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ERIDANOSCHOOL - IL FATTO DEL GIORNO |
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"In questa sezione Lidia Fassio farà dei piccoli commenti su ciò che accade nel mondo; il tutto sarà commentato astrologicamente".
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24/04/2011 |
BUONA PASQUA A TUTTI |
Cari amici e frequentatori del sito,
auguro a tutti i migliori auguri di una Buona Pasqua.
Lidia Fassio
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21/03/2011 |
IL GRANDE BOTTO DI URANO |
di Lidia Fassio
Non c’è dubbio sul fatto che Urano si è manifestato subito e con i suoi significati più terribili. Proprio nel momento in cui stava entrando in Ariete c’è stato il terribile terremoto in Giappone che ha fatto all’incirca 16 mila vittime lasciando il paese in uno stato di devastazione e rovina con migliaia di senza tetto. La sua energia ha mostrato capacità travolgenti a cui si sono aggiunte quelle dell’acqua del mare che ha devastato con le imponenti onde, più del terremoto stesso. Forse, proprio per il fatto che stesse passando dal segno dei Pesci a quello dell’Ariete ha avuto capacità di movimentare sia la terra che l’acqua, aggiungendo alla devastazione del terremoto, la forza pressochè incontrastabile dell’acqua.
A questo si è aggiunta l’ansia per la centrale nucleare, ansia che sembrerebbe essere rientrata, almeno per ora giacchè, le ultime notizie, darebbero per spento il reattore che ha creato molti problemi rispetto all’eventualità di una fuoriuscita di materiale radioattivo. Senza dubbio i danni sono incalcolabili dal punto di vista materiale ma, ancora di più, sotto il profilo psicologico giacchè, per gli abitanti di quelle zone, non sarà facile ritornare alla normalità e, soprattutto, non sarà veloce.
Senza dubbio tutti gli astrologi si sono interrogati a lungo sugli effetti dell’ingresso di questo pianeta in un segno così potente ed infuocato e, infatti, passati alcuni giorni dal sisma più potente degli ultimi anni, Urano ha voluto mostrare il lato più rivoluzionario trovando un punto di collisione con l’esplosività dell’Ariete dando il via alla guerra con la Libia da parte dell’Europa.
Ovviamente, non possiamo pensare che la colpa sia da attribuire al pianeta ma, bensì, al modo poco ortodosso di dirigere le sue energie che altro non rappresentano che il bisogno di cambiamento e di una maggior libertà in tutti i campi della vita umana. Ancora una volta l’umanità si è dimostrata poco abile nel canalizzare le energie universali, facendosi così interprete dei suoi simboli meno eclatanti e, sicuramente, meno nobili.
Ci si aspettavano atti di totale impazienza ma, l’intempestività è stata invece totale e così, la vecchia Europa ha voluto mostrare la sua forza e, forse, anche la sua incongruenza, sferrando un attacco al dittatore libico senza neppure troppo pensare alle conseguenze che ci saranno a largo raggio.
E’ vero che in quel paese le cose si erano fatte difficili – come del resto in tutto il medio oriente - ma è pur vero che il dittatore per tantissimo tempo è stato ricevuto e coccolato da tutti i paesi democratici del mondo che, a suo tempo, non sottilizzavano troppo sui suoi sistemi poco ortodossi di governare purchè si potessero fare affari d’oro dato l’ingente patrimonio energetico di cui la Libia è detentrice.
La domanda sorge spontanea: se Gheddafi non detenesse i due terzi del petrolio al mondo e se i paesi occidentali non avessero grandissimi interessi in quel luogo, le cose sarebbero andate nello stesso modo?
Perché la grande e civile Europa continua a praticare il sistema di pesi e misure diverse a seconda dei paesi in cui ci sono dittature?
Vi lascio con queste domande senza mai perdere la speranza che le coscienze individuali si facciano più audaci e coraggiose spingendo chi governa a trovare sistemi diversi per sensibilizzare e stimolare i cambiamenti, senza sempre ricorrere alla guerra e alla forza.
