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  IO È SE: COME IN UN FILM
discussione inserita da arcangelo
 
cari amici e amiche, proprio quest'oggi discutevo di un particolare importante per me che dopo un pò di tempo mi è saltato all'occhio e portato verso un senso di coscienza maggiore (anche se magari per voi è una cavolata e allora vi chiedo scusa).

quando si guarda il simbolo del sole, si nota come esso sia raffigurato e stilizzato da due cerchi concentrici, oppure di un punto incluso in un cerchio. Il cerchio o punto interno è l'Io, mentre la realtà esterna agente è l'Es.

Come l'Es ci reindirizza nella realtà verso la nostra più intima e personale direzione, anche a caro prezzo a volte, l'Io è invece la nostra parte protagonista, la nostra parte agente, il nostro movimento di possibilità, la libertà d'azione di un preciso momento. il nostro momento.

Ebbene, da qui al cinema il passo è stato breve, e ho collegato (mi interesserebbe sapere anche il parere di Naja in questo) l'Es alla realtà esterna che presenta ambientazione, personaggi, situazioni, energie, mentre l'Io rappresenta il nostro attore alla decisione e alla partecipazione nel mondo circostante.E' il nostro attore principale, è il protagonista.Noi siamo protagonisti, e ci muoviamo nella realtà dell'Es, con quello che ci presenta, con le possibilità che ci dà.

Salta alla ribalta allora il nostro senso di protagonismo ma anche di riconoscimento, poichè comunque ciò che pensiamo e le nostre strutture di pensiero sono individualizzate, da persona a persona secondo il proprio vissuto, e si ha anche un certo moto di consapevolezza, perchè sapendoci attori protagonisti non possiamo più delegare e delegittimare senza un accesso di rimorso oppure di malcelata perchè consapevole falsazione. Al contempo ci rende più possibilisti perchè possiamo renderci davvero conto di come possiamo comportarci, e che le possibilità non ci sono a priori precluse, ma sono tutte da giocare.

Il nostro Es non le può giocare, è la nostra ambientazione, ma il nostro Io sì, lo deve fare. Se ci fate caso, nel secondo simbolo preso in considerazione c'è un puntino in mezzo al cerchio.Ebbene, questo è il nostro, seppur piccolo rispetto alla collettività, punto, che però è centrale rispetto al resto: per questo nessuna tecnica di spersonalizzazione o che trasli verso un Non-Io non è efficace, poichè tenta di spostarci dalla nostra reale posizione, che è in realtà al centro. Un punto, piccolo se volete, ma è al centro. E splende, proprio come un Sole.

spero che si sia capito un pò il senso...

voi che pensate?

un abbraccio, arcangelo

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 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 2 - Inserisci una risposta a questa discussione
 
