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    GLI ARTICOLI DI ERIDANOSCHOOL
- Astrologia e dintorni

MARIA CALLAS: UNA NASCITA MISTERIOSA
     a cura di Gabriella Leopizzi
 
Maria Callas: Una nascita misteriosa
Il luogo, il mese e l’ora di nascita della Divina sono certissimi: New York, dicembre 1923, ore 06.00. Il giorno ha “vagolato” un po’ tra il 2-3-4; poi è stato reso noto che sui suoi documenti il giorno è il 2 e da allora, ovviamente, il 2 è diventato la data ufficiale… Ma vi sono temi con il 3 dicembre; ne ho visto anche uno con il 4, ma con un’ora di nascita diversa (12.30).

La confusione deriva dal fatto che, curiosamente, di quella che sarebbe diventata una dei miti del ‘900, non esiste registrazione né al Flowers Hospital (dove è nata), né al municipio di New York. La prima data ufficiale che compare è sui registri scolastici, ed è il 3. La madre ha però sempre indicato il 4; il padrino dott. Lautzounis, al quale Maria rimase legatissima per tutta la vita, optava invece per il 2…

In una intervista su “Oggi” del 1957, la Diva parla della faccenda e di come lei fosse ovviamente portata a credere alla madre, che indicava come giorno della sua nascita il 4 dicembre. Ma la data del 2 dicembre risultava (come appena detto) sul suo passaporto americano e fu poi dichiarata e sottoscritta dalla Callas stessa quando chiese al Comune di Zevio (Verona), la sua prima carta di identità italiana (Bruno Tosi, “Giovane Callas”).

Io sono però in possesso di una registrazione televisiva in cui è il padre di Maria a dire, chiarissimamente, la data di nascita delle due figlie. Ed anche per lui Maria è nata il giorno 4. Se non si crede ai genitori che dicono la stessa cosa lontani migliaia di km uno dall’altro e non più in contatto tra loro (perché separati da decenni), a chi si dovrebbe credere? Credo sia più normale che si sbagli un padrino che non entrambi i genitori.


Per avere astrologicamente una visione del dicembre 1923: con l’ora e le coordinate di New York, l’Ascendente è sempre Scorpione e le posizioni dei pianeti sono quasi le stesse, con lo scarto di un grado o due per quelli veloci. La differenza sta nella Luna, con posizioni ed aspetti molto differenti in ciascuno dei tre quadri; e, per una donna in particolare, si sa che la Luna è uno dei punti focali del tema.

Esaminiamo comunque tre temi di nascita, redatti per New York h.06.00. La Luna si trova: a 22°12’ Vergine per il 2 dicembre; a 6°13’ Bilancia per il 3; a 20°39’ Bilancia per il 4.

In questi tre giorni avviene anche un altro cambiamento significativo nel cielo astrale. Il giorno 4 Marte passa da 28°57’ Bilancia a 00°14’ Scorpione.



Esaminiamo ora, anche se a grandi linee, il vissuto delle Divina per rapportarlo, in particolar modo, alla Luna e a Marte per cercar di capire in quale dei tre giorni i due pianeti risultano più “parlanti” rispetto ad esso.

Vediamo innanzitutto la Luna-Madre.

I coniugi Karogelopulos avevano una figlia e un figlio; il bimbo muore piccolissimo ed è anche per il grande dolore di questa perdita che la famigliola lascia la Grecia, trasferendosi a New York. Alla partenza Evanghelia è di nuovo incinta e si aspetta un altro maschio: la delusione per la nascita di Maria è tale che la madre rifiuta di vederla per tre giorni. Poi deve per forza accettarla, ma il rapporto con lei sarà sempre di sotterraneo, profondo conflitto.

Piccola ma interessante notazione: il cognome Callas non è nome d’arte, come molti scrivono. Fu il padre di Maria (farmacista) ad adottarlo una volta arrivati in America; Kalogeropulos era infatti impronunciabile per gli americani.

Tornando ai rapporti con la madre, il rifiuto di quest’ultima verso la figlia minore si accentua quando Maria, crescendo e sentendosi poco o niente amata, riversa le sue frustrazioni affettive sul cibo; mangia moltissimo, diventa grassa e massiccia proprio come spesso sono i Sagittari gioviali; e nel tema di Maria, Giove impera, essendo in I casa molto vicino all’Ascendente. A ciò si aggiunge una miopia molto forte che costringe Maria a portare pesanti lenti che ancor più la rendono brutta e goffa, nonostante i lineamenti assai graziosi, come mostrano le foto del tempo. La madre le preferisce vistosamente la figlia maggiore, Jackie, sottile e raffinata come spesso si presentano i Gemelli.

Nella famiglia materna vi sono parecchie belle voci e molta passione per musica e canto; quando Maria rivela una voce niente male la madre, ambiziosissima e frustratissima da un marito considerato inetto, inizia a guardare la figlia con occhi diversi e riversa su di lei tutte le proprie aspirazioni soffocate; aspirazioni non tanto di riconoscimenti artistici ma di successi mondani.

Piena di aspettative, indirizza quindi Maria allo studio della musica e del canto perché per lei il Teatro d’Opera, con i suoi riti, è il massimo della mondanità, cui aspira con tutta sé stessa; da madre fredda e distante Maria comincia così a vivere Evanghelia come madre tiranna che le vieta qualsiasi cosa non sia musica e canto, che la sprona in continuazione, sin da giovanissima, a partecipare a concorsi, “Ore del Dilettante” e via di seguito.

Maria adolescente, Evanghelia decide che la carriera canora della figlia ha più possibilità di sviluppo in Grecia che a New York; spera soprattutto sull’aiuto dei familiari. Lascia quindi l’ormai detestato marito e si imbarca con la figlia sullo Stokolm; direzione Atene. Maria ha tredici anni e durante la lunga traversata diventa una piccola star cantando spesso per i passeggeri e l’equipaggio.

Tanto si è parlato, nelle biografie della cantante, di questa madre divorante a livello patologico; certo è che Maria proprio nello studio della musica trova il suo rifugio, la possibilità di stare tutto il giorno fuori casa, lontana da lei… Evanghelia, una volta in Grecia, le procura infatti due insegnanti di musica e canto; prima l’italiana Maria Trivella e poi la spagnola Elvira De Idalgo, ambedue in quel periodo residenti ad Atene. Alla De Hidalgo (che contribuirà in modo decisivo alla grandezza della cantante curandone magistralmente la voce), la ragazzina si lega moltissimo, eleggendola a madre putativa e passando con lei praticamente tutto il suo tempo.

