
                               Piccolo manuale per coppie felici - 
Prima parte
Quando ci innamoriamo viviamo una totale magia: ci sentiamo pieni di energia e di passione e ci rendiamo conto della ricchezza che, per tutta quella fase, sentiamo dentro; è qualcosa che ci fa sentire  collegati al  giardino dell’Eden,  in cui tutto è splendido, senza tempo, senza fatica  e senza frustrazione. Perché accade questo? Perché, quando ci innamoriamo veniamo  trascinati a vedere tutto ciò che c’è di bello di noi.. e questo ci fa sentire  al settimo cielo, parte di un mondo meraviglioso. L’innamoramento ci permette di guardare “dentro” al  mondo interiore dell’altro trovandoci tantissime qualità e potenzialità: infatti, in quella fase,  guardiamo principalmente all’ essenza che, per questo, è  fantastica. Purtroppo però, con il tempo le cose cambiano perché la realtà e la quotidianità ci richiamano all’ordine e quindi, pian piano,  rientriamo  dentro alla vita normale  che finisce per  rapirci ed  allontanarci  da quella  magia  facendoci  perdere il contatto con quella ricchezza che, se non altro per un attimo, si era intravista. L’errore proiettivo però è ancora forte e  ci permette di illuderci sul fatto che essa sia esterna, mentre invece quella particolare ricchezza è interna.  
Il ritorno alla quotidianità ci riporta dentro al mondo del lavoro, delle relazioni esterne e delle necessità della vita. Ognuno dei due impegnato e spesso sovraffaticato.  Quasi sempre poi arrivano i figli che portano in secondo piano la relazione perché attraggono tutta l’ attenzione insieme alla  energie e alla disponibilità totale.
Trascorre così inesorabile  il tempo e un bel giorno ci troviamo con i figli grandi ma senza una relazione; essa infatti sembra essere  scivolata via lentamente senza che ce ne accorgessimo, e senza poterci riferire a fatti precisi; semplicemente… non c’è più; ed anche se siamo ancora li’, insieme, però ciò che conta veramente, quell’energia unica e quella magia intima che alimentava  la  la voglia di stare e fare delle cose insieme,  non c’è più; a quel punto, c’è una grande percezione di vuoto;  ci sentiamo feriti, traditi e disillusi, come se fosse l’altro a non aver mantenuto la “grande promessa iniziale”.
Così cominiciamo a pensare a rimuginare e magari ci convinciamo che questo è normale, dato che tutti o quasi,  ci dicono la stessa cosa; che purtroppo  le cose cambiano, che la passione scompare e che resta solamente un surrogato anche abbastanza deprimemente. 
La domanda che  viene spontanea è: “ma è proprio vero che una relazione è destinata a finire nel cassetto della roba dismessa, oppure ci sono delle chance che non riusciamo a vedere e che, di conseguenza, non cogliamo?”.
E se esiste questa possibilità, perché nessuno ce ne parla e ci insegna come mantenere un rapporto vivo e vitale riuscendo a far crescere sia la necessaria  individualità che la relazione senza per qusto vivere sempre o l’una o l’altra o… peggio ancora, l’una contro l’altra?
Una coppia per poter perdurare con una sana affettività nel tempo, ha bisogno di diventare  il contenitore di una vera e propria crescita personale oltre che comune, pertanto deve avere  un obiettivo preciso che permetta di non sentire l’impegno e la responsabilità come qualcosa che limita la nostra libertà ma qualcosa che invece si è scelto e sottoscritto e che, nei momenti difficili possa  stimolarci  ad andare avanti. 
L’astrologia – grande maestra di vita -  può fornirci  buoni spunti di riflessione: la casa VIIa del nostro tema natale suggerisce la modalità con cui noi entriamo in coppia, il modo in cui la sentiamo e la fantastichiamo  e ciò che tendenzialmente andremo ad incontrare in essa attraverso le nostre proiezioni.
 Tuttavia, la casa in questione ha un significato più ampio di quello riferito alla “coppia” e, pertanto, indica anche i rapporti di “società” e le “relazioni” che intratteniamo e il modo in cui percepiamo  chiunque altro, al di là delle relazioni di coppia. 
