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- Astrologia e dintorni

L’ARCHETIPO LUNARE IN RELAZIONE A “LE DEE DENTRO LA DONNA”
     a cura di Genny Catallo
 
L’ARCHETIPO LUNARE IN RELAZIONE A “LE DEE DENTRO LA DONNA”
L’ARCHETIPO LUNARE IN RELAZIONE A “LE DEE DENTRO LA DONNA”

1. Introduzione alla Luna

In astrologia umanistica Luna e Sole, i due luminari,rappresentanole due parti principali della personalità, il Sole simboleggia la nostra parte Yang, l’azione, la parte luminosa e conscia che ci conduce al raggiungimento del proprio scopo di vita, mentre la Luna simboleggia la parte Yin, emotiva, legata al passato, all’inconscio e tutti quegli aspetti della personalità che sono profondi e non visibili perché non illuminati dalla luce del Sole e quindi della coscienza.

Il Sole risponde al principio di conquista, la Luna a quello di appartenenza.
Gli antichi consideravano Luna e Sole i genitori del mondo, in astrologia simboleggiano la madre e il padre interni.
La natura ciclica della Luna con le sue fasi lunari aveva indotto gli uomini di un tempo ad associarla con i raccolti agricoli, per questo era molto venerata e fungeva da grande madre che consentiva fertilità, vita, nutrimento, ma che a volte assumeva anche il ruolo di matrigna.

In astrologia attraverso la Luna con i suoi aspetti e la sua posizione possiamo leggere il vissuto e la proiezione avvenuta sul materno, l’infanzia, l’attaccamento e schemi emotivi introiettati dal rapporto con la madre, i legami, la femminilità per una donna e l’immagine del femminile per l’uomo, il rapporto con le emozioni e i sentimenti, la capacità di riconoscere i nostri bisogni, come e se abbiamo acquisito sicurezze, come viviamo la nostra casa e quali sono le nostre radici.




2. La Luna come materno


Il segno zodiacale su cui poggia la sede lunare in astrologia si trova nel Cancro, primo segno d’acqua della ruota dello zodiaco, segno in cui le emozioni, i ricordi, i sogni, l’inconscio regnano sovrani.
Proprio a conferma della sua sede zodiacale, la Luna potremmo definirla il vissuto emotivo di una persona, dall’aspirazione prenatale definita dal segno su cui poggia, che quindi è un archetipo collettivo, fino ad arrivare al vissuto personale di ognuno di noi, che potremo evincere dagli aspetti che il luminare forma con gli altri pianeti.
Inoltre la Luna rappresenta quelli che vengono chiamati i 1000 giorni d’oro, che iniziano dal concepimento all’età di circa due anni e mezzo, il momento in cui mamma e bambino vivono la diade, un rapporto esclusivo completamente improntato sulla mamma che fa da contenitore e filtro del mondo per il bambino.
Come la psicologia prenatale ci ha dimostrato attraverso diversi studi, esistono memorie che anticipano la fase della nascita e che rimangono imprintate nel nostro tessuto psichico, questo conferma l’immagine archetipica collettiva che avevamo del materno, espressa dal segno in cui la troviamo all’interno del tema natale, le cui qualità abbiamo proiettato su nostra madre.
In altre parole, avere una Luna Cancro significa principalmente che l’immagine e l’idea che avevamo del materno nella fase iniziale della nostra vita intrauterina era quella di un materno accogliente, accudente, contenitivo e amorevole.

Come ho già accennato saranno gli aspetti che la Luna riceverà dagli altri pianeti a modificare permanentemente il vissuto che la persona avrà interiorizzato durante la fase postuterina.
Quindi cosa possiamo vedere dagli aspetti con gli altri pianeti? Il tipo di attaccamento che abbiamo avuto, facilmente distinguibile tra attaccamento sicuro e attaccamento insicuro.
L’attaccamento sicuro è spesso ben rappresentato da una situazione in cui la mamma c’è, comprende le esigenze del bambino e ne risponde in maniera puntuale e amorevole, insomma in tutte quelle situazioni in cui il bambino si sente accolto, accudito, protetto, solo in questo caso il bambino sentirà che il mondo è un posto sicuro, perché attraverso il filtro della figura materna ha potuto “assaggiare” il mondo stesso senza timori e acquisendo sicurezza, anche per questo sarà fondamentale analizzare eventuali quadrature e opposizioni di pianeti rispetto alla seconda casa, in cui viene simbolicamente rappresentato il periodo che va dai 40 giorni di vita agli 8 mesi.
L’attaccamento insicuro, è per esclusione, tutti quei rapporti madre figlio in cui il bambino ha sperimentato frustrazione, instabilità, rifiuto, abbandono, invischiamento o ambivalenza.

