Cara Lidia, cari amici,
vorrei chiarirmi riguardo ai meccanismi, alle dinamiche che fanno vivere una persona nell'umiliazione.
Perchè una persona si lascia umiliare?
Cosa ci guadagna??? ....forse è un modello introiettato di vittimismo?
Così da scaricare le responsabilità all'esterno? Oppure è una mancanza di forza, di coraggio di porsi come si è, di imporsi, di emergere?
Oppure un delirio di onnipotenza??
Mi sembra che dietro a questo concetto ci sia l'archetipo nettuniano se non sbaglio ....qual'è il salto che deve fare allora questo tipo di persona per non consentire più di essere umiliato?
Se pensiamo a un nettuniano sensibile e empatico mi viene in mente che sia facile che si senta umiliato perchè non riesce ad opporsi all'altro perchè non ce la fa a fare soffrire l'altra persona e poichè anche noi umani abbiamo la legge della giungla, cioè mors tua vita mea, allora forse lui piuttosto che fare morire l'altro si fa uccidere lui.
Ma questo ai fini della sopravvivenza non è molto funzionale.
Come può uscire una persona di questo tipo da questo impasse?
Il fatto di non tollerare la sofferenza nell'altro cosa vuol dire?
Oltre probabilmente al fatto di non tollerare la propria sofferenza, che però così si autoinfligge costantemente.... e qui ci vedo quindi anche un certo grado di masochismo....potrebbe essere anche una mancanza di fede ....nel senso di mancanza di consapevolezza che comunque anche la sofferenza nell'altro serve, può avere un suo senso?
Non so ....presa dalle nebbie di questa Luna Pesci oggi vorrei chiarirmi queste dinamiche che per ora mi rimangono un pò nebulose ...appunto!!!!
Cari saluti!
Chiara Inesia