Quindi significa che, per alcune cose,  dovremmo  intendere la  relazione amorosa né più e né meno di una partnership a livello professionale in cui i  nostri collaboratori o soci sono visti come  persone che hanno un rapporto paritario con noi, soggetti con cui avere scambi, condivisioni, obiettivi comuni e  negoziazioni sulle divergenze di vedute,  il tutto finalizzato a far crescere la società e a creare le condizioni in cui ognuno possa esprimersi al massimo, potenziando  le competenze e  trovando sinergie che  permettano una crescita di tutti e, naturalmente, anche della società. 
La parola magica è prorio insita in  quella  “crescita comune”  che viene garantita dalla relazione e, a maggior ragione, dalla  relazione intima e sentimentale. 
Possiamo così dire che dentro ad una relazione intima ci dovrebbe essere sia la  parte più interessante e gratificante (sentimento, passione, emozione, sessualità), ma anche la parte più legata alla partnership  (impegno,  collaborazione, condivisione e negoziazione).
In una relazione intima bisogna poi occuparsi delle numerosissime interazioni assolutamente inconsce che, lavorando al di fuori della coscienza, possono  minare dal di dentro senza permetterci di vedere i modelli in azione; infatti a volte si è così stanchi, così carichi di tensione e di stress e così distanti dall’altro e dai  bisogni veri, da non vedere più nulla di positivo o di risanabile.
Certo, per crescere  non basta la coppia perché bisogna  contare anche sulle nostre risorse interiori e sulla capacità individuali. Ogni passo nella crescita personale può diventare magicamente un successo che può essere anche di  stimolo alla crescita della coppia. Molte relazioni purtroppo,  terminano non per pura e semplice mancanza di sentimento, ma  perché non si trova  il modo di gestire la negatività e la distruttività che viene accumulata nel tempo e che deriva  dalla mancanza di dialogo e di reale condivisione e dalla sensazione di essere chiusi dentro ad una gabbia.
In molte coppie i partners  non si fidano l’un l’altro; per fiducia intendo quel sentimento che permette ad una persona di sentirsi accolta e di poter esprimere anche la propria negatività o il proprio dissenso; questo è un tratto molto comune alle persone  che, trattengono, non parlano e finiscono nel tempo con l’accumulare così tante tossine da rendere insuperabile il blocco e la distruzione.
Due persone per poter stare insieme devono poter comprendere i punti di forza e di debolezza di entrambi ed accettarli; difendersi e non mostrare le fragilità può rivelarsi una vera e propria calamità; bisogna poi riconoscere  l’arricchimento che giunge dalla diversità: uno può essere creativo e progettuale  e l’altro può essere pratico ed occuparsi di tutti i dettagli ma non per questo il lavoro del primo dovrà  essere considerato più valido di quello del secondo; inoltre, bisogna assolutamente lasciar andare le questioni di potere che, sono quelle che impediscono letteralmente l’avventura comune e irrigidiscono le posizioni e i ruoli.
Vivere una relazione fino in fondo vuol dire “ascoltare veramente l’altro” il che non significa arrendersi, dominare o sottomettersi,  ma semplicemente conoscere la sua modalità di vedere la realtà, senza essere necessariamente  d’accordo con essa; l’ importante non è  essere d’accordo, ma sentire ed ascoltare e cercare di entrare dentro al  punto di vista dell’altro;  questa è una vera lezione da casa settima Bilancia “riconoscere all’altro lo stesso diritto ad avere opinioni, valori e comportamenti propri”. Se ci sono difficoltà in questo processo è bene cercare di comprendere quali sono gli ostacoli interni: cosa è che all’interno non “tollera” la diversità dell’altro. Perché è di questo che si tratta: quando un contenuto interno non è tollerato, l’altro lo metterà in luce risvegliandolo e facendolo urlare. 
Per questo la coppia può essere fonte di grande crescita personale perché l’altro ci obbliga ad affrontare i nostri irrisolti senza  necessariametne volerci  metterci i suoi.