Purtroppo spesso è più frequente un attaccamento insicuro, ma è possibile distinguerli tra loro.
Ad esempio nel caso in cui la Luna forma aspetti con Urano, spesso il bambino ha respirato una certa insofferenza materna che ha portato la madre a offrire risposte discontinue al bambino, in relazione alla connotazione dell’elemento aria di Urano, possiamo immaginare anche la sensazione della madre di essere incastrata nel ruolo, un desiderio di libertà che non può esprimersi al meglio soprattutto quando un neonato bisognoso di cure assidue richieda la presenza della madre.
Diverso è il caso in cui la Luna formi aspetti con Marte, pianeta instabile, preda di pulsioni rabbiose e reazioni intense, certamente il bambino avrà sperimentato l’instabilità emotiva della madre, etichettando quindi il mondo come luogo insicuro e incoerente, introiettando emozioni stressate e faticando a riconoscere i suoi bisogni creando quel vortice comportamentale per il quale più il bambino ha bisogno, più vorrebbe avvicinarsi, ma più si avvicina e più ha paura e quindi si allontana.
Marte spezza ogni tipo di fusione, appartenendo all’elemento fuoco ha necessità di fare, conquistare, quindi il bambino da grande ricercherà relazioni intense e passionali, ma l’attaccamento disorganizzato che avrà vissuto lo indurrà a ricercare quel senso di imprevedibilità, instabilità tipica di un fuoco non ben utilizzato, e ambivalenza che nelle relazioni adulte può essere molto difficile da gestire.
Ancora diverso è il rapporto mamma bambino quando la Luna entra in contatto con Saturno perché in questo caso il bambino ha percepito chiaramente la difficoltà della madre a esprimere le proprie emozioni, a causa di un congelamento o di un vero e proprio blocco emotivo. Quindi il bambino sente che non può appoggiarsi alla madre perché se si appoggiasse avrebbe anche la frustrazione della risposta non adeguata alla sua esigenza, così il bambino impara a non chiedere per paura di essere rifiutato e temendo di essere abbandonato innesca il meccanismo di non richiesta, diventa molto in fretta autonomo, efficiente e abbandona il mondo emotivo.
Quando invece l’attaccamento si può definire invischiante, la Luna crea aspetti con Nettuno, la mamma è fragile, il bambino sente che non può appoggiarsi e le parti si invertono, il bambino fa da contenitore emotivo della madre quindi per contenere la vulnerabilità della madre, non può mai esprimere la sua e si crea una con-fusione (meglio comprensibile se la chiamassimo fusione con) che impedisce al bambino di connettersi con il suo sentire, nella vita adulta si sentirà forte, ma non lo è, perché crea intorno a sé persone dipendenti da lui in quanto sempre pronto a contenere gli altri.

Altro attaccamento, molto differente dagli altri, è quello caratterizzato dal contatto tra Luna e Plutone, aspetto molto difficile da gestire per un bambino che impara precocemente a captare tutti i segnali che la mamma invia per decodificarli e adattarsi perché capisce che la mamma non riesce autonomamente a gestire le sue emozioni, pertanto è immerso in una comunicazione difficile con forti connotazioni di manipolazione emotiva, un esempio è quando passa il messaggio di apprezzamento e/o affetto solo compiendo scelte avvallate dalla madre.
E’ un rapporto difficile quello tra la Luna che simboleggia l’infanzia e Plutone che è morte e rinascita, il bambino entra in contatto troppo precocemente con emozioni intense e a tratti torbide, che durante la fase caratterizzata dalla Luna non possono essere capite, comprese e interiorizzate al meglio.

Ancora differente è una Luna che faccia aspetti con Venere, dea assente nella crescita dei figli, quindi possiamo trovare una madre assente, soprattutto con quadrature e opposizioni, e una totale mancanza di impegno materno che ha reso i figli presto indipendenti perché non si è presa cura di loro, che non essendo stati supportati avvertiranno sempre una difficoltà con il concetto di indipendenza che è stato completamente travisato.
Altra situazione ancora si è creata con una madre anaffettiva, spesso una madre che non ha conosciuto lei per prima l’affetto, deviando verso il narcisismo, che crea aspettative materne esagerate nei confronti del bambino, spesso non potendo accettare che il figlio non soddisfi i propri desideri di realizzazione che non hanno potute concedere a sé stesse, riscontrabile in Lune di fuoco, o presenti in prima o quinta casa.
Con la presenza di Saturno in decima, ci troviamo davanti alla figura della Madre Sacrificale, colei che sente profondamente di aver rinunciato a tutto per merito del figlio, ma che si lamenta continuamente, lo critica, enumera sacrifici e rinunce fatte per il figlio, sono madri pessimiste, disapprovanti, rigide e che si mostrano vittime della vita.


L’unico pianeta che io distinguerei perché ha connotazioni positive con congiunzioni, trigoni e sestili è Giove.
Giove può essere una grande risorsa nel caso di aspetti positivi perché infonde fiducia in sé stessi e quindi anche nel mondo, permette la libertà di accettarsi e seguire il proprio sentire, ma nel caso di opposizioni e quadrature può indicare difficoltà con il cibo, in quanto la Luna rappresenta il nutrimento e Giove l’appagamento pertanto spesso in questo caso il bambino non mangia, faticando a portare dentro il cibo simbolicamente rifiuta il nutrimento della madre che molto probabilmente giudica tossico, potremmo facilmente associarlo alle emozioni della madre che passano al figlio attraverso il latte materno.




3. La Luna come femminile


Dopo aver analizzato brevemente la Luna in riferimento all’aspetto materno, possiamo facilmente dedurre che tipo di femminilità potremo aver costruito a seguito dei tipi di attaccamento sperimentati.
Inizierei subito parlando del femminile espresso da chi ha nel tema natale aspetti disarmonici di Luna Saturno, in caso di quadrati e opposizioni.
Come già detto la Luna rappresenta il nostro sentire più profondo, la connessione con le nostre emozioni e il nostro inconscio, la nostra capacità di prenderci cura di noi stessi, in primis, e poi degli altri.
Saturno è Crono, nella mitologia greca, colui che aveva evirato il padre Urano, il quale non sapendo accettare i propri figli e li ributtava nelle viscere di Gea, la terra, con cui si accoppiava ogni sera.

Verrebbe da dedurre che Saturno quindi sia coraggioso e conscio del valore degli altri, ma anche se nella mitologia accetta di compiere il gesto richiesto dalla madre Gea, divenendo così la divinità maschile più potente dell’Olimpo, poi cade verosimilmente nello stesso errore del padre quando accoppiandosi con Rea, inghiottisce ogni figlio nato per paura di essere spodestato.
Desumendone il tratto possiamo notare quanto Saturno sia capace di prendersi carico del dovere di porre fine al grido disperato della madre, ma non sia profondamente in contatto con il significato vero del gesto che sta compiendo, tanto da eguagliarlo in forma diversa per paura di perdere il potere acquisito.