La De Hidalgo confesserà poi di essere rimasta interdetta di fronte a quella ragazzina grossa, grassa, foruncolosa, occhialuta e sciatta, che vuole diventare una cantante lirica; ma a farle cambiare idea all’istante bastò che questo mostriciattolo iniziasse a cantare…

La stima per Maria aumenta di giorno in giorno non solo per la sua voce strana, capace di virtuosismi strabilianti ma anche per la sua sensibilità alla musica, che ha fatto di lei, per tutta la vita, una musicista raffinatissima e di estrema competenza, prima ancora che una eccezionale cantante. E la ammira anche per la sua autodisciplina, per la serietà e la devozione quasi monacale con la quale si vota allo studio. Finita la sua lezione, Maria rimane infatti ad ascoltare quelle di tutti gli altri allievi per “rubare” consigli, annotazioni… Ed ha solo quattordici, quindici anni…

Il debutto avviene a quindici anni, al Teatro dell’Opera di Atene, in Cavalleria Rusticana, con notevolissimo successo.



Dopo tutte queste premesse, riprendiamo il discorso astrologico e passiamo ad una prima osservazione della Luna (simbolo primo della femminilità, nel tema di una donna), delle cui posizioni, nei giorni interessati, si è già detto più sopra; il giorno 2 essa è in quadratura a Mercurio ed il 3 praticamente isolata; per tutti e due i giorni quindi, Luna quasi muta per una donna eccezionale chiamata Maria Callas… Il giorno 4 le cose cambiano completamente perché la stessa Luna, per le ore 06.00 di New York si trova, ripetiamo, a 20°39’ Bilancia, in sestile esatto a Mercurio-Sagittario e a Nettuno-Leone: si crea insomma un triangolo perfetto Luna-Mercurio-Nettuno. Sensibilità, intuito ed intelligenza che si alimentano a vicenda.

Tante cose possono a questo punto collimare con il carattere e la vita di Maria; la sua musicalità che si esprime nel teatro in primo luogo (Nettuno-Leone). I suoi lunghi viaggi per mare, prima da poverissima emigrante. E poi… Poi l’amore nato sul panfilo da favola “Christina” (Nettuno-Leone come V casa), con un marinaio di gran lusso quale era Onassis… Ed il Christina che diventa un po’ la sua casa galleggiante per tutti gli anni in cui durò il legame con l’armatore.

In primis però, Luna- Madre; il rapporto angoscioso con la sua vera madre ha due indicazioni sul tema: la quadratura del Sole ad Urano-casa IV ed il quinconce dello stesso Sole a Plutone-Cancro. Ma il quadro rivela anche l’approccio alla musica e al canto (Luna-Nettuno), che questa madre le permette, facendo la sua fortuna; e il forte legame con l’insegnate Elvira De Hidalgo (ancora Luna-Nettuno), vissuta da Maria, si è detto, come madre alternativa..

Osserviamo, come s’è già accennato, un altro cambiamento profondo che avviene nel cielo del giorno 4; Marte rimane sempre congiunto ad orbita strettissima con Saturno ma esce dalla Bilancia ed entra in Scorpione. E che Maria, sia donna che artista, avesse forti componenti scorpioniche è fuor di dubbio. C’è l’Ascendente, è vero, ma a mio parere non basta… Basta un’occhiata a molte foto e filmati, sia nel quotidiano che sulle scene, e si nota subito nel suo portamento e nel suo sguardo un che di estremamente aggressivo, battagliero, indomabile. Esistono inoltre innumerevoli testimonianze di quanto la Divina fosse poco tenera, in certi momenti ed in determinate situazioni. Non per niente fu soprannominata dai giornali “La Tigre”.

E poi la sua Arte…

Ma perché Maria Callas è stata considerata così Grande, Inimitabile, nel Teatro d’Opera? Non aveva una voce bella, almeno nel senso canonico della parola. Con quelle note altissime (fino al MI sovracuto) e le altre cupe, basse, viscerali, a tratti la voce le si “sgranava”… Ma proprio questi “sgranamenti” le permettevano sfumature, coloriture e drammaticità che il pubblico mai aveva sentito in teatro; le famosissime “voci nere” da brivido che non potevano provenire se non da abissali profondità scorpioniche.

Per la sua ampiezza e la sua gamma vastissima di espressività, dalla dolcezza più struggente alla perfidia e all’odio più devastanti, la voce della Callas era quindi in grado di interpretare in modo sublime un repertorio vastissimo; dal soprano leggero al lirico, al drammatico; dal contralto, al mezzosoprano. E questo, come si dirà più ampiamente poi, non soltanto come tonalità liriche ma anche come interpretazioni recitative…

Il lato “nazista” del suo carattere (congiunzione Marte-Saturno più Venere in Capricorno), le aveva permesso una formidabile preparazione artistica che faceva di lei anche una interprete attenta, fino alla mania, alle indicazioni dei vari musicisti. Tutto doveva essere eseguito alla lettera, secondo spartito, e molte delle liti, delle incomprensioni in teatro, scoppiavano per il pressappochismo, la scarsa preparazione, di colleghi e collaboratori. Con Toscanini, Maria Callas è stata la grande Vestale del ritorno all’ortodossia in musica del Novecento.

