L’essere umano desidera vivere in pace, in armonia con ciò che pensa lo possa far sentire bene, lontano dalla paura e in una continua condizione d’amore e di benessere. Ma per vivere meglio la propria esistenza deve affrontare e piegare la paura e il vittimismo, superare eventi dolorosi e disistima, con forza decidere di esprimere se stesso e i propri talenti per vincere le prove della vita e creare bellezza. Esiste, nell’essere umano, una voce interna in continuo contatto con la nostra coscienza, ma il dialogo ansioso, ossessivo e chiassoso della nostra mente ci impedisce di rimanere in ascolto.

I pensieri si affollano freneticamente e rumorosamente nel nostro cervello e fanno da ostacolo alla nostra saggezza profonda, gli impediscono di raggiungerci.
Quella voce interna è la nostra saggezza. Se vogliamo essere in contatto con noi stessi, il nostro ambiente, con le persone che ci sono vicino e che amiamo, dobbiamo mettere a tacere la mente e rimanere in paziente ascolto della nostra voce interna. Tutti siamo messi alla prova dalle avversità della vita e a chiunque può capitare di perdere il proprio dinamismo interiore. Ma se ci poniamo all’ascolto della nostra voce interna ci accorgiamo che essa con la sua sapienza ci guida attraverso i labirinti e i sentieri dell’esistenza nei quali non ci sentiremo più sperduti, perché in essi avremo trovato la nostra dimora e il nostro sapere. Finché non entriamo in sintonia profonda con noi stessi, con ciò che siamo e con ciò che vogliamo fare, finché non sentiamo di essere in armonia con gli altri e l’ambiente, quei sentieri potrebbero non essere visibili ai nostri occhi. Se rimaniamo aggrappati – consciamente o inconsciamente – alle ferite del passato, alle inevitabili mancanze degli altri, ai torti e sbagli subiti, non possiamo far altro che dissipare la nostra vita. Tutti noi dobbiamo prima o poi accettare di affrontare i nostri fantasmi, le nostre paure, i nostri demoni svalutativi e lo scetticismo.

La nostra voce interna ci parla continuamente e ci indica il cammino da seguire, il progetto che siamo stati chiamati a realizzare in questa vita. Nel nostro mondo interiore esiste qualcosa che è soltanto nostro, qualcosa che non ci può essere insegnata e non si impara, qualcosa che ci chiede d’essere liberato. Occorre sviluppare la capacità di convivere in modo armonioso con la natura dei nostri affetti, senza respingere la sofferenza e vivere le nostre mancanze come pesante inadeguatezza ma, aspetti ambivalenti dell’essere umano che richiedono d’esser integrati. Occorre comprendere che possiamo e abbiamo il compito di assecondare i nostri atteggiamenti fondamentali ed esprimere le nostre più intime caratteristiche individuali. Dovremmo imparare ad attingere alla nostra interiorità, alla nostra saggezza profonda, quella dimensione in cui nascono e si alimentano le nostre energie più creative.

Ascoltare quella voce interna ci consente di dar voce, nella nostra vita terrena, alla speranza e al senso della nostra esistenza e liberarci da quella sorta di mutismo, di prigionia emotiva che ci costringe a vivere ma non ad esistere. Nella nostra vita arriva il momento in cui dovremo scrollarci di dosso ciò che non sentiamo più nostro e imparare a mettere in discussione quanto ci è stato tramandato, perché la nostra evoluzione psicologica ci chiede di abbandonare le strade prefissate, anche se questa responsabilità consiste in una perdita di sicurezze e un cammino senza garanzie. Soltanto in questo modo può iniziare quel lavoro psicologico di ricerca che ci consente di conquistare la nostra autentica identità e un modo più originale di espressione e comprendere che siamo su questa terra per divenire ciò che siamo capaci di divenire. Esprimere la propria creatività attraverso l’ascolto della voce interna significa arrendersi incondizionatamente a quelle forze che trascendono la nostra coscienza e ci conducono verso una più vera e consapevole esistenza.