
Come si forma il senso del valore personale? Da cosa nasce il gusto? Come si arriva ad “amare” e a “stare in relazione” senza perdere la propria identità e senza sopraffare gli altri? Come si fa a “saper scegliere”?
I bambini iniziano fin dalla nascita a legare nella memoria fenomeni e sentimenti e lo fanno attraverso il senso del gusto molto ben sviluppato che reagisce istintivamente alle sollecitazioni mostrando con chiarezza di preferire una cosa piuttosto che un’altra, la voce della mamma a quella di altri, il profumo della madre a quello di altre persone e una pappa dolce invece di una salata. Il gusto personale nasce dalla sensazione “piacevole o spiacevole” che fa sì che il bambino accolga o respinga in modo immediato ed istintivo. E’ il primo e fondamentale codice binario su cui imposterà una serie di scelte basate sull’attrazione: “ciò che mi piace lo voglio portare a me perché mi procura sensazioni di benessere, mentre ciò che non mi piace lo voglio tenere lontano da me perché mi crea disarmonia e malessere”.
Una delle tematiche più frequenti a livello psicologico è la diffusa sensazione di non conoscere in modo chiaro ciò che si desidera, cosa piace veramente, e questo produce insoddisfazione che alimenta il bisogno di compensare il vuoto interno attraendo a sé surrogati che non faranno altro che aumentare il senso di svalutazione perché non conducono ad alcuna gratificazione. Venere è parte del “principio di piacere” e quando noi siamo in linea con questo archetipo proviamo gratificazione in ciò che facciamo, desideriamo o amiamo, e ciò aumenta il nostro senso di identità. Possiamo dire con maggior precisione che ciò che ci piace è ciò che valorizziamo; ciò che non ci piace ci lascia indifferenti perché non ha valore per noi .
Il senso di valore ha bisogno di costellarsi nel bambino attraverso gesti, tenerezze e cure che lo facciano sentire amato e, appunto, valorizzato; in una parola deve essere accettato e deve avere la sensazione di piacere e di essere importante per chi si occupa di lui.
Non c’è modo di formare qualcosa a livello psicologico se prima non lo sperimentiamo fisicamente attraverso un’altra persona; proprio dal riflesso che la madre rimanda al suo bambino nascerà quella prima impressione di sé, quel primo senso di valore e di stima personale che sarà il substrato su cui il bambino imparerà a valutare ciò che ha di fronte e ciò che conta per lui (valutare significa letteralmente “dare un valore” ). Senza una relazione e un contatto fisico stabile e duraturo con una figura importante, il bambino non svilupperà neppure un buon rapporto con il corpo e, a quel punto, il piacere di entrare in relazione intima con un’altra persona sarà perduto a livello profondo, così come sarà perduto il rapporto con il proprio corpo.
Senza aver sperimentato l’idea di essere importante e di piacere alla figura di riferimento, il bambino si sentirà senza valore e, in seguito, non solo non si valorizzerà, ma non saprà neppure valorizzare gli altri e questo influirà in maniera negativa sulla sua futura capacità di scegliere e di avere rapporti di scambio affettivo. E senza avere valore diventerà impossibile strutturare “i valori” personali che sono i parametri che aiutano a orientarsi nelle scelte.
Venere, dal suo domicilio primario in settima casa ci ricorda che le relazioni sono basate su gusti personali, su scelte razionali e sulla capacità di valorizzare prima sé stessi e poi gli altri, e sono mosse dal desiderio di superare il senso di separazione che l’Io sperimenta, cercando punti di condivisione con le persone che ci piacciono, che amiamo e con le quale desideriamo entrare in un rapporto di reciproco scambio e condivisione. In questo Venere è inconfondibilmente diversa dalla Luna che invece ricerca sempre la fusione emotiva sperimentata nella diade madre-bambino; Venere imposta relazioni paritetiche e pertanto necessita che entrambi abbiano acquisito il senso di separazione e cerchino spazi di condivisione. Venere rappresenta cosa noi intendiamo come “amore”, ma questa parola non avrebbe alcun senso se non fosse stata sperimentata nell’infanzia sotto forma di abbracci, di calore, di desiderio di scambio e di interazione.
Purtroppo però, se nella primissima parte della vita, quando il bambino cominciava a manifestare i suoi gusti, i suoi bisogni e i suoi desideri, questi non sono stati rispettati o peggio ancora, se ha avuto la sensazione che fossero “sbagliati”, l’Io avrà lavorato per rimuoverli, falsarli e sostituirli con altri accettati da chi si prendeva cura di lui.
Questa è una delle motivazioni per cui, da adulti, possiamo trovarci a conquistare ed attrarre persone e situazioni che poi non ci stanno bene, da cui o in cui non ci sentiamo valorizzati e non riusciamo a scambiare nulla o non troviamo gratificazione alcuna. Ogni volta che facciamo una scelta “sbagliata” abbiamo una sensazione di malessere interno, quasi di svuotamento, ed è allora che dobbiamo riflettere su quelli che sono i nostri gusti, i nostri valori, sul perché attraiamo a noi ciò che non ci piace e che, di conseguenza, sembra toglierci valore anziché aumentarlo.
Se i nostri gusti sono stati messi in scacco o alterati, saranno stati sostituiti da gusti di altre persone che avremo fatto nostri ma, proprio per questo, percepiremo la sensazione di non verità e fedeltà con il nostro interno profondo. La cosa più grave verrà però perpetrata ai danni del nostro senso di identità poiché non sapremo con precisione cosa vogliamo e il più delle volte finiremo per essere poi orientati da chi ci sta intorno.
Per poter scegliere abbiamo bisogno di una scala di valori personale ed abbiamo bisogno di razionalità; questa è la motivazione per cui Venere è un pianeta di Aria poiché tutto quello che la riguarda deve giungere da un atto cosciente: l’amore stesso deve basarsi su una scelta ed una valutazione contrariamente all’innamoramento che è una pulsione che deriva direttamente dall’inconscio e che spinge alla riproduzione (casa quinta).