Un piccolissimo ma assai esplicativo esempio della sua attenzione quasi maniacale al dettaglio: non ricordo quale grande direttore di orchestra nota, un giorno, una particolare sfumatura nella voce di Maria che interpreta Gilda, nel Rigoletto. Gliene chiede la ragione e lei spiega: “Gilda dice no, ma vorrebbe dire sì”…

Nel mondo lirico sonnacchioso e sbracato di fine anni 40, con direttori d’orchestra e cantanti che si ritagliavano spazi su misura per le loro esigenze e le loro possibilità, ignorando le indicazioni dei musicisti che dicevano di interpretare, Maria arriva quindi come un tornado: con la sua voce strana, con il suo rispetto quasi maniacale per le partiture, con la sua stravolgente drammaticità. O con la sua tenerezza struggente… Ogni cosa che lei fa o dice sulla scena non culla con suoni melodiosi, non eccita con acuti strappa-applausi; tutto arriva fino alle viscere, sconvolge l’anima…

Alle platee attonite Maria fa scoprire che Lucia di Lammermoor o Amina de La Sonnambula non sono uccellini meccanici che gorgheggiano e trillano (così come si era ormai abituati ad ascoltare dai vari sopranini leggeri), ma creature ricche di una infinita poesia, di una dolente drammaticità. E la mitica Casta Diva, da Norma, non è una cascata di note dorate ma il pianto accorato e struggente di un’anima ferita. Accanto a questa poesia, a questo “straniamento straziato” (Luna-Nettuno), la cupezza, la violenza, l’odio, la cupidigia scorpioniche di una Medea e di una Lady Macbeth, opere ormai scomparse dalle scene proprio per mancanza di voci all’altezza di tanta drammaticità e che, grazie a lei, riprendono vita.

Voce celestiale e voce demoniaca. Non era una cantante che interpretava un ruolo. Ogni sera il pubblico aveva la percezione di assistere ad un “dramma in diretta”. Dal fondo della segreta dove il rapporto doloroso con la madre e quello inesistente con il padre, la sua infanzia senza calore e senza giochi e tante altre vicende della vita l’avevano trascinata, ogni sera Maria si serviva di Norma, o Violetta, o Lady Macbeth, per raccontare il suo personale dramma a chi aveva orecchie per ASCOLTARLA. E chi ascoltava, viveva attraverso di lei i propri dolori, le proprie sconfitte, le proprie aspirazioni di riscatto…

Molta gente piangeva, a teatro. Ed accade la stessa cosa anche ASCOLTANDO i dischi… Ho sempre avuto l’impressione, ascoltandola (e credo di non sbagliarmi), che mentre cantava Maria andasse con metà di sé in trance, mentre l’altra metà rimaneva sveglissima per seguire tutto quanto avveniva in scena… E le commozioni che sapeva suscitare erano talmente violente che persone che l’hanno frequentata ed amata, rievocandola hanno ancora un fremito di commozione nella voce… Più di una volta ho visto persone proprio piangere, parlando di lei (Zeffirelli, Giulietta Simionato ed altri meno noti al grande pubblico). “La sua voce commuove perché contiene un dramma”, scrisse di lei Teodoro Celli, famosissimo critico musicale, quando ancora si cercava di inquadrare in qualche modo il fenomeno Callas che aveva stravolto tutti gli equilibri teatrali del tempo. E lo stesso Celli, alla fine, riuscì anche a chiarire l’enigma di una voce tanto fuori dei canoni del momento: “soprano drammatico di agilità”, sentenziò in un altro suo famoso articolo. Riscoperta di un canto perduto da almeno un secolo…

Era stato il modo di cantare di Maria Malibran e di Giuditta Pasta, grandissime interpreti del teatro romantico di primo ottocento. Allora non c’erano divisioni di voci, specializzazioni; un interprete era in grado di cantare tutto, ma a prezzo di studi durissimi. Con Verdi prima, poi con Puccini e con il verismo, tale modo di cantare era stato pian piano accantonato. C’era meno tempo e, soprattutto, meno voglia di studiare… Le voci si erano quindi specializzate ed ogni cantante poteva interpretare soltanto una parte del repertorio lirico. Per tal motivo, come già detto, molte opere del primo Romanticismo erano scomparse dalle scene.

Altro sconvolgimento che Maria portò nel teatro lirico, come si è già accennato, fu la capacità di “recitar cantando”. Dopo tante belle statuine, immobili sul palco, attente soltanto ai gorgheggi ed ai do di petto, una donna che sapeva muoversi con disinvoltura, che recitava anche con il corpo, era cosa da strabiliare! La Grand Tragedienne, la soprannominarono i francesi.



Tutto questo ha saputo fare la Sagittario-Scorpione Maria Callas nel mondo lirico. Scoperta di nuovi orizzonti, ricerche, studi profondi ed appassionati, sperimentazioni coraggiose e spericolate sfidando proteste e dileggi della parte più conservatrice del pubblico… Dopo il suo arrivo, niente è più stato come prima: “prima della Callas e dopo la Callas”, si dice ancor oggi parlando del mondo lirico. Purtroppo, nella decadenza di tutti i valori e di tutte le aspirazioni del periodo che stiamo vivendo, anche nel mondo lirico si torna al tran tran di comodo. Anche il grande ciclone Callas è stato in gran parte metabolizzato.

Ma torniamo un attimo al vissuto di Maria al di fuori del palcoscenico… Molte sue biografie descrivono un’esistenza piena di stenti durante la guerra, che lei passò in Grecia con sua madre e sua sorella; si adombra addirittura il sospetto che Evanghelia spinga le figlie quasi a prostituirsi con italiani e tedeschi per poter mangiare. La realtà è assai meno pesante; ciò grazie ad un piccolo sussidio che lei percepisce per i suoi studi, all’aiuto di soldati ed ufficiali di occupazione, strabiliati dalla sua voce, e soprattutto al sostegno costante dell’uomo della sorella Jackie, figlio di un ricco armatore. Gli armatori erano nel destino delle sorelle Callas…

Maria può quindi continuare a studiare e a cantare con relativa tranquillità, per quanto possano permetterlo gli orrori della guerra. Debutta giovanissima, come già detto, e si fa un discreto nome non solo in Grecia ma anche tra le truppe di occupazione tedesche ed italiane. Grazie a loro il suo nome comincia pian piano a circolare per l’Europa.

Iniziano anche rivalità ed invidie e, finito il conflitto, non si sa con quanta verità, Maria viene accusata di collaborazionismo… Probabilmente la giovanissima Maria non si poneva affatto problemi e cantava per tutti… Alla fine, stanca di tanti attacchi e consapevole che nella piccola Grecia vi sono poche speranze di diventare la star che ha ormai deciso di essere, torna in America, sorda ai consigli di Elvira De Hidalgo di prendere invece in considerazione l’Italia. Forse New York è scelta da Maria anche per via del padre che lì continua a vivere.

