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  UN FLASH
discussione inserita da naja
 

Oggi, l'ennesimo episodio di"terrore del diverso"-mi riferisco al ragazzo ucciso a Milano perchè-magari violentemente-rubava un biscotto infastidendo.......
Messe in un angolo le valutazioni sociologiche,politiche e umane...HO AVUO UN FLASH
non so raccontarvelo se non succitamente e così come mi è apparso:

“vedere” il nostro mondo globalizzato dove, attraverso la massa di esuli, profughi ed emigrati, ci ritroviamo come Edipo davanti alla Sfinge, DI FRONTE AL VOLTO NASCOSTO DELL'UMANITA'”

sono turbata e..mi piacerebbe dare un SENSO a questa immagine così FORTE che-nonostante me-mi ha -a modo suo-chiesto qualcosa.......???

naja


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 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 4 - Inserisci una risposta a questa discussione
 
A CURA DI
inserita il 14/09/2008 21:00:23

- bene naja stai forse fumando? ...... è qualcosa di forte?

prestamela ti prego!
a parte lo scherzo, perchè trattasi di ciò!
hai ragione a soffrirne, perchè non giusto e tenendo presente l'aspetto umano sopratutto,
bisognerebbe tessere un nuovo tessuto sociale direi innanzitutto solidale.
con la globalizzazione si è pensati di essere insieme , tutti, gli uni agli altri...anche e solo per un momento.
ciò ha generato alienazione, tutti sappiamo di tutto....e non ci soffermiamo troppo sull'aspetto delle cose, no, corriamo ad immagazinare e subito ad archiviare tutto, e non abbiamo più tempo per esser coerenti, lungimiranti, il bene e il male....o tutto o niente.....la costanza nell'impegno determina la realizzazione di un progetto.

se non ci soffermiamo ad analizzare che le differenze possono essere pietre altrettanto preziose, succederanno ancora fatti come quello che ti ha fatto vedere la possibile alienazione umana.
del resto i profughi ed gli emigrati siamo tutti, tutti noi.
ognuno di noi è un pò profugo un pò emigrato, se non pensiamo a questo.....non potremmo mai essere solidali con nessuno.

cara è stato un piacere


pietro il nuovo
 
inserita il 14/09/2008 21:43:21

- mi rispondo da sola..intanto..non me ne volete ,è un modo per esorcizzare il mio malessere


Non riesco a pensare che AMARE L'ASTROLOGIA sia disgiunto dal PATIRE ciò che succede nel mondo e di conseguenza sperare che questo Amore possa essere
una possibile risposta all’angoscia generata dal “vivere nel nostro tempo”.

NON MI ARRENDO all'angoscia e depressione.
Tale incapacità si traduce nell’impossibilità di riscattare la nostra stessa esistenza...e Signora Astrologia -a me-ha sussurrato ben altro.
Anzi ...sento che l'astrologia una cosa mi ha insegnato

«imparare a patire per imparare ad agire»

e allora agisco,parlando con voi,esprimendo i miei pensieri,oggi molto turbati...


Riconoscendo la libertà come paradosso (in quanto sempre condizionata) è vero comunque che le nostre scelte di vita sempre ambiscono a mostrare una profonda fede nella libertà,
ma-e qui astrologia mi insegna
senza misconoscere il “patire attivo” che in essa si cela

In tale patire, l’uomo deve imparare a “patire il tempo”-LA CONTEMPORANEITA'- affinché interiormente possa dare vita a quello che poi si manifesterà come azione.
Figure femminili quali Antigone ed Eloisa, -a volte mi confortano ...sento sussurri che percepiscono la vita come un “oscuro patire" ma per "concepire"

La nostra vita sempre,anche quando chiudiamo le finestre,si dispiega PASSIONALE come «tensione tra necessità e speranza, tra la gravità che ci tiene vincolati a ciò che esiste e la speranza che è ansia di superamento»
Tale tensione mostra il rapporto della libertà con la storia, per la quale «la condizione ontologica della libertà si traduce in una dimensione tragica che la vede necessariamente coniugata alla passione» .

La libertà è, dunque, “passione del mondo”: gettati nel mondo e vocazione, che ci rendono unici e ci impongono di non eludere il compito di vivere e di CONVIVERE

A partire dalla riflessione su noi stessi, come esseri avente un preciso posto nel cosmo, consideramo la vita umana come un “farsi”,ma come???

Il "farsi" deve permettere di" fare vita" in maniera aderente all’esistenza nel suo svolgersi., e con che "metodo" ci viene chiesto.

A partire da Platone, il metodo si è andato sviluppando come uno “sguardo innaturale sulle cose”, contrario alla vita, e Cartesio «per il quale il metodo non è che un esercizio della mente, non fa che esasperare questa lontananza dal mondo» .

Tale distanziamento provoca il chiudersi su se stessa, da parte della ragione. Si tratta di una “violenza teoretica” che produce un’alienazione-una enorme e abissalke sofferenza che ci costringe a “entrare in ragione”.

