
Nella teogonia greca il Sole rappresenta una nascita importante collegata all’attività eroica e alla possibilità di trasmettere il potere da una generazione all’altra, potere che hanno le divinità. Il Sole Apollo (Helios) appare così dopo le divinità di Urano, Saturno e Giove anche se, in alcune versione del mito, il Sole si presenta come figlio successore del dio del cielo stellato.
Il dio del Sole ha alcune potenzialità e, ovviamente “vede tutto e, di conseguenza, sa tutto”. Questo collegamento è fatto partendo dal simbolismo della “luce” che illumina e da’ calore e vita, ma anche conoscenza.
Questo potere è riconosciuto al dio del Sole in tutte le mitologie: in India, infatti, Surya è l’occhio di Veruna, in Persia è quello di Ahura Mazda, in Egitto è l’occhio di Ra, nell’Islam è l’occhio di Allah e, in grecia, Helios è l’occhio di Zeus.
E’ una divinità a cui viene sempre riconosciuta la giovinezza, quindi, ricalca l’immagine di un figlio e, pertanto, viene visto come l’eroe, colui che spesso si oppone al padre cielo. E’ interessante l’immagine del cielo che viene visto come colui che unisce utilizzando la rete stellare, mentre, il figlio è colui che usa la spada e, quindi, separa, attraverso un’energia fuoco. Da qui l’idea di assimilare ed identificare gli eroi con il Sole.
(Astrologicamente parlando si considera il progetto solare, ovvero il progetto di vita, come il “viaggio dell’eroe”).
Il culto solare è legato all’era dell’Ariete che succede all’Era del Toro il cui culto passava dalla Grande Madre alla Triade lunare.
Non in tutto il mondo tuttavia è presente il mito degli eroe e il culto solare, mancano all’appello l’Africa, l’Oceania e l’America sia del nord che del sud.
Il massimo del suo sviluppo viene raggiunto in Europa, in Perù e in Messico: lo studioso di miti Frazer fa notare che laddove c’è stato forte il mito del sole sono nate le civiltà più strutturate ed organizzate sia socialmente che politicamente. Esponente importante di questo culto è Roma la massima esponente politica della storia; il suo culto fu in relazione con il mito di Mitra. Chiaramente il Sole ispira fulgore, luminosità, forza, splendore,coraggio, ma, soprattutto “coscienza”.
Gli Egizi collegavano poi l’occultazione del sole al solstizio d’inverno. La relazione fra il sole e la luna fu subito collegata alla relazione tra cielo e terra, tra principio attivo e principio passivo e tra spirito e materia.
Molte filosofie tribali considerano i due occhi, del sole e della Luna poste ai due lati dell’asse del mondo e, per convalidare quest’immagine, si sono trovate molte incisioni preistoriche. In alcune civiltà l’occhio buono è quello solare e l’occhio cattivo è quello lunare.
Gli antichi vedevano poi che la Luna per arrivare al suo occultamento aveva bisogno di essere smembrata (passaggio dalla Luna piena alla luna calante e nuova), mentre il Sole entrava nel mare direttamente con la sua integrità: poteva dunque scendere agli inferi ed attraversarli senza doversi dissolvere.
Per questo, il Sole rappresenta la vita e la possibilità di superamento della morte e, per questo, diventa il corrispondente della forza maschile laddove la Luna invece, rappresenta quella femminile.
Da qui originano anche le attribuzioni di qualità quali “riflessioni, razionalità, saggezza e volontà” abbinate al Sole, mentre “fantasia, vulnerabilità, sentimento e ricettività” sono legate alla Luna.
Al Sole si lega l’oro e il colore giallo che indicano brillantezza e, in termini psicologici, inizio di individuazione.
La totalità è anch’essa un’immagine solare ed anche nella psicologia Junghiana, essa è rappresentata dalla conjunctio simbolica del sole e della luna.
Tuttavia, anche il sole ha un lato di ombra ed infatti, accanto all’idea del Sol invictus, del Sol iustitiae e del Sol salutis che simboleggiano l’occhio divino costantemente presente sotto forma di principio attivo e come fonte di vita e di energia, in esso vi è anche un dualismo rappresentato dalla sua “discesa agli inferi” o tappa notturna attraverso il mare, simbolo dell’immanenza che si lega al colore nero che rappresenta anche il senso di colpa, l’occultamento e l’espiazione.