Urano è il signore dell’Acquario segno che richiede che siano i singoli individui a mostrare la loro maturità facendo sentire la loro voce ed evitando di muoversi su onde emotive che tali non sono visto che, sotterraneamente, le motivazioni partono da interessi molto diversi da quelli evidenziati.
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22/02/2011 |
SE NON ORA QUANDO? |
di Laura Pieretti
MANIFESTAZIONE DEL 13 FEBBRAIO
E’ trascorsa una settimana dalla manifestazione organizzata dalle Donne in tutta Italia e nel mondo e ancora si sente l’eco di un’impresa sbalorditiva.
Io ero tra coloro, donne e uomini che hanno manifestato ed è stata una grande emozione vedere così tante persone che al richiamo di: “Se non ora quando”?
Hanno risposto con slancio e passione. Io e le mie amiche indossavamo fasce da Miss, su cui in fretta abbiamo scritto lo slogan: “Mobbastaaaa!” . Si, ora basta!
Chi era in piazza non manifestava contro qualcosa o qualcuno, ma voleva semplicemente testimoniare che esiste un’Italia diversa. Molti uomini hanno risposto all’appello e sono scesi al fianco delle donne per gridare che vogliamo un presente ed un futuro diverso. C’erano anche tantissimi bambini in piazza, colorati ed allegri nei loro vestiti di carnevale, come solo loro sanno essere. Loro sono il nostro prezioso futuro.
Possiamo essere favorevoli o contrari a questa espressione di insofferenza, ma dobbiamo riconoscere che il 13 febbraio è accaduto qualcosa di speciale, perché non era una manifestazione di scontro e di lotta, ma era una manifestazione fatta per mettere un punto e ricominciare daccapo. Questo vuol dire: basta!
Si respirava un’aria rilassata, ma decisa. Non c’erano cordoni di forze dell’ordine, perché si sa che le donne non inneggiano alla violenza, perché il tono di questa manifestazione è stato tenuto basso ma nello stesso tempo deciso dalle sagge organizzatrici. C’erano sorrisi e determinazione, c’era calda accoglienza ed ironia. Finalmente mi sono riconosciuta come donna nelle donne che erano lì con me.
Io spero che sia solo l’inizio, perché qualcosa al nostro interno si è risvegliato e il desiderio di essere più attive nella vita sociale l’ho sentito dentro ogni donna che ho incontrato in quella piazza. Credo che dalle donne possa venire veramente la svolta e mi auguro che questo sia l’inizio di un percorso ricco che ci porti a riscoprire ed esprimere i nostri veri valori.
I valori del femminile insieme ma non sovrapposti a quelli del maschile, perché la parità è corretta da un punto di vista filosofico, ma la diversità esiste ed è quella che può veramente arricchire ognuno di noi.
www.sheiscreative.com
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26/01/2011 |
BOMBA ALL'EREOPORTO DI MOSCA |
di Lidia Fassio
Giove ha appena fatto il suo ingresso in Ariete e, il giorno stesso, gli estremisti islamici ceceni, attraverso un kamikaze armato di tritolo, hanno fatto esplodere l'ordigno all’aeroporto di Domodedovo provocando 35 morti e un numero altissimo di feriti.
Le agenzie confermano che si è trattato di un solo uomo a procurare questo disastro, anche se permangono molti dubbi in quanto, altre fonti lascerebbero intendere che si è trattato di una coppia e quindi, anche di una donna.
Sicuramente la Russia si è mostrata molto vulnerabile anche se è molto difficile riuscire a prevenire questo tipo di attacchi. I servizi segreti, che erano stati allertati in occasione dello scoppio di una bomba in una casa vicina a Mosca che aveva destato sospetti, non sono tuttavia riusciti a sventare in anticipo l’attacco.
Senza dubbio, dal punto di vista astrologico non possiamo che verificare la problematicità di questo ingresso di Giove in Ariete che sarà seguito a marzo da quello di Urano che, senza dubbio, sarà di ben altra portata.
Purtroppo la situazione celeste è tale da non far pensare a cambiamenti tranquilli ma a difficoltà che andranno via via aumentando di intensità e, come è nella natura del segno dell’Ariete, a esplosioni di violenza che investiranno il mondo.