Secondo lunghissimo viaggio per mare… In America ritrova il padre ma non i riconoscimenti sognati. Passa da una promessa mancata ad una delusione, ad offerte assolutamente al disotto del suo valore. Nel 1947 ha una proposta per cantare all’arena di Verona. Terza traversata dell’oceano. Appena arrivata a Verona conosce il Commendator Giambattista Meneghini che ha circa trenta anni più di lei.

Anche se le foto la mostrano con un gran bel viso, è sempre goffa, grassa, con vestiti dozzinali; ha sempre una brutta pelle e le caviglie grosse. Meneghini è un solido uomo d’affari con fama di donnaiolo impenitente… Inizia una storiazza tra loro, probabilmente con un sottofondo di sentimenti sinceri che sono però al di fuori della passione d’amore; Meneghini è intenerito da quella ragazzona smarrita, e Maria, con un solo vestito (le hanno rubato la valigia alla stazione), con quasi nulla per sopravvivere ed un futuro incertissimo in un paese straniero, cerca quel padre che sempre le è mancato.

Dopo molte insistenze Maria riesce a farsi sposare, nonostante Meneghini tentenni, anche per la feroce opposizione alle nozze della sua provinciale e tradizionalissima famiglia che non vede di buon occhio una cantante, straniera, povera e, per di più, di religione ortodossa (ricordiamo che siamo nella Verona di fine anni 40)! Le nozze avvengono quasi di nascosto, in una sacrestia polverosa, alla presenza dei soli testimoni…

E qui parla, astrologicamente, il Saturno-Bilancia, foriero, oltre che di un marito molto più vecchio, anche di ostacoli, negazioni, difficoltà ed amarezze nella sfera del matrimonio. Con eguale pesantezza lo stesso Saturno si farà sentire ancora, più avanti, nella vita della Divina; sempre in campo matrimoniale, oltre che in infinite vertenze legali per i più svariati motivi. Vedremo poi, più in dettaglio.

Meneghini, con l’occhio lungo dell’imprenditore, non è preso più di tanto dalla donna ma capisce il valore dell’artista; si fa liquidare dall’impresa di famiglia e si vota interamente alla promozione di Maria: la quale Maria, non più pressata da problemi economici, si rituffa a corpo morto nello studio e nel lavoro.

Per tutti gli anni di matrimonio (dieci), sarà una vestale della musica. Meneghini infatti dedica tutte le sue energie all’artista ma si dimentica della donna, per correre dietro alle ballerinette della Scala, evidentemente più alla sua portata di sempliciotto signore di provincia. Il loro, per confessione di Maria agli intimi, sarà un matrimonio bianco per almeno nove anni su dieci. Marte-Scorpione più Saturno-Bilancia, come sesso negato nel matrimonio…

In compenso Meneghini ripaga Maria di una prima giovinezza piena di umiliazioni e di terribili, sterili lotte; le procura i contatti giusti, le offerte di lavoro gratificanti. Nel mondo lirico si comincia a parlare di lei con sempre più insistente interesse e curiosità. E mentre la parte più conservatrice è spaesata da questa figura totalmente anomala di soprano, i giovani e la parte più progressista grida al miracolo. Iniziano le famose recite come incontri di pugilato su un ring, lotta con le fiere nell’arena… Fischi ed applausi deliranti… Discussioni infinite e veri e propri scontri fisici tra fans e denigratori, alla fine di ogni spettacolo… E i giornali pubblicano sempre più spesso articoli su Maria, non ancora Divina ma, di certo, in ascesa vertiginosa.

Il mondo della lirica si spacca in due. Chi è attaccato alla tradizione, al canto soltanto celestiale, osanna Renata Tebaldi, altra giovane, bravissima soprano legata ai vecchi, rassicuranti schemi. Chi è per il nuovo, il rivoluzionario, per la ricerca e la scoperta continua di strade alternative, osanna Maria. Era da metà ottocento che non avvenivano risse così furibonde dettate dall’amore per la lirica!



Cresce la fama, ma Maria è ancora un donnone grasso e goffo, vestito con abiti improbabili, al limite del ridicolo; Meneghini la porta allora nel famosissimo atelier della Biki per dare un’immagine più decente al suo look; la Biki la guarda con molta sufficienza e le consiglia di ripassare dopo aver perduto almeno trenta chili… Ma, forse, quello che ferisce ancor più Maria è un capoverso di una recensione di una sua interpretazione di Aida all’Arena di Verona. Il critico, dopo aver fatto i dovuti omaggi all’Artista malignamente annota che, in scena, le caviglie della cantante poco si distinguevano da quelle degli elefanti.

E’ la goccia che fa traboccare il vaso; Maria incassa e sparisce per un po’. Quando ricompare si grida al miracolo. Nell’Italia dei primi anni cinquanta, quando ancora ci si doveva mettere in pari con tutta la fame patita in guerra, non si parlava certo di diete… Ma ecco riapparire Maria magrissima, raffinatissima, elegantissima, irriconoscibile. Non migliorata ma completamente trasfigurata. Non è un cambiamento, è una METAMORFOSI… Ora può immedesimarsi anche fisicamente, senza suscitare commenti sarcastici, in Violetta che muore di tisi o in Lucia che impazzisce per amore. E’ la prima cantante lirica, in un mondo di grassone vestite in modo ridicolo, a comprendere l’importanza del look, in quella che sta per diventare la società delle immagini…