A tale logica autoreferenziale, SAREBBE OPPORTUNO OPPORRE il principio dell’“entrare in realtà”, ovvero ridare voce anche a quella realtà che la violenza della mente aveva zittito: IL CUORE


Percezione spezzata dall’irrompere di una ragione che attua una “violenza della verità”, segnando una modalità del rapporto tra uomo e mondo: il desiderio di possesso, «desiderio, potere e violenza si trovano alla base del logos »

Tale violenza, espressa dal concetto-pensiero e che IL CUORE mette in dubbio proponendo un sentire originario che non sia segnato da quella hybris che nasce da «movimento della ragione di per sé, distaccata ormai già da tutto»

Espressione di tale sentire è quella forma di amore che si incarna nella contemplazione del reale e nell'indignarsi e TURBARSI da un reale che...non riconosce più le proprie viscere...e le mie viscere oggi si attorcigliavano


Tale logos non è quello trionfante che non conosce la condizione umana e che dall’alto si impone con “violenza”, ma quello del «verbo che si nasconde», appunto, nella passività accogliente...che a sua volta sa "concepire" la rinascita

Al di là della passività come atteggiamento perso.

Solo attraverso un atto essenziale di auto-svuotamento si può permettere "alle ns parole "di sorgere dal fondo della nostra esistenza e di essere FINALMENTE espressive per noi

Tale condizione esige il crollo dell’ego-latria, così caratteristica della ns vita occidentale moderna.
Il disfarsi dell’io è iniziazione alla passività che permette di ritrovare la “parola perduta”, parola della vita che si mostra come “verbo dell’amore", nel quale tutte le altre parole si inverano.

Scrivo e straparlo per raccogliere con voi questi "prepotenti balbettii" che Astrologia mi sommuove dentro..balbettiii che

accolti nella passività, rintracciati attraverso sentieri tortuosi e difficili, richiedono un atteggiamento di PUDORE in quanto mi fanno sentire leco di un epifania "della parola originaria" . Essa è parola ormai perduta per quella filosofia di vita che non sa ASCOLTARE.
ASCOLTARE per rintracciare un’autentica costruzione di relazioni umane: «libera dal narcisismo autoprotezionistico del soggetto, priva di ogni protezione solipsistica, per potere finalmente “dire qualcosa e dirla a qualcuno”»


QUESTO QUALCUNO...sono anche le due vittime-intendo chi ha ucciso e chi è stato ucciso-oggi a Milano
.

IN ENTRAMBI UN VUOTO creato dallo stato di malessere, e un TROPPO PIENO creato dalla paura...uguale paura del diverso..che è anche il "nostro diverso".....

io spero che..PREVALGA IL SENTIMENTO DEL VUOTO
Il vuoto si manifesta come “lacerante” apertura di un nuovo orizzonte che in quando tale è “dono”, «rivelazione che è possibile riscattare la passività risvegliandola» un orizzonte nel quale ogni uomo si riconosce come esiliato rispetto alla patria originaria, e per questo mosso a vivere autenticamente la sua ricerca. RISVEGLIO

Ricerca che si realizza attraverso separazione e sacrificio, tentando di coltivare quelle radici della speranza che, solo può essere «ponte fra il deserto dell’anima e la riapertura del senso alla vita.

La speranza è possibilità del senso e il senso è luce gettata sulla realtà, ma questa luce non si incarna nella violenza del concetto, bensì nella penombra dei “chiari del bosco”....e i chiari di bosco sono i SENTIERI CHE IO CERCO DI INTRAVEDERE in SIGNORA ASTROLOGIA ..per -nel mio piccolo-sapere comunicare agli altri

un tracciato, un sentiero dell’ascolto, lungo il quale tutte le cose sono disposte come in «una sorta di partitura»
Un ascolto che non è luce accecante, ma “limpido intravedere” nella penombra dell’esistenza.

SCUSATE....ma LA SFINGE MODERNA non è cosa da poco per un Edipo ..oggi molto deriso

bacietti
naja



I

naja
 
inserita il 14/09/2008 22:16:57

- ciao..pietro il nuovo....
una battuta me la concedi...oltre ad apprezzare il tuo post...letto dopo mio post di risposta a me stessa..
e se ti può divertire ti dico che mi basta URANO che fa 10 aspetti nel mio tema per sentirmi fuori-----le LUSINGHE DI NETTUNO ( fumo o altro)per ora in me si incarnano in uno strabordio di profumi poetici..certo anche questi profumi non sono esenti da....straniamenti

ma pietro il vecchio ..dove lo hai messo????...
sai se ci si IDENTIFICA per aggettivi oltre il nome...dice una vocina STRAMALIZIOSA che in "un angoletto segreto" ci sta il suo aggettivo opposto.
per ridere: polarità degli opposti....diceva un vecchio saggio (Jung) che poi si ritiro in una torre-di bollngen-e lì scoprì che questi opposti...non seguono il "tempi che noi gli diamo " a VOLTE sono contemporanei,o prima il vecchio poi il nuovo.....
VEDI CHE...quanto sono affascinanti le SEQUENZE...e quanto ci INGANNANO...
ciao
naja

naja
 
inserita il 15/09/2008 09:02:16

- ciao naja,
mi chiamo il nuovo perchè son stato vecchio, son morto ed ora nato.
per la legge degli opposti son dunque invecchiato, decrepito non camminavo....poi un giorno son rinato ed ora a passi incerti mi incammino, ho occhi nuovi per vedere ciò che allora le cataratte non mi permettevano di osservare.

non si invecchia una volta sola nella vita.....
non si nasce una volta sola nella vita.
eccoti spiegato il nick!

con piacere.


pietro il nuovo
 
 
 
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