Tra l’altro, anche la situazione dei paesi arabi del Mediterraneo non è certo rassicurante con tutte le tensioni popolari tese a rovesciare governi dittatoriali o semi dittatoriali che sono in piedi da decenni.
Senza dubbio Plutone è il pianeta legato a questi popoli e, la sua presenza nel segno del Capricorno lascia intuire che i problemi non termineranno qui e noi non possiamo che sperare che il desiderio di pace possa avere il sopravvento su quello di destabilizzazione.
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18/01/2010 |
FIAT E LAVORO |
di Patrik Costamagna
Il referendum che ha coinvolto i lavoratori della FIAT, con tutte le vicissitudini che lo hanno preceduto, rappresenta l’ennesima vicenda che ha visto al centro dell’attenzione generale il mondo del lavoro rappresentato dalla Vergine-6^casa.
Urano sta ultimando il suo passaggio in Pesci in opposizione al sesto segno zodiacale. Un transito iniziato in concomitanza con l’approvazione della famosa legge Biagi, prima tappa di una serie di vicissitudini cha hanno apportato importanti “cambiamenti”, se non addirittura “rivoluzioni” in ambito lavorativo.
In questi anni sono infatti cambiate molte “regole”, il posto “fisso” è sempre più raro, la crisi ha colpito soprattutto “fabbriche, artigiani ed operai” e tutto questo ha generato sempre meno “sicurezze” e più “precarietà”.
Tornando alla FIAT e al referendum è interessante il fatto che Urano sia in congiunzione con Giove. Questo referendum è stato tra l’altro “caricato” di speranze per il futuro. E’ stato presentato come un’opportunità da cogliere, come una possibilità di crescita, espansione e miglioramento. Si è infatti parlato, in cambio di un adattamento alle richieste aziendali, di ampliamenti di produzione, di miglioramenti economici, di maggiori corsi di formazione… E’ stata chiesta ai lavoratori “fiducia”, fiducia nel futuro e fiducia nell’azienda.
Tutto “vero” o si è peccato di “ingenuità” ? Staremo a “vedere”…
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24/12/2010 |
RIFLESSIONI NATALIZIE SULLA GRAZIA. |
Ricevo da un caro amico e volentieri condivido:
1.La grazia è quella luce, quella bellezza, quella dolcezza, quella pace, che giunge nell’anima quando si è rinunciato a se stessi, ovvero si è abbandonata la volontà – il voler essere, voler avere, voler sapere – il legame all’“io” e al “mio”.
2.La grazia è quella mirabile forza che trasforma il finito nell’infinito, il relativo nell’assoluto – ovvero che dà ad ogni istante il carattere luminoso e gioioso dell’eterno, di un miracolo che ad ogni istante si ripete, tanto antico e sempre nuovo.
Mirabile forza, perché agisce senza forza, ovvero senza costrizione, senza violenza, con semplicità e dolcezza, come una luce che su tutto si effonde e pervade di sé chi la accoglie, trasformandolo nella luce stessa.
3.Gratia quia gratis datur: infatti la grazia è “senza perché”. Non giunge per qualche fine: non ha un fine estraneo e diverso dal suo essere stesso grazia, bellezza e dolcezza.
Giunge senza alcun merito, per così dire dall’esterno, non come frutto di uno sforzo di volontà personale.
4.La grazia viene dall’alto – ma non come qualcosa di estraneo, bensì come qualcosa di interiore, profondamente nostro – e non perché il nostro implichi una appropriazione, un possesso personale: anzi la grazia appare come l’universale, ove non è più l’“io” e il mio.
E viene non come una sensazione da provare, o un pensiero da pensare, ma come un nuovo essere, uno sguardo nuovo sul mondo, sulle cose, su se stesso e su Dio, e una nuova vita da vivere.
5.La grazia non è il dono arbitrario di un Dio capriccioso, la sua luce si effonde sempre e in ogni istante sulla creatura, che sempre e in ogni istante può accoglierla.
6.Gratia Dei: si dice “di Dio” perché non si può rinunciare al volere proprio altro che affidandosi a un altro volere, cedendo la volontà particolare all’universale. Questo affidamento, questa confidenza nel Bene al di sopra di ogni volizione egoistica, è la fede.
