappresentata da pianeti come Saturno (freddezza), Urano (opportunismo, distacco), Marte (conflittualità, affermazione di sé) o Plutone (manipolazione) in casa VII o in cattivo aspetto col governatore della stessa. ANALISI DELL’ASPETTO LUNA – PLUTONE Cerchiamo ora di analizzare nello specifico l’aspetto sul quale abbiamo deciso di incentrare questo scritto, l’aspetto Luna-Plutone iniziando ad analizzare le parole di Lidia, nel suo libro “Simbologia della Luna”: “Generalmente è un aspetto che richiede una sorta di amputazione emotiva, che diventa assolutamente necessaria per la sopravvivenza in quella fase, qualcosa che minerà il rapporto con la madre e che si affaccerà poi in seguito. Questa Luna rende i soggetti particolarmente vulnerabili alla perdita e al lutto, a volte si lega fortemente a un lutto infantile mai elaborato.” Spesso, chi ha nel tema un aspetto Luna/Plutone soprattutto se si tratta di aspetti dinamici (quadrature e opposizioni), sicuramente ha vissuto esperienze difficili con figure femminili o più comunemente, la madre percependo tutta una serie di emozioni intense e spesso poco rassicuranti, a volte minacciose, comunque pesanti da gestire e difficili da controllare. La sicurezza emotiva di cui ha bisogno il bambino potrebbe non esserci stata, la madre viene percepita come super potente e trasmette inconsciamente le proprie pulsioni, influenzando di conseguenza quelle del bambino. A volte la madre è una donna incompiuta e depressa incline al ricatto emotivo, altre una donna dominante e fagocitante, una manipolatrice, orientata al controllo che proietta sul figlio uno standard di condotta o comportamento intenso e rigido, spesso inconsapevole o addirittura disinteressata ai danni che può provocare, qualora il bambino si rifiuti di conformarsi a questi dettami ed aspettative compulsive, non disdegna nei casi più gravi attacchi fisici o verbali, ma più comunemente trasformando l’espressione emotiva in un gelido silenzio e trasmettendo un senso sottile di disapprovazione, delusione o dolore. Questo fa in modo che il bambino subisca questo potere della madre come “potere di vita o di morte” e per pura sopravvivenza impara prestissimo ad assecondare questo tipo di relazione, tendendo a ridurre al minimo le sue aspettative emotive lasciandole credere (simulandole) di avere tutta una gamma di emozioni che lei sicuramente approva. Ovviamente questa dinamica imparata ed attuata molto presto nella vita, lo porterà da adulto a gestire con fatica le proprie pulsioni interne fino,nei casi estremi a modularsi solo su quella frequenza e candidandosi in futuro a relazioni distruttive..(o manipolo o sono manipolato).Si matura, nel tempo, una capacità percettiva fuori dal comune, imparando a sentire e leggere le emozioni altrui perfettamente, e questo fa scattare i meccanismi di difesa e agire di conseguenza. “Tutto quello che tocca Plutone dovrà in qualche modo essere trasformato, rigenerato, ripulito, Plutone deve sempre passare attraverso una forma di catarsi. Se noi abbiamo una Luna/Plutone vuol dire che la dimensione emotiva dovrà subire una lenta e graduale trasformazione, perché significa che accanto alle nostre emozioni spesso c’è una buona dose di ombra, di negatività.” L'intento evolutivo di questo aspetto dimostra che questi individui hanno imparato a riformulare il loro comportamento emotivo e l'immagine di sé in base alla risposta emotiva di chi hanno di fronte. Le emozioni possono essere espresse in modo compulsivo quando Plutone aspetta la Luna. La persona può decidere emotivamente e intellettualmente di operare in un modo diverso, ma, inconsciamente, si ritrova a manifestare un vecchio schema compulsivo su base emotiva perché l'individuo si sente incapace di cambiare lo schema anche il comportamento. Questa situazione promuove la rabbia personale, la rabbia e l'odio in modo ciclico quando il desiderio e l'intento sono di farlo. Negli scenari peggiori, questa dinamica può promuovere pensieri di suicidio o un desiderio di morte inconscio mentre l'individuo cerca di sfuggire al dolore che lo caratterizza. “Con Plutone spesso è la sensazione del potere che l’altro ha su di te che ti distrugge, è la sensazione che tu devi imparare a controllare qualsiasi cosa sotto il profilo emotivo, perché se non lo controlli qualcosa potrebbe distruggerti. La percezione è diventata acutissima, perché per un lungo periodo la propria sopravvivenza è stata collegata al fatto di capire in anticipo che cosa stava succedendo.” Purtroppo come tutti i bisogni e gli istinti inconsci che nella prima infanzia non sono stati riconosciuti, sono stati giudicati inadeguati o semplicemente ritenuti non pericolosi per l’Io da parte di un Super-Io eccessivamente controllante, questo potere e controllo subito durante l’infanzia viene ricacciato nell’inconscio e l’individuo non si rende conto del potenziale distruttivo che possiede fino a quando un episodio particolarmente traumatico o un transito non lo riportano a galla. Infatti, spesso, nella