Pertanto quando una donna ha una Luna che, rappresentando anche il suo bisogno di sicurezze, entra in contatto con Saturno avrà difficoltà ad accettarsi, a nutrire la sua parte femminile (essendo Saturno una delle principali divinità maschili), a scendere a patti con le proprie emozioni e a permettere a sé stessa di sentirle.

Organicamente la Luna rappresenta il seno (nutrimento), lo stomaco (in riferimento al segno del Cancro) e il sistema linfatico, uno dei sistemi naturali di difesa dell’organismo dalle infezioni.
Pertanto con una Luna lesa da Saturno riscontriamo difficoltà a questi livelli, se poi contestualmente abbiamo una lesione con quadrature anche di Giove, può riscontrarsi anoressia (rifiuto del cibo, quindi psicologicamente del femminile) e bulimia (rifiuto di trattenere il nutrimento).
In casa seconda si forma l’immagine del corpo, quindi lesioni che coinvolgano anche quella casa devono essere analizzate accuratamente, così come la presenza di uno dei tre pianeti prima elencati in sesta casa, dove la cura del corpo viene esaltata al massimo, anche in maniera un po’ troppo rigida, caratteristica riscontrabile nel segno della Vergine, di cui Saturno è pianeta governatore.

Sempre ostici, ma in misura minore, gli aspetti armonici di Luna Saturno, che probabilmente avranno irrigidito la personalità, inducendo la persona a mettersi poco in contatto con le proprie emozioni per privilegiare l’aspetto efficiente, magari ereditato dalla madre.
Avranno sicuramente da lavorare in età adulta sulla corazza costruita per fronteggiare i doveri che si sente di aver assunto, che andrà decisamente distrutta per favorire una più consapevole presa di coscienza delle proprie responsabilità che passano attraverso la scelta individuale.

Per l’uomo una Luna Saturno è la proiezione di un femminile efficiente, poco improntato sull’emotività, con qualche rigidità, ma anche una donna responsabile, affidabile, capace di assumersi responsabilità e valutare le situazioni con raziocinio.
Molto diverso il caso di una Luna Nettuno che renderà la donna tendenzialmente sognante, romantica, poco pratica, ma molto invischiante.

Per l’uomo che ha nel tema natale aspetti tra Luna e Nettuno, la proiezione sarà su una donna in cui riscontrerà quegli stessi aspetti, sognante, fantasiosa, poco pratica che però lo costringerà a dover lavorare per ritrovare queste caratteristiche in lui e incanalarle verso attività che gli consentano di esprimere il lato artistico di Nettuno senza perdere di vista il lato pratico da coltivare affinché possa non essere assorbito proprio dallo stesso pianeta.
Quando invece troviamo una Luna che deve lavorare con Urano in aspetto armonico, ci troviamo di fronte una donna molto libera, che ama la sua libertà e la ritiene imprescindibile, poco avvezza ai ruoli prestabiliti, che fatica a scegliere la persona con cui condividere la vita.
Mentre con quadrature e opposizioni, la donna potrebbe non aver sentito nella madre quell’accudimento necessario al bambino e potrebbe non aver introiettato quelle sicurezze che le serviranno per sentirsi libera in seguito di esprimere sé stessa.


Altro aspetto, di un’ottava superiore circa la difficoltà, è l’incontro di Luna e Plutone, che mette in relazione il potere personale con i bisogni di intimità e complicità della Luna.

Il femminile caratterizzato da aspetti armonici tra il luminare e Plutone fanno pensare ad una donna con una capacità di utilizzare il potere personale senza manipolare, ma sicuramente con una buona inclinazione alla seduzione, perché laddove la Luna abbia dovuto collaborare con Plutone c’è stata sicuramente una seduzione e una falsazione dei veri bisogni del bambino, che se risolti possono portare ad una buona gestione del potere.

Diversamente con aspetti disarmonici, la Luna ha falsato notevolmente i suoi bisogni, spesso contrabbandandoli e ne scaturisce una donna che dovrà lavorare molto per scoprire quali sono i suoi reali bisogni, abbandonare quella dipendenza emotiva caratterizzata dalla Luna che impedisce di esprimere a pieno il vero potere personale della persona.
Nell’uomo, se non cosciente del proprio rapporto con la madre, probabilmente una donna che non ha messo confini con il figlio e sono passati tutta una serie di sentimenti tossici, scorie che il bambino ha trattenuto, è facile che proietti questo suo aspetto su una donna che lui percepirà molto potente, manipolatoria, seduttiva, sessualmente audace e in qualche modo “noir”.
Ancora differenti sono gli aspetti con Luna Giove, dove Giove indica il nutrimento e aspetti armonici indicano spesso un attaccamento sicuro e quindi la donna ha introiettato le sicurezze di cui aveva bisogno, mentre con aspetti disarmonici rimane la sensazione di non aver portato dentro le sicurezze necessarie e quindi rimane “fame”, che può essere d’amore, di denaro, di possesso, di potere, dipende dal tema.

Nell’uomo, con aspetti armonici si può trovare una donna nutrente, paciosa e avventurosa, con quadrature e opposizioni invece la donna può essere credulona, poco incline alla stabilità emotiva e affettiva, rinnovando quel senso di carenza che si era vissuto con la madre.
Un breve accenno anche ai pianeti personali, Mercurio e Venere.