Non perciò una credenza, un complesso di rappresentazioni e opinioni, ma il contrario: un toglier via ogni credenza, rappresentazione, opinione, che sono frutto della volizione particolare.
7.La rinuncia al volere è possibile solo nell’amore: amore dell’Assoluto, dunque amore senza oggetto determinato – non passione, ma terminus et finis omnis passionis. Infatti esso è il distacco stesso: non v’è amore senza distacco, né distacco senza amore.
8.La grazia è il rapporto con un tu, lontano e vicino insieme, assolutamente altro e costituente l’intimo di te stesso, indeterminabile ma sommamente reale – qualcosa di indistinto, e perciò assolutamente distinto da tutte le cose distinte.
Un tu che non ha una forma determinata, ma pura luce e puro amore che tutto investe di se stesso, per cui non v’è che solo luce, solo amore. Esso va dal cuore del mortale verso l’eterno, e dall’eterno torna verso il mortale.
9.Il tu cui ci si affida deve essere impersonale, pura luce senza forma alcuna. Solo così si può abbandonare la volontà propria, si può dire fiat voluntas tua, perché altrimenti quella “sua” volontà non è altro che la nostra, più o meno camuffata – ed allora non v’è più affidamento alcuno, non v’è distacco.
Persona chiama persona, impersonale chiama impersonale. Perciò l’abbandono del volere non può essere a un Dio determinato in modo alcuno, perché la sua determinazione sta per un nuovo volere, per un legame all’egoità, ma solo al Deus sine modis.
10.Il rivolgersi al Deus sine modis fa uscire dal legame condizionante spazio-temporale, dalle cause seconde e dalle opinioni che da esse derivano, e pone in rapporto con l’eterno, con la causa prima, senza mediazione alcuna.
Allora v’è una straordinaria letizia: la gioia infinita della libertà, del non dipendere più da niente.
11.Quando si toglie il volere e ci si affida a Dio, immediatamente ci si libera dalla fatica, da quel pònos che è sempre poena: tutto diventa per così dire festivo, come se ogni giorno, ogni istante, fosse festa.
12.La grazia è libertà, perché solo quando si esaurisce la volontà personale e il pensiero parziale che la segue ha fine anche la servitù. Infatti la servitù vera è la servitù al volere proprio: è esso che ti incatena alle circostanze, condiziona il tuo pensiero e ti fa servo del mondo e delle cose, come un cancro che ti tormenta all’interno e non ti dà mai pace.
13.Quando si esaurisce la volontà personale, allora l’intelligenza diventa libera perché ormai universale, e così la volontà stessa. Essa si identifica allora con la volontà di Dio, che è sempre e comunque, e, parimenti, l’intelligenza diventa intelletto di Dio.
14.Finché v’è un volere proprio, il pensiero è al suo servizio: come vuoi, così pensi. Ma anche vuoi a seconda di quel che pensi: volontà e intelletto sono due facce della stessa medaglia. Così volontà e intelletto non sono liberi, ma servi, dipendendo dalle cose esterne e dalle opinioni che ci facciamo su di esse.
Quando c’è la volontà c’è un fine, e allora l’intelligenza dipende da quello; non è più libera, ma scrive, capace sì di ragionamento ma non di ragione.
È allora che, subito, sorge il pensiero del male e, con esso, il dolore; segno inequivocabile della menzogna.
15.Questo sappiamo di certo: che il proprio volere e il proprio pensare che lo segue sono frutto dell’amore di sé: amor sui, amor privati boni: questa e davvero radix omnis mali et peccati.
Pensieri e volizioni particolari sono cattivi proprio perché particolari, privati – e il privato è, appunto, privato, ovvero reso privo dell’universale, ridotto al parziale, e parziale significa infatti anche iniquo.
16.L’atto elementare di verità è il distacco dal proprio volere e dal proprio pensare, riconoscendolo come parziale, egoistico. A ciò si richiede solo l’onestà, ovvero l’amore di giustizia e, per quanto possa essere duro liberarsi del proprio volere fino a uccidere l’egoità, questa è un’ascesi assolutamente laica, una rettitudine del pensare e dell’essere che ogni uomo può e deve compiere, pena l’essere un falso, un ipocrita.
