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GIOVANNI PELOSINI
In origine i Tarocchi erano un antichissimo libro sacro di sole figure, Arcani silenziosi e saggi che avevano il compito di aiutare la crescita spirituale dell’umanità.
Interpretare i Tarocchi è però anche un gioco che permette di avere un’immagine simbolica e traducibile dell’inconscio, aiutando a prendere decisioni consapevoli, a fare chiarezza nella mente, a far emergere dal profondo le motivazioni di un pensiero o di un comportamento.
Questo gioco straordinario usa il linguaggio dei simboli e funziona in base alle regole della sincronicità: dal momento che niente avviene a caso, anche l’estrazione di una carta dal mazzo è un evento significativo.
Non c’è niente di “magico” in questo, come non c’è nell’astrologia, nella nascita di una nuova vita o nello sbocciare di un fiore; eppure si può provare una grande meraviglia di fronte a queste “straordinarie” manifestazioni della Natura.
Interrogare i Tarocchi può servire a intraprendere un Sentiero di conoscenza parlando con noi stessi, comprendendo che il cosiddetto “destino” è sempre nelle nostre mani e che siamo noi gli artefici del futuro, tramite le azioni del passato e del presente, secondo l’eterna legge della causa e dell’effetto che in Oriente si chiama Karma.
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I TAROCCHI AUREI DI GIOVANNI PERLOSINI
VOLUME + MAZZO DI TAROCCHI (22 Arcani)
Questo volume vi guiderà alla scoperta del mondo dei Tarocchi, intesi, oltre che come metodo di divinazione, soprattutto come rappresentazione della storia del mondo e della vita, dove tutto scorre, tutto si trasforma, dove ogni cosa nasce e muore, dove niente avviene a caso.

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I SANTINI DEL PRETE DI GIOVANNI PELOSINI
Mazzo di carte dei 22 Arcani Maggiori
Edizioni Hermatena, 2006
Tiratura limitata a 500 copie numerate e firmate dai protagonisti
Ciascuna carta possiede proporzioni auree ed una didascalia di nove versi endecasillabi in rima con simboli e parole chiave relativi all’Arcano.
Nella confezione c’è un libretto di 56 pagine con tutte le poesie e la fiaba esoterica “Il Sentiero dei Tarocchi”
Le ventidue “fotopoesie” dedicate ai Tarocchi sono immagini ironiche, ma mistiche, che utilizzano le “maschere” ormai famose dei Santini Del Prete, artisti ferrovieri in inconsueta trasferta nel mondo dei simboli, di volta in volta impegnati a interpretare e rappresentare la nascita e la morte, il potere e la solitudine, la precarietà e l’amicizia, la saggezza e la forza, la temperanza e la fede, e ogni genere di eterna trasformazione cui sia soggetto il mondo.
In un solo caso l’autore, Giovanni Pelosini, appare nelle immagini, significativamente nella carta del Matto che cammina senza meta, incontrando un ferroviere spaventapasseri bicefalo.
Mentre la Proporzione Aurea delle immagini evoca l’antica tradizione esoterica e gli studi di Pacioli e di Leonardo, ognuna delle ventidue fotopoesie possiede dettagli dagli atavici significati allegorici, arricchiti da nove endecasillabi in rima e linguaggio danteschi, in chiave anche numerologica: versi che possono essere letti in sequenza ciclica, cominciando da qualsiasi Arcano, con le rime che si accavallano come le onde del mare; versi che nascondono oscuri acrostici ed altri misteri che lasciamo scoprire alle curiose intelligenze che avranno il piacere di farlo.

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