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a cura di Agarte 
LA STORIA INFINITA
 
LA STORIA INFINITA
Siamo immersi in un oceano che brulica di memorie sotterranee, dove tempo-spazio si annullano e per “puro caso” veniamo attirati a vivere un’esistenza in un mondo duale scordando da dove proveniamo, qual è il nostro progetto di vita e soprattutto non ricordiamo il collegamento col principio di UNITA’ (rappresentato simbolicamente dal segno astrologico dei PESCI).
Viviamo la nostra vita in costante periferia, lontano da ciò che siamo stati chiamati, lontani dal nostro compito.
Ma all’interno di ciascuno di noi esiste un piccolo centro, un piccolo seme che vorrebbe essere ascoltato perché vorrebbe farci prendere contatto con la nostra vera natura, con la nostra vera essenza, per farci comprendere che facciamo parte di un TUTTO.
Un TUTTO che è molto più grande di noi, che trascende i nostri condizionamenti familiari, culturali, religiosi, etnici e la nostra stessa esistenza. Siamo chiamati per non ripetere un copione di ciò che sono stati i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri antenati e ancora più indietro la nostra stirpe, ma bensì per spiccare il volo dalle nostre radici, riconoscendole, per poi poter camminare ognuno verso il proprio destino, verso il proprio percorso di individualità, in piena autonomia materiale, psichica e spirituale, permettendoci di evolvere nella spirale della vita.

Se è vero che come anime veniamo attirate sul pianeta Terra da ciò che ci serve per il nostro cammino evolutivo, io ho scelto due genitori, segnati entrambi da un passato simile, in cui entrambi hanno avuto un nonno che non è stato riconosciuto dai propri genitori.
Un bambino abbandonato, lasciato nella famosa “ruota”, non accettato dalla madre, cosa che lascia un’impronta indelebile nelle generazioni future; io provengo da un clan (casa seconda in Scorpione con Saturno al suo interno) in cui le segnature di questo tipo sono due, una da parte paterna, di cui porto il cognome, e una da parte materna.
Fondamentale per me è stato riflettere anche su questi due cognomi che non hanno prosecuzione, perché gli ultimi nati di entrambe le generazioni sono di sesso femminile e, nella nostra cultura, chi porta avanti il cognome è il genere maschile.

È indubbio che le donne nel mio clan, hanno avuto un ruolo molto importante, più di quello degli uomini.
Donne che hanno scelto di allontanare il proprio figlio per ragioni non chiare, o perché figli illegittimi o, dati i tempi (1859), per problemi di carestia e povertà. Di conseguenza, la scelta per la sopravvivenza dei neonati (e di questo sono grata alle mie trisavole), è ricaduta su di un istituto assistenziale, lo stesso per entrambi i miei bisnonni.
Donne che hanno lottato contro le avversità dei loro tempi: abusi fisici, psicologici e sessuali, vedovanze, mariti rimasti lontani dalla famiglia per lavoro.
Donne che hanno saputo affrontare con coraggio e caparbietà la vita a cui andavano incontro e donne a cui è stato dato un compito molto importante, quello di modificare un copione, per salire nella scala evolutiva.
Sono nata alle ore 19 del 15 marzo 1955, per cui il mio segno solare è Pesci con il Sole in sesta casa e ascendente Bilancia con Nettuno congiunto. Sette pianeti sotto l’orizzonte e sei pianeti nell’emisfero orientale. Da ciò si può evincere una lacerazione interna, sia per la disposizione dei pianeti, sia per l’ascendente Bilancia che, rovesciando l’ordine naturale dello zodiaco, vuole i segni più morbidi e avvolgenti adibiti all’accoglienza situati in alto; viceversa i segni più duri e distaccati, situati nella zona inferiore del grafico.
Mi sono sentita fuori posto fin da subito e soprattutto, mi sentivo tutto e il contrario di tutto.
A volte dolce, carina, servizievole, altre volte arrogante, persino prepotente; in modo particolare quando mi sentivo in dovere di difendere le persone bisognose.
A volte meticolosa, precisa, anche troppo (Sole in sesta casa), altre volte confusionaria e dispersiva (Sole Pesci).
Il conflitto esterno ed interno per me, è stata una costante per molto tempo, così come la necessità di confrontarmi con gli altri per capire da che parte fosse meglio andare per essere accettata, vista e riconosciuta per ciò che sono e non per ciò che faccio.