17.Chi non si vergogna del proprio falso sapere, dei propri falsi giudizi, chi resta inconfutato nella sua ignoranza, non si purifica dal più grande dei mali, che è la menzogna.
Wer tief denkt, chi pensa profondamente, sa di aver sempre torto, qualsiasi cosa pensi.
18.L’uomo onesto fugge sempre se stesso: questo è il distacco, che in ogni istante si ripropone, perché incessantemente torna l’amor sui. Però l’esperienza fa del distacco un habitus, e perciò si può parlare di una vita di grazia.
19.La grazia non si conquista, viene da Dio, però è con l’amore della verità, con l’amore della giustizia, del Bene, che si sgombra il campo della falsità, si fa vuoto nell’anima nostra. L’intelligenza e il volere stesso rifiutano ciò che è parziale, riconoscendolo come non giusto, iniquo,non vero.
Così spazzano via ogni contenuto, ogni opinione, ogni pensiero determinato e ogni preteso sapere, riconoscendolo nella sua vanità, nella sua pochezza, nella sua dipendenza dall’ego.
20.Il movimento dell’intelligenza verso la verità, verso il Bene – la fede che tutto rimuove – appare anche esso come dono di Dio, grazia.
Però, in quanto ognuno desidera il Bene, se non altro per la bellezza con cui esso si manifesta e soprattutto per la gioia che reca, si può anche dire che la fede è naturale nell’uomo.
Buon Natale di meditazione per tutti.
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10/12/2010 |
CARLO E CAMILLA.... RIFLESSIONI SULLA CONTESTAZIONE..... |
di Lidia Fassio
Durante le proteste degli studenti ieri a Londra, c’è andata di mezzo l’auto di Carlo e Camilla. Niente di grave per loro due che sono tornati alla loro residenza senza grandi problemi.
I ragazzi sono per così dire, saliti sulle barricate, di fronte alla decisione del governo inglese di triplicare le tasse scolastiche e la protesta di ieri è stata dura e violenta, con scontri con la polizia, feriti e parecchi arresti.
Non c’è pace in Europa ma, forse, i fatti degli ultimi tempi, anche qui da noi, meritano una riflessione un po’ più profonda: sono tanti anni che non abbiamo restrizioni e, soprattutto le nuove generazioni non sono abituate a fare a meno di nulla: vogliono tutto, pretendono e, in un certo senso, pensano che le risorse ci saranno e che, quindi, basterà chiedere. Negli ultimi anni si è cominciato a parlare di tagli che stanno arrivando da tutte le parti, per ogni categoria e per ogni individuo.
Parlando con le persone noto che non c’è ancora la consapevolezza (e con questo intendo una reale comprensione interiore e non solo l’aver capito con la mente) che i tempi d’oro sono finiti e che, senza mezzi termini, non ci sono più soldi e credo per nessuno in particolare per cui, andremo incontro a sempre maggiori tagli che modificheranno gradualmente, ma inesorabilmente, il nostro tenore di vita. Credo inoltre che prima ci abituiamo e meno soffriremo la fase di inevitabile transizione che Urano sta per mettere in atto.
Le risposte sono interessanti, suonano all’incirca così: “si, adesso è così, ma le cose torneranno come prima, la produzione riprenderà e torneremo a veleggiare” ed invece, a volte mi trovo a dire anche senza mezzi termini che non è affatto così.. e che, il nostro modo di pensare solamente alla produzione e alla vendita, non ha più ragione di esistere in quanto è ora di cambiare registro onde evitare di pagare un prezzo troppo alto nel cambiamento. E’ un sistema quello che deve essere cambiato per cui, tutto subirà dei contraccolpi.
Oggi tutti pensano che si potrà tornare indietro e che, i privilegi che tutti noi occidentali abbiamo avuto, ritorneranno. Il fatto è che già non ci sono più.. ed è inutile stare adesso a pensare a chi ha più colpe, giacchè credo che la colpa sia stata di tutti noi che non siamo stati lungimiranti e abbiamo in qualche modo approfittato senza pietà di quelle risorse che, invece, andavano rispettate perché erano di tutti.