A CURA DI
inserita il 05/11/2007 23:51:55

- caro Arcangelo
mi chiami in causa e ti ringrazio,anche se sinceramente non ho afferrato bene il senso profondo di quello che volevi esprimere
Comunque provo a darti un mio piccolo pensiero..chiamiamolo "incipit " di una lunga chiacchierata...
Prendo a prestito le parole di jung per ricordare che,oltre il ns Io,la nostra coscienza immediata-che è di natura del tutto personale (a cui aggiungiamo l'inconscio personale) esiste un secondo sistema psichico di natura collettivva,universale e impersonale,l'inconscio collettivo.E l'inconscio collettivo si manifesta attraverso archetipi di cui la ns coscienza può averne soltanto una conoscenza indiretta .Jung usa una bella metafora per descrivere l'archetipo "un vaso che non si può svuotare nè riempire mai completamente.
La presa di coscienza individuale ,che è poi il processo di individuazione,consiste allora nell'integrare l'archetipo alla coscienza liberandondoci così di una parte di ombra collettiva e dandoci la POSSIBILITA' DI SALVAGUARDARE LA NOSTRA LIBERTA' DANDO RISPOSTE ORIGINALI A NUOVE SITUAZIONI AMBIENTALI :tale attitudine nella dialettica conscio/inconscio avviene attraverso il simbolo....e qui lascio questa lunga premessa e arrivo a quello che ,intuisco ,mi chiedi
IL film -come la metafora in genere-può parlare dei problemi dell'essere umano,in un linguaggio simbolico togliendo l'ansia che ne deriverebbe affrontando il problema direttamente.
le metafore sono un modello di comunicazione più interessanti e più garbati della diretta esposizione delle cose e ,se ben utilizzate,,possono parlare un linguaggio che arriva più direttamente all'inconscio della persona.
la metafora può riuscire a spigare dei concetti in in modo meno razionale e quindi creare spontaneamente nella persona nuovi significati di valutazione,può essere un potente stimolo per superare limiti e pregiudizi abituali,,,,può tendere un arcobaleno potentissimo di emozioni,percezioni,intuizioni alla nostra coscienza....e allargare in modo incredibile e rapido le nostre capacita di avvicinarci a quello che chiamo
" il logos di psiche" con effetti davvero corroboranti per la ns anima.
A volte l'arte riesce ad avvicinarci a questo logos di psiche e lì scatta L' INCANTO DI RECUPERARE UNA NS PARTE RIMOSSA ....E TENTARE UN CONTATTO

Stai ,forse cercando" di vederti questo momento della tua vita e raccontartelo attraverso una bella metafora-astrologica..se è così me lo racconti???
un abbraccio
naja


naja
 
inserita il 06/11/2007 22:08:25

- caro Arcangelo,
mi piace molto l'idea che hai avuto di rapportare l'Es e l'Io come l'ambientazione e il protagonista.
In effetti, i problemi nascono non solo quando l'Io non è protagonista, ma anche quando lo è troppo e non riesce più ad inserirsi nella scenografia.. perchè entra in contrapposizione con essa..
Quello che gli antichi chiamavano il "peccato di Hybris" in fondo è un Io che non rispetta il suo ambiente e che non ne tiene conto, anzi, vuole sovrapporsi e non riconoscerlo.
Noi possiamo avere entrambe le situazioni: il puntino al centro indica che ci deve essere necessariamente una relazione tra le due parti e che nessuna delle due può comunque scollegarsi, almeno non senza conseguenze: se l'Es o il Se' che io preferisco come termine, ignora l'Io sono dolori, in quanto può anche permettersi di non farlo neppure nascere come nel caso dell'autismo gravissimo o delle psicosi in cui un Se' tiranno o eccessivamente invasivo o "protettivo" non si permette di far nascere il suo referente; però è altrettanto grave il contrario, ovvero un Io che ignora e si pone in alternativa al Se' come nel caso di certe ipertrofie dell'Io che finiscono per creare paranoie e deliri di onnipotenza.
Indubbiamente l'equilibrio psicologico dipende infatti dalla loro modalità di relazione e dal fatto che entrambi necessitano del rapporto con l'altra parte. In effetti, l'Io è importante perche' è la parte che ha bisogno di differenziarsi, di crescere e di individuarsi; è anche la parte che ha una parte autoriflessiva che si osserva e che modifica i suoi comportamenti proprio a seguito di questa autosservazione e della capacità di porsi dei modelli che possano far tendere al miglioramento.
Anche nel percorso di autotrascendenza è sempre l'Io che lo può fare e che può fare sia l'esperienza dell'ordinarietà che quella della trascendenza da essa. Senza l'Io può esserci solo inflazione e psicosi.
L'io però se non mantiene i rapporti con il sè non potrà crescere perchè non potrà mai rendersi totalmente conto di chi è veramente e neppure della sua grandezza.
Spesso il Se' vuole molto di più perchè sa che l'Io può essere di più di ciò che crede.
Un saluto Lidia

Lidia
 
 
 
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