E chiariamo qui un mistero che ha fatta versare non fiumi ma mari di inchiostro… COME fece la Divina a trasformarsi, in un anno, da donna super obesa ad eterea libellula? Molto si è favoleggiato su questa metamorfosi, insistendo sulla tenia ingurgitata in una coppa di champagne...
Favole, appunto! La realtà è parecchio più dura ed è, ancora una volta, risultato di un temperamento spietato prima di tutto con sé stessa. La cognata Pia Meneghini racconta infatti che tale trasformazione fisica fu dovuta ad un durissimo trattamento ormonale, soprattutto di sollecitazione alla tiroide… Trattamento vivamente sconsigliato da tutti i medici di buon senso (compreso il marito di Pia), che pronosticavano pesanti conseguenze sulla salute fisica e nervosa… Ma Maria ha deciso e va avanti per la sua strada, affrontando prove e fatiche inenarrabili. I risultati sono prodigiosi ma il prezzo pagato, per il futuro, assai salato. Molti attribuiscono a tale trattamento anche la precoce perdita della voce. Ma in questo campo, per me, molte furono le cause concomitanti; prima tra tutte, un’estensione troppo vasta che, come una molla o un elastico troppo tirati, non poteva reggere a lungo.
Sia come sia, l’anno cruciale del cambiamento è il 1953. I cinque anni seguenti sono quelli del trionfo massimo di Maria non soltanto artista ma anche donna. Sul palcoscenico inizia la storica collaborazione con Luchino Visconti che darà luogo a spettacoli ancora ineguagliati. Nella vita, così eterea e raffinata, con padronanza assoluta di quattro lingue e la disinvoltura che le proviene dall’essere nata e cresciuta a New York, diventa una Dama del jet set, contesa nei salotti più esclusivi di tutto il mondo… I rotocalchi cominciano ad interessarsi in modo massiccio di lei con una intensità che, in anni più recenti, è stata eguagliata soltanto da Carolina di Monaco e da Lady Diana. Soprattutto, diventa la Regina incontrastata della Scala, oltre che di Milano. I progressisti hanno vinto; Renata Tebaldi se ne va in esilio al Metropolitan di New York.



E’ qui che il tema natale del giorno 4 diventa inequivocabile.

Nettuno-Luna come donna-musicista, si era detto. Negli anni della metamorfosi fisica e dell’esplosione mondiale della sua fama, il pianeta della metamorfosi transita esattamente nella terza decade della Bilancia, congiunto alla Luna Natale… Per un anno intero, tra il 1953 ed il 1954 (l’anno della metamorfosi fisica e del massimo trionfo in teatro), Nettuno di transito rimane in stretta congiunzione alla Luna-Bilancia e sestile Nettuno radix, oltre che a Mercurio. Proprio a Mercurio si può attribuire l’esplosione che la sua immagine, a cominciare da quel periodo, avrà sulla stampa.

E il Sagittario-gioviale, grande, massiccio, di robusto appetito e dai modi un po’ plateali, si trasforma in una sofisticatissima Dama evanescente. Ormai Sagittario-nettuniana al massimo grado. E’ quello che lei è sempre stata all’interno, che esce finalmente all’esterno. Paragone abusatissimo, ma non si può che ripeterlo, nel caso di Maria Callas: il Brutto Anatroccolo diventa, nel giro di un anno, un Cigno Reale…

Regina del Bel Canto e del jet set mondiale… Nel tema natale di Maria cosa indica tanta fortuna? In tutti i tre probabili giorni di nascita si nota una I casa sontuosa che ospita Giove, Sole e Mercurio. Oltre alla assai probabile (per non dire certa) preminenza di Nettuno nel tema, l’indicazione che il mezzo dell’ascesa sarà il canto viene da una Venere-Capricorno in II casa (cosignificante Toro, segno per eccellenza di cantanti e musicisti), in sestile perfetto alla congiunzione Marte-Saturno.

Un blocco emozionale, una nevrosi fortissima, quale soltanto una fusione Marte-Saturno possono dare, che trova la sua via di risoluzione, il suo scioglimento, attraverso il canto… E la stessa fusione, indice di intransigenza, di scarsissima duttilità, permette applicazioni “feroci” allo studio e alla carriera, che portano a livelli di preparazione ineguagliabili. Tutti i grandissimi sono più o meno mono-maniacali, nel senso che dedicano la maggioranza delle loro energie al settore in cui eccellono. Non si possono spiegare altrimenti certe vette di perfezione.

Altro risultato, stavolta sgradevole, dell’accoppiata Venere-casa II legata alla congiunzione Marte-Saturno, è il problema occhi, che Maria si porta dietro tutta la vita. Miope fin quasi alla cecità, per non perdere completamente la vista deve affrontare cure difficilissime e noiosissime; sul palcoscenico si muove con grande sicurezza aiutata soltanto da un intuito paranormale… Vede poco o niente delle scene e dei colleghi, per non parlare del direttore d’orchestra…La aiutano nei movimenti sul palcoscenico tracciando a terra grandi strisce bianche; e lei va, come una libellula.



Tornando alla carriera, come già era successo in piccolo in Grecia, Maria arriva troppo in alto per non suscitare invidie e ripicche, per non scatenare guerre sotterranee. Il suo carattere assolutista e a tratti rigido (sempre Marte-Saturno-Venere), non aiuta; e nel clima dei primi anni ’50, di forte restaurazione, disturba anche la figura di questa donna fiera e battagliera, che ha saputo scalare le più alte vette della notorietà senza essere una sex simbol; che non ha paura di discutere e difendere i propri punti di vista mentre il modello in auge è la donna che vive in sottotono, condiscendente ed avvolgente: la donna che, in teoria, cammina sempre tre passi dietro al marito.

L’averle contrapposto Renata Tebaidi come rivale non ha soltanto valenze artistiche. La Tebaldi, con il suo temperamento pacioso (almeno in apparenza) e la sua vita assolutamente anonima al di fuori del palcoscenico simboleggia, per la parte più conservatrice del pubblico, la donna tradizionale, silenziosa ed umile… La rivalità tra due Dive, pompata oltre ogni misura dalla stampa, si colora così anche di valenze sociali e di costume!

Poi c’è il problema marito; al punto in cui Maria è arrivata Meneghini, che pure la ha aiutata moltissimo agli inizi, è diventato ormai imbarazzante. E’ rimasto uomo provinciale e un po’ gretto, decisamente vecchio e goffo accanto ad una donna ormai bellissima e sofisticatissima che, come già detto, non solo gli appassionati del Bel Canto ma anche i salotti più “in” del mondo si contendono… Meneghini si muove nel raffinato ambiente della lirica, ed in quello esclusivissimo del jet set internazionale, come un elefante tra i cristalli. Non dice una parola se non in dialetto veronese o in italiano con forte cadenze venete… Si annoia e si addormenta dappertutto…

Insomma, gaffe a non finire in campo mondano e lavorativo della moglie (oltre a quelle che già Maria si procura da sola con il suo carattere troppo reattivo); aizza liti e ripicche… Poiché le fa da impresario, egli avanza anche richieste di onorari assurdi, che vengono puntualmente pagati, visto il calibro di Maria, ma suscitano risentimenti e malumori nella direzione dei teatri o tra gli organizzatori di concerti. Oltre che, naturalmente, feroci invidie tra i colleghi…. La Callas è stata la cantante lirica più pagata di tutti i tempi.