Forse adesso è arrivato il tempo in cui bisognerebbe smettere di protestare sui tagli, sul bisogno di aumentare le ore di lavoro, ed i turni, e, magari, in cambio anche di una diminuzione di stipendio: forse ognuno di noi dovrebbe rimboccarsi le maniche cominciando veramente a pensare in senso psicologico ovvero che “non c’è un alto senza un basso che lo rispecchi e viceversa”; se fossimo stati attenti ed avessimo veramente chiesto ai politici di curare i nostri affari anziché delegare semplicemente il potere disinteressandoci di tutto ciò che accadeva, forse oggi saremmo in una condizione diversa; in ogni caso, Jung diceva che ognuno è “parte del problema che deve risolvere” e, mai come oggi, questo mi sembra vero.
Possiamo quindi stringere i denti e capire cosa possiamo fare singolarmente per cambiare le cose evitando di pretendere ancora ciò che non abbiamo saputo gestire e trattare con cura quando abbiamo avuto la fortuna di goderne a piene mani.
Ho visto approfittamenti a tutti i livelli e questo significa che è stato un vero e proprio modo di essere di tutti noi.. quello che adesso inevitabilmente va cambiando partendo proprio dal contribuire anziché dal pretendere.
Forse, Giove che sta arrivando pian piano alla quadratura di Plutone vuole dirci proprio questo: è inutile che continuiamo a pensare che torneranno le vacche grasse, giacchè queste non ci sono e non ci saranno più; le risorse andrebbero usate bene quando ci sono e, allo stato attuale delle cose non possiamo che tirare i remi in barca facendo di necessità virtù imparando però qualcosa dal passato e da ciò che abbiamo contribuito a far succedere.
Possiamo forse capire “cosa possiamo fare noi come persone” cominciando a fare la nostra parte sapendo che di privilegi per un bel po’ di anni, non ne avremo a meno non siamo in grado di ricostruire qualcosa di più valido e, soprattutto, di più equo.
Credo che non si tratti ne' di essere progressisti nè conservatori ma, molto più semplicemente, realisti!
I transiti del 2011 non saranno semplici e la quadratura di Urano a Plutone annuncia intolleranze.. ma, trattandosi appunto di una quadratura annuncia difficoltà nella trasformazione. Chi vorrà tutto e subito, anche questa volta fallirà l'appuntamento con la crescita.
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30/11/2010 |
LA MORTE DI MARIO MONICELLI |
Tutti i giornali hanno dato ampio spazio al suicidio del grande regista Mario Monicelli che ha posto fine alla sua vita gettandosi dal balcone della camera dell’ospedale in cui era ricoverato per una grave malattia.
Senza dubbio si tratta di eutanasia, tema molto dibattuto in questi giorni e, proprio per questo molto controverso.
La vita è un dono prezioso e sicuramente moltissime persone la pensano così; in particolar modo fanno parte di questo gruppo i credenti e tutti coloro che, come me, si interrogano su cosa sia effettivamente la vita, da dove origina e quale è il suo scopo; ci sono però anche persone che pensano che sia tale fino a quando ci sono le condizioni per viverla appieno e che, ritengono giusto, decidere di mettere fine ad essa nel momento in cui vi sia troppo dolore e diventi insopportabile per qualsiasi motivo.
Si tratta dunque di comprendere che entrambe le opinioni debbano essere rispettate in quanto sono legittime e riguardano le nostre coscienze o anime e, credo, nessuno debba giudicare chi decide di soffrire fino all’ultimo giorno in attesa della morte e neppure chi, invece, sia convinto di mettere fine ai suoi giorni.
Purtroppo questi grandissimi dilemmi umani tendono ad essere strumentalizzati dai politici e da chi è convinto di essere portatore di verità facendo avvertire gli uni o gli altri come persone che o sono retrograde o come soggetti che danno uno scarso valore alla vita umana.
Ovviamente non è così e non credo che nessuno di noi possa decidere per altri e tantomeno giudicare chi o chi.