Mercurio e Venere indicano la discriminazione e i valori.
Quando la Luna incontra Mercurio, pianeta mobile, rappresentante gli scambi veloci, perde di profondità e acquisisce velocità nel sentire.
Mentre quando la Luna incontra Venere ci può essere un eccesso di attenzione all’altro, ai bisogni dell’altro, Venere aggrazia, ma nel caso della Luna rende la stessa eccessivamente preoccupata dell’altro, a volte rischiando di perdere di vista sé stessa.
Quando la Luna fa aspetti con il Sole, vengono costretti a collaborare la nostra parte maschile di affermazione e espressione di sé con la nostra parte femminile relativa ai nostri bisogni più profondi.
Se nell’infanzia, non fa differenza quale tipo di aspetto ci sia, in ogni modo è una situazione difficile perché non si è avuto la possibilità di viverli differentemente e ci si è trovati nella confusione di un rapporto escludente il figlio, nel caso di congiunzioni e trigoni, oppure di lotta e conflitto tra i due genitori, nel caso di quadrature e opposizioni; nella fase adulta, nel caso di trigoni e congiunzioni si potrà dare la giusta importanza al proprio sentire e al proprio bisogno di affermazione potendo coniugarli, mentre con quadrature e opposizioni dovremo lavorare molto per evitare che la nostra parte femminile o quella maschile confliggano, facendo emergere l’una a discapito dell’altra.





4. La Luna negli elementi


La sede lunare, come già accennato si trova nel segno del Cancro, segno d’acqua molto legato al riconoscimento dei propri bisogni.
Il compito del segno è quello di proteggere la vita, infatti è l’acqua che nella fase gestazionale protegge la vita del futuro nascituro.
Senza ombra di dubbio, l’acqua è l’elemento in cui la Luna può esprimersi meglio, in quanto legata alla funzione sentimento e sentire.
Le due sedi zodiacali in cui troviamo la Luna sono il Cancro, di cui è governatore e i Pesci, quindi comprendiamo bene le doti empatiche, di sensibilità e tenerezza di cui è capace.
Altro elemento in cui l’acqua sa esprimersi bene è la terra, elemento compatibile all’acqua che si esprime attraverso la sensorialità, pertanto una Luna nelle sedi di terra è una Luna affidabile, capace di gestire i propri sentimenti, capace di essere un punto di riferimento per coloro che le stanno intorno.
Meno affini alla Luna sono le persone che trovano il loro luminare nell’elemento fuoco, che è passionale, intuitivo, intraprendente.
Sicuramente la generosità del fuoco compensa un po’ la loro autocentratura, ma rimane comunque una Luna poco incline all’effusione, alla morbidezza, al nutrimento inteso tipicamente nel Cancro come tenerezza.

Un po’ diverse sono le persone con Luna d’aria, elemento legato al pensiero e al ragionamento, che faticano a vivere i sentimenti, spesso li mentalizzano al fine di operare quel distacco che è tipico dell’elemento aria, che teme inverosimilmente il coinvolgimento con i sentimenti.


5. I cicli lunari e i loro doni


Una delle caratteristiche della Luna è la sua ciclicità.
Questo la rende estremamente interessante perché non mostrando mai il suo aspetto in maniera uguale e costante nel tempo, ci fa dedurre che porti con sé un mistero, quello della vita.
Il ciclo della Luna ha la durata di ventotto giorni, suddivisi in quattro fasi: luna nuova, crescente, piena e calante.
Ogni ciclo rappresenta nella donna le quattro fasi, corrispondenti al ciclo mestruale.

La Luna nuova rappresenta l’inizio del ciclo mestruale con la comparsa della mestruazione e simbolicamente un nuovo ciclo ha inizio.

In Luna crescente avviene la fase ovulatoria, l’ovulo si prepara ad essere fecondato o espulso.

In Luna Piena l’ovulo è alla massima maturazione, se incontrerà lo spermatozoo l’ovocita potrà sceglierlo, altrimenti si preparerà alla morte con l’espulsione.

In Luna Calante, simbolicamente la fase di purificazione, l’ovocita sarà stato espulso e la donna si preparerà allo sfaldamento delle pareti dell’utero, che a sua volta si renderà disponibile ad accogliere nel ciclo successivo l’eventualità di un ovulo fecondato e quindi di una nuova vita.


Analogamente Miranda Gray, autrice di “Luna Rossa”, attribuisce ad ogni fase del ciclo lunare una caratteristica femminile, identificando nella fase di Luna nuova equivalente al periodo del ciclo mestruale le caratteristiche della donna anziana, la Strega, dove le energie della donna diventano più introspettive e intuitive e la donna si “ritira” dal mondo interagendo più con la sua parte inconscia attraverso i sogni. Interessante riflettere come simbolicamente il buio di cui si ammanta la donna raccogliendo la sua luce al suo interno senza esporla e offrirla all’esterno è ciò che permette ad una nuova luce, l’ovulo, di aprirsi e offrirsi all’esterno.
In Luna crescente, dalla Luna nuova verso la Luna piena troviamo la fase della vergine, in un periodo in cui la donna è libera dal ciclo mestruale e non è ancora entrata nella fase ovulatoria, per cui è pienamente libera e appartiene solo a sé stessa. E’ il momento più entusiasmante del ciclo, le energie sono tante e si rinnovano facilmente, la sessualità è vissuta con leggerezza e gioia.
Nella fase di Luna piena invece incontriamo la fase della Madre, quando avviene l’ovulazione e l’energia si fa radiante, la donna si rende accogliente e materna, attenta ai bisogni altrui e disponibile a soddisfarli.

