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LE RUBRICHE DI ERIDANOSCHOOL - Astrologia e dintorni a cura di Lidia Fassio

RUBRICHE DI ASTROLOGIA

a cura di Lidia Fassio 
MA COSA ACCADDE IN CIELO IN QUEL PERIODO?
 
Ma cosa accadde in cielo in quel periodo? Il mistero della nascita di Gesu’ è tutt’ora oggetto di discussione; ogni Natale qualche giornale o qualche astronomo, per non farsi mancare nulla, lancia uno scoop che sembra “rivelare” qualcosa di assolutamente inedito circa quella notte.

Quest’anno è toccato al quotidiano “la Republica” che, dando spazio ad ad un astronomo tedesco - Juergen Hamer e ad un articolo apparso su Die Zeit” dedica un’intera pagina a sconfessare la famosa “Cometa” sostenendo che, a guidare la carovana dei Magi, era invece la congiunzione celeste di Giove e Saturno.

Come ben sappiamo, nel Vangelo di San Matteo viene nominata “la Stella”, ma questo non ha nulla a che vedere con la traduzione che poi la fantasia popolare ne ha fatto, vedendo nella “Stella Cometa” il simbolo di questa straordinaria natività.

Forse, si è semplicemente voluto amplificare il significato della “luce” che, da sempre si è interpretata come un segnale di “nuova coscienza”.

Il punto però sta nello scoop che era fortemente datato, poiché riprenderva una toeria espressa da Keplero circa 400 anni fa; il grande “astronomo astrologo” disse che nell’anno 7 a.C. si era verificata per ben 3 volte la congiunzione di Giove e Saturno nel segno dei Pesci e precisamente in maggio, settembre e dicembre (congiunzione che lui reputa rara nel segno dei Pesci).

Chiaro che questa non è l’unica ipotesi che è stata fatta sulla configurazione che apparve in cielo in quell’occasione: si va dall’idea di una straordinaria luminosità di Venere, a quella del passaggio della cometa di Halley ma, la più accreditata, rimane quella della congiunzione fatidica tra i due pianeti più importanti di allora.

Quello che tuttavia preme a noi studiosi di astrologia, è sottolineare ancora una volta il fatto che la “Stella” potrebbe anche essere semplicemente un simbolo, soprattutto se pensiamo a uomini che erano molto più attenti di noi a ciò che accadeva su questo piano e che avevano compreso perfettamente che l’astrologia simboleggiava eventi.. e non certo li faceva accadere: gli antichi erano molto più addentro di noi al pensiero mitico simbolico per cui, osservando il cielo, leggevano – attraverso i simboli - avvenimenti che oggi, non ci sogniamo neppure di interpretare e di collegare.

Sicuramente i Magi, che dovevano essere dei personaggi molto colti dell’epoca… o, meglio ancora degli “iniziati”, erano attenti ai segnali che giungevano dal cielo (un tempo l’astrologia era usata quasi esclusivamente dai Saggi e dai sacerdoti per interpretare fasi della storia, nascite di Re, periodi di carestia o di abbondanza) e nulla ci vieta di pensare che a, quella particolare congiunzione, avessero dato un certo tipo di valore.

Giulio Firpo in un testo sulla datazione della nascita di Gesù spiega che gli astrologi del tempo avevano previsto la nascita di un Re (infatti Giove veniva simbolicamente legato alla nascita o alla morte dei Re), mentre Saturno indicava il regno di Amurru, la moderna Siria ma, noi sappiamo che per la tradizione rabbinica, era invece il simbolo dei Giudei e della Palestina.

I Magi - secondo quanto riportano i vangeli - al loro arrivo a Gerusalemme cercarono “il Re, dicendo che doveva essere nato dato che loro avevano visto sorgere la stella”.

In effetti, secondo tutta la cultura dell’epoca, era atteso un “Salvatore” e si sapeva che sarebbe nato in Palestina per cui, questa previsione, fatta tra l’altro anche dai seguaci di Zarathustra, spiegherebbe la partenza dei tre saggi alla ricerca di un “bambino divino” più che di un Re, inteso come il un sovrano.

Secondo alcuni studiosi i Magi erano studiosi delle dottrine ermetiche il cui pensiero teologico era imperniato sulla lotta tra il Bene e il Male; loro pensavano che, in questa lotta, di volta in volta entravano dei personaggi che soccorrevano e che salvavano gli uomini, nel senso che, facevano vincere “il Bene”. I soccorritori nella loro visione dovevano essere tre: uno dei quali si sarebbe chiamato “Astvat-ereta” che, nel loro linguaggio significava “verità incarnata”; secondo la tradizione, questo “salvatore” sarebbe nato da una fanciulla vergine, simbolo di un concepimento miracoloso e, cosa ancora più impressionante, con lui si sarebbe verificata la resurrezione dei morti e il giudizio universale.

E’ indubbio che questa “profezia” avesse delle incredibili cincidenze con la nascita del Cristo e della sua religione.

A questo si aggiungeva anche l’aspettativa di un Re-Messia da parte del popolo di Israele e degli Esseni; alcune profezie tra le quali quella di Giacobbe (Genesi 49,10) indicavano abbastanza precisamente che, il Salvatore del mondo sarebbe nato quando Israele avesse tolto lo scettro a Giuda..fatto questo associato al regno di Erode, un re che non era figlio di Israele ma completamente straniero sia da parte di madre (idumea) che di padre (arabo). Tutto sembrava far coincidere questa data in un periodo che andava dal 10 al 2 a.C. e, il re Erode, conosceva benissimo la profezia per scampare la quale, prima aveva cercato di falsare i documenti della sua nascita spacciandosi per un discendente di Davide, e poi, in un secondo momento, aveva deciso di far uccidere tutti i primogeniti nati a Betlemme, in modo da non avere insidie.

Indubbiamente, anche Erode era assistito da Astrologi che avevano intepretato la congiunzione celeste come una possibile nascita che avrebbe fatto cadere il suo regno.

Per noi, la stella resta un simbolo di qualcosa che ha annunciato un cambiamento di Era, un mondo nuovo che doveva sorgere per illuminare le coscienze permettendo loro di affrancarsi pian piano dall’ombra.

Questo dobbiamo festeggiare il giorno di Natale

 
 
 
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