Sono stata concepita per un “incidente di percorso”, non voluta coscientemente, ma fortunatamente mia madre ha deciso di tenermi.
La nonna materna, per lasciare spazio ai miei genitori, ha ceduto loro la casa ed è andata a lavorare “a servizio” a Bologna in attesa che ai miei genitori venisse assegnato un appartamento.
Per cui sono nata nella casa della nonna materna, accudita dalla sorella di mia mamma.

Avendo Nettuno in prima casa e Saturno in seconda, ho captato un ambiente molto sfuggente, dilatato, poco accogliente e per farla breve, poco attento ai miei bisogni. Meno facevo domande e meglio era.
Era necessario che imparassi in breve tempo a cavarmela da sola e così è stato. Non ho mai fatto troppo affidamento sul mio clan perché avevo percepito poca disponibilità nei confronti dei miei bisogni.
Non per niente, all’età di nove anni ho iniziato a prendermi cura di mio fratello, come se sapessi in anticipo che quel pargolo contava molto sulla mia presenza.
È sempre stato difficile per me decifrare l’ambiente circostante, i messaggi sia verbali che posturali erano molto contradditori e per lungo tempo mi sono anche rinchiusa in me stessa per non soffrire troppo.
Non sapevo fino a che punto potevo osare, parlare o sentire, a volte mi era concesso, altre volte assolutamente no (Mercurio opposto a Plutone).
All’età di 10/11 anni ho avuto un’ otite perforante con sanguinamento.
La mia seconda casa (territorio, clan, stirpe) è in Scorpione ovvero poco accogliente e piuttosto incapace di sostegno e di appoggio.
Che bello, proprio divertente per un cucciolo che brama nutrimento e affetto, trovarsi in un clima poco tranquillo e rilassante.
Ah dimenticavo, ho anche un Saturno che fa aspetto di opposizione con Marte.
Quindi nasco con fatica e vengo catapultata su questo pianeta chiamato Terra, dove terra proprio non ne trovo (una mia bisnonna è stata diseredata dal momento che ha deciso di sposare un trovatello).
Inoltre a sei mesi vengo strappata dal seno materno per una malattia ed anche in questo caso non c’è stata molta chiarezza da parte dei miei genitori sul vero motivo di questa malattia.
Va bèh, rimbocchiamoci le maniche (Sole in sesta casa) e cerchiamo di andare oltre.
All’età di sette anni, mi mettono al corrente che non sarò più figlia unica, perché mia madre è in attesa di un figlio (una sorellina nata con gravi malformazioni). Che gioia, finalmente non sarò più sola a condividere questo clima di incertezze, e potrò parlare, ridere e scherzare. Ma ahimè questa mia contentezza si è spenta dopo venti giorni con la morte di mia sorella e l’ambiente familiare, oltre ad essere altalenante e incerto, è diventato anche cupo, con mia madre che ha rischiato di entrare in depressione.

Uffa, che fatica, ma il viaggio continua.

E io di viaggiare ne avevo proprio voglia e ne ho tuttora. Fantasticavo di fare la hostess, poi ancora la missionaria in Africa. Mi sorprendevo a sognare questi bambini dai grandi occhi scuri, scalzi, denutriti e analfabeti a cui avrei potuto dare conforto.

Crescendo poi, cominciai ad amare molto la lettura ed essendo molto curiosa, ho coltivato l’interesse per altre civiltà.
In effetti la mia curiosità mi porta, non solo a studiare altre culture, ma a conoscere in prima persona il luogo di origine.
Generalmente i miei viaggi non sono solo di piacere, ma sono finalizzati anche alla conoscenza degli usi e costumi di quel popolo o paese.

Conversare mi piace molto, intraprendere relazioni anche, ed in effetti ho molte amicizie, non solo recenti, ma anche datate, quasi arcaiche (Plutone in undicesima casa).
Sono cresciuta in condominio, per cui il mio ambiente circostante era ricco di bambini desiderosi di ridere e giocare. E in effetti la mia infanzia da questo punto di vista è stata molto movimentata (Terza casa in Sagittario con la Luna).
Ma non dimentichiamoci che poi quando entravo in casa il clima cambiava drasticamente. Ecco perché ho vissuto per molto tempo degli alti e dei bassi o, come si dice adesso, altalenavo dallo yang allo yin.