Ad inquinare ancora di più l’atmosfera si presta la madre. Maria, sicuramente sbagliando perché poi il tutto le si ritorce pesantemente contro, stanca del continuo chiedere sovvenzioni, non solo rompe i rapporti con la madre ma le nega qualsiasi ulteriore aiuto economico. Ed Evanghelia riempie i giornali della sua povertà che la costringe a fare la commessa. Ne segue una campagna-stampa micidiale sulla durezza di cuore de La Tigre.

Arrivata insomma a vette inimmaginabili di popolarità, a un certo punto non può che iniziare la fasce discendente… Nel 1957-58, con il transito di Saturno nel Sagittario, avviene il tracollo. Per una serie di incomprensioni, liti e ripicche, per una martellante campagna-stampa che si accanisce a demolire l’Idolo prima con tanta foga innalzato, con pretesti vari i grandi teatri, dalla Scala al Covent Garden al Metropolitan, uno dopo l’altro le chiudono le porte. Il Teatro alla Scala, nell’ultima recita, fa addirittura calare improvvisamente il sipario di ferro antincendio, per impedirle di affacciarsi ancora a salutare i suoi fans in delirio.

La Grande Callas, per intemperanze sue ma anche per colpa di molti altri, viene praticamente mandata in esilio; la sua carriera per la quale ha speso tutte le sue energie, a 36 anni è praticamente finita, almeno ai livelli cui lei è abituata. Potrebbe tranquillamente continuare a stare in prima pagina e fare soldi a palate interpretando fuori dal giro ufficiale, con concerti ed altre mille trovate commerciali; ma lei è troppo seria, troppo Grande, per vendersi o svendersi.

Le foto e i filmati di quei due anni terribili ci mostrano lei, la Tigre, smagrita, incerta, spaventata. Durante la registrazione di un concerto ad Amburgo, nella prima metà del ’59, la si vede, per tutta la durata, convulsamente aggrappata ad una ringhiera; ogni tanto uno sguardo implorante al Maestro che la dirige… Quasi non avesse più in sé la forza di rimanere in piedi, né di proseguire oltre con il canto..

E’ in questo contesto drammaticissimo che si profila all’orizzonte l’armatore Onassis. Greco anche lui, ha accumulato una fortuna colossale prima commerciando tabacco e poi petrolio. Di lui si dice sia, in quel periodo, l’uomo più ricco del mondo. Non è certo un adone ma emana una energia fisica eccezionale… Conosce molte lingue, è assai disinvolto (di quella inattaccabile disinvoltura che dà il potere dei soldi) e chi lo ha conosciuto bene parla di lui come uomo estremamente charmant, incantatore.

Ha una moglie molto bella e molto giovane, Athina, e due figli piccoli. Il suo hobby preferito è girar per mare a bordo del suo lussuosissimo panfilo, il Christina, in compagnia delle personalità più in vista e potenti dell’epoca. Predilige le donne belle e famose che cerca, quasi sempre riuscendovi, di portarsi a letto. Athina chiude tutti e due gli occhi. Anche lei fa del suo meglio, in campo amanti. Il loro è un solidissimo matrimonio di affari essendo lei stessa figlia di un potentissimo armatore…

Onassis, greco fino al midollo, è incuriosito, affascinato ed inorgoglito da questa connazionale affascinante e altera che ha mezzo mondo ai suoi piedi. Lui è un filibustiere dai molti traffici poco chiari, accettato dal bel mondo solo per la sua ricchezza, ma guardato con sufficienza… Lei è la Divina davanti alla quale si inchinano deferenti Re e Capi di Stato. Inevitabile che, a un certo punto, la inviti ad una delle sue famose crociere…



E’ l’agosto del 1959, Saturno è uscito finalmente dal Sagittario e, ai primi gradi del Capricorno, si congiunge perfettamente alla Venere natale di Maria, rinnovando il sestile perfetto al Marte-Saturno radix.. A questo punto torna una ulteriore conferma per il 4 come giorno di nascita. Come già si è detto, il 4 dicembre 1923 Marte esce dalla Bilancia ed entra nello Scorpione. Marte Scorpione come uomo “ereditato”… E già giovanissima Maria aveva avuto qualche lunga relazione segreta con uomini sposati.

Nonostante questo Maria non è certo tipo da avventure da letto, sia per il suo perbenismo Sagittario-Bilancia, sia perché la fusione Marte-Saturno indica un forte blocco sul piano della sessualità. Nel suo lungo matrimonio con Meneghini il suo eros potentissimo (Scorpione-Sagittario più Venere in II casa) è stato tutto trasfigurato nel canto. La sua drammaticità, la sua crudezza e violenza sulle scene in certi momenti, fecero dire a più di un critico che la Diva aveva grandi orgasmi sul palcoscenico…

Arriva quindi tra le braccia di Onassis stanca, spaventata, amareggiata, indifesa… E fanciulla. Confesserà poi ai più intimi che soltanto tra le braccia del Creso dei mari ha conosciuto, a 36 anni, il piacere fisico…

Anche Onassis è molto più grande di Maria (Marte-Saturno: marito ed amanti più anziani) ma, da bravo marinaio, ha ancora una vigoria fisica di tutto rispetto. Con Onassis di nuovo torna il mare, la nave, il marinaio… Di nuovo, sicuramente, Nettuno che, per essere così presente in una vita, deve per forza avere un peso dominante nel tema di nascita…

Sia come sia, Maria si rivela fatale per il matrimonio di Onassis che pure ha gestito nell’ombra tanti amori ed amorazzi con le donne più belle e celebri del momento… Ma Maria è troppo famosa, troppo irruenta, troppo affascinante sul piano della personalità. E, argomento che ha un grosso peso per lui in questa relazione, Maria è greca!