Per cui, da un lato il sole è risplendente e dall’altra è anche “nero, invisibile”, ctonio e, pertanto, legato anch’esso ad un lato oscuro e ombroso. In questo stato simboleggia la “materia” allo stato grezzo, l’inconscio al suo stato inferiore ovvero non ancora illuminato e plasmato dalla coscienza – luce.
Questo accade quando il sole si trova al nadir ovvero nel suo punto più basso da dove, senza dubbio, dovrà combattere per risollevarsi fino ad arrivare allo zenit che è il suo punto più alto.
Questo suo viaggio giornaliero è stato dunque preso come immagine dell’eroe che deve lottare per emergere dall’oscurità e che, solo se riesce a risalire, potrà senza dubbio splendere ed illuminare le parti ombra.
Da qui nascono moltissimi simboli che utilizziamo ancora oggi: per esempio nell’alchimia il passaggio dalla nigredo all’albedo riflette pienamente l’immagine del difficile viaggio solare dal tramonto all’alba.
In psicologia il Sole il cui glifo è un cerchio con il puntino al centro, simboleggia l’Io (puntino) che sta attorniato dal Se’ (totalità); l’Io deve partire con il suo viaggio (differenziarsi), per poi costruire una sua identità attraverso la quale comincerà a vincere sull’oscurità; nel suo viaggio tuttavia, resta collegato al Sé il quale non solo governerà il suo viaggio ma lo richiamerà alla ri-unificazione, ovvero a ritrovare quella totalità perduta nel momento della differenziazione.
In astrologia, il Sole rappresenta il viaggio personale del protagonista della carta del cielo: è il punto di partenza e quello di arrivo. Compito del Sole è individuare il progetto racchiuso e, pian piano, attraverso il suo costante contatto con il Sé, risvegliarsi, iniziare il suo viaggio eroico che lo porterà a quel senso di completezza che è andato perduto nel momento in cui si è scisso formando la dualità conscio inconscio.
Il Sole deve quindi vincere sull’oscurità: deve portare la luce laddove prima c’era l’ombra; per ottenere questo è pronto a combattere varie battaglie che lo spingono a continuare il suo viaggio rinunciando alle spinte regressive che lo vorrebbero far ritornare in uno stato di indifferenziazione.
Nel viaggio solare – che simboleggia il cammino verso l’individuazione - l’eroe deve quindi:
- ricevere ed accettare la chiamata;
- mettersi in viaggio
- lasciare casa genitoriale
- raccogliere gli aiuti che vengono dati dalle forze interessate all’individuazione
- iniziare il viaggio con le sue personali risorse
- combattere contro il “drago”, simbolo delle forze regressive istintuali
- combattere contro “l’autorità che incarna la vecchia legge” ovvero le forze che vorrebbero il non cambiamento dello status
- vincere e trovare l’altra parte di sé (raggiungere la meta).
Ovviamente ogni eroe ha un genitore divino ed uno mortale che stanno a simboleggiare che ognuno di noi è fatto di materia e di spirito e sarà proprio il genitore divino a soprassedere il viaggio, facendo arrivare all’eroe intuizioni, aiuti e suggerimenti che gli serviranno nei momenti più difficili. Il genitore mortale in genere rappresenta l’ostacolo, il nemico, quel lato di sé che non ha il desiderio di cambiare e che è necessario affinchè l’eroe stesso trovi le sue personali forze e sia motivato durante il viaggio.
Le crisi rappresentano la possibilità che l’eroe trovi sé stesso e il suo potenziale. E’ quello che deve illuminare per comprendere che lui non è soltanto ciò che appare all’esterno; in pratica deve trovare la sua “essenza” luminosa.
Siccome oggi è il giorno del solstizio d’inverno ovvero il punto più basso della luce solare, è anche – simbolicamente – il momento in cui il Sole, la luce e la coscienza, possono vincere sulle potenze regressive dell’ombra e della notte e partire per il loro viaggio verso quello splendore che sarà rappresentato dal solstizio d’estate.