In Luna calante, a seguito della mancata ovulazione incontriamo la fase dell’Incantatrice, dove la donna si prepara al buio della Strega, ma libera dal ciclo mestruale, quindi è una potenza rivolta verso l’esterno, le energie sessuali sono forti, la donna scopre il suo potere e spesso può incontrare la sua stessa intolleranza verso le esigenze del mondo esterno, in quanto il corpo le richiede di riconnettersi con quella parte interiore e intuitiva che troverà la sua maturazione con l’arrivo del ciclo mestruale.



6. Relazione tra i cicli lunari e le Dee


Questa introduzione per trovare una corrispondenza tra ciò che sono i cicli lunari e l’immagine archetipica delle Dee dentro la donna, traendo spunto dal saggio di Jean S. Bolen.
Mi ha incuriosito, dopo la lettura del saggio, cercare di capire quali connessioni ci fossero tra le caratteristiche femminili osservate astrologicamente e ciò che archetipicamente le Dee rappresentano, quindi al contrario ho cercato di individuare quale tipo di Luna potesse essere espressa dalle Dee e perché.

Pertanto dopo aver brevemente accennato alle peculiarità nella suddivisione che ne fa J.Bolen, in termini classificativi, andrò ad interpretare quale tipo di configurazione può avere una donna che porti forti corresponsioni con ogni singola Dea.


7. Le Dee vergini: Artemide, Atena ed Estia


Artemide, Atena ed Estia vengono definite Vergini nel senso che una parte importante della loro psiche non appartiene a nessun uomo, sono “intere”, “una in sé stesse”.
Le donne che portano forti valori delle Dee vergini sono motivate dal bisogno di realizzare sé stesse senza il bisogno di seguire nessuno, ma solo i propri valori interni, non hanno brama di potere sugli altri, sono donne libere dalle dinamiche di dipendenza affettiva e coltivano costantemente la loro diversità.
Molto più propense a dire no, quando la donna comune direbbe sì per status o convenienza, sono donne che seguono la loro luce e sanno affidarsi al loro sentire senza farsi condizionare dal giudizio altrui, tantomeno di un uomo.
Donne con una forte creatività, ma che non hanno seguito la maternità come unica possibilità creativa, ma hanno utilizzato il dono per perseguire il loro scopo ed essere creatrici del loro stesso destino.


8. Le Dee vulnerabili: Era, Demetra, Persefone


Di tutt’altra natura le Dee vulnerabili, rappresentate da Era, Demetra e Persefone, Dee che si sono fatte portatrici di un ruolo e si sono completamente identificate con esso, a volte dimenticando e tradendo sé stesse.
I ruoli rappresentati sono quelli tradizionali di moglie, Era, madre, Demetra, e figlia, Persefone.
Nel mito furono tutte e tre violentate, umiliate, rapite e dominate da figure maschili e tutte si fanno carico della propria impotenza, quindi di un potere negato e che ha causato loro rabbia e gelosia per Era e depressione per Demetra e Persefone.
Per questo J. Bolen le definisce vulnerabili perché mai libere, ma sempre in uno stato di vulnerabilità di fronte alla potenza degli altri che viene subìta.
Il loro obiettivo è sempre la relazione, il rapporto con l’altro, non l’autonomia o il piacere del raggiungimento di uno scopo autodeterminato.
La gratificazione personale deriva dall’amore, dall’approvazione, dall’essere riconosciute, uno schema profondamente innestato nella società patriarcale che vede una donna fiorire solo nel matrimonio, designato come naturale destinazione dell’essere nata femmina.
A differenza della qualità delle Dee Vergini che potremmo paragonare alla luce di una torcia, focalizzate e attente al raggiungimento di un punto, le Dee vulnerabili potremmo paragonarle ad un abat-jour, una luce calda e soffusa, estesa, che illumina una parte molto estesa, “spalmandosi” su tutto senza divenire riconoscibile.
Dalla coscienza polarizzata alla coscienza diffusa incontriamo però la capacità di incontrare l’altro, sensibilizzando e rendendo la donna empatica, capace di registrare le singole sfumature di una situazione.


9. La Dea alchemica: Afrodite


L’alchimia è la capacità di trasformare e Afrodite, dea dell’amore, della bellezza, ma soprattutto dell’armonia, è una Dea che esprime al massimo la sua capacità di trasformazione e creazione proprio dell’amore.
A differenza delle altre Dee Afrodite non fu mai vittima di una figura maschile e non soffrì mai per un amore non ricambiato, citando J. Bolen “attribuiva maggior valore all’esperienza emotiva con gli altri che alla propria indipendenza dagli altri (che motivava le dee vergini) o ai vincoli permanenti con gli altri (che caratterizzava le dee vulnerabili).
I rapporti sono importanti, ma non rappresentano vincoli, si potrebbe accomunare alle dee vergini per la capacità di seguire solo il suo sentire, specialmente ad Estia che non cerca riconoscimento altrui, anche se quest’ultima risulta apparentemente la più lontana rappresentazione di Afrodite.
Ciò che viene generato dall’attenzione posata di Afrodite è un’attrazione magnetica volta alla conoscenza profonda in termini di comprensione dell’altro e unione con lo stesso diventando una cosa sola.