Questo continuo stato di imprevedibilità e di elettricità da parte di entrambi i miei genitori, ha fatto sì che in me, fosse sempre molto forte un senso di eccitazione nella ricerca di nuove avventure (Giove e Urano).
È vero che il mio sole in Pesci è situato in sesta casa, una casa di routine, ma io sento molto forte l’esigenza di esplorare cose nuove, sento impellente la ricerca di qualcosa che dia un senso alla mia vita.
Giove e Urano in decima casa li percepisco come due colonne a salvaguardia del mio oroscopo. Questi due pianeti fanno trigono al Sole in sesta, per cui li associo alle mie diverse professioni.
Prim insegnante, poi dipendente amministrativa e poi ancora come naturopata, operatore TuiNa e chissà quanto altro ancora dato che studio astrologia e costellazioni familiari.
Poi fanno trigono al mio Saturno in seconda casa e devo dire che, nonostante sia molto legata alle mie radici familiari (fin da piccola volevo conoscere la vita dei miei avi, conoscere ciò che li aveva contraddistinti e recentemente ho anche sviluppato ricerche più accurate sui miei bisnonni trovatelli dei quali non si sapeva da dove provenissero), ho la grande necessità di non ricalcare le loro orme e di sentirmi libera di poter scegliere in base alle mie credenze e ai miei valori.

Quando ho sposato mio marito all’età di 22 anni, avevo già cominciato a fare un lavoro di scrematura per togliere un po’ di zavorra e procedere nel viaggio. La relazione con mio marito, tuttora continua, ed è sempre stata intrisa di amore e rispetto reciproco. Abbiamo condiviso all’unisono valori e principi anche nell’educazione dei nostri figli.

Quindi la grossa problematica della mia vita è stata la relazione genitoriale; sono stati loro i miei grandi Maestri.
Mia madre è stata una donna intelligente, con grandi aspirazioni, ma gli eventi della vita non le hanno consentito di potersi esprimere al meglio.
All’età di dodici anni, contenta ed entusiasta della vincita di una borsa di studio, le accade che nel mese di luglio dello stesso anno il padre muore suicida e i suoi sogni si infrangono.
Considerando i tempi duri del primo dopoguerra, mia madre inizia a lavorare come tipografa e date le sue capacità, viene riconosciuta e premiata nell’ambito lavorativo.
Potrei dire che per quanto riguarda l’asse genitoriale (quarta-decima), è stata mia madre la portatrice di novità, era lei che teneva la gestione familiare ed era molto attenta a tutto ciò che si presentava dall’esterno. (Decima casa in Cancro con Giove e Urano).
Captava con estrema velocità i cambiamenti della società dell’epoca, non le sfuggiva nulla: elettrodomestici, moda, mobilio per la casa, medicinali di ultima generazione.
Era lei che portava le innovazioni, anche a costo di andare contro il volere di mio padre. Mi spronava là dove mi vedeva reticente quando a suo avviso vedeva che da parte mia c’era troppa sudditanza nei confronti di mio padre.
A livello materiale non ci mancava nulla, anzi a volte avevamo anche il superfluo.
Certamente la morte del padre in quelle circostanze l’ha segnata molto e suppliva con surrogati di ogni genere, soprattutto con medicinali, anche perché soffriva di forti mal di testa.
Mio padre, uomo a mio avviso molto bello, tuttora ancora in grande forma, è stato un grande lavoratore (Sole in Pesci in sesta casa con aspetti di trigono alla seconda e alla decima).
Un padre-padrone, con forti valori tradizionali (la mia quarta casa poggia sul Capricorno) che chiedeva molta autonomia a noi figli. Poche carezze e baci, e sempre sull’attenti. Il suo rientro a casa era sempre incerto sia per gli orari, che per il suo stato di sobrietà. Spesso mia madre mi mandava all’osteria per recuperarlo, e posso garantire che non era cosa semplice.
Fra i miei genitori vigeva un rapporto, durato più di cinquant’anni, di vittima-carnefice alternato. In famiglia si respirava un clima di fuoco e fiamme, ed io da “brava figlia”, mi cimentavo nel mitigare questi continui litigi, alternandomi di volta in volta a prender le difese di uno o dell’altro. (Mai i figli si devono intromettere nel rapporto di coppia dei genitori, ma questo l’ho imparato molto più tardi per cui anch’io, in qualche modo, ho contribuito ai loro continui litigi).
Il mio ascendente in Bilancia rimaneva sempre nel dubbio da quale parte propendere. L’indecisione è una costante a cui non mi sono sottratta per molto tempo, come ad esempio nella scelta dei miei studi di scuola secondaria, in cui prima mi sono iscritta ad un Istituto, poi per via delle amicizie ho optato per una scuola che, in seguito ho compreso, non mi confaceva.
Per cui potrei dire che per molto tempo ogni volta che dovevo cominciare qualcosa, i dubbi e le incertezze erano sempre presenti.