Sul piano della grecità i due si trovano moltissimo: forse Maria, nata e vissuta per molto tempo in America e per moltissimo anche in Italia, oltre che in giro per il mondo, proprio attraverso Onassis scopre veramente la sua terra di origine (astrologicamente, questa riscoperta delle radici attraverso un uomo può essere indicata, nel suo tema, dal quinconce perfetto Sole-Plutone in Cancro in VIII casa). Per tornare all’incontro tra i due ovviamente, oltre a quello dell’armatore, salta anche il matrimonio di Maria…

Ma soffermiamoci un attimo al tema della grecità. Probabile che, come appena detto, a livello cosciente, nel suo girovagare per il mondo, Maria abbia dato poco peso alla sua grecità, prima di incontrare Onassis.. Ma greca era, fino alle radici, come si vede già dai suoi tratti somatici; e questo può essere un altro elemento, oltre ai valori scorpionici, che hanno fatto di lei “La Grande Tragedienne”. Racconta il regista Cacojannis come, assistendo un giorno alle prove di Maria in Medea, rimanesse colpito da certi atteggiamenti della cantante che si buttava per terra percuotendo il suolo con i pugni (esistono delle belle foto di questo gesto)… Non era una indicazione di regia e Cacojannis chiese stupito a Maria perché lo facesse. “Mi viene di farlo così, istintivamente”, rispose su per giù lei… Il regista greco spiegò poi che quello era un antichissimo gesto delle sacerdotesse greche… Ma Maria non ne aveva la minima conoscenza, sul piano intellettuale…

Tornando all’incontro con Onassis, un illustre astrologo ha scritto, sempre a proposito di Maria Callas, come trovasse strana la nascita di una passione con il transito di Saturno (per alcuni il Grande Malefico) su Venere natale; ne trae la conclusione che, poi, la storia finì male: io non sono d’accordo! Si dimentica spesso che Saturno è in esaltazione in Bilancia, segno dell’unione amorosa. Frequentemente ho visto nascite di amori intensi e seri, o la decisione di sposarsi, con il passaggio di Saturno su Venere (o su Marte, per una donna), oppure in settima casa.

E legame intenso e serio fu, quello di Maria ed Arì, visto che durò, con alti e bassi, con esaltazioni e momenti da tragedia, tutta la vita. Ma oltre Saturno anche Nettuno (mare e marinaio, in questo caso), diede il contributo al Grande Incontro; esso transitava infatti, in quell’agosto del 1959, ai primissimi gradi dello Scorpione, in sestile perfetto a Venere ed a Marte-Saturno…Giove era sull’Ascendente. Congiunto a Giove natale…

La storia “trasborda”, ovviamente, sui giornali di tutto il mondo. Sono famosissimi entrambi e, soprattutto, nessuno si aspettava dalla Tigre, di cui colleghi e nemici avevano fatto ritratti terribili, il coinvolgimento in una storia amorosa. Nell’atmosfera beghina e fortemente restauratrice degli anni ’50, ancora una volta lei si mette controcorrente ed affronta a testa alta la rottura del matrimonio e la nomea di rovinafamiglie. Non incappa nelle tragedie legali che nello stesso periodo travolgono Coppi e la Dama Bianca (finita anche in carcere per adulterio) soltanto perché lei è troppo in alto, troppo internazionale. Pur in tanta tempesta, diventata molto più bella, come sanno esserlo soltanto le donne innamorate, tiene fede ai pochi impegni di lavoro ancora in sospeso. Come diversa appare ora, ad un altro concerto sempre ad Amburgo, soprattutto mentre canta Carmen! Fiera, spavalda, seducente e seduttiva, con sottintesi e lampi negli occhi di una sensualità piena, appagata, provocante, ammiccante.

Il resto del tempo lo passa tra il “Christina” e Montecarlo, allora regno di Onassis; il giovane principe Ranieri è infatti, al momento, soltanto una copertura, un prestanome del Creso greco che è padrone assoluto di tutto il Principato… Ammiratori e critici musicali le rimproverano aspramente l’abbandono della scena, dimenticando che sono stati i teatri più illustri del mondo a chiuderle le porte in faccia. Naturalmente la “Tigre” non può subire impunemente tanto affronto… Con Onassis alle spalle, tutti le spalancano di nuovo le braccia; a Maria quello che preme di più è tornare alla Scala, cosa che fa in una memorabile serata che si dimostra molto mondana – per il fasto della cornice e la presenza in sala di personalità di primissimo piano – ma poco artistica… La leggendaria voce di Maria, per lo stress, per il logorio di un repertorio troppo vasto, per mai essersi risparmiata, per aver debuttato troppo giovane e per chissà quante altre ragioni, è ormai irrimediabilmente in crisi.

Maria, con l’autocritica feroce che possiede, si rende conto benissimo del declino ma si illude di sostituire l’Arte con l’Amore. E’ stanca di studi, di sacrifici, di lotte feroci con pubblico e critici. E’ stanca di essere la Vestale della lirica e di fare La Tigre. Vorrebbe essere una donna normale accanto all’uomo che ama. Ma la donna si chiama Maria Callas e l’uomo Aristotele Onassis… Nessuno dei due può più fare una vita normale, dopo aver scalato certe vette.

C’è poi un altro intoppo al ritorno di Maria sulle scene: Onassis lo ostacola in tutti i modi, boccia tutte le proposte che in continuazione le vengono fatte dalle personalità più prestigiose del mondo dello spettacolo; non si sa bene se per gelosia, per senso di possesso, per paura che la troppa fama della sua donna oscuri in modo eccessivo la propria figura. Sia come sia, Onassis detesta la lirica e questo ha dato a Maria la sensazione di essere finalmente amata per sé stessa e non per la sua voce, come aveva sempre il sospetto con tutti gli altri che la adoravano.

La storia con Onassis, tra alti e bassi, va comunque avanti per nove anni; tigre sul palcoscenico e nella lotta con la stampa, Maria rimane senza artigli davanti all’uomo che ama. Amici raccontano inorriditi di come lui, Capricorno-Scorpione e quindi con notevole dose di crudeltà e sadismo, la umiliasse spesso, anche in pubblico… E di come lei rimanesse ferita e disarmata di fronte ai suoi attacchi, alle sue provocazioni. Improvvisamente, la Dama Internazionale fiera e combattiva, capace di tener saldamente testa a tutto e a tutti, diventa una donna greca dei primi anni ‘60, che subisce in silenzio soprusi di tutti i generi dal maschio padrone…

Ancora adesso amici che assistettero a feroci umiliazioni di Maria da parte di Onassis non sanno spiegarsi la metamorfosi; con molta probabilità parecchio peso, in questo suo atteggiamento, lo aveva la consapevolezza di aver perso la sua arma più potente: la voce. Tutte le debolezze, le vulnerabilità e le insicurezze che Maria aveva nascosto o riscattato attraverso “la Callas”, venivano nuovamente a galla ora che “la Callas” si allontanava della sua vita. La Tigre non era Maria ma, appunto, “la Callas”, fieramente consapevole del proprio Potere.