10. Artemide: dea della caccia e della luna


Artemide è la Dea selvaggia, figlia di Leto e Zeus.
Curiosa la nascita di Artemide in quanto Leto, temendo la collera di Era, moglie di Zeus, trovò rifugio sull’isola di Delo, dove diede alla luce Artemide che appena nata si fece levatrice di sua madre per il parto del fratello Apollo, il cui travaglio durò nove giorni e nove notti per la furia vendicativa di Era su Leto, per cui Artemide venne designata la dea del parto.
Leto all’età di tre anni la portò sull’Olimpo dove incontrò il padre, Zeus, che estatico la accolse e le esaudì ogni desiderio, così Artemide chiese arco e frecce e una muta di cani con cui andare a caccia, una tunica corta per correre agevolmente e ninfe che l’accompagnassero e castità eterna.
Artemide la identifico con una luna d’aria, Gemelli, in quanto J. Bolen ne fa una descrizione come una donna curiosa, protettrice delle giovani, specialmente delle preadolescenti, sempre in movimento e mai ferma, sicuramente però io ci intravedo la possibilità di aspetti con un Marte di fuoco per la scarsa capacità di trattenere l’impulsività e gestire la rabbia, la sua spietatezza, ma anche per la perseveranza nel conseguimento del suo scopo.
La sua natura competitiva e poco attenta, a conferma dell’aspetto con Marte, può essere rintracciabile nell’incidente provocato da Apollo con l’uccisione di Orione, di cui era innamorata, ma il lato luminoso di Marte di fuoco, la generosità, si trova nella scelta di rendere Orione una stella a cui donare uno dei suoi cani, Sirio, che lo accompagnasse nei cieli.
Aspetti armonici li intravedo con Urano per la capacità innata di poter instaurare con le altre donne un principio di sorellanza, di fare rete e comunità oppure posizionata in 11ma casa per la propensione al sociale, all’aiuto, alla protezione e al soccorso.
Indubbiamente Artemide è la maggior rappresentante delle lune d’aria, in quanto dei Gemelli esprime la capacità di focus sulla meta, dell’Aquario relativamente alla sorellanza e della Bilancia la propensione a vivere i sentimenti forti in relazione alle cause e ai principi che condivide personalmente, ma soprattutto per la preponderanza del lato mentale su quello sensoriale, intuitivo o empatico.
Per concludere l’aspetto luminoso di questa dea è il coraggio, la generosità, la capacità di battersi per i propri principi offrendo soccorso e protezione, la condivisione, l’indipendenza, la sua forza di volontà e la connessione con gli animali e la natura mentre il lato ombra è la carente gestione dei propri istinti, della rabbia e la permalosità che la rende spietata.


11. Atena: dea della saggezza e dei mestieri


Atena, dea della saggezza e dei mestieri, nacque dalla testa di Zeus e già adulta, questo ci parla di un’infanzia non vissuta e quindi richiama già alla mente Saturno.
La madre Meti venne trasformata da Zeus in acqua, che inghiottì bevendola per scongiurare la profezia fatta da Gea, la quale gli disse che il secondo figlio concepito con Meti l’avrebbe spodestato, altro richiamo a Saturno.
Il tema del sacrificio della madre conferma la natura saturnina di questa Luna.
Inoltre viene rappresentata vestita di una corazza, che le fa da protezione, uno scudo al braccio, che simboleggia la difesa e una lancia in mano, corrispondente alla sua risolutezza.
Il suo ruolo in battaglia è quello di stratega e le capacità di Atena sottendono alla pianificazione ed esecuzione, a conferma delle analogie con il Capricorno e Saturno.
Ulteriore dimostrazione dei valori saturnini sono l’essersi schierata dalla parte del patriarcato e degli uomini, in relazione alla guerra di Troia, l’aver aiutato tanti uomini tra cui Perseo ad uccidere la Gorgone, Giasone e gli argonauti nella costruzione del Vello D’oro, il dono della briglia d’oro a Bellerofonte per domare Pegaso, l’aiuto ad Ercole nelle dodici fatiche e ad Ulisse nel viaggio verso casa.
Questa dea vergine cerca la compagnia degli uomini perché le piace condividere con loro il potere, l’azione pur evitando legami sentimentali e sessuali.
Io ci vedrei sicuramente una donna con la Luna in Capricorno, dove Saturno potrebbe essere in settima per l’assenza di legami sentimentali e l’attrazione verso uomini potenti che detengono responsabilità, autorità e potere.
Queste donne diventano il braccio destro del loro uomo, sono conservatrici, difendono lo status quo, esaltano la tradizione e si oppongono al cambiamento, quasi completamente prive di amicizie femminili intime.
Più in generale credo che molte di queste caratteristiche appartengano alle lune lese da Saturno, magari con una quadratura, in temi in cui Saturno sia molto forte, magari in decima casa, e la Luna sia posizionata in una casa come l’ottava che la rende sconosciuta e da esplorare.
Per ricapitolare i tratti luminosi di questa dea sono sicuramente la maggiore maturità rispetto ad Artemide, da cui si distingue per il suo interesse realistico per il mondo così com’è senza idealizzarlo, il suo pragmatismo, la sua praticità, l’assenza di complicazioni, la disinvoltura e la fiducia, la sua affidabilità, la sua saggezza, la sua abilità nel produrre oggetti utili e contemporaneamente belli.
L’ombra risiede proprio nella sua forza, nella sua corazza che le impedisce slanci istintuali, romanticismo, empatia e il contatto con il corpo, nella sua invulnerabilità.