Certo, vivere tutto ciò per un pesciolino con ascendente Bilancia non è stato facile. Soffrivo terribilmente per questa inquietudine quotidiana, per questa mancanza di armonia, serenità.
Ho sofferto molto per la modalità di relazione che avevano, ma poi ho capito che per loro era l’unico modo di rapportarsi dato che fanno parte di una generazione molto lontana dalla mia e, soprattutto mia madre, ha sofferto molto.
Nonostante che, per molto tempo, li abbia fortemente giudicati, finalmente sono riuscita a comprendere che è grazie a loro che adesso posso considerarmi felice di essere quella che sono.
Senza saperlo, o meglio, senza che avessero la piena comprensione, i miei genitori mi hanno dato la spinta a portare avanti i miei interessi, mi hanno spronato a portare avanti le mie convinzioni, le mie aspirazioni anche se non erano esattamente quelle che condividevano, e soprattutto mi hanno dato la vita che io, a mia volta, ho donato ai miei figli i quali a loro volta l’hanno donata ai miei nipoti. E questo è il regalo più grande che potessero farmi.
Continuare la specie, continuare a evolvere.
È proprio dal mio clan, dai miei cari antenati, dalla loro dura e faticosa esistenza, dalle loro esperienze che io ho potuto attingere ed acquisire la forza per scoprire e affinare le mie risorse interiori (credo che questo possa descrivere molto bene l’ottava alta del mio asse Scorpione Toro).
Saturno e Marte hanno avuto nella mia vita un’importanza fondamentale. L’opposizione di questi due pianeti in casa seconda-ottava, li ho vissuti per molto tempo come semplici proiezioni senza pormi nessuna domanda.
Saturno come autorità esterna, che inibiva la mia volontà ponendomi continui doveri, sensi di colpa e quindi estrema sottomissione a tutto ciò che arrivava dall’esterno, un richiamo continuo ad obbedire limitando al massimo il mio Marte, il quale sofferente si inaspriva sempre più.
Poi finalmente ho cominciato a contattare quel piccolo seme che voleva germogliare e a comprendere che è dall’interno che si accede alla autonomia, alla responsabilità, alla propria realizzazione.

Marte e Saturno ora non li sento più come due nemici, sempre pronti a darsi battaglia, ma come due sostenitori della mia autorealizzazione.
Uno, simboleggia la forza di volontà per raggiungere i miei scopi, che sono tanti, (devo recuperare il tempo perso, che perso non è, ma è solo questione di maturazione, come per le piante), l’altro per consolidare gli studi e le esperienze acquisite.
Giove e Urano in decima casa vegliano nei miei continui cambiamenti e mi spingono ad avere fiducia in me stessa e nelle mie capacità.

Questa è la mia storia fino ad ora e devo ringraziare i miei genitori che comunque, al di là delle mie e loro aspettative, mi hanno fatto crescere sia fisicamente che psicologicamente (cosa che so bene che non a tutti i figli è permesso).
Le vicissitudini possono essere state anche traumatiche, a volte, ma sicuramente facendo leva sulla propria responsabilità, ci si rende conto che la nostra esperienza – come sostengono i reincarnazionisti - è stata scelta da noi a priori per cui, ad un certa età non ha più senso rivangare il passato o peggio ancora, puntare il dito verso qualcuno per le nostre manchevolezze.

La vita mi ha insegnato che lamentarsi, giudicare e rimproverare non porta evoluzione al nostro viaggio dell’eroe in quanto, tutto è perfetto così com’è, e se sono stati fatti errori, quello era l’unico modo possibile perché in quel determinato momento aderiva al nostro stato di coscienza e al nostro livello di comprensione.
Il viaggio non è ancora terminato e io sento di avere ancora molto da fare e da dare a me e all’umanità.

Ho imparato a fare spazio al mio SOLE PESCI, a fare suonare tutti gli strumenti (archetipi) di cui è dotata l’orchestra zodiacale, in modo armonico, a volte ancora con qualche stonatura, ma so che col tempo (il caro Saturno è diventato mio amico e dispensatore di consigli) e con la volontà, sempre riconoscendo i miei veri valori e le ambizioni a cui aspiro, posso riacquistare il potere personale che per lungo tempo ho messo nel cassetto e raggiungere la meta; e se non accadrà in questa vita, almeno mi troverò in buona posizione per la prossima.

Grazie alla vita e ai miei genitori.
P.S.: onoro tutti coloro che mi hanno preceduto nella linea del tempo.

 
 
 
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