In ogni caso, lei spera molto nel matrimonio. La Luna bilancina ed il perbenismo sagittariano non possono portarla a pensare diversamente. E poi, soltanto diventando la signora Onassis può essere risarcita, almeno in parte, dalla perdita della Callas…! Ma ancora Saturno in Bilancia agisce come privazione. Probabilmente, soprattutto per la feroce opposizione dei figli bambini che, giustamente, odiano Maria, Onassis mai la sposerà. Forse è anche Maria a sbagliare tattica…Certo non è una donna facile; ed il suo lato Sagittario troppo forte la induce, inoltre, anche ad ingenuità strabilianti, così come lo Scorpione la porta ad aggressività inopportune. Sia come sia, astrologicamente si era detto, parlando della congiunzione Saturno-Marte, di sesso negato nel matrimonio. Ora, con Onassis, il connubio si manifesta come sesso che non viene benedetto dal matrimonio…



Ma il peggio deve ancora arrivare!

Il 16 ottobre 1969, l’armatore estromette in modo assai brutale Maria dalla propria vita e sposa Jackie Kennedy, la Vedova d’America… E’ un matrimonio strano, triste, squallido, dove i sentimenti non hanno alcuna cittadinanza, mentre molta ne hanno gli interessi e gli affari. La Vedova, in forte crisi esistenziale, cerca un uomo ricchissimo che la porti lontana dall’America dove sono stati uccisi sia suo marito che il cognato Bob. Onassis, da uomo di mondo qual’è, sa benissimo che molte cose si comprano, quando non si possono avere altrimenti. E poi, in quel momento, tante attenzioni arrivano a fagiolo… Egli sta infatti rischiando grosso con la giustizia americana che ha scoperto certi suoi illeciti assai gravi nel territorio USA; illeciti che, con una Kennedy alle spalle, verranno immediatamente dimenticati… Il matrimonio è preceduto da un dettagliatissimo contratto, stilato da un team di avvocati; contratto in cui sono enumerate anche le volte in cui i due possono andare a letto assieme.

Sarà il colpo mortale per Maria che per il mondo intero è ancora “la donna di Onassis”… Anche se lui ricomincerà a cercarla già durante il viaggio di nozze con Jackie, anche se insisterà tanto e tanto da farsi riaccettare da lei, anche se più di una volta si farà vedere in pubblico (fotografatissimo) al suo fianco suscitando le ire della ex Kennedy, qualcosa è ormai irrimediabilmente morto nel suo cuore. Ad ottobre 1969 Urano, che già nel tema natale è in quadratura al Sole, è appena entrato in Bilancia, in quadratura esatta a Venere-Capricorno; Marte transita in prima casa…

Cercherà di reagire riprendendo a cantare, di tanto in tanto… Interpreterà un film con la regia di Pasolini… Si farà convincere ad intraprendere una lunga tournée con il suo compagno di tanti trionfi, il tenore Giuseppe Di Stefano… Di Stefano, collega affettuoso e leale. Di Stefano amico devoto e compagno discreto degli anni tristissimi del tramonto…

La tournée ha lasciato testimonianze da stringere il cuore… Maria è la prima a rendersi conto che sta portando in giro per il mondo il fantasma di sé stessa e, dignitosamente, si ritira.


E arriva la resa dei conti. Maria si ritrova sola con sé stessa e con i suoi fantasmi. Le nevrosi, le paure, le disperazione che si porta dietro da quando era bambina e che ha sempre esorcizzato con il canto, si ripresentano tutte… Era vissuta per “la Callas”, delegando a lei la risoluzione di tutti i conflitti interiori. Alla Callas ha dato tutto e ora che la Callas è sparita, si ritrova donna che donna non riesce ad essere. Ad affrontare una vita che non riesce a vivere.

Onassis è in profonda rotta di collisione con Jackie e continua a cercare Maria; lei si dà e si nega, gratificata e disperata. Di Stefano, una delle pochissime volte che parla della sua “storia” con Maria, insinua il sospetto che lei si servisse di lui, bello, ancora aitante e giovanile, per ingelosire Onassis.

Ma un giorno ad Onassis tocca ordinare di “staccare la spina” al figlio giovanissimo, vittima di un incidente aereo ed in coma irreversibile. Figlio sul quale aveva fondato ogni speranza per il futuro… E’ il crollo di Creso che si ammala gravissimamente; lui è moribondo a Parigi ma Jackie rimane a New York; Maria va a trovarlo di nascosto. Jackie arriva a Parigi soltanto per i funerali ove Maria può essere presente soltanto in spirito.... Muoiono, quasi in contemporanea, anche Luchino Visconti e Pasolini, altri due uomini che hanno contato moltissimo nella vita di Maria.

Lei passa ormai il tempo murata viva nella sua casa di Parigi, negandosi quasi sempre al telefono, rifiutando qualsiasi invito e qualsiasi proposta di lavoro; ascolta all’infinito i suoi dischi dei giorni di gloria e gioca a carte con i suoi adorati domestici, Bruna e Ferruccio, che le sono vicini da una vita… E vicini le rimangono, nonostante lei si dimentichi ormai di pagarli… Anche loro due, come Di Stefano, mai apriranno bocca sulla vita segreta di Maria; nonostante offerte miliardarie per le loro confidenze.



E’ il 16 settenbre 1977… Urano passa su Saturno radix e Saturno in quadratura a sé stesso: Plutone è in quadratura a Venere radix. Nettuno congiunto al Sole radix. Marte è in prima casa…

In mattinata, Maria si sente male e cade a terra. Attacco cardiaco. Ha 53 anni.

Morte improvvisa, come vuole il suo Urano in quarta casa in quadratura al Sole.

Attacco cardiaco, dice il medico… Ma cremazione e funerali troppo frettolosi… personaggi strani girano per casa… Si parla di droga. Di eccesso di medicine. Bruna e Ferruccio tacciono. Le sue ceneri vengono disperse nell’Egeo…
 

 
 
 
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