12. Estia: dea del focolare e del tempio


Estia è la primogenita di Rea e Crono, una delle dodici maggiori divinità dell’Olimpo, di cui però non fece mai parte e venne sostituita da Dioniso nella cerchia dei dodici, perdendo l’equità di rappresentanza tra Dee femminili e Dei maschili.
Di natura schiva, era la dea del focolare, più precisamente del fuoco che arde su un focolare rotondo.
Né abitazione né tempio erano consacrati fino all’ingresso in essi di Estia, che con la sua presenza rendeva sacro ogni edificio.
In lei ardeva il fuoco sacro che poteva illuminare portando tepore e calore necessari per cuocere il cibo.
Estia appartiene alle dee vergini in quanto non fu mai vittima di divinità maschili, ma a differenza di Artemide e Atena che erano “una in sé stesse” sempre proiettate al raggiungimento di obiettivi esterni, Estia era orientata al raggiungimento del Sé.
La percezione di Estia avviene attraverso lo sguardo interiore e l’intuizione di ciò che sta accadendo.
A questa Dea non possiamo però associare la casalinga come attività, bensì una donna che compie la sua attività nella casa, all’interno della quale se mette ordine, lo sta facendo specularmente anche dentro di sé.
Appartiene a nessun altro che al suo tempo, è una Dea estremamente interessante in quanto sa fiorire ovunque, soprattutto nel silenzio, ma non è interessata alla mondanità, al caos del mondo, per questo viene ritenuta capace di grande distacco.
Non le appartiene il bisogno di scambio superficiale, ma piuttosto di nutrimento emotivo che sa offrire lei per prima.
Per la caratteristica di essere sempre rimasta nella casa o nel tempio ad occuparsi del focolare domestico la associo facilmente ad Luna Cancro, che si focalizza sul proprio mondo interno, e se dovessi posizionarla in una casa, probabilmente opterei per la dodicesima per la solitudine e la pace della rigenerazione che trova in essa.
Sicuramente l’elemento acqua è quello che contraddistingue maggiormente la dea che fa dell’interiorità e dell’introspezione la massima espressione del fuoco della coscienza.
Concludendo questa dea ci insegna la connessione con emozioni e inconscio, ma la perdita della sua presenza sull’Olimpo risulta una perdita di saggezza.


13. Era: dea del matrimonio


Era, figlia di Rea e Crono, appena nata venne inghiottita dal padre, quando riemerge dal padre è già una fanciulla, questo ci dice che perde la sua infanzia, naturalmente associata alla Luna pertanto perde contatto con i suoi bisogni.
Fu la consorte di Giove, un marito fedifrago e disonorante, che scatenò più volte in Era l’ira e il desiderio di vendetta.
Giove per avvicinarla la ingannò trasformandosi in un tenero uccellino impaurito posato sul suo petto, alla cui vista Era si addolcì e a quel punto Giove dismise il suo travestimento e la prese con forza, ma riuscì ad ottenere di possederla solo promettendole di sposarla.
Si pensa che il suo nome significhi “Grande Signora”, ma viene ritratta da Omero come donna bisbetica, litigiosa, vendicativa e gelosa.
Questo è il ritratto che ne fa anche Giove stesso, ritenendola temperamentale, come il suo stesso figlio nato per partenogenesi Ares (Marte), a seguito di Efesto, entrambe nati dalla sola partecipazione di Era.
Disonorata più volte dai tradimenti di suo marito, scatenò sempre la sua furia contro “le altre” o “i figli delle altre”.
Ci sono molte caratteristiche che me la fanno associare ad una Luna Toro, primo tra tutti il bisogno di possesso ed esclusività, l’amore divorante nei confronti dell’amato, la resistenza nel rimanere e non lasciare andare un matrimonio in cui si è più vittime che mogli libere, ma anche il desiderio di mantenere la tradizione e lo status quo di moglie a dispetto della realtà.
Essendo il Toro rappresentato in seconda casa, sull’asse 2/8 dell’abbandono emotivo, credo che Era rifletta perfettamente questa paura dell’abbandono da parte di Zeus, anche se in un momento fu lei a lasciare l’Olimpo perché stanca dei continui tradimenti, ma alla fine ci tornò per rimanerci stabilmente.
Era però rappresenta anche la capacità di onorare e rimanere fedele ad un ideale, la resistenza a dispetto di tutto e la tenacia nella realizzazione dei propri obiettivi e la lealtà.


14. Demetra: dea delle messi, nutrice e madre


“Demetra, dea delle messi, presiedeva all’abbondanza dei raccolti”, così apre la sua descrizione J. Bolen.
Madre di Persefone, è la dea più collegata alla natura e alla capacità di nutrire, da qui l’analogia con Madre Terra.
Demetra, quarta moglie di Giove, nonché sorella, da lui ebbe una sola figlia Kore, che dopo il rapimento verrà chiamata Persefone, che amava tantissimo.
La storia di Demetra è legata a doppio filo a quella della figlia di cui è celebre il ratto di Persefone, il suo rapimento.
Kore, fanciulla, mentre raccoglieva fiori su un prato si accorse di un narciso bellissimo che attirò la sua attenzione, nel tentare di raccoglierlo, il suolo si aprì ed emerse Ade con un carro di cavalli che la rapì e la violentò risprofondando nell’abisso da cui era uscito.
Ade, in accordo con Zeus, la portò nel regno degli inferi, nonostante le grida disperate di richiesta di aiuto di Kore.
Demetra impazzì, si dice che la cercò per nove giorni e nove notti, per terra e per mare, chiedendo invano ad Elio, dio del Sole, il quale però abbagliato dalla sua stessa luce non seppe essere di aiuto.
Durante questa ricerca Demetra venne anche violentata da Poseidone.
Quando scoprì da Zeus che la figlia era stata rapita da Ade e le venne consigliato di rassegnarsi all’idea, Demetra si sentì oltraggiata e tradita, così abbandonò l’Olimpo e si mise a vagare, irriconoscibile, per campagne e città.
Giunse ad Eleusi dove iniziò a fare da nutrice a Demofonte, al quale si affezionò tantissimo e desiderando donargli l’immortalità, lo esponeva tutte le notti al fuoco sacro, ma una sera venne scoperta da Metanira e infuriata smise il travestimento e ritornò del suo aspetto, mostrando la sua bellezza e la sua grandiosità.
Si fece così costruire un tempio, all’interno del quale poteva piangere il suo dolore per la perdita della figlia, rifiutando il compito di essere la dea delle messi.
A quel punto tutti i campi sfiorirono, la terra iniziò a non dare più frutti, quando Zeus sene accorse cercò di convincere con doni e messaggeri Demetra a tornare sull’Olimpo, ma lei rivoleva la figlia.
Così Hermes fu incaricato da Zeus a recarsi da Ade per ordinargli di restituire Persefone, alla quale però poco prima di risalire vennero fatti assaggiare alcuni semi di melograno, che avrebbe consentito ad Ade di riaverla ciclicamente nel regno degli Inferi.
Felici di rincontrarsi madre e figlia si riunirono, i campi tornarono a fiorire e i raccolti ad essere abbondanti.
Questo racconto per spiegare l’associazione naturale con la Luna Vergine, per lo stretto collegamento con la natura e i campi, la capacità di far fiorire, la regolazione dei cicli e l’isteria dell’eccessiva identificazione nel ruolo, con la terra e la capacità di nutrire, quest’ultima tipica anche del Cancro.
Accenno al Cancro perché Demetra è la rappresentazione più alta dell’amore e dell’istinto materno, della perseveranza e della generosità di cui solo una madre può farsi deputata, ma del segno ha anche la predisposizione al non rendere indipendente il figlio con il desiderio di averlo sempre tutto per sé, non lasciandolo libero di crescere.
Attribuirei a questa dea una luna Vergine che si trova in quarta casa casa trigona a Giove per la dote di sapere offrire nutrimento.