Partendo da questo presupposto sono convinto che Mario Monicelli abbia preso la sua decisione e credo che questa sia giusta e corretta per lui e, pertanto lo ringrazio di ciò che ci ha dato, dell’arguzia e dell’ironia con cui ha sempre trattato tanti temi della vita a volte facendoci riflettere e, a volte, facendoci anche ridere all’impazzata come nel suo incredibile film “L’armata Brancaleone”.
Ci mancherà tantissimo.
Mario Monicelli era nato il 15 maggio 1915 a Viareggio. Era un Toro con la quadratura del Sole a Urano che gli ha donato estrosità e di sicuro una visione ironica delle cose e della vita a cui si aggiungeva la curiosità e la brillantezza della Luna in Gemelli.
Caparbio e coraggioso (Venere congiunta a Marte in Ariete), in grado di esprimere i suoi valori con forza attraverso le immagini ed è stato sicuramente un pioniere della commedia brillante italiana riconducendola sempre alla realtà. Ha lavorato con i nostri grandi attori, da Gassman a Mastroianni, a Claudia Cardinale, Alberto Sordi, Totò, ecc. I suoi più grandi successi sono indimenticabili: “Amici miei; La ragazza con la pistola; Il marchese del Grillo; Parenti serpenti; Speriamo che sia femmina; La grande guerra e tanti altri.
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03/11/2010 |
LA MORTE DI ZACHARIA SITCHIN |
E' di questi giorni la notizia della morte del grande Zacharia Sitchin un personaggio parecchio noto a chi si interessa della cultura sumera.
Questo autore ha infatti portato in luce e interpretato molti dei documenti relativi alla cultura sumera.
E' stato un autore interessante che ha fatto anche notevoli ipotesi sulla nascita degli uomini, al di là della teoria dell'evoluzione.
Celebri i suoi testi "Il pianeta degli Dei", "Le astronavi del Sinai" e molti altri attraverso i quali ha portato al mondo la sua conoscenza.
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14/10/2010 |
MORTE E RINASCITA DAL 9 AGOSTO AL 13 OTTOBRE |
di Lidia Fassio
Ieri sono risaliti in superficie i 33 minatori cileni, uno ad uno, lentamente perché avessero nuovamente il tempo di abituarsi all’ossigeno, alla luce e al ritrovare i loro cari ad attenderli.
Questi uomini sono rimasti al buio, nell’ombra, al freddo e con l’incertezza di essere salvati per 67 giorni, un tempo infinito se si pensa che erano a più di 600 metri di profondità.
Il salvataggio è avvenuto grazie alla tecnologia che ha permesso prima di trivellare e preparare un condotto – inizialmente per inviare gli alimenti, le medicine e ciò che poteva aiutarli a sopravvivere – e poi, con un’altra trivella, si sono raggiunti i minatori. Infine, il condotto è stato intubato e preparato per per far scendere le tre capsule utilizzate per riportarli in superficie.
E’ stata una grande emozione vederli apparire: per una volta la tecnologia ha fatto al sua funzione ed ha permesso di riportare letteralmente alla vita 33 persone.
Come non vedere in questa situazione un tratto Plutoniano?
Per noi che ci nutriamo di simbolismo, la discesa ad una così elevata profondità, il restare intrappolati dentro alla miniera per tanto tempo e poi, l’essere salvati e ritornati alla luce, sembra veramente la rappresentazione del mito degli eroi che scendevano agli inferi per attraversare il mondo di Ade, a lungo incerti sul loro destino, fino a che non ritrovavano la strada che li riportava al mondo supero.
In pratica una vera e propria “morte", seguita da un lungo periodo di incertezza e di angoscia in cui non sapevano se sarebbero stati salvati e, infine, un'autentica "resurrezione” che, credo, trasformerà la vita a tutti loro nonché ai loro familiari.
Nessuno potrà rimanere uguale a sè stesso dopo un'esperienza di questo tipo e, credo, che Plutone abbia sicuramente fatto la sua parte.
L'emozione è stata tantissima nel vederli finalmente "tornare alla luce", riconsegnati alla vita.
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