vita di queste persone cova all’interno una rabbia inconscia che le tortura e le fa vivere in assetto difensivo ogni qual volta entrano in gioco emozioni corrosive dove Plutone per non essere ferito applica un super-controllo difensivo attraverso la “manipolazione” delle proprie e altrui emozioni. Si usa la bugia come meccanismo di difesa, e si impara a dire quello che gli altri si vogliono sentir dire, perché è più facile vivere. Si tende all’ inevitabile “falsazione” di sé e quando Plutone si lega al Sole è il senso di identità che viene falsato, mentre quando si lega alla Luna è proprio la parte emotiva che non è cristallina. Con Plutone è veramente difficile andare a vedere dove sono seppellite le tue intenzioni.” Solo quando cominci a lavorare su queste “intenzioni sotterranee” inizi davvero a scardinare quelle parti oscure di te, portando l’Ombra alla luce del Sole al fine di riuscire a risolvere per sempre questa dinamica. Ma ci vuole tanto impegno e volontà e spesso questo conflitto viene riconosciuto e risolto nella seconda parte della vita. Con Luna/Plutone è mancata la fiducia proprio nella figura di primo riferimento che lascia dentro l’impossibilità di lasciarsi andare, di avvicinarsi all’altro con serenità. Si crea un rapporto ambivalente spesso con forti risentimenti,si cerca inizialmente una fusione con l’altro e allo stesso tempo si ambisce alla propria autonomia in una dicotomia lacerante. Aspetti Luna/Plutone per un uomo “Sorgi, nera vendetta, dal tuo covo, e tu, amore, cedi la tua corona e il trono che avevi nel mio cuore all’odiotiranno! Gonfiati, petto, pel carico di mille lingue di serpenti.” (Otello) Per un uomo con questo aspetto la madre rimane di fatto un’immagine molto potente che lo porta ad avvicinare donne altrettanto forti e con le stesse dinamiche manipolative e dominanti (plutoniane), da cui quasi sempre viene abbandonato o tradito facendogli rivivere quella sensazione di lutto e perdita. L’uomo che non ha ripulito ed interiorizzato le dinamiche subite nell’infanzia e non riesce a vivere il suo aspetto Luna-Plutone in maniera diretta, lo proietta,identificandosi subconsciamente con la partnerche,essendo portatrice (malsana) di tutte le dinamiche che inconsciamente gli appartengono viene vissuta semplicemente come un’estensione del proprio sé. C’è dunque un forte bisogno di assorbire un altro in sé, o di esserne assorbiti. In entrambi i casi la persona distrugge (Plutone) la propria identità separata o quanto meno tenta di fare ciò attraverso tale fusione. Questa dinamica tenderà a ripetersi con toni sempre più cupi ed intensi fino a sfociare nei casi peggiori in un’escalation di controllo, manipolazione, minacce fino alla vera a propria prevaricazione e cancellazione dell’identità della compagna come i casi di cronaca fin troppo diffusi e purtroppo ben noti dei giorni nostri. Quando invece la dinamica viene risolta e si prende coscienza di questo aspetto ecco che una donna realizzata emotivamente potrebbe invece portare nella relazione la sua parte luce, stimolare moltissimo il potenziale creativo insito in questo aspetto.Ma per arrivare a questo c’è di fatto bisogno del riconoscimento del proprio potere personale e incontrando la propria Ombra risolvere per sempre il conflitto. Aspetti Luna /Plutone per una donna “In tutti gli altri eventi, piena è la donna di paure, e vile contro la forza, e quando vede un ferro; ma quando, invece, offesa è nel suo talamo, cuore non c’è del suo più sanguinario.” (Euripide, Medea) Medea corrisponde perfettamente alla distorsione totale che crea questo aspetto così corrosivo,quando non c’è coscienza e tutto viene convogliato nella dinamica della Vendetta,tema caro al Plutone non risolto. La ferita è gigantesca e l’impossibilità di superarla porta ad azioni spesso turpi e che non lasciano scampo al perdono. Ma senza dover per forza arrivare a tali estremi,rimane di fatto quella colorazione particolare nelle donne afflitte da questa dinamica. Questa grande “creatività” istintuale e pulsionale è una bomba ad orologeria che se non viene “Moralmente ed Eticamente” indirizzata può diventare distruttiva. Dove c’è Plutone c’è passione,tormento,amore come sofferenza e morte.Questo è il tipo di rapporto che lui predilige,uno “strappo” dell’anima senza il quale non c’è intensità,non c’è relazione,Se non c’è dolore non c’è amore. Da questa dinamica corrosiva ci si deve distaccare per poter vivere al meglio la propria emotività perché,sia nell’uomo che nella donna sopravvive lo stesso tormento.Per l’uomo c’è l’immagine della donna-strega che lo divora e poi lo abbandona.Per la donna c’è la tendenza a rimanere ingorgata in relazioni dove lei domina e non lascia andare. Ti seduce,ti pretende,ti conquista e ti cattura come un paziente ragno nella sua ragnatela,e a scapito della sua stessa vita e libertà non ti lascia andare restando di fatto imprigionata nella sua stessa ragnatela.


 

 
 
 
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