15. Persefone: fanciulla e regina degli Inferi


Persefone, la cui storia ho raccontato nella descrizione di Demetra, venne “spartita” da sua madre e Ade, poteva passare 6 mesi con la prima e i rimanenti con il marito.
Divenne la regina degli Inferi e insieme ad Hermes accompagnava gli eroi nel loro viaggio agli inferi.
Persefone, chiamata inizialmente Kore, è la rappresentazione più evidente di una trasformazione profonda dalla fanciullezza all’età adulta.
Probabilmente anche a causa di un amore materno piuttosto opprimente e legante, la storia ha lo scopo di rappresentare la necessità di Kore di doversi svincolare dai sentimenti materni per poter percorrere il proprio cammino di morte e rinascita.
La morte simbolica della sua fanciullezza a vantaggio di una versione più consapevole del suo essere donna.
Oltre al fatto di essere la moglie di Ade, Plutone, governatore dello Scorpione, io credo che la sua Luna, che io attribuirei sicuramente allo Scorpione, sia giustificata da tutto ciò che le persone con questa Luna hanno assorbito della potenza emotiva della madre.
Indubbiamente Demetra era mossa dall’amore, ma il suo legame era talmente stretto, che impediva a Kore di potersi liberare delle scorie di un amore senza limiti.
La catarsi è rappresentata dal ratto, questo rapimento che permette alle due di ritrovare sé stesse, liberandosi anche solo simbolicamente l’una dell’altra.
In fondo la storia finisce con una riunione che è una separazione definitiva, ora Persefone trasformata può dedicarsi ad altro nei sei mesi nel regno degli Inferi e la madre può accettare la sua assenza, compiendo parte del suo viaggio senza la presenza della figlia.
Insieme fonderanno i “Riti Eleusini”, una religione dei misteri eleusini che erano rituali agrari che si compivano nel tempio di Demetra nel periodo delle semine, nel periodo intorno al mese dei morti, simbolismo estremo di trasformazione per una rinascita.


16. Afrodite: dea dell’amore e della bellezza


Afrodite, Venere, meriterebbe una tesina a parte, ma in questa occasione è la giusta conclusione di questo viaggio.
Afrodite è universalmente riconosciuta come la dea della bellezza e dell’amore, ma Afrodite è principalmente la dea dell’armonia, non quella scontata del mettere tutti d’accordo, benchè in qualche misura le appartenga, ma del vivere in armonia l’aspetto interiore con quello esteriore.
Questo si lega molto al valore che interiormente la donna che si ispira a questa dea dà a ciò che la circonda e alla coerenza e autenticità con cui tratta e vive ciò che ha.
Afrodite era molto interessata allo scambio emotivo con gli altri, più che alla propria dipendenza dall’altro, che invece si riscontra molto nelle dee vulnerabili.
Non rientra nemmeno nelle dee vergini in quanto lo scambio che lei ha ricercato era anche sessuale, è stata una dea sessualmente molto attiva, ma solo nella misura in cui vi era un autentico interesse, non utilizzava i partner come mezzi per raggiungere qualcos’altro, da questo punto di vista Afrodite nutriva sentimenti molto più in linea con sé stessa rispetto a tutte le altre dee.
Afrodite è descritta come magnetica, catalizzatrice, ciò che genera è il desiderio di conoscere e di essere conosciuti che se vissuto anche sul piano sessuale può dar luogo ad una nuova vita.
Afrodite è la dea più libera di tutte, la più distaccata, la più autentica, sceglie sulla base di ciò che le piace, non influenzata dal desiderio di piacere, ma da quello di piacersi.
Il mito narra che la sua nascita sia successiva all’evirazione di Urano da parte di Saturno, Crono, e con Afrodite nasce simbolicamente la coscienza.
Ovviamente l’associazione di Afrodite alla luna è con una luna Bilancia, non solo perché Venere presiede la Bilancia, ma perché è senza dubbio la dea che maggiormente incontra l’altro nella sua interezza, accettandolo e amandolo per quello che è, senza attribuirgli proiezioni.
Riesce a rimanere distaccata, sa non farsi coinvolgere e diventa persino spietata se alla base non c’è più l’amore, ma è questo il vero significato dell’autenticità e dell’amore per sé stesse.









Bibliografia:

“LE DEE DENTRO LA DONNA” di J. S. Bolen
“Luna Rossa” di M. Gray
 

 
 
 
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